Hunter è un professore di Storia ed Ethan è un suo allievo dell’ultimo anno: i due hanno una relazione BDSM. Hunter è mosso dalla sua sete di dominare l’altro. Come padrone infligge a Ethan punizioni e torture piacevoli. Ethan agisce i propri fantasmi senza comprenderne appieno il senso. Come schiavo soddisfa il suo desiderio di ricevere dolore, per far felice Hunter e provare emozioni sempre più forti. Il dolore che i due si infliggono è proporzionale al piacere che scontano quotidianamente. Non c’è scandalo per il modo di vivere la loro sessualità. Lo scandalo, semmai, è nella forma di amore autentica che ha assunto il loro rapporto. C’è un patto implicito tra master e slave: il padrone deve avere cura del suo schiavo, capire il limite dove fermarsi. Ma tra di loro si inserisce Kieran, e sarà lui a superare questo limite.
Recensione
L'uguaglianza e la parità nei diritti e nella vita civile passa anche attraverso le piccole cose. Per questa ragione ho salutato con piacere (ma anche con dovuta ilarità) il proliferare, ovviamente nella sua specifica nicchia, di tutta una narrativa erotica gay. Insomma, la parità è anche questo: avere un "Cinquanta sfumature di grigio" per i lettori gay, oltre che per le casalinghe annoiate.
Fatta questa soggettiva e del tutto non richiesta premessa, con una brusca virata mi accingo a dichiarare che, a ben vedere, l'unica cosa buona di questo racconto è, appunto, quanto appena detto.
Non fosse per questo valore "simbolico", se vogliamo chiamarlo in questi termini, non esiterei a definire questo romanzo un'opera del tutto non necessaria, di cui anzi avrei fatto a meno. Vediamo di capire perché.
La trama, di una banalità disarmante, sembra quella di un film porno. Non che ci sia nulla di male, sia chiaro.
Hunter è un giovane professore di ventiquattro anni (meno male che il romanzo è ambientato in Inghilterra, perché in Italia una cosa del genere è fantascienza estrema, altro che bdsm!), ma nonostante la sua giovane età si presenta come un uomo vissuto, con grandissima esperienza in materia di sesso. Un instancabile e insaziabile predatore sessuale che lascia la cosmopolita Londra per una scuola di campagna.
Come ci si aspetterebbe da un buon porno, Hunter non fa in tempo ad arrivare che già scatta il colpo di fulmine con il primo ragazzetto che gli capita davanti, Ethan. Ovviamente, Ethan non può che essere: il suo studente; gay; vergine; amante delle pratiche bdsm esattamente come Hunter. La probabilità che due persone simili si incontrano, condividano gli stessi gusti e scoprano una reciproca attrazione è praticamente pari alla probabilità che l'acceleratore di particelle al CERN ha di creare un buco nero. In un porno, però, è una legge fondamentale dell'universo.
In un porno, appunto.
A questo punto è necessario chiarire che tipo di prodotto abbiamo davanti. Come romanzo erotico a la "Cinquanta sfumature di grigio", l'idea funziona alla grande. Voglio dire, Moretti ha scelto la fantasia erotica gay per eccellenza.
Purtroppo, quello che parte come un opera leggera da leggere sotto l'ombrellone o tra le lenzuola, tenta ripetutamente di trasformarsi in qualcosa di più serio, avanzando una serie di pretese che finiscono, però, col far suonare il tutto estremamente ridicolo.
Di estremo, in effetti, in questo romanzo c'è solo l'effetto di ilarità che le vicende suscitano (fatta eccezione, lo anticipo, per il finale). A rendere il senso di queste contraddizioni interne sono soprattutto una serie di frasette inserite qua e là e messe in bocca a Hunter, riflessioni serie e pretenziose sulla natura "dolorosa" dell'amore e via dicendo, che, poste tra una sessione di spanking e una di pissing, fanno solo sollevare qualche sopracciglio (un esempio: "l'eccitazione era il monologo del sentimento che parlava alla nostre anime").
