Recensione
L'arrivo su Sky della miniserie tv Big little lies - che vanta un cast stellare che include Nicole Kidman, Reese Witherspoon e la Shaileen Woodley di Divergent - ha spinto Mondadori a tradurre per il pubblico italiano il romanzo omonimo da cui è stato tratto, a ben tre anni dalla pubblicazione originale.
Vi propongo quindi anch'io la mia recensione di Piccole grandi bugie, tenuta pazientemente nel cassetto da allora, incredula che nessuno avesse ancora pensato di portare nel nostro paese un così grosso successo, facilmente apprezzabile anche dal pubblico italiano.
Una seconda perplessità che mi porto dietro da quando lessi questo romanzo è la sua classificazione nel genere chick-lit, come un qualunque I love shopping. A quanto pare un libro che si occupa - fra le altre cose - di abusi famigliari, stupro e bullismo dovrebbe interessare solo donne in cerca di letture frivole.
Gli uomini restino coi loro thriller o con autori impegnato come Roth e Pynchon. Le donne di cultura si rifugino nei classici o in Jodi Picolut.
Nessuno di loro dovrebbe sognarsi di avvicinarsi a questo incalzante e brillante commedia, scritta più come una di quelle argute rubriche che si trovano sui quotidiani che come un romanzo, che narra le vicissitudini di un gruppo di mamme di bimbi dell'asilo. Il che è un peccato perché Piccole grandi bugie si occupa di questioni piuttosto serie in modo abbastanza efficace, perciò ritrovarlo nella stessa categoria di I love shopping è un po' fuorviante.
Certo Liane Moriarty non è né Margaret Atwood né Virginia Woolf, il suo stile è colloquiale e il suo vocabolario un po' limitato, la sua capacità di approfondimento psicologico variabile.
Tuttavia i suoi personaggi e le loro dinamiche relazionali riescono a superare lo stereotipo per diventare figure realistiche (potevo facilmente riconoscere in alcune di loro colleghe o vecchie compagne di scuola) con problemi reali. E cosa c'è di più realistico di una festicciola all'asilo che fa emergere il peggio negli adulti presenti? Mentre si fa beffa dei comportamenti ossessivamente competitivi dei genitori, l'autrice immagina le catastrofiche conseguenze nel momento in cui questi atteggiamenti si combinano con i drammi personali di ognuno di loro.
Con atteggiamento pragmatico la Moriarty esamina ogni problematica da diversi punti di vista, scegliendo situazioni che non sono mai solo in bianco e nero e trattandole senza superficialità, arrivando al cuore del problema.
Indubbiamente il libro è spesso divertente, grazie al suo passo veloce, ai commenti ironici dell'autrice e alla scelta di concludere ogni capitolo con stralci di interviste ai genitori presenti al tristemente celebre evento. Triste perché questo è un libro che si occupa di un delitto, come chiaramente affermato nei paragrafi d'apertura, anche se non verremo sapere chi è stato ucciso da chi fino all'ultima pagina e anche se il tono leggero e di pettegolezzo del romanzo potrebbe farvelo scordare.
Ciò che non dimenticherete è la gravità del problemi attorno a cui ruota la trama, dalla caccia alle streghe indetta da alcuni fanatici genitori per liberarsi di un ipotetico bullo di 5 anni agli episodi di violenza domestica che minacciano la vita di una delle protagoniste.
In conclusione, Piccole grandi bugie diverte, intrattiene e cattura e, non fosse stato per il finale fiabesco troppo bello per essere vero, avrei assegnato cinque stelle.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Piccole grandi bugie
- Titolo originale: Big Little Lies
- Autore: Liane Moriarty
- Traduttore: E. Budetta
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: febbraio 2017
- Collana: Omnibus
- ISBN-13: 9788804659518
- Pagine: 432
- Formato - Prezzo: Copertina rigida - Euro 19.50
Me lo segno :)
...ma perché ce l'hai con la Picoult?
Ahahahha, non ce l'ho con la Picoult, era solo un esempio di scrittrice seriosa di cui generalmente mi parlano donne seriose con fare serioso ;)