29 settembre 2009

Memorie di una geisha - Arthur Golden

Articolo di Sakura

Circondate da un'aura di mistero, le geishe hanno sempre esercitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile. Ma chi sono in realtà queste donne? A tutte le domande che queste figure leggendarie suscitano, Arthur Golden ha risposto con un romanzo, profondamente documentato, che conserva tutta l'immediatezza e l'emozione di una storia vera. Che cosa significa essere una geisha lo apprendiamo così dalla voce di Sayuri che ci racconta la sua storia: l'infanzia, il rapimento, l'addestramento, la disciplina -tutte le vicende che, sullo sfondo del Giappone del '900, l'hanno condotta a diventare la geisha più famosa e ricercata. Un romanzo avvincente e toccante, di rara sensibilità e ricchezza, coronato da uno straordinario ritratto femminile e dalla sua voce indimenticabile.

Recensione

Una lettura scorrevole, rilassante e intrigante: la prosa di Golden è così fluida da accorgerti che hai trascorso ore perso nella delicatezza del suo mondo giapponese solo quando devi alzarti per accendere la luce.

Chiyo, appartenente alla povera famiglia di un villaggio di pescatori, a soli nove anni si ritrova strappata al suo paese e gettata in pasto nella pittoresca Kyoto, dove viene venduta alla padrona di un okiya del quartiere di Gion per essere addestrata come geisha. La vita prima che inizi l’apprendistato vero e proprio è ardua, soprattutto perché la bella e crudele geisha Hatsumomo sembra voler fare di tutto per metterla in difficoltà e liberarsi di lei, ma Chiyo, grazie all’appoggio di figure influenti che vedono nella sua innata grazia e nella bellezza dei suoi occhi grigioazzurri un investimento per il futuro, intraprende con successo la strada che la porta a diventare una delle geisha più famose della città, col nome di Sayuri Nitta.

La magia del racconto di Golden squarcia ogni velo tra romanzo e realtà, grazie anche alla lunga controversia sulla vera identità di Sayuri. Verità o finzione, in ogni caso, il romanzo è così coinvolgente che non importa, e sebbene i personaggi spesso appaiano un po’ troppo stereotipati penso che, nell’efficacia della narrazione, questo passi in secondo piano.

C’è da dire che, per essere un romanzo scritto da un occidentale (anche se Golden ha trascorso molto tempo in Giappone), come ricostruzione è molto accurata, anche se non perfetta: viene dato ampio spazio alla descrizione dell’abbigliamento, della gerarchia nell’ambiente, delle capigliature, del trucco, delle danze, ma purtroppo liquida in poche espressioni altri aspetti, primo tra tutti quello della cerimonia del tè, di cui mi aspettavo un particolare approfondimento. Il chado è un elemento così fondamentale nella cultura giapponese e nel ruolo di una geisha che mi chiedo perché sia stato trattato così marginalmente, per di più aggirato con una frase banalissima della risma di sulla cerimonia del tè esistono numerosi trattati, quindi non mi dilungherò….

I pregi del libro, in ogni caso, sono molti, primo tra tutti quello di aver sfatato un luogo comune della società occidentale che identifica le geisha come prostitute. Eppure, eppure, la parte di me innamorata della letteratura giapponese si chiede insistentemente come sarebbe risultato questo libro se scritto con la raffinatezza stilistica e descrittiva propria di quasi tutte le penne nipponiche.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Memorie di una Geisha
  • Titolo originale: Memoirs of a Geisha
  • Autore: Arthur Golden
  • Traduttore: Donatella Cerutti P.
  • Editore: Tea
  • Data di Pubblicazione: 1997
  • Collana: I grandi
  • ISBN-13: 9788850217182
  • Pagine: 563
  • Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro

28 settembre 2009

L'esorcista - William Peter Blatty

Che cosa succede alla piccola Regan, trasformatasi in un mostro blasfemo che urla oscenità e frasi sconnesse? Sua madre, la famosa diva del cinema Chris MacNeil, non riesce a capirlo. Né ci riescono i medici e gli psichiatri né la polizia. Forse solo un esorcista può dare una risposta. Ma la Chiesa impone cautela, esige prove, chiede tempo. Intanto la casa risuona di colpi, i mobili si spostano da soli, un uomo muore con il collo spezzato, il fragile corpo di Regan sembra cedere alla tempesta che lo sconquassa. E lo scontro tra l'uomo di Dio e gli spiriti del Male sembra ormai inevitabile.

Recensione

Quando parliamo di cinema horror il primo titolo a cui pensiamo è certamente L’esorcista, film del 1973 con Ellen Burstyn e Linda Blair che fu nominato in dieci categorie agli Academy Award e ne vinse però solo due: miglior colonna sonora e miglior sceneggiatura non originale.
Molti si stupirono all’epoca quando scoprirono che il film aveva alle spalle un libro omonimo, scritto dall’allora emergente scrittore William Peter Blatty.

La storia si consuma in un focolare domestico, a Georgetown, e vede protagoniste l’attrice Chris MacNeil e sua figlia Regan, due personaggi che il lettore faticherà a dimenticare. Accanto alle due figure principali si intersecano due memorabili creazioni di Blatty: i preti Damien Karras, uno psichiatra con una vita disastrata, e Padre Lankaster Merrin, un anziano gesuita che aiuterà Karras nell’esorcismo di Regan, i quali, anche con un'apparizione fugace, riescono a dare un senso tragico all’opera.

Blatty ha saputo creare in questo romanzo un climax che porta dall’inquietudine iniziale delle prime pagine, in cui a poco a poco si delinea la sensazione del maligno, al profondo orrore che il lettore prova nei riguardi del Male negli ultimi capitoli.
L’unico punto debole del libro è, purtroppo, l’epilogo, che appare sbrigativo e non curato. Forse, complici della “delusione” per il finale, sono le storiche inquadrature di William Friedkin, accompagnate dall’angosciante colonna sonora di Lalo Schifrin.

Nel complesso, comunque, il libro resta un classico dell’horror, pronto a spaventare tante altre generazioni.

Dettagli del libro

  • Titolo: L'esorcista
  • Titolo originale: The Exorcist
  • Autore: William Peter Blatty
  • Traduttore: Peddis C.
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • ISBN-13: 9788864110325
  • Pagine: 400
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 19.00

Escluso il cane - Carlo D'Amicis

Un giovane avvocato romano, tormentato da un problema di incontinenza psicosomatica, si dibatte tra la sua omosessualità, una madre e un fidanzato tirannici, una condizione economica al limite dell'indigenza. Quando si trova a difendere il proprio medico curante, accusato di duplice omicidio (accusa che ha tutta l'aria di essere fondata), i suoi tormenti si incontrano (o si scontrano?) con l'assolutismo della scienza e soprattutto con quella della fede religiosa. Sì, perché, sullo sfondo del delitto, aleggia il Vaticano e l'agonia di un papa che non riesce a morire.

Recensione

Ma non sarà una fuga?, ci viene da domandarci all'improvviso. Effettivamente il modo in cui ripone le valigie - cosa ci avrà messo, poi, là dentro? - tradisce un minimo di concitazione. D'inquietudine. Di ansia. E se anche fosse? Non è il suo modo di stare al mondo? Non è così che Dio l'ha voluto? Marcello Artiglio è questo. Prendere o lasciare.

Escluso il cane di Carlo D'Amicis è un libro da "prendere o lasciare", come il suo protagonista. Non si può non rimanere colpiti, o nel bene o nel male, dalla storia dell'avvocato Marcello Artiglio e dei personaggi che gli gravitano attorno, che lo consigliano, lo vessano, si irritano davanti al suo immobilismo, al suo rimanere sempre in equilibrio in mezzo ai suoi mille dubbi, alle sue mille ansie e alle sue mille paure.
Solo il suo cane, chiamato Dolore non a caso, gli è sempre vicino, anche se sembra spesso il contrario, visto che per tutto il libro l'animale dimostra di sapersela cavare anche da solo e non fa altro che creare guai al suo padrone, mentre lui si sente bene solamente con "dolore" accanto, come fosse un punto fermo nella sua caotica vita. Un gioco di parole per spiegare che per tutta la storia solamente il suo malessere interno sembra riuscire a tenerlo sempre sulla sua posizione di dubbio in un mondo di assolutismi, e che solamente il lamentarsi sembra tenerlo ancora a galla nella vita. Ecco la citazione dal libro che meglio semplifica tutto il concetto:

"Perché il suo cane si chiama Dolore?", domanda la moglie del mio medico curante quando la raggiungo sulla spiaggia. "Perché è sempre con me". Maria si volta e mi fissa, in effetti un po' spaesata. Riflette. Non mi domanda niente. "Però non è il cane a voler essere sempre con lei!", commenta alla fine. "Mi pare piuttosto che sia lei, a voler essere sempre assieme al suo Dolore..."

All'inizio la trama, quasi tutta scritta in prima persona, sembra accartocciarsi su stessa in un sovraccarico di situazioni, peggiorato dal modo di scrivere di D'Amicis che potrebbe disorientare e annoiare il lettore. Quindi per buona parte del libro si rimane quantomeno confusi. Poi però la trama comincia a dipanarsi, tutto si fa più chiaro e lentamente ci si accorge che il libro cattura il lettore con la forza delle invenzioni narrative dell'autore, che appena ci si abitua si arriva ad ammirare e anche a invidiare l'ironia e la dissacralità del modo di scrivere di D'Amicis con le quali vengono trattate le fondamentali istituzioni italiane (la Chiesa, la legge, la famiglia e la virilità maschile) e che, finita l'ultima pagina, ci ritrova con uno strano miscuglio di sensazioni in maggior parte positive, prima fra tutte la soddisfazione per aver letto un piccolo gioiello di narrativa.

