Recensione
Antoine, un bambino di dodici anni, in un momento di rabbia e disperazione compie un atto violento del tutto assurdo, considerando quanto sia contrario alla sua indole riflessiva ed equilibrata. Da quel momento il rimorso e la paura di venire scoperto condizioneranno tutta la sua vita.
Nel romanzo Tre giorni e una vita ci si sofferma su tre periodi della vita di Antoine: quando, a dodici anni, compie il suo gesto avventato; a ventiquattro, quando sta per terminare la facoltà di medicina ed è innamorato di una compagna d'università con cui convive; a ventotto, quando ha già iniziato la professione medica che svolge nel paese in cui è nato e si è sposato.
Il paese in questione è Beauval, cittadina di provincia dove tutti si conoscono e la vita è monotona, ma dove si annidano anche vecchi rancori e antipatie.
Beauval era un po’ questo, una cittadina in cui i figli somigliavano ai genitori e aspettavano di prendere il loro posto.Antoine vive con la mamma perché il padre, trasferitosi in Germania per lavoro, si è formato una nuova famiglia. Da bambino era già piuttosto solitario, sia perché si sentiva l'unico sostegno per sua madre, amareggiata dopo l'abbandono del marito, sia perché la donna era piuttosto opprimente nei suoi confronti, ma, dopo l’atto tragico che ha compiuto, Antoine diventa sempre più chiuso in se stesso.
L'autore si sofferma a lungo sul senso di colpa che attanaglia il bambino e la paura che un giorno il suo atto possa venire scoperto, riuscendo a far partecipe il lettore di quella sensazione di ansia claustrofobica che assale Antoine, gli blocca il respiro e lo spingerebbe a fuggire via dal paese, se sapesse dove andare e come fare a sopravvivere senza mezzi di sostentamento. Il panico che prova il ragazzino non svanirà con l'avanzare dell'età, ma, salvo qualche periodo di relativa tranquillità, tornerà sempre a tormentarlo quando meno se lo aspetta.
Un thriller psicologico e, almeno in parte, romanzo di formazione, quindi, dove l’azione è piuttosto carente ma in cui non mancano i colpi di scena per il sopraggiungere di eventi che talvolta sembrano voler congiurare contro il protagonista e qualche altra lo aiutano a tenere celato il suo segreto, come la grande inondazione che viene a subire il paese in cui vive.
Nel sorprendente finale, caratteristica dei romanzi di Lemaitre, vengono messe in discussione le certezze che Antoine pensava di avere e che gli hanno impedito di confidarsi con chi avrebbe potuto condividere il suo segreto inducendolo a vivere una vita che potrebbe definirsi espiatoria.
Certamente chi si aspetta un thriller d’azione potrebbe rimanerne deluso, sia per una certa staticità del racconto, incentrato unicamente su quell'unico gesto di protesta irrazionale e violentao compiuto dal protagonista da piccolo - ma già nell'età della ragione-, sia sulla psicologia del ragazzino prima e del giovane adulto poi. Tuttavia il romanzo si legge velocemente, sia perché è piuttosto breve, sia grazie alla scrittura scorrevole di Lemaitre, eccezionale nel creare la suspense anche quando, come in questo caso, non è previsto un succedersi di azioni ma, piuttosto, solo di stati d'animo.
In conclusione questo rimane un buon noir psicologico, in cui le personalità dei personaggi sono come al solito ben tratteggiate dalla penna dell'autore. Non può definirsi il suo capolavoro ma non potrà, probabilmente, non piacere ai suoi estimatori.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Tre giorni e una vita
- Titolo originale: Trois jours et une vie
- Autore: Pierre Lemaitre
- Traduttore: Stefania Ricciardi
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 07/06/2016
- Collana: Scrittori italiani e stranieri
- ISBN-13: 9788804665052
- Pagine: 226
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 18,00
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