Recensione
Con Agrodolce, assaggi di vita in dieci racconti - come precisa il sottotitolo - Luana Troncanetti ha voluto raccogliere in un unico volume alcune storie scritte tempo addietro. La maggior parte di queste è di stampo umoristico, ancorché le vicende possono avere un incipit drammatico.
Uno dei pregi che soprattutto riconosco all'autrice è la capacità di saper scrivere in maniera asciutta. A questo proposito, dato che non si nasce “imparati”, l’autrice nella prefazione ad Agrodolce precisa che, essendo tendenzialmente una grafomane, ha avuto inizialmente difficoltà a contenere le parole dei suoi scritti, tanto che ha attaccato al computer un post it con alcune regole essenziali che dovrebbero essere l’abc di ogni scrittore, specie se esordiente:
Abbattere i pleonasmi è possibile, gli aggettivi qualificativi vanno usati con il contagocce, gli avverbi nocciono gravemente al lettore.
Aggiunge, inoltre, con l’ironia che la caratterizza, che quel “gravemente” avrebbe potuto essere eliminato.
I racconti di questa raccolta hanno un incipit decisamente drammatico o quasi, ma riservano una sorpresa finale in cui l'autrice si diverte a stupire il lettore scombinando le certezze iniziali. Si potrebbero accostare per umorismo, mutatis mutandis, allo spirito dissacratorio di scolastica memoriadi Cecco Angiolieri in S'i' fosse foco.
Va da sé che, dopo i capovolgimenti di fronte relativi alle prime storie, il lettore rimane meno sorpreso nel leggere le successive, ma non per questo non può non apprezzare l'arguzia dell'autrice che non risulta mai banale, nonostante gli episodi narrati vertano prevalentemente su normali fatti quotidiani.
A voler essere precisi, si potrebbe obiettare che in Agrodolce solo nove possono essere definiti propriamente racconti, il decimo può considerarsi un saggio in chiave umoristica e verte su considerazioni inerenti ad uno dei telefilm più conosciuti, La signora in giallo, che risiede a Cabot Cove.
A Cabot Cove, ridente cittadina che conta solo 3680 anime, il 90% della sciagurata popolazione è destinata a passare presto a miglior vita. Ora: o il New England è il covo segreto della criminalità interplanetaria, oppure la Fletcher porta brutalmente sfiga.
In questo divertissement Luana Troncanetti dà voce ai pensieri che sono passati probabilmente per la mente di tutti i telespettatori davanti al programma tv che ritorna invariabilmente all'inizio di ogni estate.
Credo che alla bonaria presa in giro dell'autrice, se potesse leggerla tradotta, si farebbe quattro risate anche Angela Brigid Lansbury, l'attrice anglosassone ormai ultranovantenne, ma tanto arzilla da ricalcare ancora le scene dei teatri anglosassoni, che impersona Jessica Fletcher in La signora in giallo:
Tutti la amano, in molti la invidiano, alcuni la temono. Fra i suoi amici si nasconde spesso un potenziale omicida, che poi così potenziale non è. Si viene quasi sempre a scoprire che l’assassino è l’ottuagenaria che le insegna i trucchetti del tricot, suo cugino, la sorella, il verduriere che le consegna la spesa a domicilio o una vecchia compagna del college che si è convertita alla psicopatia, tanto per ammazzare la noia. E il marito, già che ci si trova.
L’umorismo è una dote di Luana Troncanetti di cui va giustamente fiera, perché le persone che in grado di scorgere il lato comico delle cose riescono in genere ad affrontare la vita in maniera più positiva rispetto a coloro che sono privi di humor. Tuttavia non è questa la qualità che apprezzo di più nella scrittrice romana. Ciò che invece ammiro è la capacità che ha nel cogliere i caratteri essenziali dei personaggi, nella partecipazione ai loro sentimenti senza lasciarsi andare all'enfasi e nel saper inserire un tocco di ironia anche nei momenti più drammatici delle sue storie.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo:Agrodolce
- Autore:Luana Troncanetti
- Editore:L'erudita
- Data di Pubblicazione:2016
- ISBN-13:9788867701728
- Pagine:64
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 11,00
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