Recensione
La prima cosa che dovete sapere su questo libro è che è un predatore che si nutre delle vostre debolezze di "librofili" dipendenti. Potete quasi immaginarvelo mentre con occhioni spalancati attira l'attenzione di noi poveri nerd della lettura mentre ogni sua pagina reclamizza senza vergogna attrattive che solo un vero amante dei libri può capire. Quale lettore accanito infatti non ha mai pensato che quello del libraio è il lavoro più bello del mondo? Chi non si è mai immaginato padrone di una piccola libreria, magari in qualche caratteristico centro storico dove tutti si conoscono e i clienti chiedono davvero consiglio al librario su quale libro comprare e settimanalmente vengono tenuti gruppi di lettura per tutti i gusti? Chi non ha mai sognato di crescere i propri figli in mezzo agli scaffali, con ogni ben di Dio che l'editoria possa offrire a disposizione e immaginare la propria vita come i capitoli di un romanzo, punteggiati da riferimenti a opere famose? Gabrielle Zevin evidentemente conosce bene i fan della lettura e non si fa scrupolo di sfruttare le nostre debolezze nel proporci il suo furbissimo La misura della felicità, un racconto che schiaccia tutti i bottoni giusti al momento giusto e di cui non possiamo che cader vittime.
Fin dai primi capitoli La misura della felicità mostra tutti i connotati di una favola adulta, dove tutto finisce inevitabilmente per incastrarsi perfettamente e al momento giusto mentre un rassicurante profumo di libri vi avvolge e vi accompagna per tutta la lettura.
A pagina uno incontriamo la frizzante e ottimista rappresentante di una grossa casa editrice, a pagina quattro il burbero libraio vedovo. A pagina cinque intuiamo come andranno a finire le cose fra di loro. Nel mezzo ci saranno le solite incomprensioni, una precoce e tempestiva orfanella, un poliziotto buono nel ruolo di padrino, un'amareggiata cognata come madrina e un libro rarissimo che scompare.
Non c'è nulla che si possa veramente definire originale in questo racconto, ogni drammatico colpo di scena è prevedibile diversi capitoli prima che accada e la vostra immaginazione di lettori esperti vi presenterà ogni buffo, tenero, imbarazzante momento molto prima che accada. Eppure in qualche modo la Zevin supera la prova e la lettura del romanzo resta piacevole nonostante l'impalcatura su cui si fonda la trama sia spesso palese, così come palese resta la sensazione di venire manipolati dall'autrice.
Ho più volte detto quanto poco apprezzi certe manovre furbette da parte degli scrittori, tuttavia questo è uno dei pochi casi in cui mi sono sentita disposta a passar sopra ai momenti eccessivamente sdolcinati e alle coincidenze al limite dell'incredibile; probabilmente il tono leggero e poco serio con cui la storia è raccontata dà al libro il giusto spessore e mette il lettore nella predisposizione d'animo giusta, quella di leggere una favola in piena regola, ricca di protagonisti a cui è facile affezionarsi.
Una lettura consigliata a chiunque voglia farsi solleticare il proprio ego di lettore.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La misura della felicità
- Titolo originale: The Storied Life of A.J. Fikry
- Autore: Gabrielle Zevin
- Traduttore: M. Dompè
- Editore: Nord
- Data di Pubblicazione: 19 giugno 2014
- ISBN-13: 9788842923718
- Pagine: 320
- Formato - Prezzo: Rilegato - Euro 16.00
0 Commenti a “La misura della felicità - Gabrielle Zevin”
Posta un commento