Recensione
Ambientato nella Padova di fine Ottocento, questo thriller storico ci viene raccontato dalla voce di Giorgio Fanton, giornalista investigativo nonché frequentatore di bettole e postriboli, che viene coinvolto dall’ispettore Roberto Pastrello nell’indagine di una serie di omicidi efferati, contraddistinti da una terribile e scenica firma di morte.
Il trio di uomini sulle tracce dell’assassino si completa con la figura di Alexander Weisz, sicuramente il più carismatico dei tre, citazione del noto Sherlock, personaggio tanto contraddittorio quanto geniale.
La ricerca della soluzione dell’enigma si dipana in un contesto urbano, che è quello quartiere padovano del Portello, povero e malfamato ricettacolo di umanità varia, terrorizzato dalla morte orribile di alcune prostitute.
L’investigatore Weisz propone una indagine che parta dal modus operandi fino a ricostruire il percorso di vita dell’assassino; lontano dalle idee di Lombroso che attribuiva a certe caratteristiche fisiche e alla genetica la responsabilità di un comportamento criminale, Weisz ricerca, nella mente umana e nelle esperienze di socializzazione primaria, le radici della violenza e della crudeltà.
Tra incursioni negli angoli bui di una Padova cupa e popolare e incontri con la zingara Erendira, passando fra gli spettacoli della Duse al Teatro Nuovo e le diatribe accademiche, i protagonisti giungono, non senza difficoltà, a capire il nesso che collega tra di loro le vittime. Seguendo l’assassino, che si firma “l’Angelo sterminatore”, i tre finiscono nella rete della malavita locale, in un crescendo di sparatorie e agguati.
Il finale, che prevede la chiusura del cerchio, riporta ai temi cari a Strukul: la particolare sensibilità al tema della violenza sulle donne, il concetto della responsabilità individuale, il rapporto non sempre semplice e piano con la Giustizia, il discernimento di ciò che è giusto da ciò che ci pare giusto; a essi si aggiungono l’amore infinito ed evidente per la sua città, Padova e il Veneto tutto e la cura verso la ricostruzione storica, unita alla capacità di usare un linguaggio narrativo moderno, incalzante e fulminante.
“Ci sentivamo invincibili. Ma non lo eravamo.
Ci sentivamo innocenti. Ma non lo eravamo.
Ci sentivamo sinceri. Ma non lo eravamo.”
Questo libro è un costante omaggio al cinema e mostra una bella teoria di citazioni dalla letteratura del thriller noir. La materia narrativa è saldamente maneggiata da uno stile compiuto e al contempo inquieto, di quella inquietudine buona che porta sempre a nuove sfide letterarie.
La nave è nelle mani di un capitano coraggioso e non ci è dato sapere per quali altre isole letterarie farà rotta. Non ci resta che seguirlo. Buona lettura.
Giudizio:
+4stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: La giostra dei fiori spezzat
- Autore: Matteo Strukul
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 2014
- Collana: Omnibus
- ISBN-13: 978-88-04-62854-5
- Pagine: 284
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 17,00
0 Commenti a “La giostra dei fiori spezzati - Matteo Strukul”
Posta un commento