28 febbraio 2017

Novità librarie di marzo: alcune uscite da tenere d'occhio

Con la speranza di esserci lasciati alle spalle le rigide temperature invernali, marzo, insieme alla primavera e al sole, porta con sé un gran numero di notevoli novità in libreria.
Come sempre, noi della Stamberga ne abbiamo selezionato solo alcune. Vi ricordiamo che tutte le informazioni, soprattutto le date d'uscita, sono provvisorie e potrebbero variare in qualsiasi momento.


Iniziamo da quella probabilmente più succulenta: torna in libreria il grande autore di Espiazione, Chesil Beach e Bambini nel tempo: Einaudi pubblica infatti l'ultimo romanzo di Ian McEwan, uscito lo scorso agosto:


Nel guscio di Ian McEwan - Einaudi, Supercoralli - 18.00 €
In uscita il 14 marzo

Una donna, Trudy, suo marito John Cairncross, editore e poeta, e l'amante di lei, Claude, agente immobiliare senza troppi scrupoli. Un triangolo destinato a concludersi nel sangue quando Trudy e Claude decidono di uccidere John, per impadronirsi della sua prestigiosa e decadente casa di famiglia. L'unico testimone del loro crimine è il narratore della storia, il bambino che Trudy sta per mettere al mondo; che non può vedere eppure è in grado di sentire ogni cosa. Attraverso le sue sensazioni, le sue ipotesi e i suoi dubbi scopriamo che Claude è il fratello di John; comprendiamo i dettagli del delitto e soprattutto i passi falsi dei due complici. Perché anche il crimine che sembra perfetto rivela qualche crepa. E sarà proprio quel testimone improbabile che, come un detective o un novello Amleto, si farà giustizia facendo emergere il dettaglio che incastra gli assassini.


Stuzzicante novità per bambini (ma che piacerà molto anche agli adulti) per Mondadori:


Storie della buonanotte per bambine ribelli di Francesca Cavallo ed Elena Favilli - Mondadori - 224 pagine, 19.00 €
In uscita il 28 febbraio

Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi. C’era una volta una bambina che amava le macchine e amava volare; c’era una volta una bambina che scoprì la metamorfosi delle farfalle... Da Serena Williams a Malala Yousafzai, da Rita Levi Montalcini a Frida Kalo, da Margherita Hack a Michelle Obama, sono 100 le donne raccontate in queste pagine e illustrate da 60 illustratrici provenienti da tutto il mondo.


E per restare in tema di donne, una testimonianza sulla famiglia Bruni Tedeschi pubblicata da La nave di Teseo:


Care figlie vi scrivo di Marisa Bruni Tedeschi - La nave di Teseo, Le polene - 340 pagine, 18.00 €
In uscita il 2 marzo

Quando si evoca la famiglia Bruni Tedeschi, si pensa subito a Carla, modella, cantante, già première dame, e a sua sorella maggiore Valeria, attrice e regista. Marisa Bruni Tedeschi non è semplicemente la loro madre. Pianista, appassionata d’opera, ha sempre vissuto una vita da artista. Una donna libera, che ha attraversato la storia e le frontiere senza conformarsi alle regole borghesi. In questo libro si confessa per la prima volta: la giovinezza nell’Italia fascista, la morte precoce del padre e la tenerezza del rapporto con la madre, l’incontro nel 1952 con suo marito Alberto, industriale, compositore d’opera e collezionista d’arte, il loro esilio in Francia per sfuggire alla stagione dei rapimenti, le sue grandi storie d’amore e la passione mai tradita per il pianoforte.


Frassinelli pubblica un romanzo di Yann Martel, autore del pluriacclamato (e pluricriticato) Vita di Pi:


Lo sguardo di Odo di Yann Martel - Frassinelli - 288 pagine, 20.00 €
In uscita il 7 marzo

Lisbona, 1904: Tomás, un giovane uomo sconvolto dal dolore per la scomparsa della moglie e del figlio, legge su un vecchio diario la notizia di uno straordinario manufatto che, se scoperto, porterebbe a ridefinire la storia dell'uomo, e a ripensare il nostro rapporto con la natura e con il divino. E si mette a cercarlo. Trentacinque anni dopo, un patologo portoghese, appassionatissimo lettore dei gialli di Agatha Christie, si trova a vivere una notte surreale, in cui è costretto a fare i conti con i momenti più difficili della sua vita, momenti che scopriremo essere direttamente connessi, in modo tragico e beffardo, alla ricerca di Tomás. Cinquanta anni più tardi, un senatore canadese, per sfuggire al dolore del ricordo della moglie morta, si rifugia in un piccolo paese nella regione delle Alte Montagne del Portogallo, dove però si presenta con uno strano compagno, uno scimpanzé. E sarà a questo punto che la ricerca iniziata da Tomás quasi un secolo prima troverà la sua inaspettata conclusione. Con Lo sguardo di Odo Yann Martel conferma una volta di più di essere uno dei massimi esponenti contemporanei del realismo magico: in parte avventura, in parte storia di fantasmi, in parte favola contemporanea, questo romanzo parla del nostro rapporto con l'amore e con la sofferenza, con il soprannaturale e con la natura. Ricco di tenerezza e ironia, appassionante e movimentato, Lo sguardo di Odo conduce il lettore in un viaggio nel tempo, nello spazio, e nell'animo umano.


Per Fazi vi proponiamo un libro di Paul Beatty, vincitore del Man Booker Prize di quest'anno con Lo schiavista:


Slumberland di Paul Beatty - Fazi, Le strade - 320 pagine, 18.50 €
In uscita il 2 marzo

Lisbona, 1904: Tomás, un giovane uomo sconvolto dal dolore per la scomparsa della moglie e del figlio, legge su un vecchio diario la notizia di uno straordinario manufatto che, se scoperto, porterebbe a ridefinire la storia dell'uomo, e a ripensare il nostro rapporto con la natura e con il divino. E si mette a cercarlo. Trentacinque anni dopo, un patologo portoghese, appassionatissimo lettore dei gialli di Agatha Christie, si trova a vivere una notte surreale, in cui è costretto a fare i conti con i momenti più difficili della sua vita, momenti che scopriremo essere direttamente connessi, in modo tragico e beffardo, alla ricerca di Tomás. Cinquanta anni più tardi, un senatore canadese, per sfuggire al dolore del ricordo della moglie morta, si rifugia in un piccolo paese nella regione delle Alte Montagne del Portogallo, dove però si presenta con uno strano compagno, uno scimpanzé. E sarà a questo punto che la ricerca iniziata da Tomás quasi un secolo prima troverà la sua inaspettata conclusione. Con Lo sguardo di Odo Yann Martel conferma una volta di più di essere uno dei massimi esponenti contemporanei del realismo magico: in parte avventura, in parte storia di fantasmi, in parte favola contemporanea, questo romanzo parla del nostro rapporto con l'amore e con la sofferenza, con il soprannaturale e con la natura. Ricco di tenerezza e ironia, appassionante e movimentato, Lo sguardo di Odo conduce il lettore in un viaggio nel tempo, nello spazio, e nell'animo umano.


e/o propone per la prima volta un'opera dello scrittore colombiano Pablo Montoya:


Trittico dell'infanzia di Pablo Montoya - e/o, Dal mondo - 261 pagine, 18.00 €
In uscita il 2 marzo

Tre artisti minori, tre storie che si intrecciano sullo sfondo di un’epoca, la fine del Sedicesimo secolo, segnata dal sangue delle persecuzioni dei protestanti e dalle grandi scoperte: attraverso le loro vicende, Montoya traccia un affresco privato e insieme collettivo in cui affronta temi universali come la violenza, l’amore, la religione. Una riflessione sul passato che si rivela per molti versi attuale e che rende giustizia a quello che, rimasto per secoli sotto silenzio, rappresenta tuttora uno dei più grandi genocidi della storia: lo sterminio dei nativi d’America. Con una prosa secca che alterna il registro narrativo alla riflessione speculativa, l’autore dà vita a un romanzo nel quale la narrazione dei fatti si accompagna a una ricerca linguistica minuziosa, capace di restituire alla parola il suo forte afflato poetico. 1564. Jacques Le Moyne, pittore e cosmografo, salpa dal porto di Le Havre al seguito della prima missione protestante destinata a colonizzare l’America. Dal folgorante incontro con gli indigeni e con la loro pittura e dal tragico esito della missione, schiacciata con ferocia dall’armata della cattolicissima Spagna, nasceranno le prime testimonianze visive europee sugli usi e i costumi dei nativi. In fuga da un Eden tutt’altro che bucolico, Le Moyne riuscirà a portare in salvo le sue preziose tavole al ritorno in Europa. 1580 circa. François Dubois, pittore protestante originario di Amiens, è sfuggito alla notte di San Bartolomeo nel 1572, dove ha perso la moglie e il figlio che portava in grembo. Rifugiatosi a Ginevra, realizzerà in punto di morte il più celebre dei quadri sulla strage dei protestanti francesi. 1578. Théodore de Bry, maestro incisore originario di Liegi, inizia il suo lungo pellegrinaggio per l’Europa per sfuggire alle persecuzioni dei protestanti. Da Anversa a Londra a Francoforte, nel periplo che lo porta a incrociare i sentieri di Le Moyne e Dubois in epoche diverse della sua vita, arriverà a scoprire l’America attraverso le parole di denuncia dei pochi spagnoli che hanno avuto il coraggio di condannare lo sterminio perpetrato in nome dell’oro e della religione. Grazie alla sua serie di incisioni dedicate ai viaggi oltreoceano e al massacro di San Bartolomeo, le tavole di Jacques Le Moyne e di François Dubois e le due grandi stragi che le hanno ispirate entreranno per sempre nella storia.