In definitiva, Escluso il cane potrebbe non piacere a tutti, vuoi per le tematiche trattate, vuoi per come queste tematiche sono esposte, ma a chi riuscirà ad apprezzarlo rimarrà nel cuore molto a lungo.

Dettagli del libro

  • Titolo: Escluso il cane
  • Autore: Carlo D'Amicis
  • Editore: Minimum fax
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • Collana: Nichel
  • ISBN-13: 978887521087
  • Pagine: 257
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 11,50

27 settembre 2009

Il diavolo veste Prada - Lauren Weisberger

Nel favoloso, sfavillante mondo della moda Miranda Priestly è un mito assoluto. Esile ed elegante come nessuna dirige la rivista patinata più venduta e prestigiosa del pianeta. Quando Andrea Sachs - ventitré anni, una laurea in tasca e il sogno di diventare scrittrice - accetta di lavorare per lei non sospetta di aver stretto un patto con il diavolo.
Perché Miranda, dietro l'aspetto impeccabile, nasconde un'indole velenosa e volubile, capace di trasformare la vita di Andrea in un vero e proprio inferno...
Nell'arco di un anno frenetico ed esilarante, Andrea impara a camminare su vertiginosi tacchi a spillo, a soddisfare i mille capricci del suo direttore e a parare i colpi della sua perfidia, fino a scoprire che la sua vita privata, troppo a lungo trascurata, è in caduta libera...

Recensione

A proposito di chick-lit, definizione questa leggermente sessista, non può mancare una piccola menzione di uno dei libri più conosciuti del genere: il diario che una stagista tiene del suo anno come assistente personale della direttrice di Vogue America, zarina della moda mondiale, Anna Wintour.
Il glitteroso romanzo racconta la vita di Andrea sachs, questo il nome della vittima delle angherie di Miranda Priestly (dietro la quale si cela il ritratto spietato della Wintour), come schiava della direttrice del fashion magazine Runway. E' il suo ingresso nel mondo del lavoro, una scelta di compromesso perché lei vorrebbe fare la scrittrice e occuparsi di giornalismo impegnato, certo non delle sciocchezze e fatuità attorno alle quali gira lo scintillante mondo del fashion.
Ma il diavolo, coperto di griffe e ammantato di lusso, esercita le sue lusinghe anche sulla personalità di una ragazza che fino a quel momento dell'haute couture se ne era ampiamente - e con una punta di presunzione - sbattuta.
A poco a poco, dopo il primo paio di scarpe di Jimmy Choo, Andrea vede risvegliarsi la sua vanità: sopita ma non estinta, aiutata da un guardaroba esclusivo, questa parte di Andrea cercherà di prendere il sopravvento, cancellando le radici semplici e i valori "alti" e impegnati, in nome dei quali la giovane si era "degnata" di entrare nel mondo vacuo dell'alta moda.
Ma anche la vanità ha un prezzo, e Miranda non esiterà a riscuoterlo avidamente. La vita di Andrea comincia ad andare a rotoli e lei si trova costretta a pagare la sua superbia intellettuale, il suo senso di superiorità rispetto al superficiale mondo delle passerelle, con la sua vita privata, il suo fidanzato, le sue migliori amiche.
Così, miseramente, tra vestiti firmati e accessori di lusso, in un piccolo appartamento di Manhattan, muoiono i sogni e l'ingenuità di una giovane!

Il libro, tutto sommato banale anche se divertente, arriva ad adombrare il tema pesante del rapporto tra leggerezza e profondità negli equilibri della vita. Chi può essere sicuro di riuscire a resistere di fronte alle tentazioni della vanità, alla promessa del successo, alla prospettiva di piacere ed essere desiderati e invidiati da tutti?
Da non perdere se siete maniaci di saldi, alta moda e di "Sex and the city", ma forse è ancora più apprezzabile la versione cinematografica del libro, uscita poco dopo il libro stesso, che per i pettegolezzi e i back stage rivelati di un mondo meno pulito di quanto si crederebbe, ha fatto discutere parecchio. Il film non perde nulla del libro, contiene la stessa analisi dell'evoluzione della protagonista, Andrea, e fornisce di Miranda Priestly, grazie a un'interpretazione davvero STREEP-itosa, un ritratto insieme divertente e agghiacciante.

Dettagli del libro

  • Titolo: Il diavolo veste Prada
  • Titolo originale: The Devil Wears Prada
  • Autore: Lauren Weisberger
  • Traduttore: Roberta Corradin
  • Editore: Edizioni Piemme
  • Data di Pubblicazione: 2003
  • ISBN-13: 9788838483370
  • Pagine: 415
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18,90 Euro

26 settembre 2009

Terre Desolate (La Torre Nera Volume III) - Stephen King

Roland di Gilead, il Prigioniero e la Signora delle Ombre sono impegnati ad acquisire le doti indispensabili per proseguire la ricerca della Torre Nera. Grazie alla guida tenace ed imperturbabile dell'ultimo cavaliere, Eddie e Susannah, (la nuova donna nata dalla fusione di Detta e Odetta) stanno infatti sviluppando insospettabili abilità: Susannah si rivale una pistolera provetta e Eddie riscopre la capacità di sentire la voce nascosta delle cose. Ma soprattutto i tre stanno imparando a fidarsi reciprocamente, via via sempre più consapevoli che la loro diversità è la loro forza, la forza del ka-tet, cui però manca ancora un elemento. Cioè il piccolo Jake, che per un paradosso temporale è di nuovo a New York...

Recensione

Io non uccido con la pistola.
Colui che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di suo padre.
Io uccido col cuore.

Medio-mondo: L’ultimo pistolero è adesso uno degli ultimi tre. Ma il suo cervello sta impazzendo: un suo gesto impulsivo, nella porta dello Spacciatore, ha creato un bug, una distorsione temporale, una frattura, insomma, nella normale consequenzialità degli eventi.
New York, 1977: Un certo ragazzino prosegue la sua normale vita da undicenne. Ma qualcosa in lui non funziona: si sente spaccato in due. Morto o vivo? Verità o menzogna? Jake Chambers deve tornare al Medio-mondo, perché tutto si aggiusti. La rosa va protetta, la chiave va usata, un treno malandrino li sta attendendo a Lud.
Medio-mondo: Eddie e Susannah Dean intraprendono la loro formazione da pistoleri. Tra orsi cyborg, Vettori, Tartarughe, Grigi e Pube, solo uno è il dettame: non dimenticare il volto di tuo padre. Eddie ha una chiave da costruire, Susannah un demone da trattenere, perché Jake possa riabbracciare il pistolero che già una volta l’ha lasciato cadere. Il ka-tet adesso è completo: e può proseguire verso la Torre Nera.
Blaine il Mono li attende, le Terre Desolate devono essere attraversate. Destinazione: Topeka. E il malefico treno dalla voce di John Wayne li sfida a una gara di indovinelli senza esclusione di colpi, in cui la posta è naturalmente la vita.

Parole che si combinano come i petali della Rosa.
Con Terre Desolate entriamo definitivamente nel cuore della saga. Tra atmosfere fantasy e scenari moderni, apparecchiature futuristiche e cyborg, ancora una volta i sottogeneri si mescolano.
I contorni dei personaggi diventano sempre più nitidi, mentre all’orizzonte si profila la sagoma del cardine degli universi. Azione mozzafiato, sparatorie, attraversamenti di ponti sospesi, inseguimenti in labirinti di rottami. La storia ti afferra e ti tira dentro, e non hai possibilità di opporti: è il tuo ka.


I libri della saga, tutti editi da Sperling&Kupfer:

E inoltre:

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Terre Desolate (La Torre Nera III)
  • Titolo originale: The Waste Land
  • Autore: Stephen King
  • Traduttore: Tullio Dobner
  • Editore: Sperling&Kupfer
  • Data di Pubblicazione: 2003
  • Collana: Paperback
  • ISBN-13: 9788820014421
  • Pagine: 340
  • Formato - Prezzo: Brossura, sovraccoperta - Euro 12,50

24 settembre 2009

Io sono il Tenebroso - Fred Vargas

Arrivato alla settecentesima pagina della sua biografia di Bismark, Louis Kehlweiler, detto il Tedesco, ex investigatore del ministero degli Interni francese, si ritrova a indagare sull'ennesimo crimine. Un serial killer uccide brutalmente donne sole in giro per Parigi e il presunto colpevole non è che un povero di spirito, confuso e apparentemente inoffensivo. Ma i fatti, a ben guardare, non hanno mai una faccia sola. Meglio così: perché dove le cose non sono semplici come sembrano, tutto sommato, ci si sente a casa. Il romanzo gioca a nascondino con il genere poliziesco, i suoi codici, i suoi stereotipi e produce, in questo modo, un insospettabile effetto di realtà.

