Fatalità legate all’età delle vittime, semplice distrazione, oppure l’opera di un misterioso sicario? E poi: avete mai conosciuto un esperto di servizi di demolizione, sgombero e trattamento dei residui di un sinistro? Non vi pare nulla di particolarmente affascinante o misterioso? Fareste bene a dubitare delle prime impressioni.
Che ne dite poi di un salto in Val d’Ossola per risolvere uno delle più intriganti leggende metropolitane: per quale motivo i cinesi non muoiono mai? E ancora: di quali orrori potrebbe macchiarsi un uomo che, dopo anni di onorata carriera, perda il lavoro e con esso il rispetto e la fiducia della moglie, dei suoi più cari amici e del mondo intero?
E infine, perché non concludere il nostro viaggio in compagnia del piccolo Fógia, un bambino in contatto con le vite passate degli ospiti del cimitero del proprio paese?
Recensione
La scelta di ambientare una raccolta di brevi racconti dell'orrore nella quiete ordinata delle montagne del Trentino, se da un lato è coraggiosa, di sicuro produce un effetto straniante. Agatha Christie sosteneva che nulla risaltasse meglio di un cadavere nella placida routine della campagna inglese. Figuriamoci allora il risultato di mostri&co nello splendido e rilassante panorama della sonnacchiosa regione alpina.
In effetti una della caratteristiche meglio riuscite di questa piccola raccolta di orrori vari è proprio la cornice generale, anche paesaggistica, dei racconti. Se il primo e l'ultimo, rispettivamente Piante matte e Il giardino dei sogni, si svolgono nella quiete apparente della montagna tridentina e di essi i luoghi sono parte caratterizzante, anche negli altri la cornice esterna gioca un ruolo non secondario: in Non muoiono mai una trama da giallo metropolitano trova la sua conclusione nelle corsie ovattate, ma non per questo più protette, di un placido istituto psichiatrico di provincia – non un manicomio, non sarebbe politically correct -, mentre Ogni cosa al suo posto trova la sua dimensione di spaesamento nell'emarginazione della periferia urbana come 'non luogo', come negazione della presenza umana, che provoca anche nel protagonista la perdita del limite.
Unica eccezione, Niente al caso è un breve dialogo surreale, in cui i ruoli sono destinati a subire un repentino ed esiziale rovesciamento nel finale, ma potrebbe in realtà essere ambientato ovunque e in nessun luogo.
Con coerenza stilistica e narrativa Giorgi, dunque, ricrea i particolari concreti e le piccole solide certezze del paese e del paesaggio di montagna, di quei luoghi, che sembrerebbero far parte davvero del vissuto dell'autore da quanto sono ben ritratti, in cui tutta la vita gira attorno ad alcuni nuclei.
Per esempio in Piante matte i bar di paese sono il punto dove vicende umane ai limiti tra noia esistenziale e sadismo patologico si incrociano inaspettatamente; mentre in Il giardino dei sogni il punto di vista del protagonista Fogia, un ragazzo con handicap mentale, si sviluppa in un percorso inatteso tra l'inquieto cimitero di montagna, il bar della piazza principale e la parrocchia.
Elemento unificante è il contrasto, che su questi luoghi pacifici, destinati a rimanere sempre uguali a se stessi, proietta la fantasia macabra dell'autore. E, se anche suonano poco credibili alcune voci, come quella del poliziotto-narratore nel primo racconto, o un po' sospese e di scarsa consistenza alcune conclusioni, in particolare nel terzo nel quinto racconto, nel complesso la varietà di sfumature dei racconti – dal noir poliziesco in salsa tridentina alla caccia ai fantasmi che invadono l'Italia in barba alle quote fissate per l'immigrazione – rendono gradevole la lettura e dimostrano una vena narrativa che potrebbe dare voce ad altre non disprezzabili prove.
Giudizio:
+2stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Ogni cosa al suo posto
- Autore: Samuel Giorgi
- Editore: goWare
- Data di Pubblicazione: 2014
- Collana: Pesci rossi. Racconti noir
- ISBN-13: 9788867971787
- Pagine: 69
- Formato - Prezzo: Ebook - Euro 4,99
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