In una Genova misteriosa e tentacolare, dove bande di monelli si dividono tra il borseggio nei vicoli e mirabolanti sfide a biglie, Mimì si appresta a difendere il suo titolo di campionessa a Borgo degli Scontri, l'arena segreta tra i tetti della città vecchia in cui si disputano le competizioni ufficiali. Ma una voce misteriosa e insistente la distrae dalla sfida e l'attira come una calamita fino a un tombino in fondo a un vicolo... Ancora non può saperlo, ma proprio quel tombino cela il varco che, attraverso una scala di nuvole e vento, la porterà su Meterra, il mondo favoloso dal quale la ragazzina non sa di provenire: Mimì infatti è una fatua, figlia di un ladro umano e di una fata diafana che volle farla nascere lontano da Meterra per metterla in salvo... Comincia così lo straordinario viaggio di Mimì, che insieme all'inseparabile criceto Caramello attraversa luoghi incantati abitati da stupefacenti creature, dove un tempo - prima che i malefici zerf portassero la discordia - fra tutte le razze regnava l'equilibrio. Saranno i bleürl, microscopici custodi delle foreste, a svelarle la sua vera identità: la sua natura di fatua è testimoniata dalla rapida trasformazione fisica - gli occhi le si allungano e gli zigomi si alzano, dietro le orecchie le crescono due peduncoli di pelle, recettori capaci di avvertire ogni rumore o pericolo. Ma solo l'incontro con tre streghe la aiuterà a capire la ragione per cui sua madre l'aveva allontanata da Meterra: Mimì può diventare l'ultima trelatrice, la sola in grado di parlare tutte le lingue e di riunire nuovamente le antiche razze riportando a Meterra l'armonia perduta. Ma i Segugi addestrati nel Formicaio, la scuola del perfido rettore Vox, sono già sulle sue tracce.
Recensione
Tutti gli appassionati di fantasy, lettori e scrittori in egual misura, sono in cerca di sprazzi di originalità, scorciatoie che allontanino dai canoni del genere, di quell’elemento atipico e diverso che faccia emergere la propria scrittura da scaffali fitti delle opere di epigoni di J.R.R. Tolkien. Per questo motivo, quando in un’occasione (questa, per chi fosse interessato), mi sono trovata seduta a tavola di fronte ad Andrea Cisi, ignorando che fosse uno scrittore e ignorando che avesse scritto un fantasy, non ho potuto fare altro che concordare con lui quando la conversazione è virata verso l’ormai tradizionale lamento, dall’uscita al cinema del Signore degli Anelli in poi, di chi ama leggere storie fantastiche: c’è modo di leggere (e di scrivere) del fantasy interessante, soprattutto guardando all'Italia? Una volta tornata a casa ho scoperto l’esistenza di Meterra e ho deciso di verificare se la pratica rispecchiasse la teoria, e sono rimasta, per certi versi, piacevolmente sorpresa.
Meterra contiene elementi molto originali che, quando compaiono, rendono la lettura interessante e curiosa. Purtroppo, però, questi elementi non sono sufficienti a riscattare del tutto un arco narrativo che si sviluppa lungo il consueto asse del fantasy epico (high fantasy): un giovane orfano (in questo caso una bambina, Mimì), che si scoprirà discendente di genitori tutt'altro che comuni, intraprende una missione lunga e pericolosa in cui le sue reali capacità verranno portate allo scoperto fino al raggiungimento di uno scopo finale, che avverrà dopo un certo numero di incontri con personaggi che l’aiuteranno e un certo numero di scontri con personaggi che invece cercheranno di ostacolarlo.
Tutta la parte in cui esploriamo in lungo e in largo il mondo di Meterra e conosciamo i popoli che lo abitano sono la parte più cospicua del romanzo e, purtroppo, il vero e proprio anello debole dell'opera. È proprio qui che i punti di vista dei narratori sono meno interessanti e più stereotipati. Per fare un esempio, i due reietti umani che accompagneranno Mimì per una parte del suo cammino, Ballisto Bal ed Egulash, sono privi di spessore tanto quanto lo sono molti maghi e guerrieri che si possono incontrare in una partita di Dungeons & Dragons tra adolescenti.
Ma c’è anche del buono in Meterra e possiamo incontrarlo quando ci imbattiamo nei ragazzi allevati nel Formicaio come provetti assassini, privati di parte della propria identità e in costante competizione tra loro, in attesa che il rettore selezioni tra loro un prescelto per portare a termine un'importante missione. Ancora migliori sono i capitoli in cui l'autore ci conduce per mano in una Genova sotterranea, cupa e affascinante, governata da bande di ragazzi legati alla piccola criminalità che si sfidano organizzando ingegnosi tornei di biglie tra i campioni dei diversi rioni.
Queste sono queste le parti in cui anche la scrittura e i dialoghi prendono più vita e più colore e in cui personaggi secondari per la storia si rivelano in realtà essere più interessanti e sfaccettati della piccola Mimì, che pure sarebbe la protagonista, ma che fatica a imprimersi nella memoria del lettore.
Siamo di fronte a un romanzo che, nei fatti, soffre nel trovarsi a metà tra mondi contrapposti: troppo lungo e complesso per essere un libro per ragazzi, ma troppo leggero e semplice per un lettore adulto; molto originale e fresco nelle parti urban fantasy, lento e consuetudinario nella sua parte più tradizionale e high fantasy.
Una prova decisamente altalenante, che soffre anche del tentativo di voler inserire troppa sostanza all'interno di quella che è, in fondo, una trama semplice e che “spreca” le potenzialità delle due ambientazioni più riuscite (Genova e il Formicaio) che sarebbero bastate a ospitare ciascuna un proprio romanzo e che invece si vedono rubare spazio da Meterra, popolata da razze dai nomi buffi (i diafani, gli zerf, i bleürl eccetera) che confondono il lettore più che conferire meraviglia a un mondo altrimenti molto convenzionale.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Meterra. Il destino di una biglia
- Autore: Andrea Cisi
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Omnibus
- ISBN-13: 9788804607304
- Pagine: 563
- Formato - Prezzo: Ebook - Euro 9,99
0 Commenti a “Meterra - Andrea Cisi”
Posta un commento