Recensione
Laura MacLem ci propone in lettura un’altra opera che, basandosi su precisi riferimenti mitologici, intreccia delle storie note al grande pubblico per proiettarle nel mondo moderno in un modo come sempre coinvolgente e originale. In questo libro specifico, oltre a rispolverare le Parche e il senso del destino molto caro alla mitologia greca (e non solo) ritroviamo una versione totalmente nuova del mito della principessa Sheherazade direttamente da Le mille e una notte, e del suo sposo che non si vuole rassegnare alle sorti del fato crudele. Al di là dei presupposti sopra accennati, i temi fondanti di questo lavoro sono basati principalmente sull’amore che fa cambiare i destini, proprio come nel caso della principessa persiana, ma che soprattutto aiuta a modificare l’introspezione della persona, portandolo a un’evoluzione benefica anche laddove il male è radicato. L’altro argomento invece è l’intessuto del romanzo, che trascende dallo stesso concetto di ordito e destino, giocando in modo speculare e soprattutto sagace, mediante i titoli dei vari capitoli, per portare il lettore a ragionare sul senso stesso dello scrivere e sull’arte, a volte data per scontata, di poter davvero costruire una storia avvincente e logicamente coerente. Durante la lettura, veniamo a scoprire inoltre che da un lato abbiamo l’ordine precostituito, che appare ineluttabile, e dall’altro invece la percentuale, forse anche risicata, di imprevisto, che in qualche modo ha il potere di scardinare lo stesso ordine e trasformare gli esiti attesi in vicende nuove, imprevedibili.
Nel mondo moderno, tutti questi elementi vengono tradotti in chiave fantastica, con elementi magici e interventi atti a forzare la storia dall’origine soprannaturale, attraverso la protagonista, la giovane Clara, che suo malgrado si ritrova a saltare di storia in storia, sulla sua stessa vita, per cercare di ricongiungere i nessi del destino. Una giovane lettrice determinata, che può far sorridere e nel contempo assurgere a un ruolo esemplificativo di una giovane che ama i libri e da cui, nel vero senso del termine, si lascia travolgere. La storia si dipana in piani temporali consequenziali, con repentini cambi di scena e l’acquisizione da parte di chi legge di una serie di indizi che lo aiutano, attraverso la protagonista, a comprendere meglio quel che accade intorno ma soprattutto il perché ciò accada. La struttura della storia, pertanto, risulta essere piuttosto complessa, da seguire con estrema attenzione per non rischiare di perdersi i passaggi importanti.
Lo stile è come sempre adeguato al registro, cambia nelle scene in base agli elementi e ai personaggi che vengono messi in campo, con un’ottima gestione della tensione, sia emotiva che a livello di suspense. A ogni modo la forma corretta per tutta la durata del libro viene esposta in modo scorrevole, atta a suscitare la curiosità. Il quarto fato, quindi, diviene di certo una storia complessa, ma non per questo meno intrigante, qualificandosi come esperienza di lettura che si sviluppa in diversi piani letterari, giocando con i generi ma soprattutto spalancando le porte al lavoro stesso della scrittura e della creazione dei libri. Un romanzo che di sicuro lascia una scia importante nella consapevolezza dei lettori, a prescindere dai generi prediletti.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il quarto fato
- Autore: Laura MacLem
- Editore: Autopubblicato
- Data di Pubblicazione: 2016
- ISBN-13: 978-1530485796
- Pagine: 323
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 10,39
Di Laura MacLem ho letto e apprezzato Regina di Fiori e Radici. Non sapevo che avesse scritto un'altro libro, ma dovrà essere mio in tempi brevi *^*