L'avevate amata. L'avevate richiesta a gran voce. Finalmente, dopo mesi di assenza, torna la versione riveduta e corretta di Listopia. I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita. Tranquilli, non vi riproporremo con gli aggiornamenti i cinquanta appuntamenti della vecchia versione, datata 2006, ma solo le aggiunte apportate e mantenute fino all'ultima, quella del 2012, che - vi anticipiamo - non si limitano a libri usciti dopo il 2005 ma rivoluzionano un po' anche le liste dei secoli precedenti.
Anche stavolta, forse più che mai, la vostra granitica certezza di aver letto di tutto ne uscirà scalfita e sanguinante: cimentatevi con noi a spuntare i libri già letti e a insultare quelli la cui presenza nella lista è assolutamente immeritata!
181. I passi perduti - Alejo Carpentier (1953) [Aggiunto nella lista 2008]
Alejo Carpentier (L'Avana, 1904-Parigi, 1980), è il più importante scrittore cubano del Novecento e tra i massimi latinoamericani. Tra i suoi romanzi: Il regno di questa terra (1949), Il ricorso del metodo(1974), Concerto barocco (1974), L'arpa e l'ombra (1979), I passi perduti (1953), pubblicato da questa casa editrice nel 1995.
182. The Hothouse - Wolfgang Koeppen (1953) [Aggiunto nella lista 2008]
Set in Bonn, the capital city of postwar Germany, follows sophisticated idealist Keetenheuve after he returns to Germany following his self-imposed exile, as his entrance into politics leads to his downfall.
183. The Dark Child - Camara Laye (1953) [Aggiunto nella lista 2008]
The Dark Child is a distinct and graceful memoir of Camara Laye's youth in the village of Koroussa, French Guinea. Long regarded Africa's preeminent Francophone novelist, Laye (1928-80) herein marvels over his mother's supernatural powers, his father's distinction as the village goldsmith, and his own passage into manhood, which is marked by animistic beliefs and bloody rituals of primeval origin. Eventually, he must choose between this unique place and the academic success that lures him to distant cities. More than autobiography of one boy, this is the universal story of sacred traditions struggling against the encroachment of a modern world. A passionate and deeply affecting record, The Dark Child is a classic of African literature.
184. Il disegno del piviere - (1952) [Aggiunto nella lista 2008]
Il giovane Kikuji ha da poco sposato Yukiko dopo aver rotto con il suo passato peccaminoso. Il sacrificio di Fumiko, la donna che per amor suo ha deciso di sparire dalla sua vita, lo spinge a ricercare l'amore ideale, puro e inconsumabile. Kikuji non vuole fare l'amore con la sua sposa proprio perché la ama e, paradossalmente, nel matrimonio ritrova la propria castità, anche se con non pochi tormenti. Fumiko continua ad amarlo, lontano e irraggiungibile, come appare dalle sue lettere che costituiscono il nucleo centrale di questo poema in prosa di acuta e raffinata sensibilità.
185. Donne eccellenti - Barbara Pym (1952) [Aggiunto nella lista 2008]
Un bell'uomo un po' sciocco segretamente ammirato da una donna che del proprio non avere speranza non solo non si cruccia, ma addirittura ne fa un punto di forza; un ecclesiastico in balia delle circostanze; un antropologo terribilmente impegnato nelle sue ricerche, forse inutili e che nell'altro sesso cerca, come del resto tutti i maschi, solo una donna eccellente, disposta a semplificargli la vita: Donne eccellenti è un Pym tipico. Il libro, oltre a essere uno dei romanzi più famosi dell'autrice, è una commedia romantica che suggerisce in modo molto poco romantico che probabilmente il matrimonio non è la meta sognata da tutte le donne. Lo spirito e l'indipendenza di Mildred non solo sovvertono lo stereotipo delle "donne eccellenti" come persone noiose, ma fanno anche pensare che la loro vita sia piena in modo del tutto soddisfacente. Ambientato nella Londra postbellica, una città ancora alle prese con gli edifici devastati dai bombardamenti, l'inizio del femminismo e la line del colonialismo, il romanzo offre attraverso un umorismo derisorio e leggermente perfido una critica sociale che al tempo stesso illumina e intrattiene.
186. L'alveare - Camilo José Cela (1951) [Aggiunto nella lista 2008]
L'alveare è la città di Madrid. Una folla stanca e desolata dopo la Guerra Civile: tante storie di fame, paura, invidia raccontate con vivace ironia dal Premio Nobel 1989.
