La società suddivisa in fazioni in cui Tris Prior ha sempre creduto è ora in frantumi, distrutta dalla violenza e dalle lotte di potere e segnata da perdite e tradimenti. Per cui, quando le offrono la possibilità di esplorare oltre i confini del mondo a lei conosciuto, Tris è pronta. Forse oltre il confine lei e Tobias troveranno il modo di condurre una vita semplice, lontana dalle bugie, le complicate alleanze e dolorosi ricordi.
Ma la nuova realtà di Tris è ancora più allarmante di quella che si è lasciata alle spalle. Le vecchie scoperte si dimostrano presto inutili. Nuove esplosive verità cambiano profondamente coloro che ama. E ancora una volta, Tris deve combattere per comprendere le complessità della natura umana e di se stessa mentre al contempo deve affrontare nuove e impossibili scelte sul coraggio, lealtà, sacrificio e amore.
Ma la nuova realtà di Tris è ancora più allarmante di quella che si è lasciata alle spalle. Le vecchie scoperte si dimostrano presto inutili. Nuove esplosive verità cambiano profondamente coloro che ama. E ancora una volta, Tris deve combattere per comprendere le complessità della natura umana e di se stessa mentre al contempo deve affrontare nuove e impossibili scelte sul coraggio, lealtà, sacrificio e amore.
Recensione
Allegiant è il capitolo conclusivo, ancora inedito in Italia, della saga bestseller di Veronica Roth, iniziata con Divergent e proseguita l'anno scorso con Insurgent. Mi capita raramente di recensire separatamente l'ultimo romanzo di una trilogia; questo tipo di saghe è così spesso un corpo unico che di solito mi sembra sufficiente commentare solo il primo romanzo oppure tutti e tre i libri in un unico articolo.
Tuttavia quando ho recensito Divergent, nonostante l'impressione generale del romanzo fosse più che positiva, ho espresso diverse perplessità che si sono poi rivelate infondate con la lettura di Insurgent, e soprattutto di Allegiant, per cui mi sembra corretto aggiungere questa recensione per dare un quadro dell'opera migliore.
Ciò che mi aveva maggiormente infastidita del primo romanzo della saga era di fatto l'assunto base su cui sembrava fondarsi la realtà distopica inventata dalla Roth, ovvero che per risparmiare all'umanità futuri conflitti una buona soluzione poteva essere quella di suddividere rigidamente la popolazione in distinte fazioni, ognuna intenta a coltivare una particolare virtù fino all'eccesso.
Senza voler fare spoiler, posso dire che i romanzi successivi dimostrano come questo non fosse altro che uno stratagemma narrativo parte di una trama molto più complessa, caratterizzata da continui colpi di scena e cambi di prospettiva, tanto che è necessario arrivare verso metà del terzo volume per apprendere quale sia effettivamente la verità sul mondo in cui Tris e Tobias stanno vivendo.
Nulla è mai come sembra nell'opera della Roth, e alcuni lettori potrebbero storcere il naso di fronte alle numerose inversioni di rotta e accusare l'autrice di voler stupire il lettore ad ogni costo ma, onestamente, il risultato finale appare così ben congegnato e con così pochi punti deboli da mettere a tacere qualsiasi recriminazione.
A differenza di molte saghe in cui i volumi successivi al primo sembrano solo un tentativo di allungare iL brodo per vendere più copie, la lettura di Allegiant conferma che l'opera era stata concepita da subito come una trilogia, in cui il racconto si sviluppa per tutti e tre i volumi arricchendosi di dettagli in modo coerente e consapevole, mettendo a tacere coloro che si erano lamentati dell'assenza di background storico evidente in Divergent.