In libreria per Neri Pozza un romanzo-reportage del giornalista palestinese Sayed Kashua:


Ultimi dispacci di vita palestinese in Israele di Sayed Kashua - Neri Pozza, Bloom - 304 pagine, 20.00 €
In uscita il 2 marzo

Qualche tempo fa Ha’aretz, il quotidiano progressista israeliano, ha affidato una rubrica a Sayed Kashua, l’autore di Due in uno e di Arabi danzanti, lasciandogli piena libertà nella scelta dei temi trattati. Grazie a un irresistibile connubio tra gli aspetti piú intimi e personali della vita dell’autore e la situazione storica e politica di Israele, la rubrica è diventata in breve un appuntamento imperdibile per i lettori di Ha’aretz. Kashua ne ha raccolto in volume gli scritti più significativi, creando una delle sue opere più riuscite. Il libro è la fotografia tenera, caotica e personalissima della vita di uno scrittore eccentrico: un palestinese nato e cresciuto in Israele, un arabo che scrive in ebraico, un Charles Bukowsky in versione mediorentale, che non esita, in pagine di incontenibile umorismo, a svelare i segreti della sua stessa esistenza privata, innanzi tutto l’intenso e agitato rapporto con una moglie che lo ritiene un bugiardo incallito inguaribilmente attaccato alla bottiglia.


Per Iperborea il pluripremiato romanzo di Kjell Westö:


Miraggio 1938 di Kjell Westö - Iperborea - 520 pagine, 19.50 €
In uscita il 30 marzo

1938. Le politiche espansionistiche di Hitler stanno generando rabbia e ammirazione in tutt’Europa, e non da meno nel «circolo del mercoledì» di Helsinki, formato da un gruppo di amici della comunità di svedesi di Finlandia, vecchi compagni dell’avvocato Claes Thune, che si incontrano, chiacchierano, bevono e discutono ogni mercoledì sera dopo il lavoro. Da qualche tempo l’instabilità politica sta avendo un grosso effetto sulla coesione del circolo: gli amici sono spaccati tra liberali e conservatori, e come nella società e nella politica globale le posizioni diventano sempre più inconciliabili. A confrontarsi sono concezioni dell’uomo, della democrazia, del ruolo della Finlandia sullo scacchiere mondiale radicalmente opposte a cui si aggiunge la valutazione sui valori e le politiche portate avanti dalla Germania nazista. Tutto è in bilico, la minaccia è nell’aria. La crescente ansietà sociale va di pari passo con il caos della vita privata di Claes Thune: tornato a casa dopo anni da diplomatico in Russia e a Stoccolma, abbandonato dalla moglie per un amico, è titolare di uno studio di avvocati che gestisce senza grande entusiasmo. Fortunatamente ha l’aiuto della sua nuova segretaria, stenografa eccezionale, Matilda Wiik. Dietro al suo aspetto impeccabile, metodico e riservato, anche Matilda è una donna tormentata e un giorno tutti gli orribili ricordi della Guerra civile finlandese riemergono dal passato, quando durante uno degli incontri del circolo del mercoledì riconosce una voce, inconfondibile, che la riporta indietro di vent’anni, in un altro tempo oscuro, impossibile da dimenticare. Come confrontarsi con il dolore e con le cicatrici del passato? Come vendicare quel che è successo? Con una scrittura elegante e un tocco quasi da romanzo noir d’altri tempi Kjell Westö tesse una trama precisa e incalzante, dove i colpi di scena lasciano il posto alle riflessioni sulla storia e sulla politica, ma la tensione è tenuta alta da un meccanismo narrativo perfetto e implacabile. Il narratore ha un piano, freddo e scientifico, come quello della signora Wiik…


E concludiamo con il nuovo giallo di Alafair Burke, già autore dell'apprezzato La ragazza nel parco, pubblicato da Piemme:


Una perfetta sconosciuta di Alafair Burke - Piemme - 380 pagine, 18.50 €
In uscita il 14 marzo

Immagina che la polizia arrivi a casa tua e ti mostri una foto in cui tu - con i capelli di quel tuo rosso inconfondibile, il tuo cappotto blu - stai baciando un uomo. Peccato che quell'uomo sia stato trovato morto trentuno ore prima, e tu non ricordi di averlo mai baciato. Anzi, lo conoscevi appena. Era il tuo nuovo capo, l'uomo che ti aveva dato in gestione la galleria per conto di un misterioso proprietario. Il lavoro dei tuoi sogni: ti era sembrato troppo facile, troppo bello per essere vero. Eppure tutto era andato liscio, la galleria esisteva davvero, avevi firmato un contratto regolare. Adesso, però, guardando quella foto capisci che non c'era niente di regolare. Niente di facile. Perché là fuori qualcuno sta cercando di incastrarti, anche se non riesci a immaginare il motivo. Qualcuno che sa molte cose di te. E che forse ti è molto vicino... In questo thriller in cui nulla è come sembra, Alice Humphrey vede crollare intorno a sé, come un castello di carte, ogni certezza. Compresa quella più importante: la sua stessa innocenza.

27 febbraio 2017

I colori dopo il bianco - Nicola Lecca

Staccarsi dal passato farà male? Silke ancora non lo sa, ma è stanca di Innsbruck: una città gelida e perfetta in cui il destino, ostaggio dell'abitudine, domato dalla disciplina e ammansito dalla ricchezza, se ne sta quasi sempre in letargo. Per vivere a pieno sceglie Marsiglia. Ha voglia di novità, di mare e di colori, e non importa se tutto questo comporterà mille sfide: Silke è finalmente pronta ad affrontarle. Ragazza, ma non ancora donna, rinuncerà al benessere della sua vita privilegiata per trasferirsi in un micro appartamento vicino al porto, lasciandosi alle spalle lo sfarzo della villa di famiglia e il soffocante controllo di genitori ossessionati dalle regole, ancorati alle tradizioni e devoti al culto della reputazione più che all'amore o alla verità. Fin dal primo istante, Marsiglia coinvolgerà Silke nel suo alveare di esistenze complicate, curandola dalla solitudine e accogliendola con una moltitudine che turba e spaventa, rallegra e commuove. Se a Innsbruck il tempo pareva sospeso in un'illusione asettica e le giornate si susseguivano con la grazia innaturale del nuoto sincronizzato, a Marsiglia tutto scorre, governato da un'imprevedibilità che mette a dura prova ma offre, in cambio, vivacità e calore umano. Come accade con Murielle: una vicina di casa chiacchierona che, armata di torte e di prelibatezze africane, aiuterà Silke ad abbandonare la sua riservatezza per unirsi al flusso della città e imparare il valore dell'accoglienza, l'importanza dell'ascolto e l'arte di non prendersi troppo sul serio. Nel fitto reticolato delle stradine marsigliesi, Silke si incontrerà col mondo e si renderà conto che ogni labirinto può trasformarsi in un gioco: un rompicapo da risolvere per dimostrare di essere all'altezza della vita. E quando incontrerà la vecchia gattara di rue de la Palud e il giovane Didier – ladro, atleta e mangiatore di fuoco –, si accorgerà che il destino, capace di togliere tanto, è spesso pronto a dare: proprio quando meno ce lo aspettiamo. Con una scrittura semplice ma elegante, Nicola Lecca realizza l'indimenticabile affresco di una Marsiglia travolgente: e, con uno sguardo pieno d'amore per la vita, rende eterna l'ostinata ricerca di una ragazza desiderosa di un destino che finalmente le assomigli.

Recensione

Torna nelle librerie lo scrittore nomade Nicola Lecca, e anche questa volta ci regala la storia di un viaggio, metafora prediletta per quella successione di contrasti e contraddizioni che altro non è che la vita stessa. Nella confezione di un piccolo romanzo di formazione, seguiamo la storia di Silke, dalla fredda e austera Innsbruck alla calda e caotica Marsiglia: dalla monotonia desolante del bianco al caos dei colori.

Il titolo, in effetti, non lascia molto all'immaginazione: un invito fortemente sensoriale, carico di contrasti visivi, che apre la porta a un frammento di vita colto in uno dei momenti più critici e tutto votato al superamento dei contrasti: passato contro presente, ordine contro caos, l'ordinario contro il diverso. Proprio in tali termini si presenta la sfida alla protagonista, Silke; è la vita che te lo chiede, prendila di petto, o non crescerai mai, non cambierai mai. Così, seguiamo Silke mentre lascia la terra natia, dalle forti connotazioni paterne (ecco: più che una terra "madre", come spesso si scorge nell'immaginario collettivo, quella originaria di Silke è una terra paterna, austera, autoritaria), e si tuffa nell'avventura offerta da Marsiglia.

Se il romanzo comincia dunque con un nuovo inizio, poco a poco il passato torna a far capolino nella vita di Silke; i motivi del suo allontanamento da Innsbruck e il desiderio di ricominciare da capo vengono così affrontati poco a poco, tra flashback e brevi focus sulla famiglia della protagonista, come in una trama secondaria che si snoda lungo l'intero romanzo e che fa da contraltare alla ricerca della felicità riposta nel nuovo, nel diverso, cioè in Marsiglia.

Marsiglia, dunque. Il primo impatto è ancora sensoriale; è una dimensione fortemente presente, la corporeità, tutto passa attraverso i sensi. Olfatto, vista e gusto, soprattutto: Marsiglia è un crogiolo di odori diversi, scintilla nel caleidoscopio delle spezie brillanti, dei mercati ortofrutticoli, e ha il sapore pieno e deciso dei suoi croissant, dei suoi caffè e anche dei dolcetti tunisini. L'esotismo però non è soltanto una privilegiata lente attraverso la quale rendere l'esperienza straniante della protagonista, non a caso i personaggi con cui Silke entra in contatto sono francesi d'adozione, dalla vicina Murielle, venduta dal padre ai trafficanti di prostitute, al figlio di quest'ultima, Didier, ladruncolo novello Robin Hood che sogna le Olimpiadi, quasi a ricordare qual è il volto molteplice e variopinto della Francia odierna, oltre l'intolleranza e il terrorismo; e ancora, non è un caso che nell'accoglienza inaspettata, a tratti invadente offerta da Murielle, Silke troverà il vero volto vivo di Marsiglia. Certo, è un volto ambivalente: dove ci sono i colori c'è anche il caos, il pericolo. Marsiglia si presenta all'immaginario di Silke come una città in cui le coppiette si scambiano baci tra i vagoni della metropolitana, ma è anche una città di insidie dietro l'angolo, come un motociclista che aspetta l'attimo esatto per scippare la borsa a Silke e farla cadere rovinosamente a terra, con tutto quello che ne consegue. La dura lezione della vita, verrebbe da dire.

