L'avevate amata. L'avevate richiesta a gran voce. Finalmente, dopo mesi di assenza, torna la versione riveduta e corretta di Listopia. I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita. Tranquilli, non vi riproporremo con gli aggiornamenti i cinquanta appuntamenti della vecchia versione, datata 2006, ma solo le aggiunte apportate e mantenute fino all'ultima, quella del 2012, che - vi anticipiamo - non si limitano a libri usciti dopo il 2005 ma rivoluzionano un po' anche le liste dei secoli precedenti.
Anche stavolta, forse più che mai, la vostra granitica certezza di aver letto di tutto ne uscirà scalfita e sanguinante: cimentatevi con noi a spuntare i libri già letti e a insultare quelli la cui presenza nella lista è assolutamente immeritata!
201. Bonheur d'occasion - Gabrielle Roy (1945) [Aggiunto nella lista 2008]
Dans le quartier montréalais de Saint-Henri, un peuple d'ouvriers et de petits employés canadiens-français est désespérement en quête de bonheur. Florentine croit avoir trouvé le sien dans l'amour ; Rose-Anna le cherche dans le bien-être de sa famille ; Azarius fuit dans le rêve ; Emmanuel s'enrole ; Jean entreprend son ascension sociale. Chacun, à sa manière, invente sa propre voie de salut et chacun, à sa manière, échoue. Mais leur sort est en même temps celui de million d'autres, non seulement à Montréal mais partout ailleurs, dans un monde en proie à la guerre.
202. Nada - Carmen Laforet (1944) [Aggiunto nella lista 2008]
Quest'opera di Carmen Laforet ha avuto un successo clamoroso non soltanto in Spagna, rivelando una scrittrice di viva sensibilità e di grande capacità rappresentativa.
La protagonista della storia, Andreita, è una giovane, semplice e quasi rozza, ma tuttavia ricca di sensibilità e di curiosità- Finito il liceo si trasferisce dal paese natale a Barcellona per frequentarvi l'università. La ragazza crede di scoprire nella grande città una vita sognata a lungo, qualche esperienza scottante seguita poi da nostalgie per la famiglia e gli amici di un tempo. Ma la grande città le rimarrà sconosciuta, dato che ella è destinata a vivere in una casa di parenti folli dominata da uno zio violinista di genio ed insieme uomo enigmatico e forse miserabile. L'abitazione è degna della scombinata congrega che ci vive. Pare di entrare in un ambiente stregato anche perché i personaggi che man mano compaiono hanno qualcosa di strano.
Nonostante le bastonate che il marito le somministra, ogni notte ella si reca nel misterioso quartiere cinese, il più malfamato della città. Si scopre infine che ella, d'accordo col marito, va semplicemente a giocare a carte, barando, per guadagnare qualche soldo per mandare avanti la famiglia. Altri personaggi si susseguono su questo sfondo che l'autrice ha magistralmente rappresentato. Fra gli altri motivi è accennato anche quello del disfacimento della vecchia casa e sono divertenti le manovre condotte dalla zia Gloria per riuscire a vendere agli straccivendoli mobili e oggetti di valore. Andreita tutto vede e scruta senza capire granché di quell'ambiente. Vive giorno per giorno di nulla meravigliandosi e mai ribellandosi. Anche se non le mancano occasioni sentimentali ella le rifiuta essendo ancora presa nella conquista di una coscienza e di un equilibrio.
È evidente che ci troviamo di fronte ad un romanzo denso di significati, ad una di quelle opere che quasi magicamente riescono ad essere perfetti ritratti di un'epoca.
203. El mundo es ancho y ajeno - Ciro Alegría (1941) [Aggiunto nella lista 2008]
El mundo es ancho y ajeno es una novela del escritor peruano Ciro Alegría, publicada en 1941, considerada como una de las obras más destacadas de la literatura indigenista o regionalista, y la obra maestra de su autor.
Mario Vargas Llosa, al hablar sobre la literatura de su país, ha afirmado que El mundo es ancho y ajeno constituye «el punto de partida de la literatura narrativa moderna peruana y su autor nuestro primer novelista clásico». Cuenta con numerosas ediciones en castellano y es la novela más traducida del autor, a más de treinta idiomas.
