Palmas decide di vivere in prima persona quell’esperienza, ma il risultato finale sarà sconvolgente.
L’essere umano come figlio del tempo e di se stesso, l’anima come elemento costante e immortale, la morte come semplice transito. Su tutto questo si muove kairòs: l’attimo di Dio, il potere di cui la scienza umana vorrebbe riuscire ad appropriarsi.
"L’essere immortale non è chi non muore mai, ma colui che rinasce sempre."
Recensione
In un'epoca di scoperte scientifiche che ad alcuni suonano come nuovi round nello scontro tra l'uomo e la natura (o Dio), Kairòs coglie al volo l'occasione per presentarsi come una riflessione sul rapporto tra l'uomo e il tempo, tra l'artificiale e il naturale.
Le premesse suono buone, le intenzioni pure, il risultato non sarà però all'altezza: tra storia fuori foco e ben poco fantascientifica, penuria di idee solide e una scrittura piuttosto mediocre, Kairòs si rivela un'occasione perduta di fare della buona fantascienza e di toccare i giusti temi nel modo più consono.
La storia vede protagonista un giovane e brillante biologo fresco di laurea che riceve la proposta lavorativa che gli cambierà la vita: andare a lavorare nella natia Sardegna a un progetto segretissimo sul viaggio nel tempo. Uno sviluppo per niente realistico anzi, verrebbe da dire che fino a queste righe l'unica storia fantascientifica è quella di un neolaureato che trova un lavoro a tremila euro al mese in piena recessione, il quale commenta esplicitamente, peraltro, che evidentemente la meritocrazia in Italia esiste (amara ironia dell'autore o ... fantasia a occhi aperti? Chissà!). In ogni caso, per il giovane protagonista dallo strano nome è un sogno che si avvera ed è solo l'inizio. Insieme al lavoro arriva anche l'amore: e chi poteva essere, se non la figlia del suo stesso capo? Proseguiamo così nella lettura di questo romanzo da sogno, fino a quando improvvisamente le cose si guastano: la bella Serena da angelo dantesco diventa un'incomprensibile traditrice, e l'adulterio sarà così devastante per il protagonista da spingerlo a candidarsi a essere il primo cronoviaggiatore della storia.
Superato dramma sentimentale, entriamo finalmente nel vivo dell'azione fantascientifica. Si parlava di viaggi nel tempo, ma dimentichiamo subito Wells, perché in realtà il viaggio nel tempo in Kairòs si traduce nell'animazione sospesa: Lauro viene dunque congelato, tramite un fluido di sua invenzione, per essere poi scongelato trent'anni più tardi. Qualcosa però andrà storto e, mi si permetta il necessario spoiler dell'unico colpo di scena presente, Lauro non si risveglierà nel suo corpo rimasto congelato, ma si reincarnerà nel corpo del figlio avuto nel mentre dall'infedele Serena. La stessa sorte toccherà poi a Serena, spostando la lancetta in avanti di altri trent'anni, e concretizzando un singolare gioco di specchi tra i due amanti feriti che si ritrovano a essere l'uno il figlio dell'altra e viceversa.
Difficile, anche in questo caso, non rimanere perplessi. Se è vero che quell'unico colpo di scena ha il suo bell'effetto, la trama prende una piega talmente ridicola che fa anche dimenticare il vero tradimento compiuto, quello a danno del lettore, al quale si presenta un romanzo fantascientifico che elabora il topos del viaggio nel tempo e con domande esistenziali sul significato del tempo nella vita umana: e invece si ritrova con una storia mal scritta e male assortita in cui vengono gettati insieme nel calderone le ricerche sulle staminali, il viaggio nel tempo e la metempsicosi. Si straparla di staminali come di anima senza la benché minima preparazione, sembra quasi di vedere realizzati gli incubi surreali dell'italico idiota che dal palcoscenico dei salotti televisivi o del pulpito clericale tuona contro l'uomo che gioca a fare Dio; ci mancava solo l'abusatissimo bosone di Higgs. Ma in realtà anche questa non è fantascienza, e lascia il tempo che trova, perché a ben vedere il romanzo non è altro che un'intera lite coniugale tra Lauro e Serena che si prolunga ridicolmente attraverso i decenni.
Ho dedicato molta attenzione alle falle della storia, ma la scrittura non è esente da debolezze: stilisticamente lo scritto è acerbo, elementare, quasi infantile, pieno di frasi fatte, dialoghi stereotipati.
Ho letto e recensito libri ben peggiori, scritti decisamente peggio, ma in questo caso davvero non riesco ad addolcire quello che resta un giudizio infimo; non riesco a perdonare il pessimo servizio reso alla fantascienza, con questa pasticciata confusione di temi; non riesco a giustificare un'opera così mediocre e che pure non è l'opera prima di un ventenne esordiente che ha rispolverato il libro tenuto nel cassetto dai tempi dell'adolescenza, ma l'opera nuova di uno scrittore più navigato.
Giudizio:
+1stella+Dettagli del libro
- Titolo: Kairòs
- Autore: Luca Fadda
- Editore: Ciesse
- Data di Pubblicazione: 2014
- Collana: Silver
- ISBN-13: 9788866601401
- Pagine: 144
- Formato - Prezzo: Brossura - 14,00 Euro
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