Un piccolo romanzo di formazione, dunque, si diceva. Senza dilungarsi eccessivamente sul passato, ma limitandosi a poche preziose pennellate che ottimamente definiscono il quadro della "vita prima di Marsiglia", il romanzo sceglie di soffermarsi unicamente su quei brevi e improvvisi momenti che ti cambiano la vita. Ne è indice la stessa dimensione del romanzo, breve come l'intreccio delle vicende. Si leggerebbe d'un fiato, per poi forse domandarne ancora e rimanere con una sottile sensazione di non piena soddisfazione; io ho preferito allungare la lettura, quasi a sorseggiarlo. Accompagniamo così, sorso dopo sorso, la protagonista fino al momento della scelta, e una volta compiuta è lì che il romanzo chiude la vicenda, laddove invece comincerebbe veramente; ma può bastare. Il resto è un'altra storia.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: I colori dopo il bianco
  • Autore: Nicola Lecca
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2017
  • Collana: Scrittori italiani e stranieri
  • ISBN-13: 9788804673187
  • Pagine: 189
  • Formato - Prezzo: Brossura -18,00 Euro

25 febbraio 2017

Camera n° 15 - Giustina Gnasso

Marta ha deciso di ricominciare tutto da capo dopo la morte del fidanzato. Si è trasferita a Milano e ha trovato lavoro in un piccolo albergo. La sua vita tranquilla viene nuovamente sconvolta quando si presenta alla reception Akira Watanabe, che viene ritrovato cadavere poco dopo nel bagno della sua camera. Inspiegabilmente, i dipendenti dell'albergo iniziano a morire uno dopo l’altro, tutti con le stesse modalità. Marta e il suo collega Marco non credono si tratti solo di una ...


Recensione

I personaggi principali di Camera n°15 sono Marta e Marco, due giovani che, pur non frequentandosi fuori dal lavoro, hanno un rapporto amicale in quanto receptionist nello stesso albergo di Milano, albergo che una volta si vantava di essere un cinque stelle, ma che ora è stato declassato a tre soltanto ed è sull'orlo del fallimento.
Marco, che svolge il turno di notte, è attratto da Marta che lo sostituisce al mattino. Il suo amore rimarrebbe probabilmente platonico, se non si verificassero in albergo una serie di morti a seguito delle quali i due, temendo di poter essere le future vittime, cercano di unire le proprie forze nella speranza di trovare un modo per rimanere un vita.
Marta risente ancora del trauma dovuto dalla scomparsa del suo ragazzo avvenuta alcuni anni prima. Trascura la pulizia della propria abitazione, anche se lo sporco la irrita, ed è divertita dalla presenza di una mosca, l’unico animale che le faccia compagnia e con cui si ritrova a fare colazione. Questo loro rapporto fa venire in mente il romanzo Il vagabondo delle stelle di Jack London, in cui il protagonista, chiuso in isolamento in carcere, ha come unica compagnia le mosche con cui inventa un gioco a cui pare che esse si prestino a partecipare.
Marta, peraltro, è una bella ragazza e ha una dote che probabilmente molte donne le invidierebbero: un’assoluta regolarità intestinale. Non c’è peraltro da stare allegri, perché il bagno è il luogo dove si verifica il maggior numero di tragedie e non solo in questa storia. In bagno non si svolge solo la gran parte dei suicidi, ma è anche il luogo in cui spesso vengono consumati degli omicidi, basti pensare a quello storico di Marat da parte di Charlotte Corday o quello del film Psycho, in cui è famosa la scena in cui Marion (Janet Leigh) viene uccisa durante la doccia da Norman (Anthony Perkins).
Marco ha un unico amico, Hirokichi, un giapponese che parla in dialetto romanesco in quanto nato nella città capitolina e che fa lo chef in un ristorante chiamato Sushi Amore. Sarà la madre di Hirokichi, che in qualità di asiatica risulta avere una mentalità più spirituale rispetto a quella occidentale, a suggerire un rimedio ai fatti tragici che continuano a verificarsi nell'albergo in cui lavorano Marco e Marta.

Oltre a Hirokichi fanno la loro comparsa nel romanzo altri personaggi minori, ma non per questo meno ben caratterizzati, come Angela, la donna che fugge dagli spacciatori che le hanno affidato una partita di droga a cui far attraversare la dogana. Lei la getta nello scarico di un water all'aeroporto, nel timore di venire scoperta al controllo bagagli. Come si può intuire il bagno torna insistentemente in questa storia quale luogo fatidico. Infatti, il bagno risulta essere lo spazio più intimo e riservato dell'abitazione, dove si patiscono spesso delusioni e sofferenze, ma sa essere anche testimone di grandi soddisfazioni, sorvolando sullo specifico che rimane normalmente nella sfera privata.

Teatro degli eventi è Milano, città che l’autrice conosce bene essendovi residente, ma fra tutti i capoluoghi, essendo la capitale finanziaria italiana e come tale anche la più materialista, è probabilmente quella meno indicata per rappresentare il palcoscenico di una storia surreale. Credo che la città italiana più adatta a fare da sfondo ad un racconto fantastico, in quanto ammantata di mistero per la sua conformazione e la sua toponomastica, sia Venezia. Questo non toglie che la storia raccontata da Giustina Gnasso avrebbe potuto essere ambientata in qualsiasi paese.

Ciò premesso, Camera n°15, scritto in terza persona, è un ottimo romanzo. E' scorrevole, intrigante, imprevedibile e, soprattutto, cosa abbastanza rara, ha dialoghi vivaci, mai banali e spesso divertenti. L’horror che vi si respira non è così pauroso da impedire di dormire, ma è difficile smettere di leggere il romanzo una volta iniziato ed è un libro che si presta a essere divorato con estrema velocità, data anche la sua brevità (88 pagine).
I miei più sentiti complimenti all'autrice.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo:Camera n° 15
  • Autore:Giustina Gnasso
  • Editore:Libromania
  • Data di Pubblicazione:novembre 2016
  • ISBN-13:9788899797263
  • Pagine:116
  • Formato - Prezzo:eBook - Euro 1,99

20 febbraio 2017

Figlia di nessuno - Amneris Di Cesare

Mi chiamo Nivea Maria Gonçalves Mello Branco. Tanti cognomi per indicarne uno solo, vero e stampato a fuoco sulla mia carne: figlia di nessuno. Mia madre proveniva dalla Rocinha, la favela più grande del Sud America, costruita su una collina di fronte all’oceano: non c’è vista panoramica migliore in tutta Rio. Sognava un uomo che la portasse lontano, che le desse una casa dove vivere insieme felici. Perché sonhar não custa nada, e sognare è un errore che non ho mai commesso. Ho conosciuto tanti uomini e non ho permesso a nessuno di umiliarmi. Sono stata amata e ho amato anche io, una volta sola. Amare è l’unico lusso che mi sono concessa. Questa è la mia storia. Mi chiamo Nivea e sono figlia di nessuno.

Recensione

Una premessa è obbligatoria:
Il volume, oltre alla novella principale che dà il titolo all’intera opera, racchiude in un'appendice anche altri testi quali racconti brevi, articoli o stralci di altri romanzi (come Mira dritto al cuore, recensito qualche tempo fa sempre su questi schermi), in qualche modo connessi sempre al Brasile e all’amore dell’autrice stessa per la sua terra natia, che traspare dalle pagine.
Una scelta che se da un lato può sembrare interessante, perché denota la conoscenza sostanziale che l’autrice detiene con l’ambientazione o risultare anche simpatica, se per esempio ci si concentra sul racconto dalle tinte autobiografiche “A Senhora” che ci svela le vicissitudini del nome della Di Cesare, dall’altro però potrebbe rischiare di togliere l’attenzione del lettore dall’intensità della storia principale, sulla quale comunque vogliamo concentrare la recensione di oggi.

Figlia di nessuno è una novella che si basa sul riscatto sociale, affrontato in modo ampio, truce e coinvolgente, ma assolutamente delicato da leggere. Al centro c’è Nivea, una giovane donna delle Favelas, che ha vissuto sin dalla prima infanzia l’orrore di una vita frettolosa, a grandi balzi.
Figlia di una delle donne più belle del morro e cresciuta sola in un ambiente ostile, che pervade il suo ambiente di vita e ne costituisce con un legame invisibile le sue stesse origini, ha visto prima sua sorella morire, e poi la madre divenire un peso, investendo lei dell’ingrato compito di mandare avanti la carretta, con l’unica cosa che sa fare: sfruttare la sua bellezza e ballare.

Il legame materno è uno dei temi centrali della storia, sia per come Nivea è attaccata a sua madre, sino a quando non diventerà orfana, sia perché lei stessa ha modo di sperimentare la forza di un cordone ombelicale teso e poi spezzato, situazione che comunque tormenterà la sua breve ma intensa esistenza sino all’ultimo respiro.
Il legame paterno, invece, è più che altro immaginario: la madre non ha fatto altro che raccontarle di Thiago, il grande uomo passionale con cui ha avuto una breve relazione, ma la stessa Nivea ci propone due situazioni diverse, parlandoci anche di un giovane italiano che potrebbe essere in realtà il suo vero padre e che sarà, a causa dei familiari, il motivo stesso dell’improvviso declino di sua madre. In entrambi si coglie tra le pagine un cumulo di aspettative irrisolte nel rapporto, che per farle detenere l’equilibrio deve mantenersi un affetto sicuramente sentito, ma più che altro immaginato.

