Recensione
La prima parte del romanzo è ambientata a Parigi e la seconda a Milano.
Libero, il dodicenne protagonista di questo romanzo, vede dallo spiraglio di una porta socchiusa la propria madre mentre fa sesso orale con un amico di famiglia. La scena, che lo eccita e contemporaneamente lo disgusta, condizionerà la sua vita sessuale e affettiva fin dopo la maturità.
Missiroli descrive l’arduo passaggio dall’infanzia all’età adulta passando attraverso le difficoltà dell’adolescenza di Libero, costellata di eventi sessuali che a loro volta risentono del trauma subito da bambino.
È intuitivamente questo il motivo per cui il protagonista, ormai maggiorenne, si eccita nell’immaginare la propria partner fra le braccia di altri. Ma non si limita all’immaginazione, spingendo addirittura la ragazza, di cui dice di essere innamorato, a ripetere con altri ciò che ha visto fare da sua madre e a farsi raccontare le sensazioni provate. Anche se le perversioni di Libero vengono giustificate dal trauma subito da bambino, non c’è da stupirsi se alla fine la ragazza in questione decide di dare un taglio alla loro relazione.
A seguito di questa delusione amorosa, come coloro che lasciavano la patria per andare ad immolarsi nella legione straniera, Libero si trasferisce allora da Parigi, dove poteva usufruire di un appartamentino personale (sogno di gran parte dei giovani) di proprietà della sua famiglia, in una mezza topaia in affitto a Milano. La sua espiazione, oltre alla diversa sistemazione, consiste nel lavoro sottopagato presso uno studio legale, nell'arrotondamento delle sue entrate facendo il cameriere durante la sera e nelle battaglie che affronta nei talami delle donne con cui si relaziona nella città scaligera.
Per quanto tutte le esperienze sessuali del protagonista siano descritte con mano leggera e non risultino mai volgari, si rileva talvolta il desiderio dell’autore di scioccare il lettore, come si evince fin dall’incipit che è sicuramente di impatto, ma anche discutibile:
Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i piatti di cappelletti e raccontava di come l’utero sia il principio della modernità. Versò il brodo di gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffragette che hanno liberalizzato le coscienze.Il romanzo, dopo una prima parte scorrevole e piacevole, come in genere lo sono i romanzi di formazione, nella seconda diventa piuttosto ripetitivo nel racconto delle esperienze sessuali (specie orali) del protagonista.
– E i pompini.
La crepa fu questa. Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre sentenziava: e i pompini.
Mamma lo fissò, Non ti azzardare più davanti al bambino, le sfuggì il sorriso triste. Lui continuò a raffreddare i cappelletti e aggiunse – Sono una delle meraviglie del cosmo.
Nel passaggio dall’adolescenza alla maturità e il superamento del trauma subito da bambino non si sente una vera partecipazione, piuttosto un certo autocompiacimento nell’esporre citazioni letterarie che, nelle intenzioni dell'autore, dovrebbero spiegare ed elevare le esperienze sessuali di Libero in eventi formativi.
I personaggi appaiono piuttosto stereotipati e il protagonista risulta di un egocentrismo indisponente, cosa comprensibile forse in un ragazzo nella prima adolescenza, ma deprecabile al raggiungimento della maggiore età.
In definitiva quello che mi sento di promuovere del romanzo è lo stile dell’autore ma non il contenuto.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Atti osceni in luogo privato
- Autore: Marco Missiroli
- Editore: Feltrinelli
- Data di Pubblicazione: febbraio 2015
- Collana: I narratori
- ISBN-13: 9788807031250
- Pagine: 249
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00
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