Recensione
Con certi libri ci si piglia prima ancora di aprirli. E' sufficiente un'occhiata alla copertina, uno sguardo al titolo e subito scatta l'intuizione, il presentimento che il libro in questione non ci deluderà. Così è stato tra me e Raven Boys di Maggie Stievfater: ci siamo occhieggiati brevemente sugli scaffali virtuali di Goodreads e qualcosa ha toccato le corde giuste, nonostante il riassunto della trama, sulla quarta di copertina suggerisse poco altro che la solita love story paranormal-adolescenziale.
Per una volta ho fatto bene a seguire il mio istinto, sebbene le cose non siano partite subito con il piede giusto; i primi capitoli infatti, per lo meno nell'edizione in lingua originale in mio possesso, hanno come unica caratteristica saliente quella di essere scritti, come si suol dire, coi piedi, e Maggie Stievfater stava per essere catalogata fra le fila di quelle baldanzose e improvvisate scrittrici di YA che non sanno che i nomi propri possono essere a volte sostituiti con dei pronomi o dei sinonimi e si ritrovano a ripetere ad ogni riga il nome della protagonista, che per la cronaca è Blue.
Il tic delle ripetizioni inutili si estende ai più vari dettagli della trama della prima fase della narrazione, tanto da suscitare l'impressione che nessuno abbia mai riletto il libro prima di darlo alle stampe. Quanto alla fin troppo citata Blue, una ragazzina senza un soldo e senza padre, cresciuta da un gruppo di medium più o meno imparentate e afflitta dalla maledizione di non poter baciare il suo vero amore pena la morte di quest'ultimo, sembra inizialmente la solita noiosetta eroina romantica senza né arte né parte.
Tuttavia, l'autrice si scrolla di dosso presto il sospetto di banalità, non solo evitando la narrazione in prima persona dal punto di vista della protagonista (abitudine più che abusata e origine di orridi esempi di letteratura per adolescenti), ma abbandonando proprio la suddetta dopo il primo capitolo per presentare i punti di vista degli altri personaggi del romanzo, la maggior parte dei quali si rivelano subito accattivanti, complessi, costruiti con dettaglio e coerenza.
La trama, poi, dapprima un po' nebulosa e poi sempre più coinvolgente, si dimostra subito come qualcosa dotato di vita propria: ramificata e multi sfaccettata, evidentemente non solo la scusa per permettere ai due personaggi principali di innamorarsi. (A onor del vero di amore quasi nemmeno si parla in questo primo volume della saga, ma è abbondantemente suggerito dove le cose andranno a parare da questo punto di vista).
A un'attenta analisi non vi è nulla di veramente originale in questa appassionate ricerca dell'anima immortale di un leggendario sovrano gallese, ma la storia vi suonerà familiare in modo gradevole se amate questo genere di fantasy: piccole cittadine di provincia, collegi esclusivi e ragazzi in uniforme, boschi incantati, antiche leggende e tanti, tanti corvi.
E' pur vero che l'intreccio principale ha un avvio piuttosto fumoso e impiega un certo tempo a emergere tra le diverse sottotrame iniziali, ma, anche in questo caso, la lentezza è un pregio perché permette all'autrice di costruire quell'atmosfera velatamente sovrannaturale che è al contempo misteriosa e angosciante e richiama decisamente alla memoria quanto visto e respirato in Jonathan Strange e Mr Norrel di Susannah Clarke, sebbene della complessità e originalità di quest'ultimo non ci sia quasi nulla in Raven Boys.
Lo sviluppo dell'intreccio è inoltre fortemente legato alla definizione dei personaggi principali tra i quali, spiace dirlo, quelli maschili surclassano in complessità e definizione quelli femminili, che poi ammontano quasi esclusivamente alla protagonista. Se, come accennato, la capacità di Blue di dare un contributo interessante al romanzo è limitata, lo stesso non si può dire delle dinamiche fra i tre protagonisti maschili che si contendono da subito la palma di personaggio più intrigante e accattivante, portando ben presto le simpatie del pubblico a dividersi tra il ricco, incompreso Gansey e il povero e coraggioso Adam. Apprezzabile è inoltre lo sforzo di scegliere un cattivo non monodimensionale, in grado di suscitare qualche dibattito, sebbene a lettura terminata si ha la sensazione che il vero antagonista non sia ancora apparso sulla scena.
Dopo un avvio incerto quindi, Maggie Stievfater si dimostra un'autrice dotata di una discreta personalità, con un suo stile, le sue stravaganze e un'apprezzabile senso dell'umorismo, oltre che un'evidente affinità con la magia e il sovrannaturale che conferisce al suo fantasy abbastanza credibilità da permetterci di accettare senza batter ciglio un ragazzo morto che condivide l'appartamento con coetanei vivi e vegeti o millenari boschi parlanti, così come avevamo accettato senza esitazione l'esistenza del binario nove e tre quarti.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Raven Boys
- Titolo originale: The Raven Boys
- Autore: Maggie Stiefvater
- Traduttore: M. Locatelli
- Editore: Rizzoli
- Data di Pubblicazione: 12 novembre 2014
- Collana: Best BUR
- ISBN-13: 978-8817077811
- Pagine: 462
- Formato - Prezzo: Tascabile - 11,00 Euro
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