187. Gli incolpevoli - Hermann Broch (1950) [Aggiunto nella lista 2008]
Scritta a più riprese fra il 1930 e il 1949, Gli incolpevoli è l’opera più significativa di Hermann Broch, «la sua parola definitiva ed umanamente più compiuta», come ha detto Ladislao Mittner. Perfetta fusione di concretezza artistica e riflessioni etico-filosofiche, questo «romanzo in undici racconti» riconduce immediatamente all’atmosfera e alla poetica di quella letteratura mittel-europea che con Roth, Musil, Kafka e Walser produsse nella prima metà del ’900 uno straordinario patrimonio di invenzioni narrative. Di questa tradizione Broch è a un tempo l’erede e l’ultima espressione. Sottilmente kafkiano è Andrea, il protagonista de Gli incolpevoli; tipica dei personaggi di Broch la sua storia, quella di un destino che si consuma contro ogni ragionevolezza. Giovane olandese, commerciante di diamanti, ricchissimo a dispetto di crisi ed inflazioni, gli approda in una cittadina tedesca di provincia dove il suo destino si incrocia con quello di una famiglia aristocratica presso cui trova alloggio. L’anziana baronessa, sua figlia Hildegard e la serva Zerlina (il cui nome non è l’unico richiamo al Don Giovanni mozartiano) tessono sottilmente attorno a lui un’invisibile prigione; né lo salverà l’amore per la giovane Melitta, personificazione di un mondo sano e ordinato contrapposto a un’aristocrazia ambigua e corrotta e a una borghesia feroce e meschina. Immagini di un mondo colpevole che, ormai inattuale, si prepara a morire con falsa dignità, le prime tre figure femminili delegano ad Andrea il rito e l’incubo di quella morte: sarà lui, l’incolpevole, ad espiare per loro, senza ragione, col suicidio. La vicenda, ambientata tra il 1913 e il 1945, vive sullo sfondo dell’ascesa nazista, riflessa nella figura di Zaccaria, uomo mediocre, «costruito metodicamente»: ed è proprio questo riferimento, non solo storico ma anche ideale, ad offrire la chiave più autentica del messaggio etico di Broch.
188. Barabba - Pär Lagerkvist (1950) [Aggiunto nella lista 2008]
Bandito e assassino, condannato a morte per sedizione e omicidio, scelto dalla folla al posto di Gesù, graziato e rilasciato da Pilato: è tutto quello che sappiamo di Barabba dai Vangeli. Che ne sia stato, poi, di quel primo uomo oggettivamente salvato dalla morte in croce di Cristo, nessuno lo dice. È su quel silenzio che Lagerkvist costruisce il suo capolavoro, il romanzo Barabba, rielaborato tre anni dopo nel dramma qui tradotto per la prima volta in italiano, in forma ancora più emblematica ed essenziale. Dieci scene che, come in un Morality Play, scandiscono le tappe fondamentali della sua vita: l’estraneità all’esistenza passata, l’incontro con Lazzaro tornato dal regno dei morti, con Pietro, dolorosamente pentito di aver rinnegato il Maestro nell’ora estrema, con la donna pronta a farsi sua testimone solo per averlo visto passare, con il compagno Sahak, la cui fede semplice trasfigura anche le tenebre della schiavitù nelle miniere, sono quasi stazioni della sua personale via crucis che lo porta dal Golgota, dove assiste turbato alla fine di quell’innocente che muore al posto suo, fino alla prigione a Roma da cui uscirà per subire lo stesso destino. L’impossibile ricerca della fede in quel “figlio di Dio” che si è lasciato infliggere la morte più infame, di un senso in quella salvezza che ha ricevuto senza averla chiesta, in quel sacrificio che non capisce, in quella legge dell’amore in assurdo contrasto con l’efferata realtà quotidiana, fa di Barabba il simbolo dell’umanità davanti al mistero della redenzione e al richiamo di quel messaggio così rivoluzionario da non essere ancora penetrato, nonostante la sua forza e il suo fascino, nella spietata barbarie della Storia. Uomo dei suoi tempi, testimone che non riesce a vedere, e Ognuno di sempre, insaziabile ricercatore della verità che, se non trova salvezza nella fede, la trova forse nel dubbio.
189. Ashes and Diamonds - Jerzy Andrzejewski (1948) [Aggiunto nella lista 2008]
Originally published in Poland in 1948, and acclaimed as one of the finest postwar Polish novels, Ashes and Diamonds takes place in the spring of 1945, as the nation is in the throes of its transformation to People' Poland. Communists, socialists, and nationalists; thieves and black marketeers; servants and fading aristocrats; veteran terrorists and bands of murderous children bewitched by the lure of crime and adventure--all of these converge on a provincial town's chief hotel, a microcosm of an uprooted world.