Esta novela es también la primera gran novela peruana de dimensión universal.
La novela narra los problemas de la comunidad andina de Rumi, liderada por su alcalde Rosendo Maqui, quien enfrenta la codicia del hacendado don Álvaro Amenábar y Roldán, el cual finalmente les arrebata sus tierras. «Váyanse a otra parte, el mundo es ancho», dicen los despojadores a los comuneros. Estos buscarán entonces un nuevo lugar donde vivir. Pero si bien es cierto que el mundo es ancho o inmenso, siempre será ajeno o extraño para los comuneros. La experiencia trágica de muchos de ellos que van a ganarse la vida a otros lugares, sufriendo la más cruel explotación, padeciendo enfermedades y hasta la muerte, lo demostrará con creces. Para el hombre andino la comunidad es el único lugar habitable. Este es el mensaje último que nos trasmite la novela.
204. Novella degli scacchi - Stefan Zweig (1941) [Aggiunto nella lista 2008]
A bordo di una nave da crociera due contendenti si sfidano alla scacchiera. Da un lato Mirko Czentovič, campione mondiale in carica, rozzo, arrogante e venale; dall’altro l’enigmatico dottor B., colto, elegante e nervoso, dotato di un talento prodigioso e immaginifico...
Due destini lontanissimi e diversamente avvolti dal mistero, due storie affascinanti e distanti che il fato ha portato a convergere sulle 64 caselle bianche e nere, in una partita che non è soltanto un’occasione ludica ma una resa dei conti con la vita. Perché «Non ci si rende già colpevoli di una limitazione offensiva, definendo gli scacchi “un gioco”?». Scritta nel 1941, durante l’esilio brasiliano di Zweig, a pochi mesi dal suicidio, la Novella degli scacchi è considerata il capolavoro dello scrittore austriaco.
205. Paesi tuoi - Cesare Pavese (1941) [Aggiunto nella lista 2008]
Prima prova narrativa di Pavese, Paesi tuoi venne pubblicato nel 1941 e suscitò immediatamente scandali in chi osteggiava ed entusiasmi in chi sosteneva quel neorealismo di cui Pavese era considerato un campione. E se oggi Paesi tuoi viene ritenuto soprattutto il primo libro che sviluppa temi squisitamente pavesiani - la solitudine, il forte legame con le proprie radici, il rapporto tra città e campagna - non si può ignorare l'influenza che esso ebbe su un'intera generazione di scrittori, affascinati dalla sua carica innovativa, a partire da Italo Calvino che scrisse: «ci eravamo fatta una linea, ossia una specie di triangolo: I Malavoglia, Conversazione in Sicilia, Paesi tuoi, da cui partire».
206. L'uomo che amava i bambini - Chrisina Stead (1940) [Aggiunto nella lista 2008]
Le famiglie, com’è noto, fra le altre cose generano mostri – e talvolta da mostri vengono distrutte. Forse a questa verità generale siamo preparati: molto meno alla constatazione che possano esistere mostri come Sam, in apparenza il più tenero, sorridente, affidabile dei mariti e dei padri. Per parlare con i suoi figli, e per attirarli a sé, Sam è disposto a tutto, anche a inventare una sua personalissima versione della lingua artificiale e orribilmente dolciastra con cui gli adulti spesso immaginano che i bambini amino comunicare. Eppure, in questo caso il trucco va a segno, e il lessico familiare, luccicante e perverso di Sam trascinerà inesorabilmente in un gorgo patologico e autodistruttivo prima la moglie Henny, poi i sette ragazzi nati dal matrimonio. L’uomo che amava i bambini, l’opera per la quale Christina Stead viene considerata una narratrice fra le più potenti delle ultime generazioni, non è certo il primo tentativo di sottoporre a dissezione il corpo della famiglia – ma è senz’altro, dal punto di vista romanzesco, uno dei pochi destinati a restare. Ed è soprattutto un libro, come ha scritto Randall Jarrell, in cui il lettore non può fare a meno di chiedersi, quasi a ogni pagina: «Ma come ha fatto a sapere tutte queste cose – di me?». L’uomo che amava i bambini è stato pubblicato in Italia nel 1978 con il titolo Sabba familiare nella traduzione di Floriana Bossi, che qui viene ripresa con qualche ritocco.
