Recensione
Questo romanzo, da cui è stato tratto l’omonimo film approdato nel nostro paese nel 2016, a mio avviso non racconta la vita di Einar, che si scopre Lili. E nemmeno romanza la vita di Lili e le sue fatiche per emergere come persona senziente, racchiusa dentro il corpo di Einar. Ma di fatto diviene, con estrema delicatezza, la storia di un legame indissolubile, che va oltre il desiderio o quel che sentiamo di essere. L’opera di Ebershoff ci descrive infatti Greta (nel film Gerda) ed Einar, una coppia di sposi che si confronta con le proiezioni di entrambi sul coniuge come su se stessi, e di come proprio Greta per prima aiuta Lili a emergere dai recessi della mente del marito, fino ad acquisire personalità e spessore, in un duro e periglioso iter che lo porterà a tirare fuori la sua natura. Essenza che la donna accetta, non a fatica, ma che comunque supporta perché capace della sostanza più grande che un sentimento come l’amore riesce a regalare: il potere di lasciar andare e di desiderare che chi abbiamo amato sia felice. Greta ama Einar, e imprescindibilmente, quindi, ama Lili. La teme e la protegge, ne tutela l’esistenza, la porta alla luce, supportando Einar a scegliere chi realmente ha sempre desiderato di essere. Siamo tra gli anni venti e gli anni trenta del secolo scorso, in una società danese che, per quanto aperta, ancora deve sperimentarsi su certe tematiche. Entrambi sono artisti, Einar dipinge paesaggi risalenti alla sua infanzia triste, Greta fa ritratti su commissione e risente della minore notorietà che si è guadagnata rispetto al marito. Lei ha vissuto in America, lui è stato quasi sputato fuori dalla campagna danese, ma nonostante le tensioni, rimangono uniti. Nella buona e nella cattiva sorte. Anche quando, quasi per gioco, Lili emerge, e diventa una presenza costante nelle loro esistenze. Una presenza che, giocoforza, peserà per sempre nelle loro vite cambiandole radicalmente. Portandole a Parigi e dopo ancora a Dresda, nel lungo sentiero che si traccia davanti al destino di Einar, che deve compiere per sentirsi realizzato come persona. Per essere Lili fino alla fine. In questo quadro suggestivo sono tanti i personaggi che si incrociano, a partire dalla figura imponente di Hans, l’amico di infanzia di Einar che ritroverà in età adulta, a Carlisle, il gemello di Greta, figure che rivestono nella narrazione un peso determinante alla trama e al suo sviluppo. Licenziare la tematica fondante della storia con il transessualismo e l’identità di genere, non rende giustizia al romanzo: in esso non solo ritroviamo descritti in maniera delicata ma comunque forte il peso dell’identità personale e del desiderio di essere ciò che siamo, ma parliamo dell’amore sconfinato e della coppia, del matrimonio che ci porta ad accettare qualsiasi cosa del nostro coniuge, anche quando ciò significa perdere chi amiamo per sempre. Per il solo desiderio che chi amiamo si senta realizzato. La ricostruzione storica è accurata, nonostante lo stesso autore specifichi di aver romanzato la storia di Lili Elbe e di sua moglie Gerda partendo dai dati storici per poi dare una consistenza originale ai loro vissuti, l’ambientazione dell’intero impianto rimane comunque immutato e coerente, con diverse incursioni descrittive che facilitano l’empatia nella lettura con la realtà vissuta dai protagonisti, calpestando con loro lo stesso suolo, respirando gli stessi odori. Lasciandosi avvolgere dai medesimi colori. La caratteristica fondante che comunque permea tutta l’opera è la delicatezza con cui i sentimenti di Lili emergono nel suo vissuto e si fanno strada nella sua esistenza, descritti in modo semplice e dettagliato, arrivando al cuore di chi si imbatte nella sua storia e da cui non può che lasciarsi travolgere. Senza il bisogno di metafore o articolati schemi descrittivi, si arriva a comprendere la voce che sussurra nelle orecchie di Einar e di Greta, che racconta di come Lili ormai faccia parte del mondo e abbia tutti i diritti di esistere, di essere. Ed è proprio così che The danish girl merita di essere ricordato: un romanzo reale, senza fronzoli, che ci racconta il dramma ma anche l’avventura di desiderare una vita conforme alle proprie aspirazioni, che ci racconta come una carezza sul viso il diritto di Lili di essere Lili e nessun altra, il dolore e la forza dietro la perdita di chi ami per garantirgli un futuro, l’amore che varca i confini del possibile pur di concretizzare un sogno. Il romanzo, al di là della risonanza mediatica per il film che ne è scaturito, merita di essere letto, solo per conoscere e porsi il problema dell’accettazione: soltanto comprendendo le dinamiche interne di chi nasce in un corpo fisico errato rispetto al proprio spirito, si può arrivare a rispettare le differenze, e a comprendere che siamo tutti uguali forse. Lili è un’eroina, Greta non è da meno. E tutte e due insieme, con questo soffice libro, ci educano alla speranza, al dolore e al diritto di appartenersi. Una lettura del genere non può che insegnarci come, a volte, valga la pena vivere, anche per poco, essendo felicemente se stessi. Ed essendo fieri di esserlo fino in fondo.
Giudizio:
+4stelle+ e mezzoDettagli del libro
- Titolo: The danish girl
- Titolo originale: The danish girl
- Autore: David Ebershoff
- Traduttore: Anna Mioni
- Editore: Giunti
- Data di Pubblicazione: 2016
- ISBN-13: 978-8809770652
- Pagine: 368
- Formato - Prezzo: Copertina rigida - € 18,00
Ciao! Ho apprezzato tantissimo il film e quindi ovviamente non posso non voler leggere il romanzo. Sono certa che sarà una lettura interessante *_*