Gabriel José de la Concordia García Márquez, soprannominato Gabo (Aracataca, Colombia, 6 marzo 1927 – Città del Messico, 17 aprile 2014), è stato uno scrittore, giornalista e saggista colombiano, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1982.
Tra i maggiori scrittori in lingua spagnola, García Márquez è considerato uno dei più emblematici esponenti del cosiddetto realismo magico, la cui opera ha fortemente contribuito a rilanciare l'interesse per la letteratura latinoamericana. Dotato di uno stile scorrevole, ricco e costantemente pervaso di un'amara ironia, i suoi romanzi sono caratterizzati da articolate strutture narrative, con frequenti intrecci fra realtà e fantasia, fra storia e leggenda, con la presenza di molteplici piani di lettura, anche allegorici, tenuti assieme da un sapiente uso della prolessi e dell'analessi.
Come molti celebri autori inizia la sua carriera come giornalista (dopo aver brevemente frequentato corsi di giurisprudenza e scienze politiche presso l'Universidad Nacional de Colombia, a Bogotà) lavorando per le testate "El Universal" e "El Espectador" di Bogotà, prima di trasferirsi a Parigi e poi a Londra.
Nel 1973, tuttavia, abbandona temporaneamente - per circa due anni - la letteratura per dedicarsi al giornalismo sul campo, come segno di protesta per il colpo di stato cileno del generale Augusto Pinochet, che porta alla morte del presidente Salvador Allende. Non è la prima presa di posizione "politica" di Marquez, che al nascere della rivoluzione cubana aveva avuto modo di conoscere sia Che Guevara che Fidel Castro, per la cui agenzia Prensa Latina aveva lavorato sia a Bogotà che a New York. L'amicizia con il lider maximo, che lui definì sempre di tipo intellettuale più che politico, gli porta negli anni diverse critiche ma riesce a scalfirne la fama, nemmeno negli Stati Uniti (l'ex presidente Bill Clinton ha più volte indicato Castro come il suo scrittore preferito).
Ha pubblicato 14 romanzi, quattro antologie di racconti più due racconti singoli, 10 saggi e altri 3 altri tre scritti non ben classificabili. Tra di essi spiccano L'autunno del patriarca (El otoño del patriarca,1975), Cronaca di una morte annunciata (Crónica de una muerte anunciada, 1981) e l'ironico L'amore ai tempi del colera (El amor en los tiempos del cólera, 1985), dai quali sono state tratte omonime versioni cinematografiche.
Santiago Nasar morirà. I fratelli Vicario hanno già affilato i loro coltelli nel negozio di Faustino Santos. In paese lo sanno tutti, tranne Santiago. E la morte annunciata lo sorprende davanti alla porta di casa, nel fulgore di una splendida mattinata tropicale. Perché il delitto non è stato evitato? Alcuni non hanno fatto nulla per scongiurarlo, altri hanno tentato di agire, ma un incredibile intreccio di contrattempi e imprevisti ha permesso e perfino favorito la volontà del destino. Una grandiosa allegoria sull'assurdità della vita.
Recensione
In Cronaca di una morte annunciata tornano due temi cari a Gabriel García Márquez: la morte e l’ineluttabilità del destino.È abile l’autore a fare una precisa ed originale ricostruzione degli eventi che porteranno alla morte di Santiago Nasar ed è abile ad incastrare fra loro equivoci e coincidenze fino alla tragedia che nessuno avrebbe voluto.
Il motivo per cui nessuno avrebbe voluto la morte di Santiago è che era un giovane educato, gentile, generoso, di bella presenza e ben voluto. Forse l’unica a provare un certo astio nei suoi confronti era la cuoca di casa Nasar, che era stata per parecchio tempo l’amante del padre scomparso della vittima e temeva che anche la propria figlia dovesse subire, come lei, la sorte di diventare l'amante del padrone.
Il motivo invece per cui questa morte non viene evitata è dovuto al fatto che molte persone, a cui era giunta tramite il passaparola l’intenzione degli assassini, l'avevano ritenuta un’assurdità. Altri, per un congiunto di circostanze, avevano agito in maniera poco opportuna, favorendo gli assassini invece di impedir loro di agire, come il fatto di aver sbarrato la porta di casa della vittima, in genere sempre aperta, nella convinzione che fosse già tornata dalla sua passeggiata. Gli assassini stessi, che volevano essere fermati, e che erano rimasti in un locale vicino alla casa della vittima in piena vista di coloro che passavano, non avevano nascosto le proprie intenzioni ai loro conoscenti ma, nonostante esibissero i coltelli che intendevano usare per l'omicidio, il loro comportamento era talmente tranquillo che molti pensavano che si limitassero a scherzare.
Una critica che viene indirizzata talvolta a García Márquez è che, nei suoi scritti, spesso il lettore rimane frastornato da troppe divagazioni. In questo romanzo ciò non avviene: l’autore non si discosta mai dal punto focale della storia, che viene rivelato già nelle prime due righe:
Il giorno che l’avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5 e 30 del mattino per andare ad aspettare il battello su cui arrivava il vescovo.La voce narrante principale è quella di un testimone della tragedia stessa, amico di Santiago, che racconta la cronaca dell’omicidio a ventitré anni di distanza dal fatto e cerca di ricostruire gli avvenimenti confrontando le diverse opinioni di coloro che furono presenti all'assassinio o ne ebbero diretta notizia. Si tratta di verità soggettive, talvolta contraddittorie fra loro, che concorrono a formare il quadro d'insieme della vicenda.
Ma c’è anche la voce in terza persona del narratore onnisciente che serve a redigere la cronaca, nonché la voce del popolo che agisce come personaggio corale tipico delle tragedie greche. E infatti la storia è una tragedia e come tale si snoda fino all'annunciato dramma finale.
Il racconto si svolge appassionante perché l'inchiesta poliziesca è usata come tecnica letteraria e l'autore fa partecipe il lettore dei dubbi sorti durante le indagini svolte per scoprire se Santiago fosse effettivamente colpevole del crimine che gli viene imputato. Si può pensare che ciò che aveva indotto due giovani, ritenuti fra i più tranquilli del paese, ad un gesto così efferato come l'omicidio per accoltellamento, dovesse essere di enorme gravità.
Anche se si conosce il finale già dalla prima riga, Marquez è riuscito a raccontare con la propria indiscutibile capacità, ora tornando indietro nel tempo e ora anticipando il futuro, gli eventi che avrebbero concorso a determinare la tragedia. Nel romanzo, infatti, fabula e intreccio non corrispondono ed è al lettore che viene lasciato il compito di mettere in ordine i fatti, senza peraltro che questo comporti alcuna difficoltà nella lor comprensione, data la prosa chiara e scorrevole che caratterizza lo scrittore colombiano.
La suspense, sostenuta da un ritmo sempre teso, rimane elevata e, fino alla fine, persiste la speranza di poter fare chiarezza sulla colpevolezza o meno della vittima.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, dato che Marquez è maestro nel descrivere con pochi tratti la personalità di coloro che assistettero o concorsero alla tragedia.
A mio avviso Cronaca di una morte annunciata è un capolavoro di tecnica letteraria che non può non essere apprezzato anche dai detrattori di García Márquez.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Cronaca di una morte annunciata
- Titolo originale: Crónica de una muerte anunciada
- Autore: Gabriel García Márquez
- Traduttore: Dario Puccini
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 2014 ristampa
- Collana: Oscar
- ISBN-13: 9788804543213
- Pagine: 89
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 8,50
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