Com’è nato l’universo e per quale motivo?
E perché il male e il bene sono stati creati insieme?
Vidal diceva sempre che avrebbe tanto voluto leggere un romanzo in cui Socrate, Buddha e Confucio comparissero insieme; poiché un libro del genere non esisteva, ha dovuto scriverlo lui stesso.
L’eroe narratore è Ciro Spitama, nipote del profeta Zoroastro, fondatore dello zoroastrismo. Cresciuto alla corte di Persia, apprende l’arte della guerra insieme al suo amico Serse, futuro sovrano dell’impero che si estende dall’India al Mediterraneo. In cerca della ricchezza e di vie commerciali per il Gran Re, Ciro incontra il Buddha in India, all’ombra di un boschetto; Confucio in riva a un fiume, nel Catai; e, ad Atene, Socrate, quand’è ancora un giovane carpentiere, venuto a riparare il muro della casa dove il narratore trascorre i suoi ultimi giorni. Lo stesso interrogativo ricorre in tutti i paesi visitati da Ciro: come fu creato l’universo, e perché? E perché, insieme al bene, fu creato anche il male? Creazione è un affresco del mondo antico straordinariamente dettagliato ed efficace.
Recensione
Non sarà proprio rispettoso di una certa etichetta del recensore cominciare una recensione ripercorrendo la storia editoriale di un romanzo, ma in questo caso la dovuta premessa, vi assicurò, avrà il gusto di un piacevole antipasto in attesa della portata principale.
Tutto inizia dalle esigenze del Gore Vidal lettore, piuttosto che scrittore: il che, almeno a mio avviso, segna già un punto a favore. In un paese, quale l'Italia (ma in larga compagnia), in cui tutti si sentono scrittori senza mai esser stati lettori, l'esperienza d Gore Vidal ha una sua certa valenza. L'autore, che tra i suoi variopinti gusti annovera anche la passione per il mondo antico, confessò di aver sempre voluto leggere un romanzo con Zoroastro, Buddha e Confucio: tre personaggi che tendiamo a credere distanti nel tempo e nello spazio, per non parlare poi del profilo ideologico. Eppure ci dimentichiamo che questi tre personaggi erano stati contemporanei, e avevano vissuto in un'ampia fascia del pianeta che brulicante di civiltà e di contatti interculturali, oltre che commerciali, molto più di quanto tendiamo a immaginare. Poiché, disse Vidal, un simile romanzo sembrava non esistere, dovette scriverlo lui stesso in prima persona. Nacque così Creazione: un romanzo già abbastanza immenso nelle sue prime edizioni, che incastonava nell'arco della vita di un solo uomo, il protagonista Ciro Spatama, tre civiltà, tre filosofie e visioni religiose e tre grandi personaggi. Come accade spesso, il romanzo finito, edito e stampato non coincide con la prima bozza: vent'anni dopo Vidal riuscirà a rieditare il romanzo, ripristinando in lunghezza la bozza originaria, che includeva una lunga sezione preliminare dedicata alla giovinezza di Ciro Spatama. Non dico che il romanzo, senza quella parte, era tutt'altra cosa, ma quasi. Tutta questa storia rende comunque l'idea del grande affresco che l'autore voleva realizzare. Il risultato? Per non sbagliare, mi affido alle ben pesate parole di Anthony Burgess: "un'ispirata reinvenzione del nostro passato remoto".
La ricchezza dei dettagli della ricostruzione storica non deve ingannarci: è un romanzo storico, sì, ma pur sempre un romanzo. Un romanzo nato dal desiderio innanzitutto di un lettore, che voleva veder realizzato qualcosa che non c'era. Il che non significa che dobbiamo prendere con le pinze tutto quanto detto, ma accettare, con autentica fede del lettore, la finzione offerta dall'autore. A qualcuno sembrerà banale, ma è sempre bene ricordarlo: io, almeno, l'ho ricordato spesso a me stesso, possedendo certe deformazioni professionali tipiche dello storico. Interrogarsi sulle fonti utilizzate eventualmente da Vidal ha poco senso, così come soffermarsi sugli anacronismi palesi e talvolta voluti (alcuni, per lo più legati alla scelta dei nomi di luoghi, sono manifestati e giustificati dall'autore all'inizio del romanzo). Ciò che in effetti riesce magistralmente a Vidal è la creazione di un romanzo perfettamente verosimile. Chi lo sa se Confucio aveva avuto modo di conoscere Zoroastro, ciò che importa è che nel romanzo tutto sembra perfettamente plausibile. Giocare sul filo del verosimile è difficilissimo, e Vidal si dimostra un maestro immenso.
