Recensione
Non si può certo dire che in questo romanzo di Rosaria Russo manchino i colpi di scena. La protagonista, Stella, ex poliziotta, diventata traduttrice, dopo essersi trasferita in Inghilterra, torna in patria e, appena atterrata all'aeroporto di Napoli, viene a sapere che nella cittadina campana di Portici, dove abita anche la sorella, sono appena stati trovati i cadaveri di tre bambini. Mentre la casa editrice per cui si è messa a lavorare le affida la traduzione di un romanzo scritto da un misterioso autore inglese di cui non si trovano notizie neanche su internet, Stella non riesce a non occuparsi del caso dei bambini uccisi e non le risulta troppo difficile soddisfare il proprio interesse, tenuto conto delle amicizie che ancora ha nell'ambiente di polizia. Ma ecco scoprire che la nipotina fa strani disegni che, in qualche modo, si collegano al libro che sta traducendo e agli omicidi. Si viene così a sapere che la bambina ha poteri medianici, ereditati dalla nonna materna.
Ma questo è solo l’inizio di una storia complessa e tormentata in cui le morti si susseguono e le tragedie che si verificano sembrano ad un certo punto voler spingere Stella verso l’autodistruzione. La protagonista ha alle spalle una adolescenza difficile, specie nel suo rapporto con la madre, a seguito dell’abbandono del padre. Il suo passato le fa avere a volte strani pensieri da cui non riesce a liberarsi e che le si ripresentano ogni volta che si trovi in un particolare stato di tensione.
A mano a mano che la storia si dipana, l’autrice riesce a rendere perfino la ridente cittadina di Portici un luogo tenebroso in cui si vengono a scoprire eventi tragici e aleggia orribile e misteriosa qualcosa di oscuro che non esiste solo nella mente di Stella.
La protagonista, che inizialmente sembra una persona forte, capace di mettersi in gioco, come ha dimostrato avendo lasciato "il posto fisso" nella polizia per trasferirsi in un paese straniero, con l’avanzare nella lettura del romanzo risulta sempre più fragile ed insicura.
Il ritmo è sostenuto e i dialoghi sono buoni, ma il linguaggio dovrebbe, a mio avviso, essere più asciutto. Qualche luogo comune potrebbe essere evitato, nonché il continuo soffermarsi sullo stato d’ansia della protagonista.
Discutibile poi, a mio avviso, così come enunciata enfaticamente dalla protagonista, l'affermazione che “nessuna famiglia è meglio di quella vera”, perché ci sarebbe da fare qualche precisazione. Secondo il mio modo di vedere la famiglia migliore è quella in cui si viene amati, tanto meglio se è quella di origine.
Il colpo di scena finale, inoltre, risulta un po’ troppo improvviso. Qualche lieve accenno ad una passata tragedia avrebbe potuto rendere più facilmente accettabile la storia al lettore, senza per questo annullarne la sorpresa. Infatti, per quanto il romanzo sia avvincente, con un buon ritmo e una buona caratterizzazione dei personaggi, la ricerca dell’originalità a tutti i costi rende discutibile la credibilità dell’intreccio.
In conclusione l’autrice è dotata di indubbie capacità letterarie e sa creare la giusta atmosfera in questo noir cupo e vagamente surreale, ma forzare gli avvenimenti alla spasmodica ricerca del colpo di scena può essere controproducente. Inoltre la Russo cade, a mio avviso, in un difetto di molti scrittori che, tutti presi a raccontare compiutamente lo svolgersi degli eventi, si dimenticano di descrivere adeguatamente i luoghi dove gli eventi stessi si verificano. Per quanto le descrizioni vengano in genere reputate noiose, sta all'autore arricchirle di quelle caratteristiche ed impressioni necessarie a renderle piacevoli e interessanti.
Giudizio:
+3stelle+ e mezzaDettagli del libro
- Titolo: La memoria del sangue
- Autore: Rosaria Russo
- Editore: Libromania
- Data di Pubblicazione: gennaio 2016
- ISBN-13: 9788898562947
- Pagine: 193
- Formato - Prezzo: Kindle - Euro 1,99
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