27 giugno 2014

Speciale Strega 2014: Il padre infedele - Antonio Scurati

Antonio Scurati è nato a Napoli il 25 giugno del 1969. Conseguita la laurea in Filosofia all'Università Statale di Milano, si perfeziona alla Ecoles des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi per poi completare gli studi conseguendo un dottorato di ricerca in "Teoria e Analisi del Testo" all’Università di Bergamo, di cui è tuttora docente e ricercatore e dove coordina il "Centro Studi sui Linguaggi della Guerra e della Violenza". Dal 2008 è ricercatore presso lo IULM di Milano nell'ambito del laboratorio di scrittura creativa e del laboratorio di oralità e retorica.

La sua bibliografia comprende saggi e romanzi pluripremiati in campo nazionale. Da ricordare: Il rumore sordo della battaglia (Bompiani 2002), vincitore del Premio Letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima; Il sopravvissuto (Bompiani 2005), vincitore del Premio Campiello e del Premio Nazionale Letterario Pisa per la Narrativa; Una storia romantica (Bompiani 2007), vincitore del 34º Premio Letterario Internazionale Mondello - Città di Palermo per la Sezione Autori Italiani; Il bambino che sognava la fine del mondo (Bompiani 2009); La seconda mezzanotte (Bompiani 2011).
Il padre infedele, uscito per Bompiani nel 2013, concorre alla finale del premio Strega 2014.


“Forse non mi piacciono gli uomini.” Il giorno in cui tua moglie, all’improvviso, scoppia a piangere in cucina, è una piccola apocalisse. Uno di quei giorni in cui la tua vita va in frantumi ma giunge, anche, per un attimo, a dire se stessa. E allora Glauco Revelli, chef di un ristorante blasonato, maschio di quaranta anni, padre di una figlia di tre, va alla ricerca della propria verità di uomo. Dall’ingresso nell’età adulta, l’innamoramento, la costruzione di una famiglia, la nascita e l’accudimento di una figlia, fino al disamore della moglie (che gli si nega dal momento del parto) e al ritorno feroce degli insaziabili demoni del sesso, tutto è passato in rassegna dal suo sguardo implacabile e commosso.

Recensione

“Ma vale la pena di leggerlo?” Anche dopo aver girato l'ultima pagina l'interrogativo rimane. Antonio Scurati ne Il padre infedele ci racconta la storia di Glauco Revelli, cuoco milanese laureato in filosofia, e del suo rapporto conflittuale con il mondo in generale e con la moglie Giulia nello specifico, che viene appianato solo leggermente dalla nascita di sua figlia Anita.

Già dalle prime righe si può capire che piega prenderà la storia: pochi saranno gli spiragli che l'autore darà alla speranza, mentre per la maggior parte del tempo ci sarà una continua ricerca del protagonista di quel tipo di vita perfetto per le pubblicità che tanto è stato inculcato nei trentenni/quarantenni di oggi, nel pieno della crisi economica più lunga del secondo dopoguerra. Con prosa profonda e ricca l'autore dà il suo ritratto di una generazione cresciuta su modelli artefatti e irraggiungibili, perennemente insoddisfatta e sempre alla ricerca di un qualcosa di non meglio precisato da surrogare con ciò che capita a tiro, che sia una qualunque sostanza stordente o una serata in un ristorante “Fashion Food” praticante. Il protagonista, così, diventa un degno esemplare con cui parafrasare un periodo storico pieno di uomini e donne che navigano a vista in un oceano in tempesta.

Altro tema centrale del romanzo è la non-comunicazione nell'epoca di internet sui cellulari e dei social network: forse basterebbe poco, magari una parola giusta in un momento giusto, per far migliorare la situazione, invece non è che un continuo trincerarsi dietro scuse e silenzi. Proprio per questo i discorsi diretti sono ridotti al minimo indispensabile e tutto viene descritto con minuzia, ogni particolare diventa importante per iniziare una riflessione filosofica.

Raccontato come fosse un diario che il padre Glauco scrive alla figlia Anita – prima, seconda e terza persona si intervallano alla bisogna - , Il padre infedele resta un libro non facile da seguire, che affascina e respinge allo stesso tempo per lo stesso motivo: la prosa di Scurati. Se da un lato infatti mi è capitato difficilmente di leggere un autore con un vocabolario più ricco e avvolgente, dall'altro ho fatto fatica a stare dietro ai continui voli pindarici che finiscono spesso con un avvitamento carpiato e un finale ambiguo. La trama è abbastanza risaputa e non viene affrontata se non come un mero spunto per i panegirici dell'autore.

In definitiva, tanto per fare un esempio rimanendo nella culinaria, è come se fosse un dolce ricco di saporite e ricercate guarnizioni fatto con una base di pasta industriale. A parte un refuso su percentuali e figli per coppia nel mondo occidentale, “Il padre infedele” è un'opera curata e ricca, che ha nel modo di scrivere dell'autore il maggior pregio e il peggior difetto. Se vi piacciono le trame intriganti e ricche di colpi di scena è meglio che lasciate perdere. Al contrario, se vi soddisfano le frasi poetiche e il filone dell'esistenzialismo entropico che sta caratterizzando le ultime produzioni italiane, dategli un'occhiata.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il Padre Infedele
  • Autore: Antonio Scurati
  • Editore: Bompiani
  • Data Pubblicazione: Ottobre 2013
  • Collana: Narratori Italiani
  • Isbn13: 9788845274091
  • Pagine: 188
  • Formato - Prezzo: Brossura - 14,45 Euro

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