Raul Mordenti affronta alcune questioni fondamentali riguardanti il testo letterario come l'alterità (sulla scorta di Lotman) e la straordinaria produttività del margine. Egli mette alla prova le sue categorie critico-analitiche affrontando alcuni testi e autori della cultura italiana ed europea: dalle Affinità elettive di Goethe al possibile rapporto Boccaccio-Belli, fino a Primo Levi.
Nella parte 'Maestri di una generazione senza maestri' prende invece in esame (in un vis à vis che è per Mordenti anche autobiografico) le posizioni critiche di Walter Binni, Alberto Asor Rosa, Giuseppe Prestipino, Mario Lavagetto e Remo Cesarani.
La parte 'Il nuovo contesto della ricerca letteraria' considera infine alcuni aspetti che oggi ridefiniscono completamente il 'campo letterario', primo fra tutti le conseguenze della rivoluzione informatica: questa deve condurre non solo a una nuova riflessione in ordine al concetto di testo ma anche a modalità di fruizione del letterario del tutto diverse da quelle proprie della grande parentesi gutemberghiana. Di questo nuovo contesto fanno parte naturalmente anche le attuali modalità di organizzazione dell'Università e di finanziamento della ricerca.
Recensione
Per un blog che si occupa soprattutto di recensire romanzi, di vario genere e di vari generi, anche saggi, a volte, ma comunque libri a tema unitario, parlare di una raccolta di contributi, con taglio accademico, di critica filologica e letteraria, con alcune deviazioni nei territori della politica e dell’attualità, è alquanto insolito. Però una delle caratteristiche degli articoli di Mordenti che risalta maggiormente è l'alto grado di leggibilità, anche per non specialisti delle tematiche trattate, il che per pubblicazioni di questo genere non è affatto scontato.
Il libro inizia e termina in una struttura ad anello con due riflessioni sul senso della lettura come occasione di scoperta dell’alterità: riconoscere che la natura del linguaggio è legata al tentativo dell’uomo di dare un senso alla realtà e, conseguentemente, di comunicarlo porta a delle considerazioni sui modi di interpretare la letteratura, che del linguaggio è un’espressione concentrata, e, in conclusione, ad auspicare un rovesciamento copernicano degli studi critici e dei criteri interpretativi del testo, letterario o meno, che lasci emergere il senso delle alterità marginali o periferiche rispetto a un centro, quello della Storia della letteratura, che ha perso ormai la capacità di restare connesso alla realtà di cui i testi sono espressione. Nel mezzo si trovano una serie di interventi molto vari, per taglio e lunghezza, che affrontano singoli autori e opere, come nel caso di Goethe e delle sue ‘Affinità elettive’ o di Primo Levi; che trattano di questioni più erudite di critica letteraria e dei suoi protagonisti, da Asor Rosa a Lavagetto, Binni e Ceserani, forse meno noti al grande pubblico; o che infine tracciano un quadro rigoroso della gestione politica di alcuni aspetti della ricerca, come il finanziamento pubblico e la libertà dei ricercatori.
L’autore non fa mistero del fatto che le sue radici culturali affondano in un milieu che possiamo forse ancora definire - in maniera ormai abbastanza confusa - di 'sinistra' e questo vale sia per i contributi di stampo prettamente letterario e filologico, sia per quelli più impegnati sul versante politico, dal ricordo di figure accademiche che hanno coniugato impegno etico e studi letterari alle critiche alle riforme del sistema universitario. Nonostante l'assunzione aperta di questi valori, Mordenti mantiene un saldo equilibrio ed evita con coerenza qualsiasi forma di pregiudizio e di gabbia ideologica che mortificherebbe i testi.
Sono quest’ultimi che si trovano al centro della ricerca di Mordenti, e in effetti le promesse contenute nel titolo vengono mantenute: per il testo e i suoi sensi che si intrecciano e si sovrappongono, rinnovandosi e e allargandosi nel tempo e nello spazio come la trama di un tessuto si avverte una passione profonda, quasi ontologica. E, aspetto non trascurabile, lo stile non è mai erudito in forma esibizionista: si possono anche semplicemente leggere, non si devono per forza studiare, questi saggi brevi.
Anche in quello più lungo, su ‘Le affinità elettive’, il dettaglio e il grado di profondità dell’analisi, che riguardano non solo gli schemi della trama e l’indagine dei personaggi e delle simmetrie nelle loro relazioni – punto nodale della narrazione – ma anche i riferimenti testuali e le fonti più o meno dirette dalla cultura tedesca del tempo, si riesce a seguire agilmente il filo del ragionamento – il che, si ribadisce in molti, testi accademici non è banale né scontato – e dei richiami letterari senza che si perda nulla del rigore critico. Mordenti mostra insomma che si può fare della critica testuale senza rinunciare né alla sincerità e alla coerenza, anche con toni come quelli adombrati dal suo cognome, appunto, né alla profondità.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: I sensi del testo. Saggi di critica della letteratura
- Autore: Raul Mordenti
- Editore: Bordeaux Edizioni
- Data di Pubblicazione: 2016
- Collana: -
- ISBN-13: 9788899641276
- Pagine: 352
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00
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