Recensione
Una storia bellissima, questa di Astra. Un cammeo di figura femminile, incastonato in una cornice storica terribile e nota.
L’autrice racconta una storia famigliare, la storia di sua nonna Astra Sahondjian, nata a Garin, in Armenia, discendente di una famosa famiglia di gioiellieri.
Alla morte del padre si trasferì a Smirne con la famiglia e ricevette un’educazione americana di stampo moderno che influenzò tutta la sua vita. Collaborò al giornale del fratello , come pubblicista, e imparò a cucire e ricamare nella sartoria della signora Satenig. Da lì, l’incontro con l’uomo della sua vita, l’editore di un giornale liberale ed affiliato al Dashnak, il partito politico armeno di ispirazione socialista.
“So che sembra strano, Anoushka, ma mi sento libera come un uccellino. E’ come se Setrag offrisse nuovi spazi alla mia anima e la conducesse in luoghi che io non avrei nemmeno saputo sognare”.
Un grande amore, vissuto all’ombra della grande tragedia collettiva del popolo armeno, ferocemente perseguitato e progressivamente deportato in Siria; la paura aleggia, sempre, su tutta la narrazione,e si avverte come uno sfondo scuro e indistinto.
La scrittura ci restituisce una figura di donna limpida, fiera e moderna .In Astra convivono due anime: quella moderna e progressista di donna che si affaccia al Novecento e quella tradizionale, intensa e legata ai riti profondi della sua terra, di una donna armena che porta con sé, ovunque le tocchi di andare, la propria identità.
Astra assieme ai figli attraversa il suo tempo e le disgrazie con un’innata capacità di trasformare ogni danno in una occasione di rinascita e, una volta perso il marito e alcuni familiari, si ricostruisce, in ogni nuova terra, una nuova vita.
La tragedia del popolo armeno è stato raccontata più volte in libri e film; se penso alla Masseria delle allodole di Antonia Arslan, che non a caso scrive l’introduzione a questo libro, penso a racconti drammatici, a morti e dolore.
Di bellezza è piena la vita di Astra: dalla cucina armena, con le sue preparazioni quasi corali, agli abiti sontuosi e colorati, fino ai gioielli che ogni famiglia conserva per le generazioni future. Se il senso, allora, è quello del conservare memoria, questo libro colpisce il centro, narrando, attraverso la bellezza e il dolore di una vita, la bellezza e il dolore di un popolo.
Come sempre, Adrinè era immersa nei suoi pensieri. «Mamma, secondo te è meglio essere felici all’inizio o alla fine della propria vita?» domandò, come se si potesse scegliere.
«E’ come chiedermi quanti semi ci sono in una melagrana. Se ti dicessi che ce ne sono seicentoundici, mi crederesti? E se avessi contato i semi di una melagrana, perché dovrei contare quelli di un’altra?».
«Perché sono i tuoi frutti preferiti e perché, mamma, adesso puoi farlo».
Il momento di Adrinè era arrivato.
Un bel libro, che si legge facilmente e che lascia in bocca un sapore dolce, nonostante tutto.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Affinità coi cieli notturni
- Titolo originale: Affinity with the Night Skies
- Autore: Astrid Katcharyan
- Traduttore: Barbara Del Mercato
- Editore: Nuovadimensione
- Data di Pubblicazione: 2015
- ISBN-13: 978 – 88 -6958 – 012 - 3
- Pagine: 333
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,50
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