1 dicembre 2014

Dicembre: Speciale Autori Irlandesi

Il 6 dicembre 1921 a Londra viene firmato il trattato che conclude la guerra d’indipendenza irlandese: da quel momento l’Irlanda diventa uno stato autonomo (Irish Free State) anche se bisognerà aspettare il 1949 per la proclamazione della piena sovranità e la nascita della Repubblica. Questa ricorrenza ci è sembrata la giusta occasione per dedicare lo speciale di dicembre agli autori irlandesi, molti dei quali sono esponenti di spicco del panorama letterario mondiale: l’Irlanda, nonostante le dimensioni modeste e una popolazione che non raggiunge i cinque milioni di abitanti, può contare quattro premi Nobel (W.B. Yeats, G.B. Shaw, S. Beckett e S. Heaney) e l’attribuzione di diversi premi letterari internazionali ad autori irlandesi (Roddy Doyle, Frank McCourt, Column McCann).

La produzione letteraria irlandese sin dal suo sorgere è stata legata alle esperienze storico-politiche, alle dominazioni e alle vicende della lotta per l'indipendenza; la stessa scelta della lingua da utilizzare (gaelico o inglese) ha rappresentato, per la maggior parte degli autori, una precisa scelta politica. Dal XVIII secolo, con l’inizio del dominio inglese, la lingua usata è stata quasi prevalentemente l’inglese nel tentativo di raggiungere un pubblico più vasto. Questa fu proprio la scelta di Jonathan Swift (1667-1745), autore di romanzi (il più famoso è I viaggi di Gulliver del 1726) e pamphlet, considerato tra i maggiori esponenti della letteratura in lingua inglese e uno dei più grandi scrittori satirici mai esistiti. Lo scioglimento del parlamento irlandese (Act of Union, 1800) e l’unificazione di Irlanda e Gran Bretagna ebbe come conseguenza immediata il divieto di utilizzare il gaelico. Dublino perse la sua centralità culturale e molti intellettuali (tra cui Oscar Wilde) si trasferirono a Londra. Tuttavia che le origini irlandesi di Oscar Wilde (1854-1900) non andranno mai perdute, si pensi all'umorismo e alla rappresentazione ironica della società inglese che caratterizza molte sue opere.

Altro autore di questo periodo, destinato per motivi differenti a lasciare traccia nella letteratura mondiale, è Bram Stoker (1847-1912) che pubblicò, nel 1897, Dracula, il conte vampiro ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo, ripreso o citato da numerosissimi autori in un numero pressoché incalcolabile di opere di fantasia. Stoker, come molti altri letterati a lui contemporanei, si interessò delle questioni politiche irlandesi sostenendo il movimento per lo Home Rule ovvero per l'istituzione di un parlamento nazionale a Dublino, con un governo e un'amministrazione autonomi. Stoker, tuttavia, era un monarchico convinto e riteneva che l’Irlanda dovesse comunque rimanere all’interno dell’Impero Britannico. Il recupero delle tradizioni e della lingua irlandese divenne l’obiettivo della Lega Gaelica, organizzazione letteraria fondata nel 1893 da Douglas Hyde (politico irlandese e primo Presidente della Repubblica d'Irlanda); in ambito più prettamente letterario, si parla di Celtic revival (Rinascimento celtico) per indicare un movimento culturale, espressione di patriottismo e nazionalismo, il cui principale ideologo fu William Butler Yeats (1865-1939). Il poeta (uno dei maggiori esponenti del modernismo) fu un grande sostenitore dell’indipendenza e prese attivamente parte anche alla vita politica occupando un posto nel Senato dello Stato Libero d’Irlanda dal 1922 al 1928. Nel 1923 fu insignito del Premio Nobel “per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un'intera nazione”.

Il punto di riferimento del modernismo irlandese non fu però Yates ma James Joyce (1882-1941), considerato il padre di un nuovo genere conosciuto con il nome di Flusso di Coscienza (Stream of Consciousness), tecnica narrativa consistente nella libera rappresentazione dei pensieri personali. Joyce influenzò un’intera generazione di scrittori impegnati in un’intensa attività di sperimentalismo linguistico e narrativo. A differenza degli aristocratici esponenti del Rinascimento Celtico, la generazione di poeti e scrittori degli anni ’30 si ribello alla poetica di Yeats rivolgendosi, quale fonte di ispirazione, alla società irlandese dell’epoca costituita essenzialmente da piccoli proprietari terrieri e commercianti. Tra gli eredi di maggior prestigio di Joyce figura Samuel Beckett (1906–1989) geniale sperimentatore di forme in chiave linguistica e vincitore del Nobel nel 1969 “per la sua scrittura, che - nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma - nell'abbandono dell'uomo moderno acquista la sua altezza”.

Il passaggio dal XIX al XX secolo fu segnato soprattutto da George Bernard Shaw (1856-1950), commediografo e narratore vincitore del Nobel nel 1925, che si interessò di una molteplicità di temi (la guerra, le conseguenze del capitalismo e la parità dei sessi): con la sua opera più famosa, Pigmalione, vinse anche un Oscar alla migliore sceneggiatura non originale nell’adattamento cinematografico del 1938.

La letteratura irlandese dagli ultimi sessanta anni del XX secolo al primo decennio del XXI secolo ha compiuto un cammino che, come sostiene Renzo Crivelli, è una progressiva metabolizzazione dei vecchi motivi attraverso la scoperta di nuovi codici espressivi: il cosiddetto rinascimento poetico irlandese contemporaneo che ha trovato il suo massimo esponente in Séamus Heaney (1939-2013), vincitore nel 1995 del Premio Nobel, attribuito con la seguente motivazione: “Bellezza lirica e profondità morale, che esalta i miracoli quotidiani e il passato vivente”.

Gli scrittori dell'ultima generazione, pur ispirandosi alla vita in Irlanda, hanno saputo interpretare il disagio di tutto il mondo giovanile contemporaneo in romanzi di grande successo; tra questi ci sono John Banville, Emma Donoghue, Roddy Doyle, Edna O'Brien, Joseph O'Connor, Nuala O'Faolain, Colum McCann, e Frank McCourt. Un filone di autori irlandesi si è distinto anche nel genere della fantascienza e del fantasy. Tra i primi si possono citare Bob Shaw (candidato nel 1967 al Premio Hugo e al Premio Nebula) e James White, autore nord-irlandese cui è dedicato il James White Award Science Fiction Short Story Competition, un concorso letterario per racconti di scrittori di fantascienza non professionisti di lingua inglese. Più noti al grande pubblico sono gli scrittori del secondo gruppo: Clive Staples Lewis (autore delle Cronache di Narnia, pubblicate tra il 1950 ed il 1956, e grande studioso di filologia), Michael Scott (autore della saga di Nicholas Flamel nonché studioso di mitologia e folklore irlandesi) ed Eoin Colfer (autore della saga di Artemis Fowl).


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