La spiegazione più ovvia sembra quella di una diabolica macchinazione dei Tedeschi, che la propaganda bellica soprannomina “Unni” per sottolinearne la spietata ferocia.
A dispetto di tutte le apparenze, però, non sono loro gli artefici del misterioso Terrore che è calato implacabile sulla tranquilla campagna inglese: anzi, nessun uomo lo è.
In un crescendo di smarrimento angoscioso, si fa strada nella mente dei testimoni un’ipotesi sconvolgente: il momentaneo sovvertimento di un ordine stabilito che disegna scenari apocalittici, accompagnato dalla brutale consapevolezza di una realtà dalla quale forse non si potrà più tornare indietro.
L’uomo ha infranto un patto sacro: ha scelto di non essere più Uomo.
Recensione
Il romanzo breve – o racconto lungo – di Machen pubblicato nel 1917, nel bel mezzo della Grande Guerra, che ne fornisce la cornice narrativa, mostra sin da subito le caratteristiche migliori di un classico della letteratura di genere per il modo magistrale in cui viene creata un'atmosfera di suspence e per come l'attesa del lettore viene modulata secondo un crescendo graduale ma continuo.
L'ambientazione di partenza genera, già di per sé, buona parte dello scarto tra normalità e straordinario che produce il senso di straniamento tipico della letteratura horror. A proposito dei gialli di Agatha Christie – che, curiosamente, cominciò la sua attività 'criminale' proprio negli anni della prima guerra mondiale – si diceva che non c'è nulla di più anomalo che mettere un cadavere nella solida, robusta e tradizionalissima routine della campagna inglese: l'effetto è ancor più forte se, invece di un singolo cadavere, nella placida e ordinata quiete campestre del Galles in cui si manifesta 'il Terrore' troviamo una serie di morti inspiegabili, che vengono ricondotte a una motivazione arcana e soprannaturale, per quanto con un retroscena quasi scientifico.
Come in molti racconti di genere - anche di un mostro sacro come H.P. Lovecraft - il protagonista è un medico, la cui cultura si fonda su solide basi razionali, e nella trama si assiste, man mano che il terrore si diffonde nei gangli della civilissima società inglese, al disfacimento simultaneo delle certezze scientifiche dell'uomo e del dottore fino all'acquisizione di una nuova e raggelante consapevolezza.
Il racconto in prima persona dei fatti di cronaca è affidato a un giornalista che investiga sulle strane morti verificatesi nella campagna gallese e sul muro di gomma che polizia e governo sembrano voler opporre alla divulgazione dei fatti, attraverso la censura dei giornali e il controllo sui civili. Interessante come emerga nel 1917 l'idea di un controllo poliziesco in una situazione di isteria diffusa come quella del conflitto mondiale, in cui la Gran Bretagna era impegnata con tutte le sue energie, soprattutto per il modo in cui Machen dà corpo alle paure collettiva di un'invasione sotterranea degli odiati cugini tedeschi, chiamati 'gli Unni' in spregio alla loro barbarie distruttrice.
Nel collegare insieme queste morti, che diffondono un sottile senso di terrore nel Galles, il narratore si serve della testimonianza diretta del dottor Lewis. A poco a poco la ricostruzione del medico, coinvolto come autorevole membro della società locale, comincia a fornire delle chiavi di interpretazione dei delitti che sconvolgono l'area – e poi si scoprirà che il fenomeno è diffuso su un territorio molto più ampio, tanto da rendere necessario il controllo delle informazioni per evitare reazioni di panico – anche se in sordina, come fossero ipotesi del tutto incredibili e inaccettabili.
Lewis, ad esempio, riporta le teorie complottistiche di un personaggio del posto, secondo il quale tutti gli episodi di sangue sarebbero imputabili a una presenza sotterranea di truppe tedesche che preparavano il terreno per l'occupazione definitiva, ma solo per bollarle come solenni scempiaggini, in ossequio alla migliore tradizione del buon senso inglese.
Tutto questo però è finalizzato a rendere ancora più spiazzante l'accettazione necessaria di una realtà inquietante che viene ricostruita, come in un giallo, solo nel finale, per quanto assurda possa apparire alla mente di un medico e di una persona di buon senso.
Nelle descrizioni calde e quasi acquarellate del countryside inglese si trova una cifra stilistica che è del tutto complementare alle inquietudini mostruose di alberi che si muovono – come la foresta di Dunsinane nel Macbeth –, alla follia di alcune vittime morte in una fattoria molto isolata, i cui ultimi momenti di lucidità mentale, prima di una morte atroce per sete, sono registrati da un diario indirizzato proprio al dottor Lewis, infine alla spiegazione globale di un terrore che, anche se concluso, rimane sempre minaccioso in agguato. Perché in realtà riguarda la natura stessa dell'uomo e il suo rapporto con le atrocità della guerra e con la natura sulla quale queste atrocità si riflettono.
Un romanzo dell'orrore, dunque, apprezzato per stile e idea sia da Lovecraft sia da Stephen King, ma che in qualche modo rappresenta anche uno dei primi apologhi che dà voce a un'embrionale coscienza ambientalista, come suggerisce la bella e completa introduzione di Alessandra Colla.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il Terrore
- Titolo originale: The Terror
- Autore: Arthur Machen
- Traduttore: Alessandra Colla
- Editore: goWare
- Data di Pubblicazione: 2014
- Collana: Noi animali
- ISBN-13: 9788867971817
- Pagine: 138
- Formato - Prezzo: ebook - Euro 2,99
0 Commenti a “Il terrore - Arthur Machen”
Posta un commento