9 settembre 2014

Man Booker Prize 2014: la shortlist

A fine luglio vi abbiamo presentato la lista dei romanzi candidati al Man Booker Prize 2014 che, da quest'anno, prende in considerazione qualunque autore anglofono senza preoccuparsi della sua provenienza da un paese appartenente al Commonwealth, com'era accaduto finora. I tredici romanzi iniziali sono stati ora ridotti a sei che si contenderanno la vittoria finale che verrà annunciata il 14 ottobre prossimo.
Come ha sottolineato il presidente della giuria di quest'anno AC Grayling, i selezionati rispecchiano la nuova tendenza del Booker ad allargare i propri confini, privilegiando "libri che portano il lettore in una sorta di viaggio intorno al mondo, tra il Regno Unito, New York, la Tailandia, l'Italia e Calcutta alternandosi tra presente passato e futuro".
Due gli autori già in precedenza apparsi nella shortlist del Premio: Howard Jacobson che già si aggiudicò il riconoscimento nel 2010 con L'enigma di Finkler (Cargo Editore), e Ali Smith, che era comparsa nella sestina finale nel 2005 con Voci fuori campo (Feltrinelli) e nel 2001 con Hotel World (Minimum Fax, 2001).
Vediamo quindi nuovamente i sei finalisti che, a parere dei giurati, mostrano appieno la profondità e la varietà della produzione letteraria di lingua inglese.


Svegliamoci pure, ma a un'ora decente (To Rise Again at a Decent Hour) di Joshua Ferris (Neri Pozza, Viking)

Paul O’Rourke vive a New York in un appartamento su due livelli con vista sulla Brooklyn Promenade. Va a cena tre o quattro volte a settimana da chef con regolare possesso di stelle Michelin, infanzie trascorse nella valle del Rodano, show televisivi. Si aggira in luoghi dove le scorte di vino da sole fanno sembrare l’Impero romano una zona depressa del Kansas. Ha uno studio di dentista che occupa metà del piano terra di un condominio dietro Park Avenue, la strada più elegante del mondo, dove i portieri si vestono con tanto di guanti e berretto e aprono le porte ad anziane vedove con cagnolino. È capace di lavorare in cinque postazioni situate in cinque sale diverse, e di fare, così, soldi a palate. Tifa per i i Red Sox che, nel 2004, soffiarono persino il titolo agli Yankees e vinsero le World Series. In una sola estate, per due mesi, ha anche profuso tutte le sue energie migliori nel golf. E, tuttavia, Paul O’Rourke ha un grave problema: tutte queste cose che racchiudono la sua vita gli appaiono soltanto parti. E le parti – e qui viene la fregatura – non sono tutto. Uno studio di dentista di successo non è tutto, i Red Sox, il lavoro, lo svago, gli chef, niente può essere veramente tutto, se ciascuna cosa riesce a occupare perfettamente il tempo soltanto per un certo periodo. Persino Connie, la ragazza con cui ha avuto un’intensa relazione, non può essere tutto. Ipocrita come tutte le anime poetiche, Connie in America non metterebbe mai piede in una chiesa, ma in Europa si precipiterebbe subito dalla pista dell’aeroporto al transetto, come se il Dio di Dante e di Bach non aspettasse che il suo arrivo da secoli. Paul O’Rourke avrebbe l’assoluta certezza di aver sprecato la sua vita, se una serie inaspettata di eventi non mutasse radicalmente il corso della sua insignificante esistenza, destinata a trascinarsi nell’abisso come una pallina di golf sull’orlo della buca. Un giorno capita nel suo studio un tipo bizzarro che, dopo essersi fatto estrarre un dente rovinato da una maldestra otturazione, gli sussurra con l’alito acre da anestetico: «Sono un ulm, e lo è anche lei!».
Qualche tempo dopo qualcuno crea un sito web del suo studio, completo di profili di tutti i suoi collaboratori e di una sua biografia colma di citazioni tratte dall’Antico Testamento. E lo «sputtanamento online» appare tutt’altro che tale. Chi parla a nome del «Dottor Paul C. O’Rourke, medico dentista», inviando messaggi sui blog e sulle bacheche facebook di mezzo mondo, lo fa non con idiozie inframmezzate da incomprensibili geroglifici, ma con pensieri profondi sullo stato presente e sulle cose ultime del mondo. Splendida conferma del talento dell’autore di E poi siamo arrivati alla fine, Svegliamoci pure, ma a un’ora decente è uno dei romanzi più attesi sulla scena letteraria internazionale odierna.


The Narrow Road to the Deep North di Richard Flanagan (Chatto & Windus)

Agosto 1943. Nella disperazione di un campo di prigionia giapponese lungo la ferrovia della morte Thai-Burma, il chirurgo australiano è perseguitato dal ricordo della sua relazione clandestina con la giovane moglie dello zio, avvenuta due anni prima. Mentre lotta per salvare gli uomini al suo comando dalla fame, il colera, le violenze, egli riceve una lettera che cambierà la sua vita per sempre. Questo romanzo di una bellezza selvaggia racconta le diverse forme che possono assumere l'amore e la morte, la guerra e la verità, mentre un uomo raggiunge la maturità solo per scoprire ciò che oramai ha perso. The Narrow Road to the Deep North è un monumentale romanzo fatto di passione, orrore e tragica ironia.
The Narrow Road to the Deep North, che trae il suo titolo dal diario di viaggio di Basho, poeta di haiku del diciassettesimo secolo, parla dell'impossibilità dell'amore. Il suo momento più alto è una giornata in un campo di lavoro giapponese, nell'agosto 1943. Mentre il giorno prosegue verso il suo terribile climax, Dorrigo Evans combatte e fallisce nel tentativo di salvare la vita dei suoi compagni prigionieri di guerra, un uomo viene ucciso senza alcuna ragione, e prende vita una storia d'amore.


