Recensione
Peter Leigh era un ladro tossicodipendente senza fissa dimora. Ricoverato in ospedale per una frattura alle gambe, a seguito di una caduta durante un tentativo di furto, incontra Bea, infermiera profondamente religiosa, che riesce a convertirlo alla fede cristiana. I due si sposano e Peter, dopo un passato dedito al vizio, come Sant’Agostino, diventa un pastore di anime e si dedica al bene della comunità. Quando i coniugi Leigh vengono a sapere che l’Usic, una multinazionale che gestisce una colonia su un pianeta avente condizioni di vita assimilabili a quelle terrestri, indice un bando per assumere del personale da inserire nella suddetta colonia, attirati dal forte compenso previsto, decidono di partecipare alla selezione. Solo Peter riesce a superare i test e parte per il pianeta alieno con l’approvazione di Bea.
I due coniugi, a milioni di chilometri di distanza, possono scriversi, ma le loro priorità necessariamente divergono. Peter è molto impegnato nella evangelizzazione dei nativi del pianeta, chiamato Oasi, mentre Bea, che si accorge fra l'altro di essere rimasta incinta, deve preoccuparsi della propria sopravvivenza, dati gli sconvolgimenti naturali e sociali che si stanno verificando nel frattempo sulla Terra.
Quelli che si inviano i coniugi Leigh sono messaggi d’amore che, peraltro, diventano gradualmente motivi di incomprensione fra loro, stante le difficoltà che devono superare vivendo separati.
Entrambi sono costretti ad affrontare prove che tenderanno a far vacillare la loro fede. Ma ci sono degli interrogativi, inizialmente non considerati, che gradualmente si affollano nella mente di Peter, come il fatto che lui sia stato selezionato per il viaggio e Bea no, perché nella colonia non esistano mai conflitti d’opinione, cosa speri di ottenere l'Usic che spende milioni di dollari per mandare avanti il progetto di colonizzazione, come mai siano scomparsi due componenti della colonia, eccetera. Le risposte che pian piano Peter riuscirà a darsi, o che gli forniranno i compagni della colonia, modificheranno il suo modo di pensare e lo spingeranno a decidere se restare su Oasi o tornare sulla Terra.
I romanzi di fantascienza a sfondo socio-religioso sono indubbiamente interessanti e, in genere, molto originali, dato che la materia si presta alla casistica più varia. In questa storia abbiamo degli alieni che abbracciano con entusiasmo la fede cristiana e il motivo per cui una multinazionale si presti al loro indottrinamento, con costi apparentemente enormi, è una delle domande che Peter si pone e a cui riuscirà ad avere risposta solo verso la fine della storia.
Il titolo del romanzo, Il libro delle cose nuove e strane, è riferito all'appellativo con cui i nativi indicavano il Nuovo Testamento. I nativi di Oasi sono creature piuttosto deboli, apparentemente asessuate e innocue. Per la gran parte accettano la religione cristiana e coloro che invece la rifiutano non la osteggiano, limitandosi a non partecipare alle funzioni. Peter si dedica letteralmente anima e corpo allo loro evangelizzazione, pieno di entusiasmo per la grande disponibilità con cui la religione viene accolta.
Per quanto il romanzo non sia noioso, non si presta a farsi leggere tutto d’un fiato. Il libro di quasi seicento pagine, che racconta per buona parte l’approccio di Peter con in nativi e con le condizioni di vita del nuovo territorio, è a tratti piuttosto lento, pregno delle considerazioni e dei dubbi che si pone il protagonista.
Il pianeta su cui è stata fondata la colonia non risulta particolarmente vario né dal punto di vista del territorio, totalmente pianeggiante, né da quello animale e vegetale (esattamente il contrario, dal punto di vista estetico e multirazziale, del pianeta Tschai, ma il romanzo di Faber, se non ha il ritmo e la fantasia di quello di Jack Vance, ha tutt'altra complessità e profondità di pensiero), e la multinazionale che lo gestisce non risulta interessata alla scoperta di nuove specie di fauna e flora. Pertanto nel romanzo non c’è molta azione e quel poco che viene raccontato si legge prevalentemente nei messaggi che Bea spedisce a Peter. Solo nelle ultime cento pagine il racconto si impenna, il ritmo si fa più veloce, Peter trova molte risposte ai suoi interrogativi e viene a crearsi una certa suspense.
Non bisogna peraltro pensare che tutta la storia si limiti all’incontro degli umani con un mondo alieno. In realtà il nucleo del racconto sta nel rapporto fra Peter e Bea, due anime gemelle fra cui, gradualmente, viene a crearsi una frattura per le problematiche totalmente diverse che devono affrontare, tanto che i messaggi che si spediscono, invece di appianare, incrementano i motivi di divergenza. L’interrogativo che si pone il lettore, a cui avrà risposta alla fine del romanzo, è se i due coniugi sapranno superare le difficoltà contingenti e ristabilire il loro rapporto.
Dato che la storia termina un po’ bruscamente, sarei propenso a ritenere che possa essere previsto un seguito. La critica ha parlato molto positivamente di questo romanzo, ma ritengo che sia solo il pubblico a poter dare il giudizio determinante, stante che solo l’aspetto economico può invogliare la casa editrice a farsi promotrice con l’autore della prosecuzione della storia.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il libro delle cose nuove e strane
- Titolo originale: The Book of Strange New Things
- Autore: Miche Faber
- Traduttore: Alberto Pezzotta
- Editore: Bompiani
- Data di Pubblicazione: giugno 2015
- Collana: Narratori Stranieri
- ISBN-13: 9788845279171
- Pagine: 584
- Formato - Prezzo: Brossura con sopracopertina - Euro 21,00
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