16 luglio 2016

Sangue del suo sangue - Gaja Cenciarelli

Fin da piccola Margherita è sempre stata terrorizzata dal padre, il generale dei Carabinieri Rodolfo Scarabosio, che le impone una ferrea disciplina. Ma anche dopo l’assassinio di lui per mano delle BR, la sua vita è una successione di divieti, fino a quando Pierfrancesco – un giovane opportunista da cui si crede amata – la convince a trasferirsi a Roma per diventare presidentessa del Comitato per il Sostegno ai Famigliari delle Vittime delle BR, fiore all’occhiello della campagna elettorale di Bruno Chialastri, imprenditore al servizio dei potenti e suo capo. Ciò che Margherita non sa è che la segretaria di Chialastri è l’infiltrata di un gruppo armato che s’ispira alle BR e che vuole ucciderlo proprio la mattina delle elezioni del 2006. Un romanzo che rovescia i luoghi comuni sul terrorismo, attraverso gli occhi ingenui e impietosi di una sua presunta vittima.

Recensione

A voler essere disincantati, il romanzo di Gaja Cenciarelli potrebbe apparire sin dalle prime pagine un agglomerato di personaggi improbabili la cui passività reattiva e la gestualità improvvisa potrebbero far storcere il naso. Ma bisogna scavare, e solo di poco, per arrivare a capire Margherita e il suo dramma, che perdura da anni, che acquisisce assonanze lievi, capaci di toccare comunque l’animo anche dei lettori più esigenti e coriacei.
Uno scenario politico abbastanza recente fa da contorno a un’Italia moderna, dove le storie passate si intersecano in modo viscerale a un presente dove la protagonista sembra quasi anacronistica, interrotta. Margherita è figlia di un generale dei carabinieri barbaramente ucciso nel 1986 dalle Brigate Rosse, e quello che può sembrare il suo dramma per lei, donna fragile e inconsapevole di sé, in realtà si afferma come liberazione, per quanto effimera, in un sistema familiare violento e sbagliato dove il fratello Massimo, unico maschio rimasto, diviene il nuovo carnefice rispondendo a un bisogno impellente di avere l’approvazione di un padre morto, da cui sarebbe stato disprezzato e che non è mai riuscito ad amare sul serio.
Torino nel febbraio 2006, e poi Roma nelle settimane immediatamente successive, costituiscono le scenografie della storia dell’oggi di Margherita, che per una serie di situazioni fortuite riesce a scappare dalla sua routine, grazie all’invito di Pierfrancesco, suo primo amore nei tempi del liceo che di fatto non conosce, ma che impersona quella molla che scatta e le restituisce il primo coraggio di scappare dal suo inferno diventato abitudine, che ha affrontato sino ad allora con stoica rassegnazione, ma la sua innocenza diventa la sua nuova condanna, ritrovandosi nelle mani di un imprenditore politico senza scrupoli, Bruno Chialastri, che intende usarla per accaparrarsi voti facendo leva sul nascente comitato dei familiari delle vittime delle BR durante le elezioni. Ma il pericolo della città eterna rimarrà sempre in agguato, non solo perché degli attivisti hanno intenzione di fermare la campagna elettorale di Chialastri, ma anche per la pazzia di Massimo, che si metterà alla sua ricerca con l’unico obiettivo di riportarla indietro. E ancora nel romanzo compare Milla, una donna che si trova a stretto contatto con la protagonista con diffidenza e nel contempo riverenza, perché non capisce i meccanismi interni. Ma chi potrebbe farlo, in fondo.

Sangue del suo sangue è un intrico di vite che si intrecciano, si sfilacciano e si ritrovano nel mezzo, che quasi stritolano la povera Margherita, una donna sola, incapace, che dovrà farsi forza per ritrovarsi e riuscire ad affermarsi, liberandosi del pesante fardello che porta sulle spalle.
Questo romanzo ci parla del dolore e della violenza, non solo perché Margherita ne è vittima, ma proprio perché ci dimostra come a volte il male si annidi nella famiglia stessa che dovrebbe proteggerti, non crocifiggerti e immolarti. Una violenza spesso immotivata, che conduce in sentieri cupi, inspiegabili, dai colori spenti. Che è talmente forte e improvvisa da travolgere il lettore e spingerlo ora alla compassione, dopo alla rabbia, e ancora poi all’odio verso l’inspiegabile dilemma: perché la famiglia nasconde le più turpi nefandezze? Quale uomo potrebbe sottoporre, sotto lo sguardo vigile e compiacente della compagna, i propri figli a una tortura di abuso e coercizione?
Situazioni reali, che non vediamo sinché non ne abbiamo conoscenza diretta.

Per questo il libro di Gaja Cenciarelli colpisce e rimane impresso. Non per il dibattito politico e nemmeno per la disamina puntuale dei meccanismi di lotta elettorale e di affermazioni degli ideali, che quasi mai dovrebbero condurre alla menzogna e men che meno all’assassinio. Ma la storia è destinata a ripetersi, solo perché gli uomini, pare, non imparano mai dal loro passato.
Un libro di sicuro intenso, che si muove con estrema lentezza per raccontare al lettore ogni sfaccettature della scena, ogni riflesso indiretto. Una storia che il potere di attrarre e di respingere, ma che rimane comunque indelebile.
Sangue del suo sangue è una lettura da dedicare a chi vuole esplorare il dolore e sentirsene mondato subito dopo, per il potere che scaturisce dalla comprensione dell’animo umano e dalla condanna di una violenza che a volte diventa il quotidiano, se non si riesce a respingerla e a fuggirne.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Sangue del suo sangue
  • Autore: Gaja Cenciarelli
  • Editore: Nottetempo
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • Collana: narrativa
  • ISBN-13: 9788874522842
  • Pagine: 344
  • Formato - Prezzo: € 16,50

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