Recensione
In questa raccolta di racconti, come lo stesso autore ci rivela nel finale, troviamo una serie di storie che affrontano, nelle più svariate declinazioni, un unico denominatore comune ascrivibile alle sfaccettature del sentimento umano, nel più ampio senso possibile. Sono racconti di genere vario, che si addentrano nel fantastico e nel fantascientifico, per poi tornare alla realtà contemporanea, e ancora al pulp, alle piccole incursioni di surrealismo, fino alla narrazione dal tema sociale pregnante. Ogni storia, apparentemente slegata dall’altra, invece è intessuta a filo doppio con tutte le altre, raccontandoci spesso la realtà camuffata del mondo di oggi: dalle violenze domestiche ai diseredati, dagli attentati al mal di vivere fino a toccare con mano la claustrofobia che a volte si prova quando si è obbligati a crescere e a diventare, proprio malgrado, famiglia o più semplicemente adulti. E ancora l’estremismo dell’analfabetismo funzionale, quando ci si erge a giudici e, spesso, a carnefici, senza nemmeno comprendere le situazioni. Tanti risvolti toccanti, che ci riguardano da vicino, portano alla luce durante la lettura una variegata serie di riflessioni sul mondo moderno in cui viviamo, sulle azioni che a volte noi stessi compiamo o che lasciamo agire a chi abbiamo attorno senza rendercene conto.
Anche l’ambientazione varia: possiamo trovarci in Sardegna, nel sobborgo cagliaritano, e subito dopo in Italia, vicino a Domodossola, o ancora in location meno definite, dai contorni sfumati ma comunque intensi che corroborano le vicende senza alterarne il significato. L’utilizzo della forma descrittiva varia di testo in testo: lancia un messaggio ben preciso attraverso la trama e poi si polverizza nelle ultime righe, lasciando spesso il lettore senza fiato. I personaggi, a prescindere dal numero delle pagine, sin dalle prime righe hanno la capacità di entrare subito con prepotenza nella scena, senza lasciare molta scelta: raccontano la loro percezione nei gesti, nei fatti, nei pensieri che partoriscono, descritti spesso con brevi pennellate, magari non sempre acquisiscono una dimensione fisica netta, lasciando maggiore spazio all’introspezione più che alla descrizione dei tratti, ma riescono a generare una sorta di empatia con il lettore che è difficile poi rescindere. Lo stile dell’autore è elegante ma scorrevole, senza troppi fronzoli nonostante l’evidente tendenza alla sperimentazione narrativa, trasformando la voce narrativa in un modo accattivante, e comunque originale all’interno del panorama degli emergenti nostrani. Per quanto sia un libro breve, Quando il jazz tra la mezzanotte e l’una colpisce in modo positivo. Una lettura forse non adatta a tutti i palati, dedicata comunque a chi vuole andare al di là della superficie delle storie per scandagliarne le sensazioni intime e farle proprie. Chi ha questo potere, di certo rimarrà coinvolto positivamente dall’esperienza che è in grado di suscitare.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Quando il jazz tra la mezzanotte e l'una
- Autore: Alessandro Frailis
- Editore: I Sognatori
- Data di Pubblicazione: 2016
- Collana: Piani inclinati
- ISBN-13: 9788895068886
- Pagine: 164
- Formato - Prezzo: Brossura - € 13,90
0 Commenti a “Quando il jazz tra la mezzanotte e l'una - Alessandro Frailis”
Posta un commento