207. On the Edge of Reason - Miroslav Krleza (1938) [Aggiunto nella lista 2008]
During his long and distinguished career, the Croatian writer Miroslav Krleza (1893-1981) battled against many forms of tyranny. In On the Edge of Reason his protagonist is a middle-aged lawyer whose life and career have been eminently respectable and respected. One evening, at a party attended by the local elite, he inadvertently blurts out an honest thought. From this moment, all hell breaks loose....On the Edge of Reason reveals the fundamental chasm between conformity and individuality. As folly piles on folly, hypocrisy on hypocrisy, reason itself begins to give way, and the edge between reality and unreality disappears.
208. Ferdydurke - Witold Gombrowicz (1937) [Aggiunto nella lista 2008]
Ferdydurke è una comicissima allegoria dell'infantilismo moderno: un trentenne si trova sbalzato indietro nel mondo dell'infanzia, in una ridicola classe scolastica. Cerca di ribellarsi ma scopre che essere di nuovo "immaturo" non gli dispiace affatto. La nostra società che anela a rimpicciolire gli adulti e a mutarli di nuovo in bambini è il bersaglio del feroce umorismo del grande scrittore polacco.
209. La civetta cieca - Sadegh Hedayat (1937) [Aggiunto nella lista 2008]
La civetta cieca, scritto nel 1930, pubblicato prima in Francia e poi in Italia, nel 1960, venne salutato come un'opera rivelazione. È un romanzo kafkiano che chiede vanamente risposte che nessuno può dare: né il cielo deserto, né la terra resa muta da coloro che sono privi di ideali (Pasteur Vallery-Radot). Insieme a La civetta cieca viene proposta anche la raccolta di racconti Tre gocce di sangue. Sono i sette racconti più significativi di questo autore, in cui si dispiega maggiormente il connubio tra l'indiscutibile eredità delle tradizioni orientali e gli autori europei degli anni trenta e quaranta, da lui scoperti a Parigi.
210. Alamut. La fortezza - Vladimir Bartol (1936) [Aggiunto nella lista 2008]
"Nulla è vero, tutto è permesso" è la sconcertante legge di Hasan Ibn Sabbah, Capo Supremo della setta ismailita degli Assassini, una legge che annulla tutte le altre, nel nome della fede cieca e delle armi. Alla fine dell'Undicesimo secolo, la fortezza di Alamut è la base e il rifugio degli Assassini, impegnati nella guerra totale contro la dinastia sunnita dei Selgiuchidi, padroni dell'Iran. Qui vengono portati i giovani Halima e Tahir e qui avviene la loro formazione: la sapienza erotica per Halima, la guerra per Tahir, la filosofia e la religione per entrambi. Ma sopra ogni cosa l'obbedienza assoluta al signore della setta, l'annullamento della propria volontà individuale, il sacrificio di sé in vista del premio finale, un Paradiso di cui solo Hasan, un dio terrestre, detiene le chiavi. Il suo controllo sulle anime dei credenti è totale, perché Hasan Ibn Sabbah ha un progetto che soltanto alla fine, sotto la minaccia dell'esercito sunnita e della battaglia finale, sarà rivelato. Alamut è un'opera visionaria che cela la propria densità nelle vesti di romanzo storico. Nella sua trama s'intrecciano avventura e filosofia, respiro epico e indagine psicologica, specchio della vastità degli interessi del suo autore e delle angosce del suo tempo - la fine degli anni Trenta - con la chiara coscienza della catastrofe che stava per abbattersi sull'Europa.
211. Rickshaw Boy - Lao She (1936) [Aggiunto nella lista 2008]
First published in China in 1937, Rickshaw Boy is the story of Xiangzi, an honest and serious country boy who works as a rickshaw puller in Beijing. A man of simple needs whose greatest ambition is to one day own his own rickshaw, Xiangzi is nonetheless thwarted, time and again, in his attempts to improve his lot in life.
