Recensione
Chi non conosce Sherlock Holmes? Il geniale, stravagante detective che vive nei libri di Arthur Conan Doyle? Tutti ne abbiamo letto qualche avventura, a scuola, in vacanza o ce ne siamo follemente appassionati e abbiamo divorato tutti i libri. Il cinema, la televisione ne hanno, poi, riproposto, in varie versioni, classica o moderna, il personaggio, delineandone i tratti caratteristici e le molte stranezze. Per questo, Sherlock Holmes, lo conosciamo tutti, direttamente o indirettamente.
Curiosa, quindi, l’idea di pubblicare un libro inedito -in Italia quantomeno - che contiene quattro testi diversi.
Il primo testo è il copione teatrale di La banda maculata, che nasce come racconto pubblicato in una rivista inglese e viene successivamente presentato con questo adattamento teatrale nel 1910, per la prima volta.
Gli ingredienti del giallo sono una giovane donna in pericolo, una famiglia vissuta a lungo in India, alcuni personaggi inquietanti e una geniale risoluzione del caso da parte di Sherlock e del fido Watson.
Nel secondo testo, il lettore si confronta con un racconto breve La fiera di beneficienza; si tratta di un brano esemplare per scrittura, tono e sviluppo di quello che è il tipico racconto di Conan Doyle. Concentrato in poche pagine, questo brano è un saggio di come, a partire dalla semplice osservazione dell’ingresso di Watson, delle sue espressioni e della busta che tiene in mano, Sherlock sappia ricostruire tutta la situazione senza che il protagonista stesso ne abbia fatto parola.
Nel terzo testo proposto,Come Watson imparò il metodo , il geniale investigatore mette, invece, alla prova il fedele Watson e lo sfida ad applicare, come esercizio, il metodo analitico che permette al celebre detective di risolvere brillantemente tutti i casi che gli vengono proposti. L’ironia benevola ma non bonaria che caratterizza il loro rapporto esce in tutta la sua vivacità, mentre Sherlock finge di assecondare l’amico in alcune deduzioni per poi smontarle una ad una, fino al divertito incoraggiamento finale “ Ma continuate, Watson! Il metodo è molto semplice. Senz’altro, prima o poi lo capirete.”
L’ultimo brano L’avventura dell’uomo alto è una scaletta ritrovata dal biografo di Conan Doyle ; lo studio preparatorio per un racconto, nel quale vengono messi in fila gli eventi, le azioni dei personaggi e qualche dialogo abbozzato. La scrittura diventa traccia per costruire una narrazione e mostra al lettore i meccanismi del giallo, nei suoi ingranaggi.
Questa piccola raccolta ha, dunque, il pregio di proporre un breve essenziale excursus sul personaggio Sherlock Holmes e sul suo ideatore, Conan Doyle. Piacevole lettura per chi già lo conosce, spunto interessante per chi non lo conosce.
Unico neo la copertina che mescola il giallo di fondo con la figura di un attore che ha recentemente interpretato Sherlock in una serie televisiva: la grafica resta sospesa tra la voglia di rendere il gusto dell’epoca e il riferimento al personaggio televisivo e non riesce né in un senso né nell’altro.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Sherlock: un uomo, un metodo
- Autore: Arthur Conan Doyle
- Traduttore: Adalgisa Marrocco
- Editore: Rogas Edizioni
- Data di Pubblicazione: 2016
- Collana: Darcy incontra Dupin
- ISBN-13: 9788899700041
- Pagine: 185
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,90
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