190. Viaje a la Alcarria - Camilo José Cela (1948) [Aggiunto nella lista 2008]
Bajo este título, Camilo José Cela nos ofrece un original, atractivo y brillante cuento. El crudo retrato de sus personajes conducen al lector por caminos completamente nuevos.
191. Giuseppe e i suoi fratelli - Thomas Mann (1948) [Aggiunto nella lista 2008]
I quattro volumi del ciclo di Giuseppe, dal titolo:
Le storie di Giacobbe
Il Giovane Giuseepe
Giuseppe in Egitto
Giuseppe il nutritore
sono ispirati al celebre racconto biblico che, ampliato, sviluppato e dissacrato, diventa per Mann una potente allegoria del tempo presente. Considerata da molti critici il suo capolavoro, "summa" filosofica, politica e artistica dello scrittore, la tetralogia è basata su una mole di invenzioni fantastiche, di personaggi, episodi, sentimenti mirabilmente descritti e pervasa da una sottile ironia: un racconto vivido e appassionante che accoglie al tempo stesso suggestioni dalla psicologia, dalla storia delle religioni e dal mito, fondendole in un sublime "scherzo intorno alla verità".
192. Nel cuore dei mari - S.Y. Agnon (1947) [Aggiunto nella lista 2008]
Tutto comincia con Hanania, colui che ha «girato mezzo mondo e superato tante prove». Sotto la sua guida, un piccolo gruppo di ebrei della Galizia polacca, composto da uomini e donne prescelti non «per propria rettitudine, ma solo in virtù della misericordia divina», intraprende il viaggio verso la terra d'Israele – secondo la tradizione diffusa in quelle regioni dal Baal Shem Tov, il fondatore del Hassidismo –, lungo un percorso in cui ogni luogo sprigiona una sorta di incanto. Così è per il punto di partenza, Buczacz, cittadina dove «sembra quasi che le stelle siano appese ai tetti delle case»; per Vaslui, con il suo importante mercato di miele e cera; per Barlad, con le lapidi nerofumo dei martiri nel cimitero vecchio. E così è soprattutto per Kushta la Grande, ovvero Stambul, la città senza eguali al mondo». Ma via via che il viaggio prosegue, non senza disagi, se ne rivela l'autentica dimensione: paesi, oggetti e persone si trasfigurano in un fitto chiaroscuro fantastico, visioni ed eventi arcani (l'apparizione tentatrice di Satana che cerca di dissuadere i pellegrini dal loro proposito, la misteriosa scomparsa di Hanania) si susseguono, e ogni tappa sembra comporre un itinerario mistico-simbolico. E ben diverso dall'Eden annunciato, concreto e insieme celeste, appare infine l'approdo – dove la promessa si adempirà solo a prezzo di molte altre prove, poiché «la mancanza precede necessariamente la pienezza dell'Essere».
193. Da questa parte per il gas - Tadeusz Borowski (1947) [Aggiunto nella lista 2008]
"Tadeusz Borowski si pone in maniera totalmente nuova e diversa rispetto al modo ormai tradizionale di scrivere dell'occupazione nazista e dei lager. Infatti, ha creato testi di grande valore in cui ciò che lo interessa è soprattutto la vita quotidiana. Un simile metodo comporta una diversa scelta dei fatti: vuole riprodurre un quadro rappresentativo, medio, di fenomeni e di sensibilità. Così i racconti mostrano tanto le forme composite della vita sotto l'occupazione, fondata su un commercio patologico e pericoloso, quanto la lotta per la sopravvivenza nei lager, una lotta brutale e tragica perché fa emergere nella natura umana i suoi lati primordiali. La sua sincerità senza precedenti, addirittura imbarazzante, non risparmia nessuno né tace nulla. Così sono nate le pagine di questo libro che imprimono indelebilmente nella nostra memoria le devastazioni operate nella psiche umana dai meccanismi dell'occupazione e soprattutto del lager. E l'autore si astiene dal fare una propria diagnosi, lascia al lettore il compito di trovare delle definizioni adeguate a simili devastazioni: l'indifferenza verso gli altri, la scomparsa delle più elementari reazioni del cuore, l'avidità, l'egoismo". (Wislawa Szymborska)
194. Vicolo del mortaio - Naguib Mahfouz (1947) [Aggiunto nella lista 2008]
Vicolo del mortaio, pubblicato nel 1947, è la descrizione, lievemente ironica e distaccata, della vita quotidiana che si svolge in un vicolo del Cairo, durante la seconda guerra mondiale. Mahfuz ci offre il vivido ritratto di un'umanità dolente, spesso molto misera, rappresentata con semplicità e insieme con esotica raffinatezza, dosando i dialoghi e i momenti di riflessione in modo da lasciare sempre un varco tra un episodio e l'altro. In ultimo, è la vita, nella sua nudità essenziale e drammatica, a imporsi a tutti come una sorta di riequilibratore deus ex machina. [La nostra recensione]