Nivea è proprio libera nel suo essere di nessuno, e non si arrende mai. Forse proprio questa sua determinazione, oltre a farla crescere e conoscere il sesso e la prostituzione troppo presto, riesce in qualche modo a salvarla, facendole raggiungere pian piano una sua emancipazione dalla Favela, mettendola in condizioni di poter toccare i fili del potere.
Questo di certo avviene con le relazioni che intesse, portandola prima a esibirsi in locali prestigiosi e poi a diventare la donna di Agenòr, un influente politico che vede nel popolo ai margini una risorsa e sfrutta proprio la sua appartenenza per attrarre la popolazione della Favela, solitamente esclusa dal dialogo sociale, per rappresentare le istanze. E così Nivea, che comunque non rinuncia al potere del suo sangue sensuale, diventa interlocutrice e rappresentante di tutta una nazione, che lotta per affermarsi ed essere presa in considerazione.

Un aspetto di certo prevalente è l’ambientazione della storia: il Brasile, dalle casette di cartone alle sparatorie, al traffico di droga, alla gioia di vivere nonostante una vita di stenti, un ambiente lontano dai noti circuiti turistici ma ben presente nell’immaginario collettivo.
In questo senso aiuta non solo il potere descrittivo dell’autrice, che trasforma le immagini in maniera nitida e immediata, ma agevola l’interlocuzione che sa mischiare la lingua portoghese nei momenti giusti al narrato, rendendo tutto il quadro sinceramente più dinamico.

La scrittura è pulita e curata, con uno stile accattivante, che mai casca in errore, un pregio abbastanza raro di questi tempi. Il racconto esprime la sua visione in prima persona, tutti i personaggi pertanto acquisiscono spessore o sfumano sulla base dell’onda emotiva di Nivea, che idealizza a volte ma più spesso riesce a concretizzare in modo oggettivo l’interlocutore. Poche pennellate ma decise compongono le scene, con la costante presenza dei colori, degli odori e delle sensazioni a essi correlati.

Di sicuro l’esperienza di lettura è positiva: Figlia di nessuno ci parla in modo sintetico eppure puntuale di una dimensione di vita precaria, ma che reca in sé oltre all’orrore degli stenti anche la voglia di cantare la speranza, la rivalsa, il potercela fare.
Un libro di sicuro che merita attenzione, da dedicare a tutti coloro che hanno bisogno a volte di trovare un motivo per andare avanti e quindi di un confronto con un’esperienza, ben lontana da noi, con la quale fare i conti prima di ripartire.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Figlia di nessuno
  • Autore: Amneris Di Cesare
  • Editore: Autopubblicato
  • Data di Pubblicazione: 2016
  • ISBN-13: 9788822861580
  • Pagine: 120
  • Formato - Prezzo: Ebook - € 1,99

18 febbraio 2017

Morte a San Siro - Alessandro Bastasi

«In zona San Siro a Milano una macabra scoperta ha funestato questa mattina il lavoro di Khalid Buhar, macchinista dell’impresa edile Milano Costruzioni, mentre si accingeva a spianare il terreno a ridosso di una vecchia villa, abbattuta per far posto a un nuovo ipermercato di proprietà del magnate svizzero Karl Heimer. Stava operando con la scavatrice quando, dalle macerie, sono improvvisamente venuti alla luce alcuni resti umani». Guido Barbieri, professore di storia in pensione, non ha dubbi: si tratta di Angela Pozzi, scomparsa a 17 anni nel lontano 1965. Una ragazza della quale lui, diciottenne, era follemente innamorato. Ma sembra che la morte di Angela Pozzi interessi solo a lui e di riflesso alla figlia Laura, giornalista di un’emittente televisiva. La magistratura ha infatti gatte da pelare molto più urgenti e pressanti. Sarà però un nuovo inaspettato delitto a richiedere l’intervento deciso di Daniele Ferrazza, un commissario di polizia giudiziaria che nutre per Laura un interesse non soltanto professionale. Il commissario si troverà ad affrontare un caso oscillante tra passato e presente, all’apparenza indecifrabile. Tanto indecifrabile da sfuggire ai canoni classici dei fatti di sangue. La vera protagonista del romanzo è come sempre Milano, con la trasformazione che ha subito, dagli anni Sessanta ad oggi, da città industriale a città di servizi multietnica, dove sono scomparse le latterie, i trani, il fumo delle ciminiere e lo smog delle caldaie a carbone, lasciando il posto ad asettici uffici, al proliferare dei media, al trionfo del digitale. Una mutazione nella quale si specchia il rapporto non facile tra un padre cresciuto sull’onda ideologica di un Novecento che non c’è più e una figlia pragmatica e interamente dedita alla carriera professionale, e nella quale la presenza ingombrante dei media nei casi giudiziari diventa la normalità. “Oggi i processi si fanno in televisione”, commenta uno dei personaggi. Una realtà del nostro tempo che qui trova l’ennesima conferma.

Recensione

Il protagonista di questa storia è un vedovo settantenne di nome Guido Barbieri, professore di storia in pensione, che si improvvisa detective per cercare l’assassino di Angela Pozzi, una ragazza diciassettenne che lui aveva incontrato da studente mezzo secolo prima. L’aveva conosciuta nel 1965 mentre facevano entrambi la fila per acquistare i biglietti per un concerto dei Beatles e per lui si era trattato quasi di amore a prima vista.
I resti della ragazza, che tutti dicevano fuggita di casa per andare a Roma a fare l’attrice, vengono trovati durante la demolizione di una villa già appartenuta ai genitori della vittima. Angela Pozzi era innamorata di un ragazzo di origine meridionale e per questo non ben visto dalla sua famiglia, ma ciò non le impediva di frequentare Guido Barbieri con cui si confrontava sui reciproci gusti musicali e interessi culturali. Cinque anni più tardi, nel 1970, Lucio Battisti avrebbe cantato Mi ritorni in mente bella come sei, forse ancor di più… parole che ben si adattano allo stato d’animo del professore in pensione, a meno che non si preferiscano i versi tratti dalla poesia Cocotte di Gozzano:

Il mio sogno è nutrito d'abbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono state...
Dato che la polizia appare poco interessata a impiegare uomini e mezzi per la risoluzione di un caso di cinquanta anni prima, Guido Barbieri prende la scusa con se stesso di aiutare la figlia trentacinquenne, giornalista di una rete TV privata, a fare uno scoop sulla morte di Angela Pozzi, e inizia a svolgere le indagini su coloro che erano al tempo a contatto con la vittima.
Guido Barbieri, già autore di un libro su Filippo Buonarroti, sta ora scrivendo un saggio sull’evoluzione di Milano dal dopoguerra ai giorni nostri e, con la scusa di approfondire la sua ricerca, riesce ad ottenere un intervista con l’erede della famiglia Pozzi, Pierluigi, fratello della vittima e affermato architetto, nonché a prendere contatto con l'impresa che aveva svolto i lavori di costruzione della villa dov’era stato rinvenuto il corpo di Angela Pozzi.
Sarà solo quando si verificherà un altro omicidio, ritenuto collegato a quello di Angela Pozzi, che le forze dell’ordine si interesseranno fattivamente ai due delitti.

L’autore, Alessandro Bastasi, in una nota a fine romanzo, dice di aver trovato lo spunto per Morte a San Siro nella vicenda della sedicenne Elisa Claps, il cui corpo fu ritrovato a Potenza nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità diciassette anni dopo il suo omicidio. Pur presentando qualche analogia, l’intreccio ideato da Bastasi si discosta notevolmente da quella vicenda, ma non si vuole approfondire ulteriormente il paragone per non anticipare fatti significativi per il lettore.

Oltre alla buona caratterizzazione del protagonista, ben delineate risultano anche le figure degli altri personaggi, quali tessere del mosaico psicologico che il professor Barbieri deve comporre per trovare l’assassino di Angela Pozzi. La soluzione avviene quasi inaspettata ed è volta a sorprendere il lettore.

Morte a San Siro è un ottimo romanzo giallo, scorrevole e con un buon intreccio, scritto con linguaggio asciutto che ben si confà al genere, nonché con l’inserimento di qualche citazione culturale che conferisce al testo una nota intellettuale.
Non mi pare, peraltro, che la protagonista di questa storia possa essere considerata la città di Milano, che rimane solo sullo sfondo come palcoscenico degli eventi. I veri protagonisti sono a mio avviso il professor Barbieri e il suo rimpianto per la vita spezzata di una ragazza bella e intelligente. È questo rimpianto a infondere al romanzo la caratteristica atmosfera malinconica per le cose che potevano essere e che il destino non ha permesso si realizzassero.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Morte a San Siro. Milano, il mistero di villa Pozzi
  • Autore: Alessandro Bastasi
  • Editore: Fratelli Frilli 
  • Data di Pubblicazione: 2017
  • Collana: I tascabili
  • ISBN-13: 9788869431722
  • Pagine: 283
  • Formato - Prezzo: Rilegato con copertina - Euro 12,90

16 febbraio 2017

Verso Nord - Willy Vlautin

Che differenza c'è tra ascoltare 45 ballate country, e leggere un libro che ne racconta in prosa la trama? Se l'autore è Willy Vlautin, verrebbe da dire, forse solo la modalità di ascolto. Eppure il risultato materializzato in questo "Verso nord" non è un concept album né tantomeno una croonerata baggiana sulle note lancinanti di una pedal steel, ma piuttosto un romanzo nella più autentica (e grande) tradizione americana. Ventidue anni, cameriera nei locali di una città buona-per-i-ricchi, Allison Johnson è l'anima persa con gli occhi blu protagonista del secondo romanzo di Vlautin: figlia alcolizzata di una madre alcolizzata, con una sorella sedicenne che ha tutta l'aria di voler continuare la dinastia, un padre assente e un fidanzato cocainomane e violento, quando la sua situazione diventa troppo pesante si mette in viaggio, squattrinata e sola, lasciandosi tutto quello che può alle spalle (e quello che non può in pancia). E alla fine lascia noi, Allison, di fronte a uno spettacolo emblematico, la demolizione controllata di alcuni vecchi edifici, che sembra voler ricordare che quaggiù tutto cambia, e in compagnia di colui che potrebbe rendere finalmente più bello il cammino.

