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13 ottobre 2018

Disonora il padre - Enzo Biagi

La storia di un ragazzo nato a Pianaccio, sull'Appennino tosco-emiliano, che per sfuggire alla coscrizione della Repubblica sociale entra a far parte di Giustizia e Libertà e nel dopoguerra diventa caporedattore del "Resto del Carlino": questo libro è al contempo romanzo d'invenzione e scrupolosa autobiografia, cronaca familiare e ricostruzione storica. Perché è stato il debutto nella narrativa di uno dei più grandi giornalisti che l'Italia ricordi ed è una sorta di sintesi del suo modo di osservare il mondo, sempre attento ai paradossi e alla vulnerabilità degli esseri umani.

Recensione

Credo che tutti riconoscano ad Enzo Biagi grande capacità di scrittura, obiettività nell’esposizione dei fatti come si rileva nei suoi articoli di giornale, nonché la chiara esposizione logica delle sue argomentazioni. Si è inoltre potuto constatare, durante i suoi interventi in televisione, l’estrema pacatezza con cui era solito esporre le sue considerazioni . Questa pacatezza, così valida in un programma televisivo, non ha la stessa valenza però in un romanzo, dato che tende ad appiattire situazioni e personaggi.
In Disonora il padre Biagi non da mai giudizi (anche se talvolta essi possono evincersi dal racconto dei fatti e perfino dal titolo del romanzo), neanche per bocca del protagonista in cui non possiamo non riconoscere molte delle caratteristiche dell'autore, come il voler essere il più distaccato  possibile dagli avvenimenti di cui racconta la cronaca.
Biagi stesso ha probabilmente voluto riconoscere la sua manchevolezza di romanziere quando affermava:

 «Il mio lavoro è il giornalismo, e se ho pensato di tentare la narrativa è solo perché non c’era altro modo per raccontare una storia che mi stava a cuore, nella quale figurano personaggi che hanno un nome (Mussolini, D’Annunzio, Matteotti o Fanfani) e molti inventati, ma che, nella mia intenzione, dovrebbero risultare altrettanto veri». 

 Disonora il padre è il racconto di mezzo secolo di storia italiana fatto dal punto di vista di uno dei tanti giovani che non hanno potuto vivere appieno la propria giovinezza a causa della seconda guerra mondiale e sono pervenuti alla maturità senza avere più illusioni. La guerra ha mescolato il destino di milioni di persone le cui strade, in caso contrario, non si sarebbero mai incrociate e prodotto effetti molto spesso drammatici.
Biagi sostiene che questo non è un romanzo autobiografico, anche se parla di fatti ed esperienze da lui vissute in prima persona e anche se alcuni personaggi da lui descritti rispecchiano persone reali da lui conosciute.
Come si può intuire, il romanzo è caratterizzato da una profonda vena di pessimismo e se ne può avere una prima percezione già nella citazione che viene fatta da Biagi all’inizio del romanzo e che è tratta da La Caduta di Camus: Voglio dirvi un grande segreto, mio caro: non aspettatevi il giudizio finale, perché si celebra ogni giorno. 
In ogni caso è un libro che si legge volentieri e risulta tutt'altro che depressivo, anzi, a tratti risulta anche divertente a compensare in parte l'amarezza di fondo.
Il racconto, che oltre che storico può essere anche assimilato ad un romanzo di formazione, è scritto in modo molto scorrevole e l’inconveniente maggiore consiste forse nella difficoltà di memorizzare i nomi dei numerosi  personaggi che vengono citati dall'autore.

Giudizio:

+3stelle+ e mezza

Dettagli del libro

  • Titolo: Disonora il padre
  • Autore: Enzo Biagi
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 1975
  • EAN: 2560513008330
  • Pagine: 220
  • Formato - Prezzo: Cartonato con copertina - Euro 12,00.=

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