195. La schiuma dei giorni - Boris Vian (1947) [Aggiunto nella lista 2008]
Colin è un giovane parigino ricco e annoiato. Passa il tempo dedicandosi a ricette inverosimili, strimpellando bizzarri strumenti di sua invenzione, bighellonando con Chick - il suo migliore amico - un ingegnere spiantato e sperperone che ha uno strano pallino: collezionare le opere di Jean-Sol Partre. Poi, nella vita del signorino entra, in modo esplosivo, l'amore. L'incontro con la bella Chloé è un colpo di fulmine: decidono di sposarsi nel giro di pochi giorni. Al ritorno dal viaggio di nozze, Chloè si ammala. Nei suoi polmoni si annida un male terribile, fatica a respirare. Mentre il tempo va sempre più veloce, e l'appartamento dove vivono, inizialmente di dimensioni faraoniche, si fa sempre più stretto... [La nostra recensione]
196. La casa sull'altopiano - Erskine Caldwell (1946) [Aggiunto nella lista 2008]
197. Zorba il greco - Nikos Kazantzakis (19) [Aggiunto nella lista 2008]
"Lo conobbi al Pireo... Parole, risate, balli, ubriacature, preoccupazioni, quiete conversazioni al tramonto, occhi sgranati che mi fissano con tenerezza e disprezzo, come se mi dessero ad ogni istante il benvenuto, come se ad ogni istante mi dicessero addio, per sempre". Zorba il greco è il romanzo di Nikos Kazantzakis da cui venne tratto il fortunato film con Anthony Quinn e Irene Papas, proposto ai lettori italiani in traduzione dal greco e in versione integrale. "Sicuramente il cuore dell'uomo è una fossa chiusa di sangue, e quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le inconsolabili ombre assetate... Corrono a bere il sangue del nostro cuore, perché sanno che altra risurrezione non esiste. E più avanti di tutti corre oggi Zorba con le sue grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è per lui oggi la commemorazione. Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva ancora per un po' questo crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e zingaro. L'anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che abbia mai conosciuto in vita mia".
198. La cronaca di Travnik - Ivo Andrić (1945) [Aggiunto nella lista 2008]
Frutto di lunghe meditazioni e approfondite ricerche, iniziato da Andrić negli anni Venti e terminato nel 1942, La cronaca di Travnik venne pubblicato per la prima volta nel 1945 e tradotto in Italia solo nel 1961. Ambientato tra il 1806 e il 1814 a Travnik, allora capitale della Bosnia ottomana, luogo di incontro di mille etnie e mille religioni, questo libro di straordinaria lungimiranza e intelligenza storica, politica e letteraria dà vita al confronto tra l'Occidente moderno che si va delineando e un mondo segnato dall'oppressione turca, dall'attaccamento alle tradizioni, dalla durezza dei luoghi e delle condizioni di vita. Opera di tolstoiana grandezza, riesce a restituire la storia a un popolo che ne è stato privato e dà a noi oggi gli strumenti per capirla. Come è stato scritto nelle motivazioni per il Nobel conferitogli nel 1961, Andrić "apre la storia del mondo a una pagina sconosciuta e, dal profondo dell'anima slava balcanica, sollecita la nostra sensibilità".
199. La morte di Virgilio - Hermann Broch (1945) [Aggiunto nella lista 2008]
Le ultime ore di vita di Virgilio, ormai anziano, di ritorno in Italia, in filosofiche meditazioni. Attraverso strade rumorose e affollate il poeta va dalla nave al palazzo dell’imperatore Augusto a Brindisi, e qui decide che l’Eneide va distrutta. Ma Ottaviano lo convince a salvare l’opera e Virgilio va incontro alla morte.
200. Pippi Calzelunghe - Astrid Lindgren (1945) [Aggiunto nella lista 2008]
"Un tempo avevo paura di rimanere in casa da sola, ma ora non più, perché Pippi è con me" ha scritto ad Astrid Lindgren una bambina giapponese. "Pippi Calzelunghe" è un libro conosciuto in tutto il mondo e tradotto in 54 lingue, di cui l'ultima dell'elenco è lo zulù. Anche voi troverete in Pippi una compagna forte, allegra, furba e ricchissima; vive sola a Villa Villacolle e non ha paura di niente: sta benissimo anche senza genitori, perché così nessuno le dice quando è ora di andare a letto o le insegna le buone maniere, che non servono a nulla se non si è veramente generosi. E Pippi, appunto, lo è. Leggete le sue avventure e vi sentirete, come lei, tanto forti da sollevare un cavallo.
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