Oriana Fallaci (1929 - 2006) è una delle più complesse e controverse personalità del mondo intellettuale italiano. Scrittrice, giornalista e attivista, nella sua vita attraversò posizioni, campi di analisi e paesi più e più volte, sempre in bilico tra femminismo e anti-femminismo.
Giovanissima, ebbe un ruolo non indifferente nella Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale, facendo parte di una famiglia dichiaratamente antifascista. Il suo attivismo le fruttò a soli 14 anni un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano. Terminato il conflitto, iniziò la sua carriera giornalistica, passando da un giornale all'altro. A metà degli anni Cinquanta fu inviata dall'Europeo a New York per occuparsi di spettacolo: da questa esperienza trasse il materiale per il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood (1958).
Negli anni Sessanta si compie una prima svolta: approfondisce le
tematiche femminili, lavorando a un reportage in giro per il mondo sulla
condizione delle donne (da cui il saggio Il sesso inutile, 1961) e una prima opera narrativa (Penelope alla guerra, 1962), che profeticamente rivela una direzione alla sua vita nel decennio appena aperto, una vita al fronte. Dal Vietnam alle rivolte studentesche statunitensi, dalla morte di Martin Luther King alle manifestazioni finite in strage per le Olimpiadi in Messico del 1968, durante le quali fu ferita e anche creduta morta. Negli anni Settanta l'evento più significativo è l'incontro con Alekos Panagulis, simbolo dell'opposizione greca al regime dei Colonnelli. La relazione con Panagulis, terminata con la morte di questi, comportò una seconda svolta nella produzione letteraria della Fallaci, più intimistica e meno giornalistica: ne derivano il libro di successo Lettera a un bambino mai nato (1975) e Un uomo (1979), rispettivamente dedicati alla perdita del figlio in grembo e alla perdita del compagno. Dopo una frenetica attività giornalistica internazionale, torna a scrivere negli anni Novanta, pubblicando però un solo romanzo, Insciallah (1990), ultima esperienza al fronte. Si ritira a vita privata, a New York, dedicandosi per più di dieci anni alla lavorazione di un romanzo. Gli eventi dell'11 settembre 2001 comportano un rinnovato interesse per le vicende di attualità internazionali e nazionali, che ora sanziona con posizioni forti e controverse, segnate da un allontanamento progressivo dal pensiero femminista, comunista-socialista e radicale (contro l'islamismo, l'aborto, l'eutanasia e le unioni gay) e da una riconciliazione con il cristianesimo. Nel 2008 è uscito postumo Un cappello pieno di ciliegie, la grande saga familiare cui aveva lavorato per più di un decennio.
"Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico." Così Oriana Fallaci nella premessa a "Il sesso mutile", il primo libro che pubblica con Rizzoli, nel 1961. L'anno precedente, inviata de "L'Europeo", è in Oriente insieme al fotografo Duilio Pallottelli per un'inchiesta sulla condizione delle donne. È partita alla ricerca di tracce di felicità e nel libro racconta la sua esperienza: a Karachi in Pakistan assiste al matrimonio di una sposa bambina e si ribella all'idea delle donne velate; a New Delhi incontra Rajkumari Amrit Kaur, figura di grande potere in India, e le sembra che assomigli a sua nonna; in Malesia conosce le matriarche che vivono nella giungla; a Singapore c'è la scrittrice Han Suyin, che sente subito amica; a Hong Kong le cinesi non hanno più i piedi fasciati ma le intoccabili abitano ancora sulle barche, senza mai scendere a terra; a Tokio è smarrita di fronte all'impenetrabilità delle giapponesi e a Kyoto affronta il mistero delle geishe; alle Hawaii cerca invano i segni di un'esistenza originaria intatta. Il viaggio si conclude a New York, dove il progresso ha reso più facile la vita delle donne a confrontarsi con "un mondo di uomini deboli, incatenati a una schiavitù che essi stessi alimentano e di cui non sanno liberarsi".
Recensione
Più che sesso debole, la donna è il sesso inutile. Questa l'intuizione di un'amica della Fallaci, che le ispirò questo libro, questo reportage sulla condizione della donna. Una battuta densa di frustrazione, come spiegata e raccontata nella prefazione, che contiene in sé però una inespressa ma evidente verità: l'ipocrisia di una civiltà occidentale apparentemente progressista, in cui la parità di genere è una illusione, una concessione per nascondere comunque l'inutilità di un sesso escluso a priori dai centri di comando. Per arrivare a questa verità Oriana Fallaci compie un giro intorno al mondo, che la riporta a casa, completamente diversa. Questo è forse il vero senso di un sottotitolo come Viaggio intorno alla donna, quasi non fosse il globo terrestre da scoprire, ma solo se stesse.
Il libro risulta godibile, fosse solo per una giusta sovrapposizione di registri e stili, dal reportage giornalistico al racconto di vita in prima persona, cui si mescolano servizi dal sapore più turistico e narrazioni antropologiche, con protagoniste le diverse donne dei diversi paesi visitati. La Fallaci si muove a Est: dal Medio Oriente a quello Estremo, passando dal paese dell'Islam puro, il Pakistan, all'India, quindi dalla Cina al Giappone, per finire con la frontiera estrema degli Stati Uniti, le isole dell'arcipelago Hawaii, e infine il suo cuore pulsante, New York. Tanti paesi per tante culture e tante declinazioni della donna e del suo rapporto con l'uomo e con il potere. Nella sua analisi la Fallaci sa essere chiara e diretta, rispondendo all'esigenza di illustrare forse per la prima volta il ruolo delle donne in alcune culture e civiltà. Se oggi possiamo vantare una maggiore conoscenza e consapevolezza è in parte merito della Fallaci; che questa conoscenza, però, non ci faccia apparire come banale un testo del genere, che invece ha ancora da raccontare, fosse solo il confronto con i giorni attuali. E così si scopre che se in Pakistan la situazione è immutata, l'India raccontata dalla Fallaci, che schiera le donne in tutte le gerarchie di potere (non c'è solo Indira Gandhi), non corrisponde affatto all'India di oggi, che stupra e poi brucia o lapida le sue bambine. Colpisce ancora oggi, invece, la scoperta del vero cuore delle Hawaii, una società di donne libere che resiste al fascino patinato degli Stati Uniti.
La condizione della donna è, inutile dirlo, un pretesto, o sarebbe meglio dire, un livello di lettura che ne porta con sé altri, a catena. In queste pagine c'è tutto il fascino del confronto culturale, che parte dal ruolo della donna ma si allarga fino a comprendere ogni cosa, l'amore (che in Cina è intraducibile), il cibo, l'arte del raccontare, il confronto tra le generazioni e così via. Fino a giungere a una battaglia semantica che distrugge termini come "normale" e "diverso". Oggi a forza di predicar l'uguaglianza siamo diventati diversi, dice la Fallaci nella sua prefazione, una considerazione che appare casuale, eppure risulta discussa e ponderata lungo tutto un viaggio, che forse non finisce mai.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il sesso inutile
- Autore: Oriana Fallaci
- Editore: BUR
- Data di Pubblicazione: 2009
- Collana: Opere di Oriana Fallaci
- ISBN-13: 9788817028356
- Pagine: 205
- Formato - Prezzo: Sovraccoperta - 10,00 Euro
0 Commenti a “Speciale Grandi scrittrici: Il sesso inutile - Oriana Fallaci”
Posta un commento