Non solo: rispetto ad Hunger Games, a cui questa saga è stata spesso paragonata, che a mio parere esauriva quasi tutta la sua carica innovativa nel primo romanzo, la Roth riesce sollevare interrogativi e spunti di riflessione per tutta la trilogia. Per cui se in Hunger Games l'idea di base mi era sembrata più interessante e stimolante (sebbene non originalissima, come sanno bene i fan di Battle Royale), credo che Divergent vinca "sulla lunga distanza" per la sua capacità di mescolare efficacemente suspence e azione ad un'attenta riflessione sulla natura umana che saggiamente non dà risposte assolute ma mette in luce le mille sfaccettature e contraddizioni che rendono una persona "buona", "onesta", "coraggiosa", invece che "crudele", "egoista", "codarda".
Allineata con le recenti scoperte sul DNA umano, la Roth spinge il lettore a chiedersi se sono davvero solo i nostri geni a determinare chi siamo, quanto l'ambiente in cui viviamo e le persone con cui cresciamo influenzino la nostra personalità, quanto dicono di noi le scelte che facciamo. Sono molti gli interrogativi etici che l'autrice si pone e che astutamente (anche se a volte un po' banalmente) riesce a rappresentare attraverso ognuno dei personaggi del racconto. Anche i meno importanti di loro assumono infatti un ruolo simbolico, sebbene ovviamente il ruolo principale spetti a Tris e Tobias, di cui apprezziamo la maturazione sia come singoli individui che devono fare i conti con i sensi di colpa, la paura e il rimorso causati dalle loro avventure, sia come coppia che impara ad avere un rapporto onesto e paritario, di totale fiducia l'uno verso l'altra.
A questo proposito, in Allegiant per la prima volta il punto di vista di Tris è alternato a quello di Tobias, scelta che all'inizio mi era parsa un mero stratagemma letterario per movimentare la narrazione ma che trova una sua spiegazione al termine dell'opera sebbene nel complesso la scelta non sia riuscitissima in quanto la Roth fatica a adottare uno stile diverso per le due voci narranti. Il tono ed il modo di esprimersi di Tris non sono particolarmente distinguibili da quelli di Tobias, cosa un po' improbabile trattandosi di una ragazza sedicenne ed un ragazzo diciottenne, per quanto provenienti dallo stesso ambiente.
A dispetto di questo difetto, la narrazione in prima persona è comunque una scelta vincente perché fatta con un linguaggio semplice ma maturo, che risulta emotivamente coinvolgente per il lettore ed efficace nel conferire profondità psicologica ai personaggi. La tensione rimane sempre alta, non solo nelle scene d'azione ma anche nelle sequenze di calma, in cui i protagonisti devono venire a patti con i propri dubbi e le proprie paure, per cui la lettura è al tempo stesso un'esperienza avvincente ed estenuante.
Infine due parole sul finale, sul quale chi ha letto il libro si sta già accapigliando. Il fato di Chicago e delle sue fazioni è effettivamente un po' deludente, dopo tutto ciò che accade nel corso dei tre libri la conclusione mi è sembrata decisamente all'acqua di rosa, in stile Twilight. Ma quello che interessa davvero noi lettori è la sorte dei due protagonisti e su questo devo dire che la Roth si riscatta completamente: certamente non è la fine che ci saremmo aspettati e probabilmente nemmeno quella che avremmo voluto, ma non posso fare a meno di promuoverla. D'impatto, sorprendente e coraggiosa, a conferma che la sua autrice è una narratrice grintosa e con le palle.
Tuttavia quando ho recensito Divergent, nonostante l'impressione generale del romanzo fosse più che positiva, ho espresso diverse perplessità che si sono poi rivelate infondate con la lettura di Insurgent, e soprattutto di Allegiant, per cui mi sembra corretto aggiungere questa recensione per dare un quadro dell'opera migliore.
Ciò che mi aveva maggiormente infastidita del primo romanzo della saga era di fatto l'assunto base su cui sembrava fondarsi la realtà distopica inventata dalla Roth, ovvero che per risparmiare all'umanità futuri conflitti una buona soluzione poteva essere quella di suddividere rigidamente la popolazione in distinte fazioni, ognuna intenta a coltivare una particolare virtù fino all'eccesso.