Recensione

La vita di Allison non è assolutamente facile: suo padre se n’è andato di casa da molti anni, sua madre è alcolista e anche lei e sua sorella di soli sedici anni sono sulla buona strada, ma soprattutto Allison è una donna che ha difficoltà nel portare avanti da sola la propria esistenza, nel fare delle scelte consapevoli: ha interrotto gli studi senza nemmeno diplomarsi, ripiegando su dei lavori nei locali per andare avanti, sta insieme a Jimmy, un ragazzo tossico, violento e razzista che abusa di lei dal profilo psicologico e da cui si sente dipendente.
Allison a tutto questo, almeno apparentemente, non reagisce, risultando spenta e incapace di scegliere, ancor più di ribellarsi a un destino che vede già segnato, nonostante i suoi soli 22 anni.
Ha problemi di alcolismo che non le facilitano la vita, la sua Las Vegas, nonostante le luci della ribalta per il divertimento e le occasioni mondane, le appare piuttosto una prigione, partendo però dal presupposto della sua periferia, dove immigrazione e delinquenza sembrano voler regolare la vita quotidiana di chiunque.
In tutta la sua fragilità Allison appare una ragazza interrotta, strappata dal reale: la sua unica consolazione è Paul Newman, di cui guarda i film, che la spinge a sognare una realtà alternativa per lei, un attore che nella sua immaginazione a volte, nei momenti di maggiore criticità e introspezione, esce fuori dallo schermo per sostenerla in lunghi dialoghi che lei intrattiene con se stessa.

Di primo acchito, quando ci si interfaccia con i primi capitoli della sua storia, emerge con forza la passività della protagonista, tale da far anche adirare il lettore, perché la donna, pur priva di strumenti, tende a perdersi anche nelle scelte più basilari che le consentirebbero la sopravvivenza.
La narrazione è impregnata del suo essere, rendendo tutto fioco e grigio, quasi spento. Lo stesso strappo o la sua stessa volontà scorre piano, anche nei momenti di maggior concitazione, anche quando scavando scopriamo il suo passato di violenza, sia fisica che verbale e le sue deprivazioni personali.
L’ambientazione stessa risente di questo sentimento decadente, perché filtrato dai suoi occhi, dai suoi gesti. Ciò ci fa capire come, a livello di scrittura, ci sia stata una forte immedesimazione in Allison, una trasformazione che accompagna un po’ tutta l’opera, dove lei galleggia, sospesa tra ciò che sarebbe bene fare e quello che invece è da evitare.

Allison ha il coraggio di andarsene, e riprova a ricostruirsi un’esistenza a Reno, per una pura serie concatenata di eventi fortuiti, ma non sembra che le cose vadano meglio, fintanto che lei continua a ripetere gli stessi identici errori, senza autodeterminarsi mai dal profilo sostanziale.
Nel suo immaginario ritroviamo poi il senso ipotetico del romanzo, che riguarda lei come anche il suo Jimmy (da cui scappa e spera sempre di non essere ritrovata): l’aspirazione a cambiare il proprio futuro, identificato nella metafora del trasferirsi al Nord: dove la vita è più facile, dove si può ricominciare davvero, dove i messicani e gli immigrati non arrivano (secondo quanto ritenuto da Jimmy in uno dei flash back), dove puoi essere quello che sei o chi vuoi.
Una sorta di nuovo sogno americano, modernizzato rispetto alla matrice atavica, ma col substrato di una vita ai margini sociali, dove le reali possibilità scarseggiano, e in cui si diventa semplicemente delle profezie che si auto-concretizzano da sole.
Solo verso il finale la protagonista ci offre dei reali spiragli di cambiamento, decidendo di appoggiarsi a chi non la intimorisce per sentirsi sicura e cercando di svincolarsi dalla dipendenza dell’alcool, scegliendo quindi di accontentarsi nel vivere senza troppe complicazioni, lavorando e costruendo un poco che possa essere comunque suo e di chi imparerà ad amare.

Il secondo romanzo di Vautlin risulta un’opera a mio avviso controversa: da un lato ci narra il dramma e il desiderio di riscatto, affidandolo all’immagine sin troppo stigmatizzata della fragilità che diventa la catena stessa di tutta la storia.
I riferimenti contemporanei sono scarni, atti più che altro a confermare stati d’animo e disagio più che a raccontarci una società intera. La stesura e lo stile scorrono comunque in maniera lineare, a parte la presenza di qualche refuso di battitura lo stile appare concreto e corretto.

Verso Nord è un romanzo che potrebbe aprire molti spiragli di ragionamento, se si avesse la forza di liberarsi del proprio io e si accettasse la voce della protagonista in ogni sua fase di vita, in discesa così come in salita.
È di sicuro un libro dedicato al percorso di una donna in difficoltà: fragile e succube, che ha bisogno di aiuto ma soltanto per potersi sentire autonoma nel suo essere Allison Johnson come persona senziente, che detiene in mano le redini della sua esistenza.
Un’esperienza di lettura che non tutti, se non sono aperti o pronti, possono comprendere sino in fondo.

Giudizio:

+2stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Verso Nord
  • Titolo originale: Northline
  • Autore: Willy Vautlin
  • Traduttore: Alessandro Agus
  • Editore: Quarup
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Badlands
  • ISBN-13:9788895166308
  • Pagine: 190
  • Formato - Prezzo: € 14,90

15 febbraio 2017

Nuova trilogia in arrivo per Philip Pullman

Dopo mesi di speculazioni è arrivata la conferma: Philip Pullman, acclamato autore della saga fantasy Queste oscure materie, torna in libreria con una nuova serie intitolata The Book of Dust, un'opera ormai in lavorazione da diversi anni e della cui pubblicazione si era parlato già nell'ormai lontano 2012.
Si tratta di un'opera in tre volumi che ci riporterà nuovamente nel mondo di Lyra e del Magisterium e riuscirà ad essere contemporaneamente prequel e sequel; il primo volume sarà infatti ambientato dieci anni prima degli eventi narrati ne La bussola d'oro, mentre i successivi si collocano dieci anni dopo la conclusione de Il Cannocchiale d'ambra.
Oltre a ritrovare Lyra e i daimon, il nuovo romanzo includerà nuovi protagonisti, tra cui un ragazzino che i più attenti ricorderanno forse di aver già visto in precedenza e che, prevedibilmente, si troverà ad affiancare Lyra in una nuova avventura. Come nei romanzi precedenti, l'autore intende servirsi del fantasy per prendere una posizione precisa contro le istituzioni repressive e autoritarie - ricorderete che molte polemiche accompagnarono Queste oscure materie per le sue non troppo velate critiche alla Chiesa - anche se le informazioni riguardo al contenuto di questa nuova opera sono ancora piuttosto nebulose e verranno man mano integrate nei prossimi mesi, tanto per garantire ai fan l'immancabile suspense.
Per ora quindi una sola certezza: la data di pubblicazione del primo volume che, in lingua originale, uscirà il 19 ottobre 2017, ben 22 anni dopo la pubblicazione de La bussola d'oro e, per chi non intende aspettare la traduzione, è già ordinabile nelle principali librerie online. Buona attesa!

13 febbraio 2017

Urla nel silenzio - Angela Marsons

Cinque persone circondano una fossa vuota. A turno, ognuno di loro è costretto a scavare per dare sepoltura a un cadavere. Ma non è il corpo di un adulto, è troppo piccolo. Una vita innocente è stata sacrificata e un oscuro patto di sangue è stato siglato. E il segreto delle cinque persone sarà sepolto sotto quella terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene uccisa brutalmente: è il primo di una serie di agghiaccianti delitti che stanno insanguinando la regione di Black Country, in Inghilterra. Nel corso delle indagini, ritorneranno alla luce anche i resti del corpicino sepolto tempo prima da quel misterioso gruppo di persone. La detective Kim Stone viene chiamata a indagare per fermare il killer prima che colpisca ancora. Ma per farlo, dovrà confrontarsi con i demoni del proprio passato...

Recensione

In una nota alla fine del libro Urla nel silenzio, l’autrice ringrazia i lettori per aver scelto di leggere il suo romanzo e li prega, nel caso sia loro piaciuto, di scriverne una recensione, nonché di consigliarlo ad amici e parenti. Evidentemente l’invito di Angela Marsons è stato recepito, perché nel 2015 il suo romanzo ha raggiunto anche il vertice nelle classifiche inglesi.

Le vicende raccontate si svolgono in Inghilterra e precisamente nella regione della Black Country, così chiamata, si presume, per le miniere di carbone che vi si trovano e che, a suo tempo, hanno comportato una prosperità alla regione di cui ora è rimasto, però, solo il ricordo.


In questa storia, per trovare l’assassino, occorre scavare nel passato delle vittime che non sono esenti da colpe, essendosi comportate a loro volta, almeno in una occasione, come carnefici, come si evince dal prologo. Le vittime sono accomunate dal fatto che in passato hanno lavorato a vario titolo in un orfanotrofio, abbandonato poi a seguito di un incendio che lo aveva parzialmente distrutto. Da tale orfanotrofio, prima della distruzione, si era verificata la sparizione di alcune ragazze e le autorità, però, non avevano prestato molta attenzione alla loro scomparsa, perché spesso accadeva che, stanche della vita che conducevano nelle tristi stanze dell'istituto, le giovani scegliessero di andarsene ad inseguire il miraggio di una esistenza migliore, anche se questo voleva significare abbracciare quella che viene ritenuta comunemente la professione più antica del mondo.
A capo delle indagini è la detective Kim Stone, che da giovane ha fatto la spola fra orfanotrofio e case famiglia, e ha alle spalle esperienze personali terribili. Chi meglio di lei sarebbe stato in grado di capire la mentalità delle giovani che avevano avuto la disavventura di vivere in un orfanotrofio e di cui si erano perse le tracce? Kim Stone è una trentenne tosta e testarda che non si lascia mettere da parte, neanche quando il suo capo, l’ispettore Woody, sentendola troppo coinvolta, le vorrebbe vietare di occuparsi del caso.

