Recensione
Terzo romanzo della serie dell'ormai famosissima giallista svedese: ho letto questo libro in un giorno di quelli post-festivi, tra panettoni e grandi mangiate. Devo dire che, della Läckberg, avevo già letto, e mi convince a tratti, non in modo pieno, non in modo totale. Insomma, non la amo alla follia, ma devo ammettere che la leggo volentieri per rilassarmi: ogni tanto anche le Cattivissime prof lo fanno.Ci sono, fondamentalmente, due motivi che mi hanno ricondotta a leggere un altro libro della Läckberg. L’ambientazione, un paesino della Svezia, con paesaggi, abitudini e nordica umanità, che mi incuriosisce e da sempre mi attrae; l’attenzione per i personaggi femminili, quasi sempre al centro della vicenda, nel bene e nel male.
Questo piccolo universo bianco e azzurro, descritto nel minimo dettaglio, questi personaggi così umani, molto lontani dallo stereotipo del nordico freddo e poco passionale, mi piacciono e mi inducono a seguire le vicende della coppia investigativa Erica e Patrik. In questo romanzo, alle prese con i loro personalissimi problemi di neogenitori della piccola Maja, sempre coinvolti nelle indagini anche a livello personale, oltre che professionale, fanno la conoscenza di una generazione di donne - madre, figlia e nipote - intorno alle quali ruota tutta la vicenda.
Come nello stile della scrittrice, c’è sempre la doppia narrazione parallela, in terza persona, che permette di seguire i due piani narrativi: quello passato, che aiuta il lettore a sciogliere gradualmente il nodo della storia; quello del presente, scandito da un ritmo ben padroneggiato, che lo trasporta dentro la vicenda.
Mi disturbano un po’, lo ammetto, alcune digressioni sui sentimenti e sulle storie personali di certi personaggi, sullo sviluppo dei rapporti tra di loro, che mi piacerebbero, magari, in un romanzo di altro genere. La Läckberg, poi, ci sottopone sempre delitti terribili (lo so che tutte le morti sono terribili, ma alcune morti letterarie sono più inquietanti di altre, secondo me): la morte di una bimba, omicidio orrendo, chiederebbe all'autore di concentrarsi su quello, lasciando che il lettore segua il filo della narrazione, concedendo qualche piccola parentesi, giusto per capire, per farsi qualche idea, qualche ipotesi di colpevolezza, ma senza andare troppo fuori strada.
Nel finale, poi, il lettore, questo esigente personaggio, vorrebbe anche una nemesi; la donna terribile, dalla quale tutto ebbe inizio, dovrebbe fare un’entrata finale trionfale, del genere “Dea del male malefico” ma… così non è.
In definitiva, un buon libro per le feste. Camilla Läckberg è una scrittrice di gialli che vende tantissimo, molto seguita, che sa fare il suo mestiere, in alcuni libri meglio che in altri.
Giudizio:
+3stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Lo scalpellino
- Titolo originale: Stenhuggaren
- Autore: Camilla Läckberg
- Traduttore: Laura Cangemi
- Editore: Marsilio
- Data di Pubblicazione: 2005
- Collana: Farfalle
- ISBN-13: 9788831709088
- Pagine: 572
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 19,00
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