Recensione

E' il primo libro che leggo della Vargas e sinceramente sono perplessa, mi aspettavo qualcosa di più. Ciò che più ho apprezzato è lo stile: originale, scorrevole e ironico, così come i personaggi, tutti un po' surreali, impegnati a dialogare secondo canoni che vanno al di là della normale logica.
D'altra parte proprio i personaggi rappresentano uno dei punti deboli di questo libro perché, se da un lato sono abbastanza strambi da suscitare simpatia, dall'altro sono decisamente poco approfonditi, e diventa difficile per il lettore comprendere certe loro reazioni e affezionarglisi, con il rischio che restino delle semplici macchiette. In particolar modo le conversazioni tra i protagonisti sono spesso molto nervose, soprattutto nella prima parte del libro, dove il protagonista Ludwig è pronto a scattare aggredendo il proprio interlocutore per un nonnulla. Questo rende la lettura poco piacevole, perché comunica un senso di irritazione e nervosismo assolutamente sproporzionato rispetto a quanto sta accadendo.
Un altro punto che mi ha convinta a metà è la trama gialla, anch'essa in partenza abbastanza originale: un serial killer che sembra essere già noto dalla prima pagina, difeso da un'anziana prostituta in pensione un gruppo di detective dilettanti composto da un ex poliziotto riciclato come traduttore e tre storici in perenne bolletta. Il problema è che il vero colpevole si intuisce abbastanza in fretta e il fascino del giallo perde un po' di consistenza.

Il risultato finale è quello di un libretto simpatico che si fa leggere in paio di giorni ma che, una volta chiuso, si dimentica abbastanza in fretta.

Dettagli del libro

  • Titolo: Io sono il Tenebroso
  • Titolo originale: Sans feu ni lieu
  • Autore: Fred Vargas
  • Traduttore: Maurizia Balmelli
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • Collana: Stile libero - Noir
  • ISBN-13: 9788806182649
  • Pagine: 254
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,50

23 settembre 2009

Il compagno segreto - Joseph Conrad

A bordo di un mercantile britannico non soffia un alito di vento; tutto è fermo, immobile. In un paesaggio da sogno, immerso in una soffocante bonaccia, serpeggia un inquietante segreto. Qualcosa sta per accadere: un misterioso fuggiasco verrà dal mare a smuovere il torpore della nave. Chi è questo naufrago, che il capitano si impegna a nascondere all'equipaggio? Forse il fantasma delle sue ansie e del suo senso di colpa, colui che darà l'avvio ad un viaggio notturno e misterioso verso la salvezza, attraversando le più oscure tenebre dell'animo umano.

Recensione

Dentro il silenzio dell'anima, un improvviso imprevisto sobbalzo: dal naufragio sugli scogli delle nostre oscure paure (l'inesperienza della vita) e delle nostre incertezze, svetta un compagno di viaggio. Chiamiamola psiche, chiamiamola coscienza, chiamiamola spirito, è quel che di noi si nasconde. Che esce, nottetempo, a reclamare il suo respiro. Allora, continuiamo imperterriti la nostra rotta demoniaca e sacrificale fino all'ombra più oscura, quella dove qualsiasi naviglio rischia di schiantarsi. Lì, su quel precipizio nero, il capitano si riscuote: abbandona alla libertà il suo doppio e dà l'ordine. "Orza tutto! Cambia la barra. Controbraccia a prua". E il vento gonfia le vele.

Dettagli del libro

  • Titolo: Il compagno segreto
  • Titolo originale: The Secret Sharer
  • Autore: Joseph Conrad
  • Traduttore: Pietro De Logu
  • Editore: BUR
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: BUR 60
  • ISBN-13: 9788817029858
  • Pagine: 97
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 4.90

Le vergini suicide - Jeffrey Eugenides

Tenero, avvolgente e bizzarro, Le vergini suicide è la storia di un'ossessione amorosa in cui si fondono memoria e immaginazione, sesso e nostalgia. A raccontarla è una voce "collettiva" formata da un gruppo di adolescenti. La loro ossessione? Le cinque sorelle Lisbon, per sempre fissate nella loro bellezza adolescenziale, che nel volgere di un anno si sono tutte tolte la vita. A vent'anni di distanza cercano ancora di penetrarne il mistero in frammenti di ricordi, indizi sopravvissuti al tempo, diari, vestiti, elementi di un feticismo mai placato. Sono cresciuti con loro, rapiti e spaventati dai loro rituali di giovani donne. Per loro sono state un unico oggetto di desiderio, l'essenza di una misteriosa femminilità. Ora, da adulti, se ne sentono i custodi, nella consapevolezza che la loro vita è irrimediabilmente divisa tra un prima e un dopo. Ed è qui che il racconto di Eugenides assume i contorni del mito, fantasia d'innocenza tanto più desiderabile nell'attimo in cui non può essere resuscitata.

Recensione

...a metà con il giallo-giudiziario, in cui si ha un mistero da scoprire, delle prove archiviate come reperti, delle testimonianze e tante teorie da supportare o confutare...
...a metà con la tragedia classica, in cui il mito è ormai noto e i contenuti hanno un significato catartico che aiuta a purificarsi dal male...
...a metà con il teatro pirandelliano, in cui spettatore e attore si confondono continuamente, e uno entra nella scena dell'altro, con le sorelle che sembrano recitare inconsapevoli per il loro pubblico di adolescenti e invece alla fine sono questi ultimi a scoprirsi marionette guidate dalle sorelle...
...a metà con un mito, con la sua forma di racconto corale, con la sua voce narrante che sembra giungere dal passato dell'umanità, che sembra investita del ruolo quasi sacro di tramandare la storia delle Lisbon ai posteri...

Indietro, attraverso i generi letterari questo romanzo ci ha condotto alle radici del nostro essere Uomo, partendo da una storia che sembra così ben radicata nel suo momento storico e culturale, in un'America agli albori del capitalismo, in cui cominciavano a farsi spazio le lotte dei lavoratori, in cui l'unità sociale non è l'uomo da solo ma la famiglia e la comunità intera. Eugenides sa bene che una storia universale non può esistere e per questo la fa raccontare con una prima persona collettiva da chi vi ha preso parte: è necessario un filtro che guardi agli avvenimenti di quell'anno "maledetto" con la storicità e le convenzioni e i pregiudizi a cui ogni essere umano è soggetto.

Ma se andiamo a togliere questo filtro ci resta una storia collocata in un non-luogo (classica ambientazione neutra, in cui il qui e l'altrove sono compresenti) e in un non-tempo (un tempo in cui è negata la più naturale delle contingenze, la morte, a causa dello sciopero dei necrofori), in cui le sorelle Lisbon sono paradigma dei tormenti dell'uomo, delle pulsioni rimosse più profonde: perché vivere? perché soffrire?
E' Cecilia a rivelarcelo sin dall'inizio: "Vivono soltanto ventiquattr'ore. Nascono, si riproducono e schiattano. Non hanno neanche il tempo di nutrirsi." Ai suoi occhi la vita è una corsa verso la Morte e lei decide di andarle incontro, come un animale sacrificale, come una vergine che si immola sull'altare della divinità.

E' la Morte quindi la sola protagonista del romanzo, Cecilia è la sua sacerdotessa e le sorelle sono solo le seguaci di questo culto antico come il mondo.Un culto pericoloso perché mina alla base il concetto stesso di istinto di sopravvivenza, un culto che la coscienza lucida e razionale deve ignorare.

E le sorelle Lisbon per questo vanno dimenticate: perché hanno ceduto al richiamo dell'oscurità, alla pace eterna, all'immobilità. Perché hanno dato voce ad un malessere comune a tutti, hanno dato una risposta alla domanda che tutti, in silenzio, ci poniamo.

Dettagli del libro

  • Titolo: Le vergini suicide
  • Titolo originale: The Virgin Suicides
  • Autore: Jeffrey Eugenides
  • Traduttore: Cristina Stella
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 1993
  • Collana: Contemporanea
  • ISBN-13: 9788804459934
  • Pagine: 257
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro

19 settembre 2009

La chiamata dei tre (La Torre Nera Volume II) - Stephen King

"La chiamata dei tre" riprende la narrazione delle gesta di Roland, l'eroe solitario deciso a raggiungere la misteriosa Torre. Nel loro definitivo confronto-scontro l'uomo in nero aveva predetto la sorte a Roland con uno strano mazzo di tarocchi. Ora il pistolero si ritrova seduto su una spiaggia del Mare Occidentale, dopo un sonno che forse è durato anni. Sa che dovrà trovare le tre porte spazio-temporali per introdursi nel nostro mondo e raggiungere così i tre predestinati. Ma come individuarle? Mentre medita sul da farsi, mostruose creature emergono dalle acque e tentano di divorarlo, mutilandolo orrendamente. Questa nuova edizione è arricchita da un'introduzione dell'autore.

Recensione

"Il Prigioniero", disse l'uomo in nero. "Dà un po' i brividi, vero?"
"La Signora delle Ombre", annunciò l'uomo in nero. "Ti dà l'impressione che abbia due facce, pistolero? E' così."
"La Morte", disse semplicemente l'uomo in nero. "Ma non per te".
[Da: L’ultimo cavaliere]

Quante epoche saranno passate da quando Roland Deschain ha tenuto conciliabolo con Walter O’ Dim?
[Didaciami? Didacevi?]
Dove condurranno le tre porte aperte su questa spiaggia assolata, in cui Roland giace semiavvelenato a causa del veleno delle Aramostre?
[Didaciami? Didacevi?]
I loro versi si fanno sempre più inquietanti. Il mondo sta andando avanti.
E per Roland è giunto il momento di aprire quelle porte.
mescolata.