Per quanto l’intreccio della storia sappia essere intrigante, ciò che manca al romanzo è la suspense e, soprattutto, una migliore caratterizzazione dei personaggi. Non basta raccontare le disgrazie strappalacrime della detective incaricata delle indagini per farne una protagonista carismatica. Il fatto che possieda sotto una scorza burbera un cuore d’oro (tanto da vendere il suo bene più prezioso, una motocicletta d’epoca da lei stessa rimessa a nuovo con costanza e dedizione, al fine di aiutare una giovane handicappata), più che commuovere induce al sorriso i lettori smaliziati, quelli, per intendersi, che vantano spanne di pelo sullo stomaco (donne comprese), abituati alle descrizioni dei delitti più turpi e cruenti.
Il fatto poi che l’assassino possa entrare, come neanche Arsenio Lupin era in grado di fare, pressoché indisturbato nelle case delle vittime, nonostante queste siano a conoscenza del pericolo che incombe su di loro, lascia perplesso il lettore, anche quello meno smaliziato, tanto più che l'autrice sembra trovare la cosa del tutto plausibile.

Questo è il primo romanzo di Angela Marsons e si percepisce, nonostante la buona traduzione, che non è ancora riuscita a trovare uno stile proprio. L’autrice sembra essersi interessata maggiormente a creare un intreccio il più possibile originale, tralasciando la caratterizzazione dei personaggi che appaiono piuttosto stereotipati e alquanto artificiosi: troppo buoni i buoni e troppo cattivi i cattivi.
Pertanto Urla nel silenzio si configura a mio giudizio come un thriller complessivamente mediocre, ancorché l'intreccio presenti discreti spunti di originalità.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Urla nel silenzio
  • Titolo originale: Silent Scream
  • Autore: Angela Marsons
  • Traduttore: Angela Ricci
  • Editore: Newton Compton
  • Data di Pubblicazione: gennaio 2016
  • Collana: Nuova Narrativa Compton
  • ISBN-13: 9788854186279
  • Pagine: 375
  • Formato - Prezzo: Rilegato con copertina - Euro 12,00

10 febbraio 2017

Agnelli di Dio - Marele Day

Carla, Margarita e Iphigenia sono le tre suore superstiti di un monastero diroccato, che sorge su una sperduta isola australiana. Abbandonate a loro stesse e senza contatti con il mondo esterno, le tre donne hanno come unica compagnia quella di un gregge di pecore, nelle quali si sarebbero reincarnate le anime delle consorelle defunte. Nel corso degli anni hanno istituito un nuovo calendario liturgico, regolato sulle stagioni e sul sole, e la loro vita scorre secondo un rituale piuttosto anomalo, fatto di preghiere e usanze "pagane", di fiabe, di un contatto mistico con la natura che le circonda. L'arrivo improvviso di un uomo rischia di gettare nel caos questo strano microcosmo. Padre Ignatius è stato inviato dal vescovo con l'intento di indagare su quel monastero rimasto così a lungo isolato (e apparentemente disabitato), ma non gli dispiacerebbe nemmeno l'idea di sfruttare il luogo trasformandolo in un centro turistico di lusso. Quando si accorgeranno dei suoi intenti, le tre sorelle lo faranno prigioniero. La lunga presenza di Ignatius tra loro provocherà in ognuna delle donne una reazione diversa e imprevedibile, risvegliando ricordi piacevoli o dolorosi che parevano sepolti nella memoria, innescando rivalità e dando l'avvio a una vicenda inquietante, sensuale e ricca di humour. Tra suggestioni magiche, slanci di una religiosità primordiale, seduzioni di una natura incontaminta, Agnelli di Dio racconta l'eterna storia del rapporto tra uomini e donne, del contrasto tra il potere istituzionle e ogni tentativo di eluderlo.

Recensione

Un’Australia selvaggia e isolata dovrebbe fare da cornice a una storia complessa e ricca, che racchiude in sé diverse vite tenute insieme dall’invisibile filo del destino.
Ma più che di Australia, in questo romanzo, troviamo il senso selvaggio e di “isolitudine” perché l’ambiente primario in cui si struttura la scena è proprio un isolotto abbandonato, dove sorgono le rovine di un vecchio villaggio di pescatori prima e un antico monastero di suore di clausura più in là.
Un ambiente feroce, che nel corso del tempo si è impossessato di quanto lasciato dall’uomo riprendendosi il suo spazio e trasformando il luogo in modo inaccessibile o quasi. Il verde dei rami e dei rovi, il fango, la presenza delle foche sugli scogli, il mare che come per miracolo, scopriremo a lettura avanzata, si solleva e si dirada per creare un lembo di passaggio di sabbia con il resto del continente, sono tutti elementi forti e presenti all’interno della storia, che hanno un peso enorme sulle vicende.
Una volta entrati dentro questa dimensione, è più facile per il lettore comprendere le dinamiche interattive tra i vari personaggi, e immaginarne la verosimiglianza: ci sono tre suore che si sono adattate a vivere nell’antico convento in rovina, che nel rispetto della clausura non hanno per decenni avuto più contatti con l’esterno e che dedicano le loro giornate alla fede, ai rituali che ricordano e che hanno nel tempo modificato perché nessuno in quel frangente, una volta decostruito il villaggio, si è posto il problema di renderle partecipi delle evoluzioni del tempo.
Suore che allevano pecore le quali, a loro volta, altro non sono che la reincarnazione delle sorelle perdute, che rispettano la legge divina occupandosi della raccolta del cibo, dei sacrifici animali e delle preghiere, cardano la lana con cui intessere i loro vestiti sgangherati. La loro esistenza procede immutabile, sino all’avvento di un agente esterno, rappresentato da Ignazio, braccio destro del vescovo che, convinto di trovare un rudere disabitato, irrompe nelle loro vite con l’intento di riqualificare l’isola a centro turistico di lusso.

In questo aspetto ritroviamo uno dei temi cardine del romanzo: lo scontro tra presente e passato, che assume la forma del conflitto tra moderno e rurale, o anche tra natura e tecnologia. Le tre donne rimangono destabilizzate dall’intromissione, arrivando a compiere un vero e proprio rapimento dell’uomo per comprendere che cosa del mondo di fuori si stia intromettendo nella loro visione della vita.
Margarita, Carla e Iphigenia sono diverse tra loro per storia, età e carattere. Il loro passato singolo riemerge nelle varie fasi del racconto, esplicandoci dei temi tosti, come l’aderenza alla fede, la scoperta del sesso primigenio e il senso di maternità, la violenza domestica e il rifugio.
Tre donne diverse che arrivano al convento per trovare la propria pace o, nel caso di Carla, ci arrivano e basta perché così il fato ha voluto. Nessuna prevale sulle altre a livello ufficiale, per quanto sia Iphigenia che diventa suo malgrado la mente del trio, colei deputata a prendere le decisioni e a risolvere i problemi una volta che comprendono che, nel bene o nel male, l’eremo che vorrebbero salvare, e con esso le loro vite e quelle delle loro sorelle pecore, non può fare i conti con i concetti moderni e gli aggeggi tecnologici che per noi rimangono scontati.
Ma possono tre persone rimanere scollegate dalla realtà e vivere in un’oasi tutta loro, senza interagire con l’esterno? A quanto pare sembrerebbe di sì, visto che Marele Day nel suo romanzo ci presenta proprio questa verità. E la scelta, una volta interrotta la quotidianità, deve attenere al bivio in cui si ritrovano le persone coinvolte: restare oppure andare via.
E, credetemi, in questo senso il finale non è per nulla scontato.
Anche Ignazio subisce un cambiamento nel corso della storia: lotta con il suo istinto sessuale, per portare a buon fine un compito ma alla fine lascia uno spiraglio di adesione alla vita naturalistica delle tre donne, comprendendo di trovarsi di fronte forse un ostacolo ben più grande di quello che aveva valutato.
Non stiamo a svelare ogni singolo passaggio, perché altrimenti rovinerebbe il senso e il piacere di questa lettura a tratti illuminante, in altre parti tragicomica.
Lo stile è netto, immediato, si disperde in descrizioni puntuali degli ambienti e delle scene, ma nel complesso non pesa la lettura, che continua a essere ammaliata dalle vicende e dal loro svolgersi, una pregevole cura del prodotto comunque va messa in risalto, con l’assenza di errori tali, sia dal profilo formale che della concezione di trama, da far apprezzare l’insieme del prodotto.
Agnelli di Dio in sé è una storia molto particolare, che può essere amata oppure lasciare indifferenti, perché accosta diverse tematiche per ottenere una sinergia univoca, lasciando nel mezzo il sentore su ciò che sia bene e ciò che sia il male. Una lettura che si addentra nei temi mistici e religiosi, evidenziandone però la praticità e le differenze, e che ci ricorda comunque l’importanza del rispetto di tutti, a partire dall’autodeterminazione delle persone.
Di sicuro è un libro che, se è ancora reperibile nel mercato, vale la pena di leggersi e gustarsi passo per passo.

