Recensione
Chi muore giace ha come protagonista Angelo, un trentacinquenne alto, palestrato e affascinante che non solo scrive romanzi di successo a sfondo erotico, ma
in virtù di lunghe sedute di yoga e meditazione è riuscito ad instaurare con il sesso un rapporto puramente cerebrale, che gli consente di scriverne senza subire l’effetto deleterio del desiderio.
Non c’è da meravigliarsi se la coprotagonista del romanzo, l’ispettrice di polizia che indaga sulla morte di una donna per strangolamento, si senta sciogliere appena lo incontra, tanto più che lei è in rotta con il proprio partner con cui, sottolinea l’autrice con costernata ironia, non fa sesso da oltre quattro mesi, una cosa presumibilmente inimmaginabile dato che non sono sposati. Ma le sorprese non finiscono qui, perché Marina Bertamoni ci trasporta anche in terra spagnola a visitare splendidi borghi dell’Aragona come Huesca, Roda de Isabena (cfr. foto) e Ainsa alla ricerca dei parenti ancora in vita di Angelo, che siano in grado di svelargli il mistero che circonda la sua nascita e la sua famiglia.
Quelle che potrebbero ritenersi piuttosto forzate sono le motivazioni irrazionali che inducono l'assassino all'omicidio. Se un omicidio non è dettato da una logica, per quanto questa possa essere perversa ed amorale, al lettore si toglie il piacere di arrivare autonomamente all’identificazione del colpevole, non avendo a disposizione gli elementi razionali per farlo. Inoltre la conclusione del romanzo avrebbe potuto essere gestita in maniera più accorta, perché il colpevole sembra essere stato scoperto solo per caso.
Potrebbe considerarsi discutibile anche questa considerazione del protagonista:
Il desiderio ti fa perdere il controllo, ti rende schiavo di istinti primordiali, esponendoti a pericoli inimmaginabili.
viene infatti da chiedersi se davvero i pericoli di lasciarsi andare agli istinti primordiali siano inimmaginabili.
Un ultimo appunto lo farei sul titolo. È pur vero che esso riprende la prima parte del noto proverbio "chi muore giace e chi vive si da pace" che viene pronunciato verso la fine del romanzo, tuttavia la frase presa da sola risulta banalmente lapalissiana.
In ogni caso le critiche fatte vertono su peccati che possono considerarsi veniali, quando non motivo di maggiore divertimento. Per il resto il noir è scorrevole, accattivante, con un buon ritmo e una scrittura asciutta come si confà al genere. Anche le descrizioni dei luoghi visitati risultano stimolanti senza essere mai noiose e buona anche la caratterizzazione dei personaggi.
In pratica un romanzo giallo che non solo si può leggere la sera prima di dormire senza temere di avere degli incubi notturni ma, anzi, oserei definirlo rilassante per la piacevole ironia dell’autrice che, mi risulta, abbia vinto con pieno merito diversi premi per altri romanzi in concorsi letterari dello stesso genere.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo:Chi muore giace
- Autore:Marina Bertamoni
- Editore:Fratelli Frilli
- Data di Pubblicazione: 2017
- Collana:I tascabili
- ISBN-13:9788869432279
- Pagine:189
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,90
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