Da un lato, l'autore sembra seriamente intenzionato a sconvolgere e stupire. Per certi versi, ci riesce: le abbondanti scene di sesso estremo, per quanto ben presto divengano monotone e ripetitive, sono ricche di dettagli e il linguaggio è, giustamente, crudo e senza peli sulla lingua.
Dall'altro lato, pare esserci (ma non è chiaro: è comunque una mia sensazione soggettiva di lettore) il tentativo di legittimare la vicenda estrema, di normalizzarla, traslando il sentimento dello "scandalo" dall'aspetto esteriore e fisico (le pratiche sadomaso) alla natura violenta e incontrollabile dell'amore più puro e spirituale che travolge i due amanti.
Il punto è: se fai sul serio, ogni cosa nel romanzo deve essere presa sul serio. Se devo guardare alla storia di Hunter e Ethan come a una fantasia, non starò di certo a chiedermi come sia possibile che il paesello sia abitato da una popolazione a maggioranza gay e di gusti sadomaso, dove stiano i genitori di Ethan, come faccia il ragazzo a nascondere a scuola come a casa i lividi che, come l'autore tiene e specificare sempre, sono ben visibili e impiegano settimane a guarire, e persino come faccia alla fine Hunter a non contrarre l'AIDS dopo aver passato tutto il romanzo a fare sesso non protetto con gente sieropositiva.
Ma poiché il romanzo cerca di farsi prendere sul serio, allora davvero non posso fare a meno di notare questi dettagli.
E non solo i dettagli, ma anche gli aspetti più macroscopici che, del resto, sono gli ingredienti fondamentali di un romanzo.
Hunter fa il personaggio pieno di conflitti interiori, ma in realtà sono solo le contraddizioni tra le diverse "anime" del romanzo; Ethan è un mistero, di lui non si sa nulla a parte i gusti sessuali, cosa gli passi per la testa, cosa lo motivi e lo spinga ad agire è impossibile da capire, ed è una mancanza più grave considerando che, senza fare spoiler, alla fine del romanzo vengono chiamati in causa proprio i segreti di Ethan. Segreti che, per assurdo, non vengono nemmeno chiariti, lasciando dunque dei giganteschi buchi di trama.
Del terzo incomodo non parlo nemmeno, essendo del tutto privo del benché minimo spessore caratteriale e psicologico (e invece sarebbe stato interessante scrutargli dentro, essendo il personaggio cardine della vicenda).
Di contraddizione in contraddizione si procede fino al finale, una svolta assolutamente brusca, che cozza per tono e anche per stile con il resto del romanzo. Non voglio anticipare nulla, mi limito a dire, per quanto sterile, che mi è sembrato del tutto immotivato, imprevedibile e ingiustificabile. Se, insomma, per tutto il romanzo mi chiedevo "dove andrà a parare?", la risposta, quando è arrivata, non mi è piaciuta per niente.
Potrei anche fermarmi qui; ritengo, a proposito di pratiche estreme, di aver massacrato abbastanza questo romanzo.
Aggiungo una considerazione che non posso tacere. Mi chiedo, nello specifico, se l'autore conosca le opere di Dennis Cooper, scrittore statunitense famoso per i romanzi "estremi" in cui mescola disagio sociale e sesso estremo. Ecco, voglio concedere il beneficio del dubbio e pensare che probabilmente Moretti non l'abbia nemmeno sentito nominare: ma davvero, in confronto alla narrativa estrema di Dennis Cooper, questo romanzo non è che una pallida e volgare imitazione.
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Bravo, ragazzo
- Autore: Christian G. Moretti
- Editore: GoWare
- Data di Pubblicazione: 2017
- Collana: Pesci rossi
- ISBN-13: 9788867978595
- Pagine: 142
- Formato - Prezzo: Brossura - 10,99 Euro
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