Recensione
Il golem è forse il più conosciuto e riuscito romanzo di Gustav Meyrink, scrittore austriaco di madre ebrea nato nel 1868. Sul punto di suicidarsi a soli ventitré anni, il suo tentativo venne interrotto dal commesso di una libreria che fece scivolare sotto la porta del suo studio un opuscolo di occultismo: la sua attenzione venne così catturata dal tema che accantonò l'idea del suicidio e iniziò a interessarsi all'esoterismo, passione che coniugò alla sua carriera di scrittore.
Il golem nasce appunto da tale connubio: pubblicato a puntate tra il 1913 e il 1914 e in volume l'anno successivo, il suo successo risiede forse nella sua accessibilità rispetto alle più logorroiche e oscure opere pubblicate fino a quel momento dall'autore. Protagonista del breve romanzo è Athanasius Pernath, intagliatore e restauratore del ghetto di Praga cui un misterioso individuo consegna un libro da restaurare. Costui è forse il fantomatico Golem, creatura leggendaria nata dall'argilla vivificata dalle formule cabalistiche di un antico rabbino, che ogni trentatré anni torna a infestare il ghetto suscitando il terrore della gente in quanto associato a periodi di sventura.
Pernath, che ha perduto la memoria della sua giovinezza funestata dalla follia, viene da quel momento risucchiato non solo in una storia allucinata di apparizioni benigne e maligne e visioni notturne sospese tra sonno e veglia, ma anche nell'adulterio tra Angelina, già incontrata nel suo passato rimosso, e il ricco dottor Savioli. Entrambi sono ricattati dal perfido e mostruoso rigattiere Aaron Wassertrum, che ritiene Savioli responsabile del suicidio di suo figlio, in realtà orchestrato dallo studente tisico Charousek, vicino di Pernath e figlio illegittimo di Wassertrum. E' dunque il ghetto di Praga con i suoi personaggi, alcuni laidi come la depravata prostituta Rosina o Wassertrum, altri angelici, quasi mistici, come il saggio Hillel e la figlia Miriam, il vero protagonista del Golem, piuttosto che la figura mitica evocata dal titolo che forse, dopotutto, incarna lo spirito frustrato dalla miseria e dalla meschinità del ghetto.
Il romanzo si muove tra sonno e veglia, su diversi piani narrativi, e la sottile linea tra realtà e allucinazione è indebolita ancor più dall'inattendibilità del narratore, che infine si rivela essere non Pernath ma uno sconosciuto che ha sognato la sua storia dopo aver scambiato con lui il cappello. Qual è la verità sul Golem e quanto ci sia di vero nelle travagliate vicende vissute da Pernath, o meglio, nel sogno dell'anonimo narratore, rimarrà un mistero. Più interessante è immergersi nella claustrofobica atmosfera del ghetto di Praga, città in cui l'autore aveva vissuto per vent'anni prima di essere incarcerato per frode bancaria, con i suoi vicoli oscuri, le sue stanze segrete dalle finestre murate, i suoi appartamenti squallidi e la miseria morale di molti dei personaggi che lo popolano. Ma non a caso pràh significa soglia: Praga è anche una finestra verso l'arcano, che mostra per squarci un universo di forze inconoscibili che a pochi eletti, tra cui Pernath, è dato di intravedere.
Il Golem è stato ripubblicato quest'anno dalla casa editrice Tre Editori, in occasione del centenario dall'uscita in volume dell'opera, per la prima volta con le venticinque illustrazioni di Hugo Steiner-Prag dell'edizione del 1916. Data anche la buona traduzione, consiglio senz'altro l'acquisto di questa versione.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il Golem
- Titolo originale: Der Golem
- Autore: Gustav Meyrink
- Traduttore: A.M. Baiocco
- Editore: Tre Editori
- Data di Pubblicazione: 2015
- ISBN-13: 9788886755658
- Pagine: 364
- Formato - Prezzo: Brossura, illustrazioni b/n - 21.00 Euro
Molto interessante. Solo: Meyrink non era di madre ebrea.