Qual è il posto nel mondo di un giovane ventitreenne con gravi problemi di droga?
Un giovane drogato che ha iniziato a sentire voci dentro la testa?
Come se dover passare la dogana con un carico di cocaina sotto le ascelle non fosse già un dannatissimo casino.
Perché diamine i suoi occhi sono diventati per un momento blu, occhi blu da bombardiere?

Odetta ha gravi problemi.
La sua coscienza scompare per giorni, a volte settimane, senza che ricordi alcunché di ciò che ha fatto.
Sporchi stinti cazzuti!
La ricca signorina Walker combatte per i diritti dei negri nell’America degli anni ’60.
La volgare Detta si diverte a rubacchiare nei negozi dei musi bianchi.
E come se due personalità non fossero abbastanza, ecco che il pistolero varca la porta della Signora delle Ombre.

Attraversiamo le epoche, entriamo per un momento in un prodigioso mondo in cui basta varcare quelle porte seminvisibili per ritrovarsi dall’apocalittico mondo andato avanti a un livello dopo l’altro della Torre. Gli anni ottanta, gli anni sessanta, il mondo andato avanti. Tutto si mescola.
Andiamo, allora. Il pistolero non è più l’Ultimo Cavaliere, ma uno degli ultimi tre.
La Torre Nera lo aspetta. Il ka-tet è quasi completo.

A metà tra il western e il poliziesco, il secondo episodio della Torre Nera ci getta nell’incredulità di un improbabile ritorno al futuro. Un thriller fantastico dal ritmo serrato, il vero inizio di una meravigliosa avventura. Stephen King inizia a caratterizzare superbamente i suoi protagonisti, e se nel primo libro Roland Deschain veniva dipinto con pochi tocchi di colore, adesso viene messo a fuoco quasi completamente. Eddie, il Prigioniero. E Susannah, la Signora delle Ombre. Dove li condurrà il loro viaggio?


I libri della saga, tutti editi da Sperling&Kupfer:

E inoltre:

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La chiamata dei tre (La Torre Nera II)
  • Titolo originale: The Drawning of the Three
  • Autore: Stephen King
  • Traduttore: Tullio Dobner
  • Editore: Sperling&Kupfer
  • Data di Pubblicazione: 2003
  • Collana: Paperback
  • ISBN-13: 9788882745899
  • Pagine: XVIII-347
  • Formato - Prezzo: Brossura, sovraccoperta - Euro 12,50

18 settembre 2009

Fili di lana - Teodoro Ricci

Epoca attuale. Leonardo Fermi è un giovane uomo intelligente, audace e dotato di grande senso dell'umorismo. E' anche sentimentalmente impegnato, ma la sua curiosità, la sua propensione alle avventure e la sua attrazione per tutto ciò che è bello lo spingono spesso a cercare continuamente nuove esperienze. Leonardo ha un lavoro, una casa, un'auto e tante altre comodità che tuttavia non gli bastano. Ciò che lo spinge quasi compulsivamente a fare nuove esperienze è la ricerca di qualche cosa di più importante, di più intimo e profondo. Leonardo è alla ricerca di se stesso e della sua identità'. Dunque, Teodoro Ricci, tramite le avventure del protagonista del suo libro ci conduce attraverso una galleria di personaggi e situazioni unici ed appassionanti. Nonostante una dose consistente di cinismo e di senso della realtà, Leonardo crede fermamente nell'amore e si impegna a fondo nella ricerca di qualcuno per cui provare ancora questo sentimento. Naturalmente, le sue modalità non seguono la via più tradizionale. Leo è sempre fedele a se stesso anche nell'irriverenza con cui ci rivela la propria visione della sfera sessuale ed affettiva, usando toni diretti, talvolta crudi, ma sempre e comunque mantenendo un punto di vista sincero ed obiettivo.

Recensione

Leonardo è un uomo contemporaneo. Vive la vita di tutti i giorni confrontandosi continuamente con frustrazioni, desideri e ansie. Potrebbe accontentarsi di ciò che già possiede e che, per molti, rappresenta comunque un traguardo. Eppure qualche cosa lo tormenta, lo spinge a non accontentarsi, a cercare di più. Leonardo ha bisogno di ideali e di verità in cui credere. Egli sta infatti pagando il prezzo dell'assoluta libertà e delle infinite possibilità offerte dalla società moderna che, talvolta, tende a evolversi a scapito dei valori tradizionali e di punti di riferimento solidi.
Ciò che lo tormenta è il dilagare costante della superficialità, della legge del successo immediato e non conquistato, dell'egoismo più sfacciato, della prevaricazione del prossimo e della brama di apparire ad ogni costo. Leonardo percepisce e teme che il fatto di aver reso tutto "possibile", di aver spogliato la società di tutti i sui tabù e di ogni forma di pudore e di riservatezza stia producendo un effetto secondario decisamente negativo. Le persone si sentono infatti private del diritto ai propri segreti intimi e alla tutela della sfera privata che viene continuamente proiettata verso l'esterno. Nulla, se non l'effimero, sembra giungere in sostituzione dei valori che sono stati persi per far posto alla soddisfazione immediata e superficiale di ogni desiderio e di ogni capriccio.
Avendo provato sulla propria pelle i limiti dolorosi di questo modo di pensare e di vivere, Leonardo si troverà a dover affrontare la propria coscienza e se stesso per poter trovare, o meglio, ritrovare, dei valori affettivi e personali su cui basare la propria esistenza.

Dettagli del libro

  • Titolo: Fili di lana
  • Autore: Teodoro Ricci
  • Editore: Edizioni Orient Express
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Narrativa
  • ISBN-13: 9788888349466
  • Pagine: 157
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro

Jostein Gaarder in Italia

Torna in Italia lo scrittore e filosofo norvegese che conquistò la fama mondiale nel 1991 con la pubblicazione de Il Mondo di Sofia, opera ora tradotta in più di quaranta lingue e che permise al suo autore di conquistare il Premio Bancarella nel 1995.
L'occasione per questa nuova trasferta italiana è la presentazione dell'ultimo romanzo di Gaarder, Il castello dei Pirenei, giunto nelle nostre librerie il 27 agosto, pubblicato da Longanesi.
La cornice è quella della Festa del Libro con gli Autori, manifestazione che si tiene ogni anno a Pordenone e che è ormai giunta alla decima edizione. In particolar modo Gaarder sarà presente in due occasioni alla Festa del Libro: il primo incontro si terrà sabato 19 settembre nell'Auditorium dell'Istituto Vendramini. In quest'occasione Gaarder discuterà sul tema L'amore nella letteratura scandinava, insieme al collega danese Torben Guldberg in un'intervista condotta dal giornalista Pietro Spirito.
Il giorno successivo avverrà invece la presentazione del libro vera e propria al Palaprovincia Largo San Giorgio, in un intervento condotto dallo scrittore e critico letterario Masolino D'amico.

Il libro: Solrun e Steinn, una donna e un uomo, cinquantenni, si rivedono per caso dopo trent'anni in un albergo sul fiordo, lo stesso luogo in cui tre decenni prima era finita la loro storia d'amore e si era verificato il drammatico episodio che lì aveva portati a lasciarsi. Com'è accaduto questo rincontro? È stata solo una coincidenza, come ritiene Steinn, oppure c'è una forza superiore che governa gli eventi, come pensa Solrun? Due opposte concezioni dell'esistenza, che un tempo li avevano divisi e che oggi, forse, possono di nuovo cambiare per sempre il loro destino.


Per maggiori informazioni, è possibile visitare il sito della manifestazione al seguente indirizzo: http://www.pordenonelegge.it/

17 settembre 2009

Tu, mio - Erri de Luca

Il ragazzo e il mare: l'avventura estiva di un adolescente del dopoguerra, l'incontro con la pesca, e con una ragazza più grande, col suo segreto, con il suo dolore per la perdita del padre in guerra, prima della fine delle vacanze.
C'è un'estate brusca nell'età giovane in cui si impara il mondo di corsa. In un'isola del Tirreno, alla metà degli anni Cinquanta, un pescatore che ha conosciuto la guerra e una giovane donna dal nome difficile, senza intenzione trasmettono a un ragazzo la febbre del rispondere. Qui si racconta una risposta, un eccomi, decisivo come un luogo di nascita.

Recensione

L'importanza della scelta delle parole.
Questo è il primo pensiero che mi viene in mente pensando al breve romanzo di Erri De Luca. Prima ancora della trama, della vicenda, dei sentimenti che suscita la lettura, mi viene spontaneo sottolineare la bellezza della prosa di questo scrittore.
C'è una sorta di perfezione nello stile di scrittura, si sente che ogni termine è stato incastonato al suo posto come un gemma su un oggetto prezioso. Non c'è spazio per il pressapochismo, non c'è uno stile veloce che vuole attirare facilmente il lettore. Tutto è volto alla ricerca di una rievocazione dell'atmosfera in cui si svolge il racconto. Questo il libro è un fedele ritratto del suo autore.

Il romanzo è il racconto di un incontro estivo tra un ragazzo e una ragazza in un'isola del Tirreno, vicino Napoli, negli anni Cinquanta. Un tema che suona quasi banale, se non fosse che da questo semplice spunto De Luca parte per farci rivivere interi periodi storici ed emozioni indelebili nella giovinezza di ognuno. Ancora una volta si affronta il tema importantissimo del passaggio dall'adolescenza alla consapevolezza del diventare grandi. Non solamente per il sentimento amoroso (che in questo romanzo si rivelerà ben più complesso di quanto non si possa immaginare), ma anche per la responsabilità individuale, per la rappresentazione sociale e per il rapporto con il mondo adulto.