We Are All Completely Beside Ourselves di Karen Joy Fowler (Serpent's Tail)

Vieni a incontrare la famiglia Cooke. La nostra narratrice è Rosemary. Da bambina non la smetteva mai di parlare; da ragazza si è avvolta nel silenzio: il silenzio dell'amnesia intenzionale, della barriera protettiva. Le è successo qualcosa, qualcosa di così terribile che l'ha sepolto nei recessi della sua mente.
Adesso il suo adorato fratello è diventato un fuggitivo, ricercato dall'FBI per terrorismo interno. E sua madre, un tempo vivace, è l'ombra di se stessa, e il suo sveglio e prepotente padre è diventato un uomo distante e meditabondo.
E Fern, l'amatissima sorella di Rosemary, sua complice nelle loro birichinate infantili? Quello di Fern è un destino che la famiglia, in tutta la sua innocenza, non avrebbe mai potuto immaginare.


J di Howard Jacobson (Jonathan Cape)

Quale paese non è un ossario della sua stessa storia? Due persone si innamorano in un mondo dove il passato è un paese pericoloso, di cui non si deve parlare e che non può essere visitato. Quando scopriranno da dove vengono e dove stanno andando, verrà loro rivelata una verità più grande e sconvolgente.
Kevern non sa perché i suoi parenti gli poggino due dita sulle labbra quando cerca di pronunciare una parola che inizia per J. Non è mai il momento o il luogo adatto per far domande. Anche Ailinn è cresciuta all'oscuro di chi fosse e da dove venisse. Al loro primo appuntamento Kevern le bacia i lividi sugli occhi. Non chiede chi la ferisce. La brutalità è diventata cosa ordinaria. Non sono nemmeno sicuri se si siano innamorati per loro scelta o se qualcuno li abbia spinti l'uno tra le braccia dell'altra. Ma chi avrebbe dovuto spingerli, e perché?
Aleggia sulle vite di tutti i personaggi di questo romanzo una grave catastrofe, un evento passato avvolto nel sospetto, nella negazione e nelle scuse, a cui ci si riferisce con ciò che è successo, se mai è successo. Tenero e terrificante, J merita di essere menzionato insieme a 1984 e Il mondo nuovo.


The Lives of Others di Neel Mukherjee (Chatto & Windus)

Mamma, sono stanco di divorare, di prendere e afferrare e usare. Sono così pieno che mi sembra di non riuscire più a respirare. Me ne vado per cercare un po' d'aria, un posto in cui riuscire a purificarmi, a mettere da parte la vita che mi è stata data per farmene una nuova. Mi sento come se vivessi in una casa presa in prestito. E' tempo che ne trovi una mia. Perdonami.
Calcutta, 1967. All'insaputa della sua famiglia, Supratik è rimasto coinvolto in un pericoloso attivismo politico estremista. Spinto dall'idealistico desiderio di cambiare la sua vita e il mondo che lo circonda, sparisce lasciandosi dietro solo questo biglietto.
Gli anziani patriarchi della sua famiglia, i Ghoshe, presidiano la loro grande tenuta, inconsapevoli che sotto la superficie appena increspata delle loro vite qualcosa si sta muovendo. Non si tratta solo delle velenose rivalità tra cognate, dei segreti distruttivi, del collasso degli affari familiari, ma proprio del disfarsi di una famiglia mentre la società che la circonda va frantumandosi. Perché questo è un momento di turbolenza, di cambiamento inevitabile e inarrestabile: l'abisso tra generazioni e tra coloro che hanno e coloro che non hanno non è mai stato più grande.
Ambizioso, ricco e compassionevole, The Lives of Others anatomizza l'anima di una nazione dipanando una storia familiare. Un romanzo che affronta molti temi, compresi i limiti dell'empatia e il significato dell'azione politica, e che suscita le domande: come immaginiamo il nostro posto nel mondo tra gli altri? Può essere re-immaginato? E a quale costo? Questo è un romanzo di indescrivibile potenza e di impatto emozionale.


How to be Both di Ali Smith (Hamish Hamilton)

How To Be Both è un romanzo completamente incentrato sulla versatilità dell'arte. Ispirandosi alla tecnica pittorica dell'affresco per creare un'originale opera letteraria a scoppio ritardato, è una veloce conversazione multigenere che spazia tra forme, tempi, verità e finzioni. C'è un artista rinascimentale del 1460. C'è il figlio di un figlio del 1960. Due storie d'amore e d'ingiustizia che si intrecciano in un racconto singolare in cui il tempo diventa eterno, la struttura diventa gioco, la conoscenza diventa mistero e la finzione diventa realtà, e tutte le certezze della vita diventano una seconda possibilità.



N.B. Le trame dei libri sono tratte da Goodreads e sono state tradotte da Sakura e Valetta.

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