Recensione
Il titolo del libro, Le tre del mattino, è ripreso dalle parole di Scott Fitzegerald in Tenera è la notte, dove viene detto che Nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino.Ciò premesso, se capita di ascoltare i ragionamenti di Carofiglio durante interviste e talk-show, si possono apprezzare la sua logica e la sua acutezza di ragionamento, la stessa logica e acutezza, unitamente alla sua cultura, che si rileva in questo romanzo in cui si racconta il confronto fra un padre e un figlio. Quest'ultimo deve trascorrere tre giorni e due notti senza dormire per verificare la guarigione anche sotto stress dall’epilessia idiopatica.
La storia si svolge a Marsiglia dove risiede lo studio del medico che aveva in cura il giovane Antonio, protagonista e voce narrante del romanzo. Dato che Antonio viveva con la madre separata dal marito e la figura paterna era per lui piuttosto evanescente, questa è un’occasione unica per imparare a conoscere il padre, specialmente durante la veglia nelle lunghe ore notturne. Durante il soggiorno i due incontrano altre persone e compiono esperienze che li arricchiranno. Alla fine della loro forzata vicinanza si accorgeranno di essersi divertiti insieme, nonostante la differenza d’età e il diverso ruolo, come non pensavano potesse accadere.
Dopo i primi momenti in cui i due personaggi del romanzo, non abituati alla rispettiva presenza, si sentono piuttosto imbarazzati, gradualmente iniziano a rilassarsi, a comprendersi e ad interessarsi l’uno dell’altro. Si potrebbe affermare che questa è una storia in cui un padre si ritrova nel figlio e un figlio tende a formarsi attraverso il padre. Sullo sfondo rimane la figura della madre di Antonio di cui non si analizzano le motivazioni che l’hanno indotta alla separazione dal marito. Viene da pensare che nessuno lo sappia, neanche la donna, ed è forse un punto del romanzo che sarebbe stato bene approfondire.
I rapporti fra genitori sono improntati ad una rigida correttezza ed Antonio impara a comprendere il padre aldilà della cortina di formalismo che la separazione è venuta a creare fra loro, così come accade anche al padre di imparare a conoscere il figlio con cui non era mai riuscito prima ad entrare in sintonia. Difficile stabilire di chi fosse stata la colpa di questa incomprensione, se cioè del padre o della madre, o del tipo di vita che viene imposta al figlio da due persone divorziate che, si potrebbe dire, risultano ancora alla ricerca di se stesse.
Il romanzo è piuttosto breve, scorrevole e mai banale. Carofiglio riesce a far esprimere ad Antonio in maniera chiara e concisa le sensazioni che provava nei confronti dei genitori che, almeno in parte, sono le stesse che tutti hanno avuto nei confronti dei loro cari, talvolta senza rendersene conto o senza riuscire ad esprimerle a parole. Ne deriva un racconto intimista ma tutt’altro che noioso, con molte considerazioni che fanno riflettere, come quella che esprime il padre di Antonio insegnante di matematica.
Se la gente crede che la matematica non sia semplice, è soltanto perché non si rende conto di quanto complicata sia la vita.
Se si vuole trovare un difetto al romanzo è il fatto che i pensieri del protagonista risultano più maturi di quelli di un ragazzo che non ha ancora diciotto anni, ma per il resto il racconto è godibile ed estremamente veloce da leggere.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Le tre del mattino
- Autore: Gianrico Carofiglio
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2017
- Collana: Stile libero big
- ISBN-13: 9788806236076
- Pagine: 170
- Formato - Prezzo: Brossura -Euro 16,50
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