Le atmosfere di questo romanzo sono particolarmente coinvolgenti; le descrizioni dei pomeriggi estivi, della pesca e della vita dell'isola sono perfettamente rese da uno stile cristallino, che portano il lettore ad una girandola di emozioni. Le vicende dei protagonisti sono altrettanto ben rappresentate, anche se qualcuno potrebbe non essere coinvolto dalla complessità impossibile che viene instaurarsi tra i due protagonisti e che ci lascia intravedere la dolcezza e l'orrore subito da uno di essi.

Tu, mio è stata una bellissima scoperta, trovata per caso sulla mia strada di lettore. Ho trovato il libro per caso su uno scaffale, era stato molto tempo all'estero con un familiare ed è ricomparso da poco sulla nostra libreria. Non avevo ancora letto niente di Erri De Luca, ed ero un po' diffidente nei suoi confronti dopo averlo visto in televisione e averlo sentito osannato da molti conoscenti. Ho dovuto ricredermi riga dopo riga, pagina dopo pagina. Nel suo stile c'è veramente il piacere della scrittura e un rispetto profondissimo per la lingua italiana.
Avrò modo a breve di verificare se è stata sfortuna o se è un male diffuso, dal momento che sono certo non sarà l'ultimo libro di De Luca che leggerò.

Dettagli del libro

  • Titolo: Tu, mio
  • Autore: Erri de Luca
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 2000
  • Collana: Universale Economica
  • ISBN-13: 9788807815928
  • Pagine: 114
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 6,00

Fight Club - Chuck Palahniuk

Tyler Durden è un giovane che si trascina in una vita di bugie e fallimenti, disilluso dalla cultura vacua e consumistica che impera nel mondo occidentale. Sua unica valvola di sfogo sono gli incontri clandestini di boxe nei sotterranei dei bar. Tyler crede di aver trovato una strada per riscattare il vuoto della propria vita, ma nel suo mondo non c'è posto per alcuna regola, freno, o limite.




Recensione

Non sono un’estimatrice di Palahniuk (è il suo primo libro che leggo) e non sono un’amante del genere pulp, che in questo caso specifico può riassumersi come ‘sesso-violenza-droga-perché-io-sono-contro-la-società-capitalistica-yeah’. Andiamo, Palahniuk, tu e i tuoi personaggi i sedici anni li avete superati da un pezzo, no? E’ finita l’età del remar contro perché questo mondo fa schifo e del comportarsi contro le regole per metterlo a soqquadro, cazzo, dico, sbaglio?

Fight Club, per buona pace del mio giudizio, si sovrappone solo in parte a questa definizione, e riesce a raggiungere una sua unità e genialità di fondo grazie a scelte narrative impeccabili. La prima metà, però, non riesce a staccarsi il bollino che le ho appiccicato.
Il primo capitolo, ben lungi dall’essere comprensibile, mostra il protagonista (che narra in prima persona) nell’ultimo atto della storia: sarà il resto del romanzo a spiegarci gli antefatti, fino al momento della ricongiunzione con l’incipit. La parte iniziale del libro è pressoché incomprensibile: conosciamo il protagonista e il suo lavoro, conosciamo una certa Marla che non si capisce cosa faccia e cosa voglia, conosciamo un certo Tyler apparso di punto in bianco, intuiamo l’andazzo del romanzo: personaggi depressi, insonni, drogati. Ci vorranno decine di pagine per entrare nel vivo, collocare ogni apparizione al suo posto, capire chi abita dove e con chi, chi lavora con chi, superare (almeno nel mio caso) l’insofferenza verso chi deve far del male a sé e agli altri perché sì.

Poi arriva l’illuminazione: il Fight Club. Finalmente, qualcosa nel romanzo inizia ad acquisire un senso, ed entriamo lentamente nei meccanismi dell’opera: il Fight Club è un luogo dove staccare la spina, dove darsi alla violenza e basta. Togliti la camicia, sfilati le scarpe e picchia più forte che puoi. In un crescendo di violenza e di repulsione (sapone creato con il grasso degli scarti da liposuzione, disgustose ‘aggiunte’ nei piatti di un ristorante, orrende ustioni nella pelle a mo’ di marchi causate con la liscivia, incubi fuorvianti e repellenti castrazioni), il Fight Club fondato dalla mente malata trova la sua naturale evoluzione nel Progetto Caos: sovverti ogni regola, danneggia, uccidi, metti a soqquadro, finché…
Finché? Finché il Progetto Caos non diventa un’organizzazione con quelle stesse regole che si tentano di eliminare nella società capitalistica? Quando si è annullato l’ordine, non è forse il disordine il nuovo ordine?

Un libro irritante e disturbante, da leggere e interpretare, capace (inaspettatamente e banalmente) di far riflettere, nel bene o nel male.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Fight Club
  • Titolo originale: Fight Club
  • Autore: Chuck Palahniuk
  • Traduttore: Tullio Dobner
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2004
  • Collana: Piccola Biblioteca Oscar
  • ISBN-13: 9788804508359
  • Pagine: 223
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 8,80

Gargantua e Pantagruele - François Rabelais

Questo libro è un miscuglio inesplicabile, un mostruoso miscuglio di fine e ingegnosa morale e di bassa corruzione. Dove è brutto va di là dal peggiore: è l'incanto della canaglia; dove è buono va fino allo squisito e all'eccellente e può essere un cibo dei più delicati.




Recensione

L'autore del presente articolo, nello scusarsi anticipatamente nell'eventualità in cui il lavoro della sua penna possa recare incresciosi disturbi o disgustosi giudizi, ci tiene a precisare la non paternità delle frasi riportate in corsivo di seguito in questa recensione, in quanto la paternità di tali frasi, quelle riportate in corsivo di seguito in questa recensione, è da attribuire esclusivamente all'autore del testo di cui l'articolo dell'autore precisante è oggetto. Tali frasi riportate in corsivo di seguito in questa recensione, la cui paternità è da attribuire all'autore del testo di cui l'articolo dell'autore precisante è oggetto, non sono state inserite per giuoco o per diletto né per impressionare o scandalizzare i lettori eventualmente già anticipatamente degnati di sincere scuse da parte dell'autore dell'articolo cui oggetto è il testo dell'autore, padre delle frasi riportate in corsivo di seguito in questa recensione, bensì per mettere in evidenza la caratteristica stilistica del testo, cui autore è il padre delle frasi riportate in corsivo, oggetto della presente recensione dell'autore precisante nonché anticipatamente scusante.

Bevitori infaticabili,e anche voi impestati preziosissimi statemi a sentire: questi cinque libri della molto spaventevole vita sul grande Gargantua, padre di Pantagruele e Pantagruele, Re dei Dipsodi, restituito al naturale con le sue gesta e prodezze spaventevoli sono semplicemente:
luculliani, farseschi, scurrili,
abbondanti, burleschi, inverecondi,
succulenti, grotteschi, lascivi,
pantagruelici, bizzarri, impudichi,
lauti, buffoneschi, sozzi,
abbondanti, esilaranti, lubrici,
gargantueschi, folcloristici, sboccati,
succulenti, spassosi, disinibiti,
giganteschi, paciocconi, licenziosi,
ma anche:
enciclopedici, parodistici, trascgressivi,
poliedrici, caricaturali, sovversivi,
dotti, satirici, disinibiti,
versatili, canzonaturali, eccentrici,
eclettici, faceti, anticonformisti.

Ma procediamo con ordine. Questi cinque libri, tutti rigorosamente condannati dalla egregia università della Sorbona, sono un affresco, sfruttando un vocabolo, già inserito precedentemente, cosa che potrebbe benissimo capitare nuovamente in seguito vista la mole di vocaboli già utilizzati, mi asterrò quindi dallo scusarmi per ogni ripetizione e fatemi il piacere di considerare le scuse che mi accingo a presentarvi anticipatamente, valide anche per il proseguo, scusatemi, sono dicevo un affresco caricaturale della società. Quanto mai attuale, tale affresco ci presenta in modo enciclopedico i classici che costituiscono la base e l'ispirazione di molti spassosi episodi.

Possiate voi, come Sodoma e Gomorra, precipitare in zolfo, in fuoco ed in abisso se solo dubitate delle mie affermazioni, ma anche per i più infedeli presenterò una lista di autori da cui Alcofribas Nasier e Francois Rabelais hanno preso spunto:
Plinio, Aristotele, Seneca,
Colonna, Luciano, Cicerone,
Pompeo, Erasmo, San Tommaso,
Plutarco, Democrito, Virgilio,
Livio, Eliano, Omero,
e preferisco fermarmi qui per non fare un uso smodato ed incivile della vostra inusitata e pantagruelica pazienza.

Tale allegoria, non poteva che essere estremamente dilettevole: dilettevole negli episodi, dilettevole nello stile, dilettevole nei banchetti, dilettevole nei menù, dilettevole financo nei titoli dei capitoli. Potrei anche qui presentarvi qualche esempio atto a testimoniare la veridicità delle mie affermazioni, ma nella società puritana di oggi rischierei di essere censurato ed accusato di impudicizia, quindi come del resto fa anche Rabelais vi dico: vi venga il cacasangue con le creste di gallo su per il buco del culo, filiformi e a cavolfiore, con belle ragadi variegate e rinfocolate dal mercurio, nel caso non crediate fermamente in tutto ciò che io vi racconto in questo qui presente e vero commento.