Tralasciando inevitabili precisazioni legate alla componente storica del romanzo, ciò che si realizza in Creazione è, come detto, un immenso affresco del mondo antico, visto e filtrato dal protagonista, Ciro Spatama, nipote di Zoroastro, amico di tutta una vita del Gran Re persiano Serse, ambasciatore dell'impero: e va bene che Ciro è un osservatore privilegiato, grazie alla sua occupazione particolare, ma quant'è immenso il mondo che vediamo attraverso i suoi occhi! Ciro Spatama è in effetti la chiave di volta dell'intera architettura del romanzo: tutto passa dai suoi occhi, tutto sembra ruotare attorno a lui, anche se in realtà è un osservatore passivo degli eventi, ed è sempre lui a fare da raccordo tra le grandi tematiche del romanzo. Pur essendo costretto, per così dire, a fare della sua vita una continua opera di diffusione e conversione alla parola di Zoroastro, Ciro è caratterizzato da una spaventosa apertura di mentalità, da una innata curiosità intellettiva, che lo spinge continuamente a inseguire interrogativi, confutare risposte, confrontarsi con le miriadi di dottrine filosofiche e religiose che si affollano in quell'ampio fazzoletto di terra che va dalla Grecia all'Estremo Oriente. La Creazione, soprattutto, è la sua vera ossessione: la ricerca del "perché ultimo", oggetto proibito delle filosofie. E se, in quanto seguace di Zoroastro, si affida alla fede verso l'unico Saggio Signore, non riesce comunque a mettere a tacere la sua curiosità: dalle variopinte cosmogonie dell'antica Grecia, fantasiose quanto la sua mitologia, al nichilismo buddhista, Ciro le prova tutte, ma non sembra trovare nessuna risposta al suo interrogativo. Nondimeno, cerca di capire, approfondisce, confronta e confuta, condividendo con noi lettori il suo percorso filosofico ed esistenziale.
La maestosità dello scenario, la profondità delle tematiche affrontate e, lo si immagina facilmente, l'impressionante galleria di personaggi secondari coinvolti potrebbe affaticare la lettura. Si tratta pur sempre di un romanzo di settecento pagine. Ma non è così. Anche in questo Vidal si mostra un maestro: il romanzo è tanto profondo e denso, quanto leggero e piacevole nella sua lettura. Ciro Spatama è un narratore spassoso quando c'è bisogno che lo sia: basta l'irreverenza del suo sarcasmo ai danni dei greci, manifestato all'inizio del romanzo (quasi una captatio benevolentiae che strizza l'occhio al lettore). Quello che dice di Socrate farebbe inorridire molti miei colleghi docenti di filosofia... ma nel mio caso, ha subito conqusitato la mia simpatia.
C'era, insomma, il rischio di un colossale pasticcio: Vidal gioca con tre, quattro civiltà, percorre miglia e miglia di strade e cammini, mette insieme pettegolezzi di palazzo, cronache militari, riti religiosi (talvolta macabri, altre volte particolarmente osceni) e discussioni filosofiche. Ma lo fa, lo ripeto, magistralmente. Riesce a inserire tutto questo materiale narrativo nella durata di una sola vita umana, quello del suo protagonista. Diverte, intrattiene, informa, ma soprattutto fa riflettere. Alla fine di tutto il viaggio, davanti a tutte le domande rimaste senza risposte, rimane una sola certezza: che la domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto (cit.) è vecchia tanto quanto l'uomo. E cerca ancora una risposta.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Creazione
- Titolo originale: Creation
- Autore: Gore Vidal
- Traduttore: Stefano Tummolini
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: 2016
- Collana: Le strade
- ISBN-13: 9788876259999
- Pagine: 720
- Formato - Prezzo: Brossura - 18,00 Euro
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