Recensione
Palahniuk riporta in vita la sua creatura più famosa cambiando le carte in tavola: né romanzi né film, il media scelto è quello del graphic novel. Aiutato ai disegni da Cameron Stewart – Sin Tìtulo, Batgirl, Seaguy - e ai colori da Dave Stewart, l'autore riporta così in vita quel grottesco e iper-violento mondo fatto di scazzottate, complotti e frasi a effetto sulla sulla borghesia dal ventre molle.
In Fight Club 2 - edito dalla Bao Publishing in Italia – Palahniuk ci racconta cos'è successo a Tyler Durden e al suo alter ego che finalmente ha un nome: Sebastian. Quest'ultimo è incastrato nella classica routine famigliare occidentale con Marla Singer. Casa, lavoro e figlio, così fino al resto dei suoi giorni cercando di tenere a bada Tyler con massicce dosi di pillole varie. Marla però, alla ricerca di quella vita al limite che aveva un tempo, inizierà a sostituire i medicinali per far tornare in vita Tyler.
Da queste semplici premesse parte il seguito di Fight Club. Qui, però, di scazzottate liberatorie ce ne sono poche: il club è oramai un'organizzazione mondiale capace di rovesciare governi nazionali come calzini al minimo cenno di Tyler Durden, perno e anima malata di un'umanità repressa. Lui è l'alter ego di tutti noi, dei protagonisti come dell'autore e del lettore; lui è sempre esistito e sopravvive come una malattia attraverso le generazioni; lui ha scelto Sebastian per attuare il suo piano.
Palanhiuk ha forse ceduto ai fan e alla moda del remake/seguito con quest'opera di cui non c'era una reale esigenza, tanto che in più punti ricorre all'escamotage del deus ex machina immolandosi per salvare i protagonisti quando la trama si arena, in un corto circuito metanarrativo che funziona solo grazie alle capacità di Cameron Stewart. Questi è molto più che un disegnatore: è un'ancora di salvezza per l'autore, che grazie alla componente grafica – accattivante e perfetta per la storia che richiama molto le serie migliori della Vertigo - può così usare se stesso disimpegnandosi dal ruolo del creatore che può solo creare a cui il media del romanzo l'avrebbe costretto.
Fight Club 2 dà l'impressione di essere più un'opera di un ottimo Stewart che di un Palahniuk svogliato o al massimo tentennante che solo a tratti tira fuori quella potenza di idee visionarie ed eccessive per cui è famoso, come nell'appendice con il finale alternativo al primo “Fight Club”. L'edizione cartonata della Bao è di gran qualità, perfetta per il mercato italiano anche se il prezzo di venticinque euro potrebbe scoraggiare i lettori casuali solo incuriositi dal nome in copertina.
In definitiva, “Fight Club 2” è figlio dei tempi che corrono. Non c'è niente di particolarmente innovativo, ma la storia funziona grazie ai trucchi narrativi ruffiani e alle ottime trovate visive. Insomma, i fan di Palahniuk lo troveranno soddisfacente, i detrattori non cambieranno affatto idea sull'autore e gli appassionati di fumetti indie americani cercheranno di recuperare tutte le opere di Cameron Stewart.
Giudizio:
+3stelle+
Dettagli del libro
- Titolo: Fight Club 2
- Titolo originale: Fight Club 2
- Autore: Chuck Palahniuk, Cameron Stewart
- Traduttore: Foschini M.
- Editore: Bao Publishing
- Data di Pubblicazione: 2016
- ISBN-13: 9788865437162
- Pagine: 272
- Formato - Prezzo: Illustrato, rilegato - 25,00 Euro
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