Detto di Pantagruele e Gargantua, o forse non ho detto nulla, ma mica vi posso raccontare tutto? Dovrete pur leggerlo no? Quindi, detto ciò non possiamo dimenticare di parlare di Panurgo, vero protagonista degli ultimi tre libri, che si sarebbero benissimo potuti chiamare: dei detti e fatti eroici di Panurgo. Panurgo è un piccolo ilare diavolo burlone, ha tutti i vizi che la società condanna e nessuno dei pregi che la società promuove, è:
impertinente, fifone, presuntuoso
volgare, turlupinatore, approfittatore,
vero e proprio Franti delle vicende di Gargantua e Pantagruele, o meglio Franti è il Panurgo del libro Cuore, Eco dixit,
imbroglione, cagasotto, pacchiano
affettato, calcolatore, petulante,
spudorato e naturalmente il più simpatico della allegra orda.

Non posso che finire con un interrogativo che si poneva Rabelais, a cui voi egregi lettori saprete senz'altro rispondere: Ma se il mio arnese pisciasse un liquore come questo lo succhiereste?

Dettagli del libro

  • Titolo: Gargantua e Pantagruele
  • Autore: Francois Rabelais
  • Traduttore: Mario Bonfantini
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 1993
  • ISBN-13: 9788806131890
  • Pagine: 880
  • Formato - Prezzo: Brossura - 16,15 Euro

15 settembre 2009

La classe - François Bégaudeau

Un professore racconta in prima persona un anno di insegnamento in una scuola media. Il tragicomico resoconto di un'esperienza in cui il fallimento è narrato con uno strepitoso senso dell'ironia. Pur nella frustrazione.
Autentico, acuto e divertentissimo, il romanzo sulla scuola e l'adolescenza che ancora ci mancava.
Il film che ha vinto quest'anno la Palma d'Oro a Cannes nasce da un romanzo francese di enorme successo che ha al centro la scuola, la difficoltà di essere professori in un mondo in cui troppo spesso gli adulti sono o sospettano di essere dalla parte del torto.
Intessuto di dialoghi comici e bizzarri che hanno il ritmo di un rap, il libro misura la distanza tra la fissità del sapere scolastico e l'allegra fluidità dell'immaginario studentesco, ma non dà giudizi e non si schiera a favore dell'uno o dell'altro.
Ne fotografa l'abissale incompatibilità con l'idea che ormai è nella scuola che si gioca l'unica vera lotta di «classe».

Recensione

L'ennesimo caso eclatante di titolo che tradisce lo spirito autentico della versione francese: "Dentro le mura" sarebbe stato molto più fedele e comprensibile, perché avverte in modo inequivocabile sul luogo della narrazione e sullo spirito della stessa, e perché di fatto di classe non ce n'è una sola.

Il racconto si svolge più che all'interno di una classe nell'ambiente più ampio dell'edificio scolastico, una scuola media parigina dell'11o arrondissement, frequentata soprattutto da ragazzi immigrati, di origini maghrebine e asiatiche, e da professori giovani, scaraventati in una terra di confine come in una trincea.
La lotta quotidiana per l'insegnamento e l'apprendimento mostra con desolante nitore, senza stucchevolezze retoriche e velleità buoniste, quanto sia difficile - talvolta impossibile - il processo di integrazione degli studenti immigrati unito alla dialettica insegnante/alunno. La figura dell'insegnante che subisce lo scontro come un muro contro muro acquista in questo modo di porsi quasi una dimensione titanica.
Da un lato nel suo perseverare nello sforzo pedagogico, nel voler credere disperatamente che anche per i figli dei beurs della banlieue più profonda può esserci una prospettiva di riscatto (attraverso il merito scolastico), dall'altro nella sua incapacità di avere con i suoi studenti un rapporto privo di asprezze e conflittualità, perché non riesce a eliminare tutto l'aspetto emotivo e il coinvolgimento del suo lavoro. Anche se fa di tutto per dissimularlo.

Se è vero che i ragazzi, gli alunni, assomigliano alla bella immagine di uno stormo di uccelli che solo il suono della campanella riesce a smuovere e si riconoscono soprattutto nelle scritte sulle loro felpe, è anche vero che i docenti, dipinti nella sala professori come in un fortino stretto da perenne assedio, e talora anche espugnato, si ritrovano per rincuorarsi e sostenersi a vicenda, o sono dipinti nell'apatia esistenziale data dalla mancanza di motivazione o da un senso di sconfitta che deborda anche nel privato (è il caso del collega la cui insonnia, collegata allo stress da lavoro segue durante l'anno una curva in crescita costante: la sindrome del burn out non esiste solo in per i professori italiani).
E dire che per tanti aspetti la scuola francese sembra ancore godere di un notevole prestigio, come anche la figura del professore: i ragazzi sono tenuti a chiedere scusa se si comportano in modo irrispettoso e in caso di recidiva subiscono un vero e proprio processo, con tanto di condanna ed espulsione.

Emerge come non detto il conflitto tra il ruolo della scuola, che è ancora educativo e volto a costruire una coscienza e non solo a formare al lavoro, e l'indifferenza della società esterna, spesso delle famiglie, che confinano la scuola appunto a quello che succede "dentro quelle mura". Un conflitto, una lotta di classe, che viene riconosciuta come persa, non senza dolore, quando, molto asetticamente, le speranze di molti studenti di frequentare un liceo vengono smontate da considerazioni realistiche dei docenti e dei consigli di classe sulle loro possibilità.
In questo senso mancano del tutto nel racconto di Begaudeau compiacimenti nostalgici e ricordi agrodolci della scuola come un luogo della memoria, manca il divertimento scanzonato alla "La mia classe fa la ola mentre spiego", promesso da un'ingannevole quarta di copertina. Il libro è duro e lascia l'amaro in bocca. Se pure vi si può riconoscere un finale spensierato e catartico, dopo la fine dell'anno scolastico e fuori dalle "mura", si tratta della spensieratezza di chi, pur volendo, non può cambiare la realtà: allora tanto vale lasciarsi alle spalle quelle mura, fino al prossimo primo giorno di scuola.

Stilisticamente la prosa è piuttosto dura, probabilmente risente delle difficoltà incontrate nel tradurre il linguaggio adolescenziale e lo slang del parlato giovanile. Ma la durezza del tono si trasforma anche nello specchio necessario di uno scontro che ha per oggetto proprio la lingua (il protagonista insegna francese) come simbolo e tramite di visioni del mondo apparentemente inconciliabili. Le sgrammaticature sono un elemento di identificazione, come lo è per i ragazzi di origine maghrebina la coppa continentale di calcio dell'Africa, come lo è l'ortografia per un insegnante che, consapevole degli scarsi risultati prodotti nell'immediato, continua testardo il suo lavoro, anche solo per senso del dovere.

Dettagli del libro

  • Titolo: La classe
  • Titolo originale: Entre les murs
  • Autore: François Bégaudeau
  • Traduttore: Tiziana Lo Porto, Lorenza Pieri
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2008
  • Collana: Stile Libero Big
  • ISBN-13: 9788806196318
  • Pagine: 227
  • Formato - Prezzo: Brossura - 16,00 Euro

14 settembre 2009

Il ritorno del Principe - Roberto Scarpinato e Saverio Lodato

Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in Italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutivi del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il Principe di Machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c'è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. Il libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.

Recensione

Questo libro ha passato diversi mesi parcheggiato nella mia libreria, non perché mi fossi pentita dell'acquisto ma perché, avendo già letto diverse recensioni, mi ero fatta l'idea che le tematiche affrontate andassero gestite con calma ed attenzione.
Incurante quindi dei "dogmi" che affermano che sotto l'ombrellone non va letto niente di più impegnativo delle istruzioni delle creme solari, ho atteso le vacanza per avventurarmi nella lettura di questo saggio e non mi sono trovata pentita.
Sicuramente non è la classica lettura "estiva", leggera e non impegnativa, ma l'estate fornisce il clima rilassato necessario per seguire con attenzione il ragionamento proposto.

Roberto Scarpinato è un procuratore antimafia che ha collaborato anche con Falcone e Borsellino. La sua lunga esperienza di magistrato gli permette di tracciare, grazie alle incalzanti domande del giornalista Lodato, un'analisi della storia del nostro paese con risultati abbastanza inquietanti. Le considerazioni di Scarpinato non sono mai qualunquiste o banalmente complottiste: si tratta invece di un'analisi razionale della storia del potere in Italia, dall'Unità fino ad oggi. Il magistrato riconosce nella mafia, nello stragismo e nella corruzione endemica i grandi mali che da sempre definiscono "l'anomalia" italiana, il suo essere un paese sempre sulla soglia della modernità, senza mai essere in grado di afferrarla completamente. Alla luce degli eventi che hanno costellato la nostra storia Scarpinato riconosce in questi tre elementi tre diverse facce di un unica entità: il Principe nel senso che Macchiavelli attribuiva a questa figura, che oggi si traduce nel potere politico, o meglio nella sua forma più arcaica e pre-moderna. Con dovizia di particolari ci viene mostrato come non solo la classe dirigente italiana non è stata in grado di superare una certa idea della politica e delle istituzioni visti come mezzi di detenzione del potere ad ogni costo, a beneficio del proprio interesse particolare, ma anche come oramai certi malcostumi siano radicati nel senso comune, che non ne coglie più la sconcezza. A salvaguardia della nostra integrità di nazione e della nostra libertà di cittadini rimane oggi solo la nostra Costituzione, prodotto di un'èlite illuminata e liberale che purtroppo né allora né oggi riesce a essere specchio del paese, prigioniero del proprio egoismo e del proprio scarso senso civico.

