Scioccato dalla notizia, Cyril decide non solo di rimanere per sempre lontano dalla perfidia delle donne, ma addirittura di salvare gli scapoli londinesi dalle insidie del matrimonio. Così, dopo aver scritto di suo pugno un “manuale dello scapolo”, insieme allo scaltro cugino George fonderà un sindacato maschile: lo Scapolificio Billingwest.
Ma gli uomini possono davvero fare a meno delle donne? A quanto pare, aiutare gli scapoli a rimanere tali non è semplice come Cyril e George pensavano e la sopravvivenza dello Scapolificio di famiglia è sin da subito minacciata da fidanzate abbandonate, mogli furiose e segretarie dal sorriso irresistibile.
Ecco allora che prende vita una divertente commedia “d’altri tempi” in cui bugie, arguti sotterfugi e strampalati colpi bassi vi faranno correre da una sponda all’altra del Tamigi verso la resa dei conti
Recensione
Dopo aver letto la trama del romanzo la mia prima reazione è stata quella di andare a rileggere il nome dell'autore. Vincenzo Monfrecola. Un italiano quindi. Strano.
Superati i primi capitoli ho deciso di tornare a controllare: eh sì, il nome sembra proprio italiano. Per esser sicura ho indagato su internet e ho scoperto che Vincenzo Monfrecola è italianissimo, napoletano per la precisione, e le sue opere non risalgono al secolo scorso: si tratta di un autore ancora vivo, vegeto e produttivo.
Eppure tutto ne La stagione degli scapoli rimanda a una letteratura anglosassone d'altri tempi, a quelle commedie di Oscar Wilde fatte di equivoci, scambi di persona e simpatici nonsense. Non è solo l'ambientazione, la Londra del secolo scorso, a trarre in inganno: trama, dialoghi e personaggi richiamano storie come L'importanza di chiamarsi Ernesto più che un tipico romanzo italiano. Leggo che l'autore ha effettivamente lavorato per un certo periodo a Londra come responsabile della sede locale dell’Osservatorio sui Beni Culturali, possiamo quindi supporre che abbia assorbito in quell'occasione un po' di spirito british oppure che egli possieda una naturale affinità con questo tipo di letteratura, fatto sta che il risultato finale è sorprendente e per niente spiacevole.
Il romanzo ha tutta l'aria di una romantic comedy che, come accadeva per le opere di Wilde, dietro a una trama leggera nasconde una volontà di critica di certe affettazioni sociali oltre che una presa in giro delle dinamiche fra i sessi che, allora come oggi sembrano destinati all'incomprensione.
I personaggi sono tutti piacevolmente superficiali anche se abbastanza caratterizzati dall'evitare di cadere nelle solite macchiette stereotipate e, come spesso in queste genere di opere, le donne sembrano saperla molto più lunga degli uomini (sarà perché gli uomini ci immaginano queste gran furbette che nella vita reale ci tengono ben lontane da qualsiasi ruolo di spicco?).
Certo il paragone con Wilde vale fino ad un certo punto: manca qui la penna sferzante e la pungente ironia del grande scrittore irlandese, gli scambi di battute sono divertenti ma non così folgoranti e originali e certe denunce delle ipocrisie della società avevano forse più senso allora che oggi.
Resta il fatto che si tratta di un'opera ben riuscita, spiritosa e ben congegnata che si ispira a un certo tipo di commedia conservando una personalità propri senza ridursi ad una banale imitazione; una lettura simpatica che mette in luce quanto velocemente ci facciamo ingannare dalle apparenze e quanto uomini e donne siano dipendenti dagli stereotipi nelle relazioni con l'altro sesso.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La stagione degli scapoli
- Autore: Vincenzo Monfrecola
- Editore: Gargoyle
- Data di Pubblicazione: 2014
- ISBN-13: 9788898172542
- Pagine: 208
- Formato - Prezzo: Brossura - 16.00 Euro
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