One of the most important and popular works of twentieth-century Chinese literature, Rickshaw Boy is an unflinchingly honest, darkly comic look at a life on the margins of society and a searing indictment of the philosophy of individualism.
212. Intoccabile - Mulk Raj Anand (1935) [Aggiunto nella lista 2008]
Siamo in India, all'inizio degli anni Trenta. Per Bakha, umile fuoricasta, intoccabile incatenato al lavoro di spazzino, la giornata si svolge come al solito: il risveglio infreddolito in una baracca, i rimbrotti del padre, un lungo itinerario per le strade (e le latrine), che egli compirà avvertendo sempre del suo arrivo, in modo che i passanti si scostino e non vengano così contaminati da un contatto casuale con il reietto. Questa giornata, tuttavia, è diversa dalle altre e porta al ragazzo un'improvvisa speranza. Bakha non solo assiste a un discorso del Mahatma Gandhi, ma sente anche parlare di una certa invenzione, un impianto igienico che potrà liberare gli intoccabili dalle odiose mansioni di spazzini. Da uno dei maggiori narratori indiani del Novecento, un classico che nel tempo non ha perso la sua freschezza, la sua drammaticità, la sua terribile veridicità; un libro caro a E.M. Forster, che ne firmò la prefazione.
213. La guerra delle salamandre - Karel Čapek (1935) [Aggiunto nella lista 2008]
Un geniale apologo pieno di spirito e amara ironia significativamente scritto nel 1936: in una baia dei mari del Sud viene scoperta una strana e mite "salamandra" antropomorfa. I primi esemplari vengono usati nella pesca delle perle o portati in giro nei circhi. Poi si scopre che le salamandre imparano a parlare facilmente e si comincia a usarle come manodopera (alquanto schiavizzata) per complesse lavorazioni subacquee e iniziano agevoli tentativi di "civilizzarle": esilaranti per forza parodistica i passi nei quali si narra la loro evangelizzazione religiosa e politica... Rapidamente si arriva al loro uso militare da parte delle nazioni "civili". Altrettanto rapidamente nasce la coscienza di essere un popolo e le conoscenze acquisite vengono ritorte contro il genere umano: crolli sottomarini dovuti a esplosioni provocate dalle geniali salamandre artificiere (che ormai si autogovernano e obbediscono a una sorta di Re che trasmette i suoi diktat e le sue condizioni agli uomini con trasmissioni radio) aprono voragini sempre più ampie lungo le coste: New Orleans è tra le prime città a essere devastate dall'avanzata dei flutti. Ma anche tra il popolo delle salamandre nascono divisioni, si generano fazioni e inizia una guerra intestina che porterà alla distruzione globale...
214. Les cloches de Bale - Louis Aragon (1934) [Aggiunto nella lista 2008]
Another attempt by a left-wing apostle to prove that pre-war Europe "rushed to its doom" without so much as lifting a finger in protest. The aftermath of Armageddon, of course, is the world's glorious opportunity to embrace Russia's New Theology, guaranteed to cure or kill. - The American Mercury, December 1936.
215. Le botteghe color cannella - Bruno Schulz (1934) [Aggiunto nella lista 2008]
Tutti i racconti di uno dei maggiori scrittori del Novecento, per molti ormai un mito, pubblicati per la prima volta con le illustrazioni originali dell'autore; Il libro idolatrico: un sorprendente racconto in forma di immagini; gli scritti teorici e critici, molti dei quali ritrovati fortunosamente soltanto negli ultimi anni.
216. Al culmine della disperazione - Emil Cioran (1933) [Aggiunto nella lista 2008]
Il Cioran che a ventidue anni scrive, nella sua madrelingua «superbamente scomposta», Al culmine della disperazione è solo in apparenza diverso dal Cioran lucido e implacabile della maturità, che tesse il suo pensiero sul rigoroso ordito del francese. Tormentato dall’insonnia – il «disastro per eccellenza», il «nulla senza tregua» –, si getta a scrivere forsennatamente per ingannare le interminabili notti di veglia, che senza questa «esplosione salutare» lo spingerebbero al suicidio. Notturno Don Chisciotte, affronta i giganteschi mulini a vento dell’essere universale e dell’esistenza umana menando fendenti che annientano il comune e borghese sentire con un sarcasmo ignaro del correttivo dell’ironia. In questo libro concepito come una «sfida al mondo», tutto è negazione della misura, violazione del limite, sprofondamento nel paradosso. E chi lo legge può subito intendere le parole che Cioran, a distanza di decenni, gli dedicava: «Se c’è qualcosa di inspiegabile nella mia vita, è il fatto che sia riuscito a sopravvivere a tanta febbre, estasi, follia».