Nonostante il ritratto del nostro paese che emerge da quest'opera sia piuttosto deprimente, non credo che l'intento degli autori fosse quello di spingerci a piangerci addosso o, peggio ancora, di denigrare Italia e italiani facendo di tutta l'erba un fascio. Piuttosto, questo è un libro di denuncia, un invito a conoscere, riflettere ed osservare con occhio ciò che accade senza farci trascinare dalla corrente della rassegnazione o del "così fan tutti".

Dettagli del libro

  • Titolo: Il ritorno del Principe
  • Autore: Saverio Lodato, Roberto Scarpinato
  • Editore: Chiarelettere
  • Data di Pubblicazione: 2008
  • ISBN-13: 9788861900561
  • Pagine: 347
  • Formato - Prezzo: Brossura - 15.60 Euro

13 settembre 2009

Il vangelo secondo Gesù Cristo - José Saramago

A differenza dei vangeli che conosciamo, quello di Saramago svela sentimenti e intimità del personaggio, in una dimensione umana e a noi vicina. Gesù nasce da donna e dunque reca in sé debolezza, amore, sensualità. Gesù è un bambino scapestrato, un fanciullo della sua età, e un adolescente insicuro come tutti gli altri. Tuttavia, egli è anche creatura divina, generata da Dio, e in quanto tale subisce tutto il mistero e lo sconcerto di una lontananza incolmabile. Gesù vaga, vive nel deserto, apprende l'arte dei pastori, abbandona la famiglia e impara dal "Nemico di Dio" a crescere conoscendo il significato del dolore, della rinuncia, della sofferenza.

Recensione

Partiamo da Saramago, Lui, l’Autore.
E’ la mia prima volta con lui. Ho preso il coraggio a due mani e gli ho offerto la mia verginità, un po’ intimorita dal suo stile che, a dirla tutta, a primo impatto è estremamente caotico. Parola virgola parola virgola frase virgola discorso diretto virgola discorso indiretto: o presti alla pagina ogni neurone, o per te è finita, non capisci più qual è la domanda, qual è la risposta e di chi è, qual è la descrizione, qual è il discorso indiretto. Pagina dopo pagina, eppure, l’occhio si abitua, il cervello inizia a smistare pigramente le informazioni, e smetti di chiederti a ogni riga cosa stia succedendo e quando i due personaggi hanno iniziato a discutere. Pensi di essere in salvo, e invece è solo l’inizio: ahité, disgraziato, sei caduto nel vortice Saramago.
Ho avuto fortuna, probabilmente: ho iniziato dal volume giusto. La mia anima profondamente antireligiosa non ha potuto fare a meno di gongolare infantilmente al pensiero di ‘come prenderebbero i miei parenti cattolici un libro del genere’. Dio, in effetti, ci fa una ben magra figura.

Il libro in questione, infatti, è un sedicente vangelo secondo Gesù Cristo, pargolo concepito con una poco immacolata concezione in cui Dio ha messo del suo nel seme di Giuseppe, il quale ha trovato fertile terreno nel grembo di Maria. La Maria in questione è poco santa e molto donna palestinese dell’epoca, il Giuseppe poco venerabile e molto realistico, il Gesù poco divino e molto ragazzino supponente e irritante.
La triade è già vincente, ma ci stiamo dimenticando di loro, di Dio e del Diavolo. Due personaggi così snaturati dal ruolo che le leggende gli addebitano – o forse non così tanto - da apparire simpatici. Le due facce della stessa medaglia, e, vi assicuro, in questo libro il Diavolo ci fa una figura migliore del Padre.

Saramago non si spreca a tentare di spiegare inspiegabili e dogmatici concetti che nemmeno la maggior parte dei credenti ha mai capito –come la Triade, la Trasfigurazione o la Resurrezione-: si limita a creare una storia che spesso, ma non sempre, sfocia nel fantastico, e che di canonico non ha nulla. Ogni episodio del Vangelo (dal concepimento, alla fuga da Betlemme, alla morte di Giuseppe, al poco casto rapporto con Maddalena, ai miracoli, alla stessa crocifissione) viene riscritto, reinterpretato, e rivestito di nuovi significati.
Dissacrante in maniera garbata, poetico, questo libro vale la lettura anche solo per un lungo e illuminante dialogo tra Dio, Gesù e Diavolo su una barca persa in mezzo alla nebbia.

Assolutamente da leggere, che siate credenti o no.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il vangelo secondo Gesù Cristo
  • Titolo originale: O Evangelho segundo Jesus Cristo
  • Autore: José Saramago
  • Traduttore: Rita Desti
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Einaudi Tascabili Scrittori
  • ISBN-13: 9788806174453
  • Pagine: 410
  • Formato - Prezzo: Brossura - 12,50 Euro

12 settembre 2009

Racconto d'inverno - Leonardo Bonetti

Uno sbandato "che scappa da tutto e da tutti", sullo sfondo di una guerra civile tra le montagne vicino al confine. Si imbatte in una dimora abbandonata, costruita in un luogo inospitale ma protetta da una faggeta antichissima, sorta tra le gole inesplorate. Un giovane canuto, incontrato nella casa, promette di aiutarlo a passare il confine come guida di un viaggio di cui entrambi conoscono i rischi. Ma qual è la presenza che ossessiona il protagonista e che sembra nascondersi dentro la casa? Forse la sorella scomparsa della giovane guida? E cosa si cela negli scantinati allagati in cui qualcosa sembra muoversi e prendere corpo dalla storia stessa?

Recensione

E' difficile mantenersi saldi nella lettura di questo romanzo: i punti fermi -siano essi semantici, spaziali, temporali- si perdono facilmente. Ma in definitiva è poi veramente un romanzo? E chi è il protagonista? Chi guida e chi è guidato?

Questo è il racconto di un vuoto di senso che viene colmato, di un destino che trova compimento perdendosi e ritrovandosi, di un narratore che acquista consapevolezza di sé nell'annullamento, di una natura che è ostile a chi non crede e accoglie tra le sue braccia chi ha raggiunto la serenità della non-conoscenza.
E' la storia di spazi ipertrofici, che appaiono e scompaiono e si dilatano e si deformano, è la storia di una guerra e di un disertore, è la storia di un uomo che fugge-che insegue delle risposte-che è inseguito dal mondo, è la storia di una storia passata che non si sa se accaduta veramente o sognata, è la storia universale di un individuo che si ritrova nell'eternità, che si libera dei legami umani scendendo nei meandri di se stesso, negli scantinati dell'animo per giungere al cuore della casa, dove uomo e natura si fondono e insieme infondono al cuore umano il coraggio e la forza di affrontare la fine.

Consiglio di leggerlo se: amate le storie prive di profondità temporale dove ogni cosa può essere accaduta ieri o mille anni fa, amate le fiabe e allo stesso tempo il realismo, amate i percorsi labirintici che conducono alla scoperta di nient'altro che noi stessi, amate la parola narrativa che diventa poesia, amate i vicoli ciechi, amate il buio, amate la nebbia che avvolge le persone le cose e i luoghi rendendo tutto simile e indefinito, amate i sogni notturni e i sogni ad occhi aperti.
Perché non troverete storicità e storicismo in questo libro, non troverete un limite netto tra sogno e realtà, non troverete una logica cartesiana, non troverete oggetti plastici dai contorni ben definiti, non troverete un filo di Arianna che vi porterà dritti al Minotauro dei significati, non troverete la luce né tanto meno la sicurezza.

E soprattutto, non è detto che troviate delle risposte. Ma se le troverete, saranno solo vostre.

Dettagli del libro

  • Titolo: Racconto d'inverno
  • Autore: Leonardo Bonetti
  • Editore: Marietti
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Le fionde
  • ISBN-13: 9788821156090
  • Pagine: 204
  • Formato - Prezzo: Brossura - 16,00 Euro

11 settembre 2009

Per l'amor di un Dio - Marie Phillips

Dura la vita per gli dei dell’Olimpo nel Ventunesimo secolo. Ridotti a un manipolo di sfaccendati, vivono in una grande casa ormai fatiscente a Hampstead Heath, a Londra. Di Zeus ed Era, confinati al terzo piano, non si sa più nulla da decenni. Ares, il dio della guerra, è l’unico a cui il lavoro non manca mai, mentre Artemide fa la dog-sitter, la splendida Afrodite lavora per una chat-line erotica, Dioniso ha aperto un night club, Eros è diventato cattolico praticante, Apollo cerca la fama in televisione e per vincere la noia va in giro a fare dispetti alle mortali...A spezzare la monotonia di queste grigie e immortali esistenze, entra in scena Alice, una ragazza dolce e onesta quanto ingenua, che bussa alla loro porta per offrirsi come donna delle pulizie (di cui la casa ha più che mai bisogno). Complice una freccia di Eros, Apollo si innamora perdutamente di lei, che però è già fidanzata, o quasi, con Neil, un ingegnere timido e un po’ imbranato. Ma il dio del sole non si rassegna a essere rifiutato da una mortale e la sua reazione finirà per scatenare una serie di eventi drammatici...

