Recensione
Quando viene uccisa la compagna Bruna Calchi di professione fioraia, oltre alle indagini svolte dalla polizia, ne vengono fatte in parallelo anche dal partito comunista di cui la donna era attivista. Per fare luce sulla vicenda criminosa, la federazione milanese del PCI incarica delle indagini l’ingegner Cavenaghi, vicepresidente della commissione probiviri regionale.
In La provvidenza rossa, più che il mistery in sé, risulta impressionante la descrizione dell’organizzazione del partito, sempre un passo avanti rispetto alla polizia nel condurre le indagini che risultano decisamente complesse, perché la vittima, la cui vita viene passata al setaccio, potrebbe essere stata implicata in una speculazione edilizia, in corse clandestine di cavalli e nel racket del furto degli addobbi floreali nel cimitero monumentale.
Inoltre, vicino al negozio di fiori della vittima, c’era stato anche uno spaccio di droga che faceva capo ad un noto malavitoso, senza contare un giro di prostitute della zona.
Gradualmente, scartando le varie ipotesi, dopo aver ascoltato decine di testimonianze di compagni di partito, sempre pronti ad aiutare la dirigenza, l’ingegner Cavenaghi riuscirà a risolvere il caso.
Ma l’opera del PCI non finisce qui, perché sarà necessario offrire all’opinione pubblica un colpevole per cui il partito, che vuole porsi come valida alternativa alla DC che al tempo governava in Italia senza fondate previsioni di soluzione di continuità, appaia del tutto estraneo al fatto di sangue se non vittima di ideologie fasciste.
Ciò premesso, il doppio filone di indagini e l’eccessivo numero di personaggi che compaiono come persone a conoscenza dei fatti, rendono la lettura piuttosto lenta. Opportunamente è stata posta una tabella con evidenziati i numerosissimi personaggi per aiutare il lettore, ma l’elenco è stato situato a fine del libro e, in genere, a meno di non essere di quelli che corrono alle ultime pagine per scoprire l’assassino, ci si accorge della sua esistenza a lettura ultimata.
Buona, in ogni caso, la caratterizzazione dei personaggi, ma soprattutto è interessante l’imponente macchina organizzativa del partito comunista, che viene considerata “una struttura di potere efficientissima e capillarmente ramificata”, tanto da apparire come uno stato nello stato, ma con un senso civico e una disponibilità da parte degli iscritti al PC sicuramente superiore a quella degli impiegati e funzionari statali.
Nell’organizzazione del partito comunista non sarebbe stato ipotizzabile il fenomeno dei cosiddetti “furbetti del cartellino” e l’unico organismo a cui potrebbe essere comparata la struttura organizzativa del PCI è quella della Chiesa.
È chiaro che solo un dirigente del PCI, come è stato l’autore, avrebbe potuto scrivere con competenza un romanzo di questo genere, che presuppone una grande conoscenza dell’organizzazione e mentalità comunista, idiosincrasie degli iscritti comprese.
Pertanto, nonostante l’eccessivo indulgere da parte dell’autore in filoni di indagini ripetitive che avrebbero potuto essere eliminate (le oltre 500 pagine rendono la lettura del libro un po’ pesante), l’originalità dell’ambientazione e la scorrevolezza della scrittura sono tali da rendere apprezzabile questo giallo che non ha suspense né alcuna descrizione truculenta.
Giudizio:
+3stelle+ e mezzaDettagli del libro
- Titolo: La provvidenza rossa
- Autore: Lodovico Festa
- Editore: Sellerio
- Data di Pubblicazione: 2016
- Collana: La memoria
- ISBN-13: 9788838934483
- Pagine: 532
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 15,00
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