Giudizio:

+4stelle+ e mezzo

Dettagli del libro

  • Titolo: Agnelli di Dio
  • Titolo originale: Lambs of God
  • Autore: Marele Day
  • Traduttore: Anna Maria Cossiga e Gabri Passalacqua
  • Editore: Marco Tropea Editore
  • Data di Pubblicazione: 2000
  • Collana: Le Gaggie
  • ISBN-13: 9788843802012
  • Pagine: 320
  • Formato - Prezzo: € 15,49

9 febbraio 2017

La classifica dei libri più venduti dal 23 al 29 gennaio


Cari lettori,
questa settimana la nostra classifica ci riserva davvero poche sorprese. Il podio, in particolare, si conferma quello della scorsa settimana con J.K.Rowling saldamente in testa con Animali fantastici e dove trovarli. Screenplay originale, un libro più per collezionisti che lettori, trattandosi della sceneggiatura del colorato film con Eddie Redmayne, uscito a dicembre nelle sale.
Alle sue spalle ritroviamo instancabile Alessandro D'Avenia con L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita, ormai in classifica da prima di Natale, mentre in terza posizione rimane Il passaggio di Michael Connelly, nuovo thriller con protagonista il detective Harry Bosch che ha esordito due settimane fa nelle librerie e nella nostra classifica.
Appena sotto il podio compare invece Intrigo italiano di Carlo Lucarelli, in netta risalita rispetto alla scorsa settimana con questo nuovo noir ambientato nella Bologna del 1954 dove ritroviamo il commissario DeLuca, qui impegnato a districarsi tra un guazzabugio di morti misteriose mentre opera sotto copertura.
E' italiano anche l'autore che troviamo in quinta posizione: Luca Bianchini, che con Nessuno come noi propone una storia come tante di adolescenti anni '80, la cui semplicità è premiata da una permanenza di quasi due mesi fra i dieci libri più venduti. Dobbiamo quindi arrivare in sesta posizione per trovare un nuovo titolo che, in realtà, non è affatto nuovo: si tratta della riedizione di Fallen, primo capitolo dell'omonima saga parnormal fantasy di Lauren Kate pubblicato originariamente nel 2009 ma ora riedito da Rizzoli in occasione dell'uscita dell'omonimo film, e quindi corredata dalla nuova copertina d'ordinanza che riproduce la locandina del film.
Stabile rispetto alla scorsa settimana è anche La paranza dei bambini di Roberto Saviano, che continua a vendere con successo nonostante le polemiche gratuite scatenate da una certa stampa contro la sua figura. Alle sue spalle il successo più sorprendente di questo 2017 La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco di Andrea Marcolongo e Torto marcio, l'ultimo giallo di Alessandro Robecchi.
Finalmente all'ultimo posto della nostra classifica un'altra novità: Lussuria. Peccati, scandali e tradimenti di una Chiesa fatta di uomini del giornalista Emiliano Fittipaldi, già al centro di accuse e polemiche l'anno scorso dopo che osò pubblicare, sempre per Feltrinelli, Avarizia. Le carte che svelano ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco. Ora torna in libreria con una nuova inchiesta che tocca forse un argomento ancora più scottante ovvero gli scandali sessuali (non sempre legati alla pedofilia) che continuano a coinvolgere prelati di tutti i ranghi e di tutto il mondo e che costringono la Chiesa a imponenti contromisure per mettere a tacere le malefatte dei suoi membri.
Una lettura interessante che probabilmente ritroveremo anche nei nostri prossimi appuntamenti. Per oggi invece ci congediamo, augurandovi come sempre, buone letture!


Il libro più venduto:

Il Magizoologo Newt Scamander arriva a New York con l’intenzione di rimanerci soltanto per una breve sosta. Ma quando la sua valigia magica finisce nelle mani sbagliate e alcuni dei suoi animali fantastici scappano, sono guai per tutti…
Ispirato dal manuale scritto da Newt Scamander e usato dagli studenti di Hogwarts, Animali Fantastici e dove trovarli segna il debutto nella sceneggiatura di J.K. Rowling, autrice dell’amatissima saga di Harry Potter, conosciuta in tutto il mondo: un trionfo della fantasia, un’avventura epica allo stato puro, con un cast di personaggi e creature magiche indimenticabili.
Un libro irrinunciabile sia per chi è già un appassionato del Magico Mondo di J.K. Rowling, sia per chi vuole scoprirlo.


  • Titolo: Animali fantastici e dove trovarli. Screenplay originale
  • Autore: J.K.Rowling
  • Editore: Salani
  • ISBN-13: 9788869189845
  • Pagine: 295
  • Prezzo: 16,90 Euro

  • Le posizioni dalla 2 alla 10:

    2.L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita - Alessandro D'Avenia (Mondadori - euro 19,00)
    3.Il passaggio - Michael Connelly (Piemme - euro 19,90)
    4.Intrigo italiano - Carlo Lucarelli (Einaudi - euro 17,00)
    5.Nessuno come noi - Luca Bianchini (Mondadori - euro 18,00)
    6.Fallen - Lauren Kate (Rizzoli - euro 16,00)
    7.La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco - Andrea Marcolongo (Laterza - euro 15,00)
    8.La paranza dei bambini - Roberto Saviano (Feltrinelli - euro 18,50)
    9.Torto marcio - Alessandro Robecchi (Sellerio - euro 15,00)
    10 Lussuria. Peccati, scandali e tradimenti di una Chiesa fatta di uomini - Emiliano Fittipaldi (Feltrinelli - euro 16,00)

    N.B. Le classifica è tratta dal sito www.wuz.it ed è elaborata dal Servizio Classifiche di Arianna. Il panel di riferimento è di oltre 1500 librerie aderenti al circuito Arianna. 

    8 febbraio 2017

    Ti lascio una canzone. Un festival per il commissario Peppenella - Peppe Lanzetta

    Da una lacrima sul viso... ho capito i tuoi segreti... La frase di un vecchio successo di Bobby Solo, lasciata accanto al corpo della vittima, è solo il primo dei messaggi inviati dal serial killer al tormentato commissario Peppenella. Un assassino che strangola le vittime con un foulard dai colori arcobaleno e firma i suoi crimini con il verso di una vecchia canzone del Festival di Sanremo, ogni volta diversa. Patty Pravo, Massimo Ranieri e Don Backy sono i nuovi incubi dell'investigatore alle prese con un rompicapo che somiglia a un quiz della tv. Riuscirà Peppenella a venirne a capo? Il terzo romanzo del commissario Peppenella. La voce intatta e tagliente di un grandissimo autore per un giallo corale e disperato.

    Recensione

    Siamo arrivati all'appuntamento annuale con il festival della canzone italiana ed è giusto, quindi, che venga segnalato questo romanzo in cui un assassino firma i suoi crimini con i versi di famose canzoni italiane spesso lanciate proprio in occasione del festival di Sanremo. Le strofe della prima canzone che compare nel romanzo sono quelle di Una lacrima sul viso cantata da Bobby Solo e portata al successo a Sanremo nel 1964, ma poi segue Il pullover di Gianni Meccia, quindi Rose Rosse per te di Massimo Ranieri, Fotoromanza di Gianna Nannini, Patty Pravo, Don Backy e via dicendo, per finire con Una rosa blu di Michele Zarrillo.
    A seguire le indagini è il commissario Ugo Peppenella, protagonista di due precedenti romanzi di Peppe Lanzetta. Peppenella è un uomo che ha subito diverse tragedie, la più drammatica delle quali è stata la morte della moglie, e la seconda per gravità quella della reclusione a vita dell’unica figlia. In Ti lascio una canzone scopriamo tuttavia un altro componente della famiglia, Arturo, il fratello di Ugo. Anche Arturo ha problemi familiari ma di genere diverso da quelli di Ugo. I due fratelli, che si erano persi di vista anni prima per reciproche incomprensioni, si scontrano per questioni economiche e sono scintille.
    Aiutanti del commissario sono gli agenti Caputo e Martusciello, che Vittorio Sgarbi definirebbe ignoranti come capre, nonché Saltalamacchia, barese tifoso dell’Inter –e pertanto inviso agli altri colleghi che parteggiano per la squadra partenopea-, petulante nella sua continua e comprensibile richiesta di trasferimento nella città natale, tanto che persino Peppenella non lo aveva in simpatia.

    In realtà Saltalamacchia era un bravo Cristo,che faceva bene il suo lavoro e, siccome anche il commissario si era napoletanizzato sui livelli più bassi, risultava essere un diverso. Uno che voleva fare le cose per bene, cioè come andavano fatte.

    Ugo Peppenella, che cerca di soffocare la depressione derivante dalle sue disgrazie con il cibo e la birra, è un uomo obeso, che trova tuttavia un certo conforto nella propria professione, riuscendo a risolvere spesso le indagini in cui è impegnato, grazie all’intuito di cui sembra averlo fornito madre natura, a parziale compensazione della sua sfortuna. È dotato di grande ironia che lo aiuta a stemperare la melanconia che lo assale quotidianamente di fronte alle ingiustizie della vita.

    Sostanzialmente il romanzo si regge sui rapporti interpersonali di Peppenella e, in particolare, su quelli che ha con i suoi sottoposti, cui cerca di spiegare le problematiche politiche ed economiche che attanagliano il nostro paese. Sotto questo punto di vista l’ironia di Peppe Lanzetta ricorda quella di Giuseppe Marotta in Gli Alunni del sole, dove un ex bidello racconta ad alcuni amici la mitologia classica rapportandola ai fatti quotidiani. Del resto la somiglianza non può stupire, essendo entrambi i due scrittori nativi di Napoli, città da dove provengono alcuni dei più grandi umoristi italiani.
    Le cose non sono cambiate in Italia dopo oltre duemila anni: ai tempi di Roma al popolo si davano panem et circenses, mentre adesso, dice Peppenella con amarezza ai suoi agenti:

    Vi danno il Festival di Sanremo, le partite di pallone il venerdì, sabato, domenica, qualcuna il lunedì, poi il mercoledì c'è la Champions...

    Un romanzo scorrevole, divertente e con quel tanto di ironia da compensare la depressione del protagonista e la melanconia di fondo per l'impossibilità di modificare gli eventi. L’appunto che si può fare alla storia è che la parte inerente alle indagini poliziesche rimane un po’ in sordina a vantaggio di quella umoristico narrativa e il caso non arriva ad una vera soluzione. Ciò fa ritenere che Peppe Lanzetta darà un seguito alla vicenda dove, per il momento, si assiste a un depistaggio che crea non pochi problemi al commissario Peppenella il quale, per scoprire l'artefice di quattro omicidi, cerca di dare un senso alle parole dei ritornelli delle canzoni indicate dall'assassino provando a mescolarle fra loro.