217. Formaggio olandese - Willem Elsschot (1933) [Aggiunto nella lista 2008]
Vi sono personaggi con cui simpatizziamo al primo incontro, hanno in sé qualcosa che ce li rende immediatamente familiari: fanno già parte di noi. Uno di questi è Frans Laarmans, protagonista di quasi tutti i romanzi di Willem Elsschot e suo ironico doppio, che viene ad aggiungersi al numero degli “impiegati letterari” che, dal gogoliano Akakij Akakievic, allo sveviano Zeno Cosini, per arrivare fino a Fantozzi, entrano come figure simboliche nell’immaginario comune. In Formaggio olandese Laarmans trova l’occasione del riscatto dal “trentennale vassallaggio impiegatizio” nell’offerta di diventare “rappresentante ufficiale per il Belgio e il Granducato del Lussemburgo” di una ditta olandese che esporta formaggi. Ma la sua inettitudine a imitare i riti di una società che gli è in realtà indifferente, il suo continuo mascherarsi per far finta di essere come gli altri, il suo velleitarismo perennemente perdente davanti alla razionalità, non lo rendono sicuramente adatto alle scalate sociali. In un crescendo di chapliniana comicità, Laarmans non fa che disperdersi in superflui dettagli quotidiani, mentre tonnellate di formaggio invenduto si accumulano in cantina, invadendo i suoi pensieri ed ergendosi come un odiato muro puzzolente fra lui e la vita. Ma è proprio nel suo fallimento che ci riconosciamo, nel suo recitare con enfasi le parti che di volta in volta si impone, convinto che il vero io resti comunque altrove, che ritroviamo la nostra incapacità di prendere il gioco veramente sul serio, di vivere senza guardarci ironicamente vivere.
218. La condizione umana - André Malraux (1933) [Aggiunto nella lista 2008]
"La condizione umana" si svolge nella fase immediatamente seguente la Rivoluzione cinese, la fase più tragica: quella dell'insurrezione di Shangai del 1927, quando gli operai in armi, guidati dai comunisti, liberano la città prima dell'arrivo di Chang Kai-shek alla testa delle truppe del Kuomintang. Partito comunista cinese e Kuomintang sono ancora alleati, ma già si presagisce la tragica soluzione finale. Chang rompe l'alleanza che Stalin continuava a sostenere, e questa sua ostinazione condanna i comunisti al massacro. La "condizione umana" che interessa Malraux non è quella disperata di centinaia di milioni di diseredati, ma il sentimento dell'impossibilità di comunicazione con l'altro che è la caratteristica saliente dell'essere umano.
219. Groviglio di vipere - François Mauriac (1933) [Aggiunto nella lista 2008]
220. Il ritorno di Filip Latinovicz - Miroslav Krleža (19) [Aggiunto nella lista 2008]
Dopo molti anni di assenza il pittore Filip Latinovicz fa ritorno ai luoghi della sua infanzia, che nulla hanno a che spartire con un mondo idilliaco: nella Croazia post-asburgica, nel “fango” della Pannonia affonda una aristocrazia giunta ormai alla celebrazione della propria decadenza, e sui paesaggi di un tempo spirano cupi aliti di dissoluzione. Nel tentativo di sottrarsi alla calamità rappresentata dalla propria origine – una madre ambigua e spregiudicata, che lascia perdurare un alone di mistero sulla vera identità paterna – Filip si lascia travolgere dalla passione per una donna, la cui «bocca umida mormorava menzogne ardite e velenose come pura poesia» e da visioni pittoriche assolute che lo consumano.
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