Recensione
Il tempo è come una serratura, pensò mentre contemplava le stelle. Sì, credo proprio di sì. Ogni tanto noi ci chiniamo e sbirciamo attraverso il buco. E quando lo facciamo, il vento che sentiamo sulle guance, il vento che soffia attraverso la toppa, è il respiro di tutto l'universo vivente.
Sono trascorsi quasi otto anni, ormai, da quando la Scribner diede alle stampe l’ultimo, attesissimo volume della saga della Torre Nera: una chiusura circolare perfetta per la saga, che non ha mai dato adito a speranze che Stephen King tornasse a parlare ai suoi lettori del tanto amato pistolero Roland Deschain.
Annunciando la prossima pubblicazione di The Wind Through the Keyhole, lo scrittore è stato chiaro: sarebbe tornato a scrivere del Medio-Mondo, di Roland e del suo ka-tet, ma senza aggiungere nulla di sostanziale alla saga, anzi, il breve romanzo avrebbe potuto essere letto anche da chi non si fosse mai accostato al mondo della Torre Nera e ne desiderasse un assaggio.
Patti chiari, amicizia lunga: The Wind Through the Keyhole è una sorta di volume 4.5 della saga, un bonus track, se vogliamo, una finestra sul passato perché i Fedeli Lettori possano dare ancora uno sguardo carezzevole e nostalgico a personaggi che hanno tenuto loro compagnia a lungo, a un mondo creato con perizia sopraffina in cui potersi reimmergere probabilmente per l’ultima volta.
La narrazione si inserisce in uno iato narrativo - per l'appunto - tra la fine del quarto volume (il ka-tet dopo il racconto della brevissima primavera di Roland e l'incontro con Randall Flagg) e l'inizio del quinto (l'arrivo a Calla Bryn Sturgis). Procedendo lungo il Sentiero del Vettore, Roland e suoi compagni rischiano di venire investiti da una starkblast, una spaventosa tempesta preannunciata dal comportamento bizzarro dei bimboli, che porta con sé un crollo letale della temperatura e a cui è impossibile sopravvivere privi di un riparo.
Una volta al sicuro, davanti al calore rassicurante di un camino, mentre fuori infuria ferocemente il vento Roland narra al suo ka-tet una storia che, ancora una volta, vede protagonista il giovane pistolero.
...poco dopo aver ucciso la madre Gabrielle con le sue stesse mani, ingannato dal pompelmo di Maerlyn, Roland e l'amico Jamie DeCurry vengono inviati da Steven Deschain nella città di Debaria, dove un mutaforma sta facendo strage di coloni. Unico testimone, un ragazzino di nome Bill, che ha avuto modo di scorgere i piedi del mostro nella sua forma umana. Roland decide di usarlo come esca, e per tranquillizzarlo, nella cella in cui lo ha fatto rinchiudere per la sua stessa sicurezza, gli narra una delle storie che la madre era solita raccontargli mentre fuori infuriava il vento.
...e c'era una volta, tanto tempo fa, molto prima che il nonno del nonno di Bill nascesse, un ragazzino pressappoco della stessa età, di nome Tim, che viveva ai margini della misteriosa foresta di Fagonard. Ferita dalle mani del secondo marito Bern Kells, che l'ha resa cieca, la madre di Tim può essere curata solo da una benda magica che si trova nella casa del mago Maerlyn, o almeno così Tim è stato informato da The Covenant Man, una delle ennesime identità assunte da Marten Broadcloak, o Randall Flagg che dir si voglia. Ma il mago non è esattamente famoso per la sua filantropia...
Una storia dentro una storia dentro una cornice, che permette di tornare a esplorare il Medio-Mondo nel presente di Roland, Eddie, Susannah e Jake, nella giovinezza di Roland ai tempi di Gilead, nei lontani tempi mitici di Arthur Eld, in cui già si aggirava un certo uomo nero che, migliaia di anni dopo, sarebbe stato inseguito nel deserto da un certo pistolero. Nulla di sostanziale, come già detto, solo un tuffo nel passato, un modo per rivivere l'atmosfera della Torre Nera in una storia senza alti picchi di tensione ma gradevolissima.
Su una cosa mi sento di dissentire: per chi non si è mai accostato alla saga, questo libro in sé ha ben poco significato. Meglio partire da L'ultimo cavaliere, la versione riveduta e corretta - ovviamente.
L'edizione italiana del romanzo, uscita a novembre dopo vari mesi dall'edizione americana, ha visto il ritorno dello storico traduttore italiano del Re, Tullio Dobner, scelta azzeccata dal momento che la parlata del Medio-Mondo ha un gergo e un lessico molto particolari che risulterebbero resi differentemente da un diverso traduttore. Il titolo dell'edizione Sperling&Kupfer è piuttosto infelice: al posto della traduzione letterale "Il vento attraverso la serratura" (o "la toppa", come è stato tradotto altrove nel romanzo il termine "keyhole") è stato scelto La leggenda del vento.
Se deciderete di leggerlo in originale, segnalo che la lettura - per via del particolare gergo a cui ho accennato - è abbastanza difficoltosa per chi non ha un livello discreto di inglese e un dizionario con slang americani e arcaismi inglesi sottomano.
I libri della saga, tutti editi da Sperling&Kupfer:
- L'ultimo cavaliere (The Gunslinger, 1982 - 2003)
- La chiamata dei tre (The Drawning of the Three, 1987)
- Terre desolate (The Waste Lands, 1991)
- La sfera del buio (Wizard and Glass, 1997)
- I lupi del Calla (Wolves of the Calla, 2003)
- La canzone di Susannah (Song of Susannah, 2004)
- La Torre Nera (The Dark Tower, 2004)
- La leggenda del vento (The Wind Through the Keyhole, 2012)
E inoltre:
Giudizio:
+3stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: The Wind Through the Keyhole
- Autore: Stephen King
- Editore: Scribner
- Data di Pubblicazione: 2012
- ISBN-13: 9781451658903
- Pagine: 320
- Formato - Prezzo: Hardcover - 27.00 $
Dettagli del libro (edizione italiana)
- Titolo: La leggenda del vento
- Autore: Stephen King
- Traduttore: Tullio Dobner
- Editore: Scribner
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Pandora
- ISBN-13: 9788820053253
- Pagine: 375
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 19,90 Euro
Già solo leggere la recensione mi ha fatto venire una voglia di averlo per le mani... non vedo l'ora che sia novembre! *__*
Crysalis
King è il migliore, indiscussoooooo