Recensione
Quella che segue è principalmente una raccolta di impressioni: definirla recensione sarebbe eccessivo soprattutto perché non mi sento abbastanza qualificata per esprimere un commento critico su un romanzo così particolare.
La prima considerazione è che, nonostante il parere di molti utenti di Goodreads, questo non è un romanzo sull'Olocausto nel senso tradizionale del termine e lo sterminio di sei milioni di ebrei, pur avendo un ruolo chiave nella comprensione della psiche del protagonista, è soprattutto un accessorio che permette all'autore di mettere su carta le sue riflessioni sulla memoria e il tempo.
Austerlitz si presenta come un incessante flusso di coscienza ed assume la forma di una serie di digressioni incasellate l'una nell'altra, espressioni di una mente complessa e sofisticata formatasi sulle macerie di un trauma infantile fortemente represso.
Partendo da considerazioni sull'architettura e la storia di antiche fortezze, Austerlitz svela sé stesso alla voce narrante, che riporta queste riflessioni mantenendone inalterato il fluire, seguendo uno schema a cipolla che parte da soggetti più neutri come appunto l'architettura o la propria preparazione accademica fino ad approdare a ricordi personali dell'adolescenza e dell'infanzia, tutti toccati da una malinconia e una tendenza alla solitudine nate dall'inspiegabile e vaga sensazione di non appartenere al mondo in cui si ritrova a vivere.
La narrazione, fatta di periodi lunghi anche pagine intere, nelle quali vengono a volte toccati gli argomenti più disparati, non è sempre semplice da seguire e richiede un'estrema attenzione, soprattutto nella prima parte in cui ancora il lettore fatica a inserirsi sulla lunghezza d'onda del romanzo e del protagonista.
Col procedere della lettura diventa sempre più evidente che la memoria del protagonista danza attorno a un buco nero, un evento originario che attira e spaventa al tempo stesso, anche se è solo nella seconda parte del romanzo che esso prende forma e i tasselli seminati nelle pagine precedenti acquistano uno a uno un loro significato fino a che la narrazione giunge a una chiusura circolare come il tempo - almeno nella visione dell'autore, segno che nulla di quanto era stato detto era dettato dal caso.
Il vero protagonista del libro è quindi la memoria, la necessità di ricordare per dare un senso alla nostra esistenza e la scelta di un evento universalmente noto e che ha interessato una porzione così grande dell'umanità conferisce al tema di Sebald una valenza universale, un appello all'umanità nel suo insieme a rintracciare il proprio passato per dare un senso al proprio futuro.
Si tratta di una lettura non facile anche se ricca di momenti intensi e toccanti, un prospettiva diversa su un evento universalmente noto e forse già superficialmente metabolizzato dalla società contemporanea, che merita invece di essere al centro di nuove riflessioni.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Austerlitz
- Titolo originale: Austerlitz
- Autore: W.G.Sebald
- Traduttore: Ada Vigliani
- Editore: Adelphi
- Data di Pubblicazione: 2002
- Collana: Fabula
- ISBN-13: 9788845917073
- Pagine: 315
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00
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