    Giudizio:

    +4stelle+

    Dettagli del libro

    • Titolo: Ti lascio una canzone. Un festival per il commissario Peppenella
    • Autore: Peppe Lanzetta
    • Editore: CentoAutori
    • Data di Pubblicazione: 2016
    • Collana: L'Arcobaleno
    • ISBN-13: 9788868720773
    • Pagine: 288
    • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 13,00

    7 febbraio 2017

    Frammenti lirici greci - a cura di Emiliano Randazzo

    Dal «lieve rogo» d’amore di Saffo alle «soavi melodie» di Stesicoro, dal «sorriso di miele» di cui Alceo sop­porta il peso, all’«amore di fanciullo» descritto da Teocrito: una scelta antologica dei frammenti lirici greci condotta interamente sul tema della “musicalità” del verso poetico, come illustra il traduttore e curatore, il Maestro Emiliano Randazzo, nella sua introduzione. Il lettore potrà godere della piena lettura dei versi grazie alla voce recitante dell’attrice Donatella Allegro.


    Recensione

    Si può dire che una nuova edizione di classici per eccellenza come i lirici greci non è mai un'occasione sprecata. Soprattutto se si cerca di illuminare alcuni aspetti, non da specialisti, di una poesia il cui suono ci giunge da molto lontano, confuso, quasi attraverso un'eco, come la lirica greca. Nell'introduzione Emiliano Randazzo sottolinea il ruolo della componente musicale per una poesia che nasce proprio per uno strumento, la lira, sacra ad Apollo, e che è in realtà musica nella sua più intima essenza linguistica, tra articolazione delle parole e della metrica; ed è altrettanto apprezzabile la possibilità di usufruire di una versione online, una sorta di audiolibro, che restituisce almeno una parte del valore aurale di una serie di frammenti che di solito, anche a scuola, sono condannati a essere letti ma mai ascoltati, come invece erano stati concepiti.

    Detto questo, tenendo conto che - almeno per intuizione - il curatore prova a dare l'occasione di sentire il valore delle opere al di fuori di ogni tentativo di interpretazione e di spiegazione, il che non è poco né scontato, destano tuttavia dei dubbi diversi aspetti del risultato finale. In linea generale, anche se si rispetta la volontà di rendere disponibile i testi lirici al di fuori di ogni mediazione, emerge una discreta difficoltà nel comprendere le scelte sugli autori inseriti nel canone lirico e anche nella scelta dei testi. Perché alcuni e non altri? Sarebbe interessante conoscere le ragioni per cui a Saffo, giustamente, in quanto più nota, sono riservati ampi spazi, mentre per altri autori altrettanto importanti gli spazi sono più ridotti, come nel caso di Alceo, o molti altri sono del tutto assenti, come Solone, Pindaro o Bacchilide.

    Non è questa una critica alla scelta, semmai una curiosità naturale sulle ragioni della stessa. La traduzione, che in mancanza di altre indicazioni si suppone opera del curatore, presenta diversi punti controversi, ma, visto che ogni traduzione, e a maggior ragione nel caso di un testo poetico così complesso come il frammento lirico, costituisce un'opera a se stante - per tutti l'esempio delle traduzioni dei lirici del premio Nobel Salvatore Quasimodo -, più che criticarli sarebbe interessante comprendere le ragioni e i significati delle scelte. In questo senso sarebbero utili delle introduzioni, delle annotazioni o delle sintesi che aiutino il lettore a capire il tipo di relazione che è stato individuato come ponte tra testo di partenza in greco antico, ricco di complesse forme dialettali, e testo d'arrivo in italiano. Ancora la scelta di inserire delle note in coda a tutti i testi ma senza segnalarle all'interno dei singoli frammenti rende meno immediata la funzione esplicativa delle stesse; risulta infine difficile da comprendere anche una certa disomogeneità nella scelta dei criteri di trascrizione del testo greco.

    Di fronte a un compito arduo come quello di rendere accessibile un patrimonio incommensurabile della cultura umana, i lirici greci, che da una parte vengono spesso banalizzati in mille modi - dalla scritta su t-shirt al biglietto nel cioccolatino - e dall'altra rimangono indigesti alla lettura, sia per la natura frammentaria sia per demeriti scolastici, la raccolta che qui viene recensita ha senza dubbio la virtù dell'immediatezza. Sarebbe più apprezzabile se avesse aggiunto il pregio di indicazioni almeno di massima utili a orientarsi fra le scelte tematiche e lessicali, i contenuti e le tipologie testuali più importanti.

    Giudizio:

    +2stelle+

    Dettagli del libro

    • Titolo: Frammenti lirici greci
    • Autore: a cura di Emiliano Randazzo
    • Editore: Bordeaux
    • Data di Pubblicazione: 2015
    • ISBN-13: 9788897236726
    • Pagine: 194
    • Formato - Prezzo: paperback - Euro 12,00

    5 febbraio 2017

    Una nuova alba - Cristina Lattaro

    L'amore è un’onda di rugiada che travolge tutte le barriere Sabina insegna fisica in un istituto superiore. È sola, dopo la fine della convivenza con Giancarlo. Per lei non è stato facile chiudere un rapporto che durava da tempo, dimenticare e ricominciare. Così quando il preside, uomo molto severo, inizia a corteggiarla, lei va in crisi, dibattuta fra il ricordo di un amore passato e la proposta di una nuova avventura amorosa. Forse fin troppo ardita, dato che il preside è impegnato con una ragazza più giovane di Sabina e non ne fa mistero. Eppure per arrivare alla luce bisogna passare nel buio della notte. E tra le tempeste del cuore. Lo sa Marco, un ragazzo che Sabina incontra quando entra nella chiesa di Santa Lucia per ripararsi da un acquazzone. Un incontro casuale, o forse no? Un romanzo ricco di emozioni e sentimenti, profondo ed estremamente sensuale, che vi coinvolgerà fino alla fine.

    Recensione

    Al centro della storia di questo romanzo, dalle chiare tinte rosa ma anche introspettive, ritroviamo Sabina, una bella trentenne dal corpo longilineo e sensuale, ma anche dai tratti dell’animo sensibili, talmente tanto da farla apparire spesso ingenua e insicura.
    Sabina si barcamena nella sua nuova esistenza solitaria, dopo che il suo partner storico, Giancarlo, l’ha lasciata perché, a suo dire, non l’amava più né ritrovava nella loro storia il rifugio di cui aveva bisogno.
    In realtà la nostra protagonista, sin dalle prime pagine, ci confida di essere arrabbiata con lui e riconosce consciamente di non aver mai superato il trauma della loro separazione. Eppure in questa fase, in cui cerca di costruirsi una nuova realtà di vita, si ritrova proiettata in situazioni dal sapore sensuale, in nuovi stimoli che le faranno compiere gesti e scelte che mai avrebbe immaginato di fare.
    Non solo perché prova un’attrazione fisica molto forte per Mario Lumi, il giovane e aitante preside della scuola dove insegna, anche se quest’ultimo è fidanzato con Monica, ma anche per l’incontro inaspettato col misterioso Marco, che in qualche modo tira le corde della sua passione.
    Ma il percorso tra le pagine è ricco di colpi di scena, tanto da stupire continuamente il lettore, sino alla sua conclusione.

    Dal profilo meramente analitico, la storia descritta appare definita con un buon ritmo ma soprattutto con un buon equilibrio tra scena e riflessione: le azioni si svolgono sciolte, suffragate dall’emotività della protagonista che pian piano ragiona su quanto le appare intorno.
    All’interno della trama, forse agevolato dalla prima persona, la personalità di Sabina fuoriesce non schiettezza ed estrema presenza, mentre altri personaggi permangono ancorati alla sua visione del reale, man mano che viene proposta al lettore: Giancarlo, che compare a più riprese, segue una evidenza sempre più pressante, sebbene l’ingenua protagonista non lo colga; la sua amica del cuore Rita funge un po’ da raccordo con la sua coscienza, nel loro poliedrico rapporto fatto prevalentemente di telefonate; il preside invece non emerge quasi per nulla se non nella sua sensualità, anche se nelle parti più intime sembra quasi che rimanga comunque sullo sfondo, permanendo bi-dimensionale rispetto alle vicende, e forse questo rimane un po’ una debolezza delle parti a lui dedicate.
    Di certo il personaggio più curioso rimane Monica, la donna di Mario Lumi, più giovane e trasgressiva di Sabina, che anche con poche ma decise pennellate esce fuori dalle pagine in modo aggressivo e conturbante, risultando sicuramente il personaggio più controverso e apprezzabile dell’intero impianto, oltre a Sabina naturalmente.
    Una buona dose di mistero aleggia su Marco, che ci riserva la sorpresa finale, dal potere di portare finalmente la protagonista coi piedi per terra, pronta ad accettare il destino che le rimaneva intriso addosso sin dall’inizio, ma che lei non voleva vedere.

    Il tutto porta la dimensione di un racconto che porta con sé diversi vissuti e punti di vista, che non sempre riescono a esplicarsi al meglio, condensati in poco spazio, forse per dare un'ulteriore spinta a talune situazioni.

    L’ambientazione, puramente italiana, non prevale all’interno della storia, intesa come socialità e significato culturale.
    L’autrice semmai si è maggiormente soffermata sull’ambientazione fisica, manipolandola con delicatezza nelle descrizioni ambientali che accompagnano non solo l’azione, ma soprattutto l’emozione, mantenendo spesso queste ultime fortemente incatenate alle chiese, i bar o anche le vie innevate e bagnate che Sabina percorre.

    Una nuova alba, scritto in modo intenso e schietto, è di sicuro un romanzo che si ascrive al genere romance moderno: ha in sé caratteristiche sensuali, sentimentali e una buona dose di emotività interna che sa diventare universale con l’immedesimazione.
    Una lettura che di certo può essere apprezzata dagli estimatori del genere ma che ci ricorda, se ancora ce ne fosse bisogno, che a volte i sentimenti sanno costruire percorsi inaspettati, tanto da portarci lontano fino a condurci esattamente al punto di partenza. Un romanzo dedicato al calore delle piccole cose che vanno sempre valutate prima di credere di essersene davvero affrancati.

    Giudizio:

    +3stelle+ (e mezzo)

    Dettagli del libro

    • Titolo: Una nuova alba
    • Autore: Cristina Lattaro
    • Editore: Rizzoli
    • Data di Pubblicazione: 2016
    • Collana: YouFeel
    • ISBN-13: 9788858685488
    • Pagine: 94
    • Formato - Prezzo: € 2,99
     

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