Recensione

Iniziamo col dire che l’ultima frase della quarta di copertina è quantomeno esagerata. Gli eventi drammatici vanno collocati nella tipologia di lettura che, per me, è tipicamente da ombrellone. Detto questo, sotto il suddetto ombrellone, mi sono fatta un sacco di risate e tanto mi basta.

La caratterizzazione di questi dei in disuso è un po’ macchiettistica ma molto divertente. Apollo e Afrodite sono veramente brillanti: lei che ricorda una Jennifer Jason Leigh di Altmaniana memoria; non ci sono i pupi intorno, ma la noia e la necessità di sbarcare il lunario sono le stesse e per di più, quando copula con Apollo, mi ha fatto venire in mente Guzzanti e Signoris mentre fanno la parodia del tipico rapporto matrimoniale (Ah. Ah. Ah. Ti è piaciuto? Guardatevelo su Youtube). Lui, che più che il mito di Apollo ricorda quello di Narciso, è un ributtante e presuntuoso figuro che trasforma in alberi le donne che osano negargli una fellatio. Avvezzo a tale delicatezza di sentimenti rimane spiazzato quando, con la complicità di una freccia di Eros, scoccata su commissione di una vendicativa Afrodite, si innamora, non ricambiato, di un’anonima donna delle pulizie che gli preferisce un simpatico ingegnere.
Se per un pompino rifiutato c’è la trasformazione in vegetale potete solo immaginarvi cosa accadrà alla povera malcapitata oggetto del suo amore, che dovrà addirittura essere ripescata dall’Ade dal suo amato.

Lo stile di scrittura è asciutto, ma non noioso e la trama esile, che si rifà al mito di Orfeo ed Euridice, è sufficiente allo scopo.
Lo consiglio in particolare ai fanatici, e so che sono tanti, del mitico anime Pollon combinaguai. Devo dire che l’atmosfera me l’ha ricordato molto.

Dettagli del libro

  • Titolo: Per l'amor di un Dio
  • Titolo originale: Gods Behaving Badly
  • Autore: Marie Phillips
  • Traduttore: E. Banfi
  • Editore: Guanda
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Narratori della fenice
  • ISBN-13: 9788860880802
  • Pagine: 288
  • Formato - Prezzo: Brossura - 16,50 Euro

10 settembre 2009

Lezioni di sesso per donne sentimentali - Anna Segre

Dodici quasi racconti su una sessualità quasi sfrenata su una signorina quasi per bene. La signorina è dottore e scorpione. La signorina è ebrea, lesbica per gli etero, troppo libera professionista per essere poeta maledetta, troppo vecchia per le attuali rivoluzioni. La signorina ha 41 anni portati senza vergogna: non ingrigirà. Sarà calva.




Recensione

Ho letto lentamente Lezioni di sesso per donne sentimentali. Ho voluto dare ad ogni racconto il giusto spazio e i tempi necessari alla riflessione. Per poter comprendere fino in fondo e interiorizzare il significato e il ruolo di ogni personaggio, di ogni individuo e di ogni situazione che dà vita a questo libro. Anna Segre infatti, attraverso ogni storia, affronta temi diversi e delicati che toccano la sfera sia dei sentimenti che della sessualità. Il suo talento sta nel farlo con grande leggerezza, tatto e ironia. Il sottile senso dell'umorismo che accompagna i contenuti forti e intensi del libro rende la lettura piacevole, accattivante e scorrevole.
Le parole dell'autrice, talvolta dirette e folgoranti, ci invitano all'introspezione e alla riflessione su temi come l'amore, la sensualità, la passionalità, l'affettività e la creatività in tutte le loro forme ed espressioni. Dunque, senza nascondersi dietro falsi pudori ma pur sempre mantenendo uno stile elegante e appassionante, Anna Segre esalta l'essenza e la molteplicità dell'essere umano. Con le sue paure, i suoi desideri, le sue speranze, le sue aspettative e suoi segreti. Così come con tutte quelle piccole e grandi contraddizioni e volontà che ci identificano distinguendoci nel contempo. In ogni racconto vengono quindi affrontate ed analizzate le varie possibilità che nel corso della vita si possono incontrare, osservandole da varie angolazioni, dando voce a punti di vista molto diversi tra loro e toccando le corde più nascoste.

Dettagli del libro

  • Titolo: Lezioni di sesso per donne sentimentali
  • Autore: Anna Segre
  • Editore: Coniglio Editore
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • Collana: I Lemming
  • ISBN-13: 9788888833910
  • Pagine: 62
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 5,00

9 settembre 2009

Eva Luna - Isabel Allende

Eva Luna è una bambina, figlia di diseredati, che viene abbandonata fin da piccola e destinata come tanti suoi simili al mestiere di serva. Osservatrice, avventurosa con una spiccata personalità, la piccola cresce in un mondo oppresso dalla dittatura, divorato dall'ingiustizia, ma lo affronta e lo trasforma con la fantasia. Ne nasce un'indimenticabile figura di donna nella tradizione del romanzo picaresco spagnolo, una donna cui l'immaginazione, lo spirito d'iniziativa, insieme a piccoli casi fortunati e inaspettati gesti di solidarietà, consentono di sopravvivere fino a che la realtà si costruisce a misura del desiderio.Allora non è più necessario inventare un amore eccezionale, basta solo vestirlo a festa perché duri nella memoria e perché ogni storia possa avere un finale felice da raccontare tra le canzoni dell'adolescenza, "fra risate e sorsi di vino". Una grande storia d'amore che è anche quadro d'ambiente e romanzo d'avventura.

Recensione

Il grado di piacere provato nella lettura di Eva Luna di Isabel Allende è inversamente proporzionale al grado di esperienze precedenti avute con la letteratura sudamericana. Cerco di spiegare meglio questo mio punto di vista. Maggiori saranno le conoscenze e le letture di altri romanzi di autori sud americani, minore sarà la soddisfazione che si proverà nella lettura delle pagine del romanzo. Questo giudizio un po’ tranciante e a prima vista impietoso, in realtà non vuole essere una stroncatura del libro. Anzi, Eva Luna è un romanzo molto piacevole nella lettura e senza dubbio questo romanzo è entrato nel cuore di moltissimi lettori e lettrici.
È una storia appassionante, che scorre facilmente tra le pagine del libro e che, sono certo, moltissimi avranno amato incondizionatamente. Eva Luna è uno di quei personaggi che solo la letteratura sud americana sa donare al mondo letterario, che entra nel cuore del lettore e che non lo abbandona facilmente. Tuttavia qualcosa manca a questo testo per risultare davvero convincente. La Allende fa riferimento esplicito ai canoni della letteratura sudamericana, agli ingredienti tipici dei grandi romanzi, delle saghe familiari, del realismo magico e di quel miscuglio tra passione, amore, erotismo, politica e vita sociale che hanno fatto la sua fortuna e hanno reso immortali molti nomi della letteratura sud americana. La Allende fa riferimento esplicito a Garcia Marquez nel suo testo, facendolo intravedere e descrivendocelo in un tratto appena accennato e pur decisivo nella storia di Eva Luna, nella figura di uno scrittore colombiano impegnato a firmare autografi in una libreria della capitale.

La storia di Eva Luna però rimane a metà strada tra un buon libro e la grande letteratura. La Allende manca di convinzione quando inserisce elementi magici e soprannaturali nella sua trama, quasi a non voler confrontarsi veramente con il realismo magico di cui Marquez è maestro. Questi elementi soprannaturali risultano spesso solo accennati e non hanno un ruolo effettivo nella storia, sembrano degli ingredienti di contorno che potrebbero benissimo non esserci, ma sono stati inseriti perché nella letteratura sud americana non possono mancare.

Allo stesso modo la Allende si comporta con la denuncia sociale, con lo scontro politico pur presente in maniera molto più netta in altri suoi romanzi (La casa degli spiriti, su tutti). Anche qui Eva Luna non regge il confronto, ad esempio, con Jorge Amado di cui pur sembra ricordare i tratti nello stile, o Vargas Llosa. La società descritta dalla Allende è fortemente politicizzata, ma la scrittrice difetta nella capacità di rendere un affresco corale all’interno della trama del romanzo. In due punti chiave della storia gli eventi paiono eccessivamente decisi dal fato, con situazioni fin troppo irreali, con una trama che stenta a collegare la parte iniziale e centrale del romanzo con quella finale, che io ho trovato piuttosto affrettata. Non posso qui scrivere i punti precisi, dal momento che rovinerei l’effetto sorpresa al lettore.

Tuttavia il giudizio globale sul romanzo, ripeto, è positivo. Eva Luna è sicuramente un romanzo di intensa lettura e sono convinto che possa fare innamorare un giovane lettore e ancor più una giovane lettrice della letteratura sud americana. Ho invece dubbi maggiori sul fatto che la sua lettura possa soddisfare a pieno chi ha maggiore esperienza di questa tipologia di romanzo. Sicuramente un buon libro, ma non il migliore di questa autrice che è stata in grado di incarnare in maniera più convincente i grandi temi della denuncia e delle relazioni interpersonali, tipici della letteratura sud americana.

Dettagli del libro

  • Titolo: Eva Luna
  • Titolo originale: Eva Luna
  • Autore: Isabel Allende
  • Traduttore: Angelo Morino
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 1989
  • Collana: Universale Economica Feltrinelli
  • ISBN-13: 9788807810763
  • Pagine: 266
  • Formato - Prezzo: Tascabile - 7,50 Euro
 

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