Yukio Mishima, pseudonimo di Kimitake Hiraoka (Tokyo, 14 gennaio 1925 – Tokyo, 25 novembre 1970) è una delle personalità più controverse ed emblematiche del Giappone moderno, che con la sua vasta attività letteraria e politica rispecchia le profonde mutazioni e i conflitti interiore del paese del Sol Levante prima e dopo la seconda guerra mondiale.
Di famiglia aristocratica, visse la sua infanzia sotto l'ossessiva protezione della nonna, cui il giovane Mishima deve la formazione classica e la conoscenza del teatro tradizionale; una parte della vita raccontata nel romanzo autobiografico Confessioni di una maschera, in cui l'autore rievoca la sua giovinezza e articola la scoperta della sua sempre soffocata omosessualità, il tutto dominato dall'ossessione verso la morte. Inizia a scrivere da giovane, e dopo un breve e difficoltoso tentativo di conciliare vita lavorativa e scrittura, si dedica completamente a quest'ultima. Fecondi sono gli anni Cinquanta, che vede il successo di critica della sua prima biografia e dei successivi romanzi; un decennio denso, soprattutto, di relazioni pubbliche. Dapprima l'avvicinamento allo scrittore (anch'egli futuro suicida) Yasunari Kawabata, con cui strinse un rapporto di maestro-allievo, poi i viaggi all'estero, dagli Stati Uniti all'Europa, fino alla Grecia, nella cui eredità classica trova terreno fecondo per il proprio pensiero filosofico-politico.
Fra i primi scrittori giapponesi ad esser riconosciuto e apprezzato anche all'estero, è sicuramente il più discusso e controverso. Il suo esasperato patrottismo gli portò accuse di fascismo, ma in realtà Mishima si professò sempre antipolitico, e tenne sempre lontane le considerazioni politiche dai suoi romanzi; Alberto Moravia, che lo incontrò personalmente, lo definisce piuttosto un "conservatore decadente", dal patriottismo nostalgico.
Avendo alle spalle una formazione scolastica spartana, quasi militaresca, Mishima sviluppa un interesse per le arti marziali e il culturismo, che coniuga con la filosofia ellenica della virilità. Da interesse letterario e artistico, diventa una vera e propria vocazione politica: disgustato da un Giappone debole e incapace, asservito al potere degli Stati Uniti, s'impegna a realizzare il sogno di una restaurazione del Giappone imperiale. Fonda così un gruppo paramilitare, l'Associazione degli Scudi. Culmine del suo impegno politico e della sua stessa vita, il 25 novembre 1970 compie una simbolica occupazione del Ministero della Difesa, seguita dal suo pubblico suicidio rituale.
Sono qui riuniti, per la prima volta in un libro, cinque testi non narrativi che Mishima scrisse tra il 1968 e il 1970: anni decisivi non soltanto per il grande scrittore, ma per la nuova generazione giapponese dell'epoca. Attraverso questi scritti di eccezionale importanza testimoniale, il lettore ha dunque modo di conoscere il senso profondo delle trasformazioni sociali avvenute in quegli anni in Giappone, e anche il significato simbolico e sacrificale del suicidio con cui Mishima chiuse la propria vita. Due temi maggiori percorrono e legano gli scritti qui raccolti: quello della sfiducia nell'attività artistica e quello, contrapposto, dell'azione. Ma se "Lezioni spirituali per giovani samurai", il testo del '68 che apre il volume, è ancora una proposta pedagogica, dunque discretamente ottimistica, fondata su una tradizione di valori plurisecolari, "I miei ultimi venticinque anni", scritto nel '70 (il cui tono ricorda da vicino l'ultimo Pasolini), ne è l'abiura finale.
Recensione
Questo testo raccoglie cinqui scritti non narrativi di Yukio Mishima, per l'esattezza due ampi saggi, due scritti minori e il proclama cui fece seguito il suo suicidio rituale. Si tratta di un testo interessante, capace di integrare l'eclettica e complessa personalità dello scrittore, che si viene a conoscere ampiamente attraverso i suoi romanzi.
Dei cinque testi proposti il più interessante mi sembra il primo, che è anche il più corposo. Il saggio che dà il titolo al libro contiene proprio le lezioni spirituali per giovani samurai di Mishima, lezioni, dissertazioni e opinioni in un range tematico che spazia dall'arte alla politica. Evidentissimo l'influsso della tradizione classica ellenica, qui ottimamente coniugata con la tradizione nipponica nell'esaltazione dell'arte, della fisicità (in particolar modo quella virile).
Con queste lezioni Mishima intende formare una nuova generazione di samurai, che ridia vigore al termine "samurai", eccessivamente stravolto dalle trasformazioni del folklore nell'apertura del Giappone all'Occidente, da lui sempre contestata. Partendo da questo intento, che porta dapprima l'autore a discorrere di arte, di bellezza dei corpi (rifiutando peraltro il disprezzo buddhista per il fenomenico e la materia), del ruolo della tradizone e del rispetto degli anziani, ben presto passa ad argomentare una corposa critica al Giappone moderno e ai costumi delle nuove generazioni, osservate e discusse con occhio critico. E' sorprendente l'analogia con uno scrittore di formazione, estradizione politica e destino diversi, quale Pasolini: tanto le lezioni per giovani samurai di Mishima quanto gli "scritti corsari" di Pasolini mostrano una forte capacità critica, a tratti persino profetica.
Più faziosi, limitati e per certi versi datati sono gli altri scritti, appartenenti a un periodo successivo e conclusivo della sua vita: lo statuto dell'Associazione degli Scudi; la Filosofia dell'Azione (in cui discute dei movimenti studenteschi giappones), che è una sorta di pamphlet politico dai toni forti e accesi e che tuttavia sorprende per il suo invito al pacifismo, smorzando dunque tutta la sua carica con una destinazione puramente simbolica; infine due scritti autobiografici, una specie di rapporto sintetico sugli ultimi venticinque anni di vita e il Proclama finale.
Che si condivida o meno la discutibile filosofia politica di Mishima, il cui conservatorismo appariva già, al suo tempo, fin troppo nostalgico e retrò, questo testo si presenta ricco di argomentazioni, interpretazioni dei mutamenti sociali e spunti di riflessioni; delle molte parole (talvolta ripetitive) di Mishima, tra tradizione e nostalgia, qualcosa rimarrà, e data la sua grandezza letteraria, non sarà affatto poco.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Lezioni spirituali per giovani samurai
- Titolo originale:
- Autore: Yukio Mishima
- Traduttore: L. Origlia
- Editore: SE
- Data di Pubblicazione: 2004
- Collana: Testi e documenti
- ISBN-13: 9788877106032
- Pagine: 134
- Formato - Prezzo: Brossura - 18,50 Euro
0 Commenti a “Speciale Scrittori suicidi: Lezioni spirituali per giovani samurai - Yukio Mishima”
Posta un commento