Recensione
Raccontato dagli occhi vispi della giovane protagonista, il romanzo ci espone in modo diretto e senza troppi fronzoli direttamente dagli anni sessanta lo spaccato di un piccolo paese ligure con appena 32 abitanti, che per tanti, storicamente parlando, ricorda la ripresa economica dell’Italia. Ma Montebuio, come la stessa Lisi ci riporta, non è un paese come gli altri: ha una su ambientazione peculiare, correlata a un mondo impalpabile di cui le mura e gli adulti sussurrano per sentito dire, quasi volessero tutti quanti fingere che in realtà, certe storie, non sono mai avvenute. Eppure Lisi e i suoi amici non riescono a farne a meno di rendersene conto, di fare caso ai dettagli che, dai genitori al prete, tutti sembrano voler nascondere, negando l’evidenza di determinate esperienze extra sensoriali che, come una macchia d’olio, si diffondono piano piano tra le pagine. E alla fine lei e soltanto lei assurge al ruolo scomodo di colei a cui deve essere rivelata la verità, mentre il tempo inesorabile rintocca lasciando a tutti quanti l’oscuro presagio che manca poco a un tardi a cui nessuno potrebbe mettere rimedio. La storia, scritta in prima persona singolare, con qualche raro flashback atto a spiegare i più oscuri avvenimenti del passato, presenta al lettore la voce della protagonista ben incastrata tra l’esigenza di dover crescere e capire in fretta e il suo sviluppo che resta comunque ancorato all’inspiegato dell’infanzia. Ed è proprio tale aspetto che si incentra nell’opera: si ridimensiona, al di là degli oscuri misteri, in un romanzo di formazione attinente Lisi e i suoi amici, con la perdita graduale della loro innocenza pur di dare una spiegazione di fondo ad avvenimenti mondiali di cui faticano a capire la portata per il semplice motivo che dalla conoscenza ne vengono esclusi. Sullo sfondo infatti rimane il rischio di un conflitto bellico, di uno Stato piccolo e lontano come Cuba che desta la preoccupazione delle grandi potenze mondiali, Stati Uniti e Russia in testa i quali sono contrapposti in piena Guerra Fredda per rivendicare il proprio primato. Come tutti i bambini Lisi assorbe le preoccupazioni e le tensioni che intorno a lei provano quelli più grandi, e cerca in modo disperato di dare una spiegazione a tutto questo. Accanto a tale tema delicato, e sempre attuale, trovano la diade religiosità/paganesimo, che si esprime nei contrasti tra gli eventi soprannaturali vissuti e la spiegazione che invece il prete Don Guido cerca di inculcare nei suoi fedeli: tutto quanto risulta non spiegabile in modo umano, diventa di origine demoniaco, incarna il male. Ritroviamo tra le righe esorcismi, paure ancestrali, strani fenomeni che si incastrano non solo a Montebuio, ma nella psiche dell’intera comunità. Lo stile vivido e ritmato condiscono la storia in modo abbastanza appropriato da destare una giusta tensione nel lettore, anche nei momenti in cui l’ordito non appare chiaro: alcune spiegazioni emergono solamente nella parte finale, dando un senso a tutto l’impianto. Non si evidenziano particolari errori o refusi, la sintassi è curata in ogni sua parte, denotando una certa cura nell’espressione e nella resa della storia. L’autunno di Montebuio è certamente un libro particolare, adatto a quei palati che amano il connubio horror ma che non si accontentano di un’atmosfera cupa, desiderando un’esperienza di lettura che non si limita ai fatti ma ci racconta la psiche e il dramma personale di ogni giovane vita che ha una paura soltanto: crescere, e farsi strada nel mondo.
Giudizio:
+3stelle+ e mezzoDettagli del libro
- Titolo: L'autunno di Montebuio
- Autore: Micol Des Gouges e Danilo Arona
- Editore: Nero Press
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: collana
- ISBN-13: 9788890725968
- Pagine: 250
- Formato - Prezzo: Brossura € 15,00
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