Senza voler fare spoiler, posso dire che i romanzi successivi dimostrano come questo non fosse altro che uno stratagemma narrativo parte di una trama molto più complessa, caratterizzata da continui colpi di scena e cambi di prospettiva, tanto che è necessario arrivare verso metà del terzo volume per apprendere quale sia effettivamente la verità sul mondo in cui Tris e Tobias stanno vivendo.
Nulla è mai come sembra nell'opera della Roth, e alcuni lettori potrebbero storcere il naso di fronte alle numerose inversioni di rotta e accusare l'autrice di voler stupire il lettore ad ogni costo ma, onestamente, il risultato finale appare così ben congegnato e con così pochi punti deboli da mettere a tacere qualsiasi recriminazione.
A differenza di molte saghe in cui i volumi successivi al primo sembrano solo un tentativo di allungare iL brodo per vendere più copie, la lettura di Allegiant conferma che l'opera era stata concepita da subito come una trilogia, in cui il racconto si sviluppa per tutti e tre i volumi arricchendosi di dettagli in modo coerente e consapevole, mettendo a tacere coloro che si erano lamentati dell'assenza di background storico evidente in Divergent.
Non solo: rispetto ad Hunger Games, a cui questa saga è stata spesso paragonata, che a mio parere esauriva quasi tutta la sua carica innovativa nel primo romanzo, la Roth riesce sollevare interrogativi e spunti di riflessione per tutta la trilogia. Per cui se in Hunger Games l'idea di base mi era sembrata più interessante e stimolante (sebbene non originalissima, come sanno bene i fan di Battle Royale), credo che Divergent vinca "sulla lunga distanza" per la sua capacità di mescolare efficacemente suspence e azione ad un'attenta riflessione sulla natura umana che saggiamente non dà risposte assolute ma mette in luce le mille sfaccettature e contraddizioni che rendono una persona "buona", "onesta", "coraggiosa", invece che "crudele", "egoista", "codarda".
Allineata con le recenti scoperte sul DNA umano, la Roth spinge il lettore a chiedersi se sono davvero solo i nostri geni a determinare chi siamo, quanto l'ambiente in cui viviamo e le persone con cui cresciamo influenzino la nostra personalità, quanto dicono di noi le scelte che facciamo. Sono molti gli interrogativi etici che l'autrice si pone e che astutamente (anche se a volte un po' banalmente) riesce a rappresentare attraverso ognuno dei personaggi del racconto. Anche i meno importanti di loro assumono infatti un ruolo simbolico, sebbene ovviamente il ruolo principale spetti a Tris e Tobias, di cui apprezziamo la maturazione sia come singoli individui che devono fare i conti con i sensi di colpa, la paura e il rimorso causati dalle loro avventure, sia come coppia che impara ad avere un rapporto onesto e paritario, di totale fiducia l'uno verso l'altra.
A questo proposito, in Allegiant per la prima volta il punto di vista di Tris è alternato a quello di Tobias, scelta che all'inizio mi era parsa un mero stratagemma letterario per movimentare la narrazione ma che trova una sua spiegazione al termine dell'opera sebbene nel complesso la scelta non sia riuscitissima in quanto la Roth fatica a adottare uno stile diverso per le due voci narranti. Il tono ed il modo di esprimersi di Tris non sono particolarmente distinguibili da quelli di Tobias, cosa un po' improbabile trattandosi di una ragazza sedicenne ed un ragazzo diciottenne, per quanto provenienti dallo stesso ambiente.
A dispetto di questo difetto, la narrazione in prima persona è comunque una scelta vincente perché fatta con un linguaggio semplice ma maturo, che risulta emotivamente coinvolgente per il lettore ed efficace nel conferire profondità psicologica ai personaggi. La tensione rimane sempre alta, non solo nelle scene d'azione ma anche nelle sequenze di calma, in cui i protagonisti devono venire a patti con i propri dubbi e le proprie paure, per cui la lettura è al tempo stesso un'esperienza avvincente ed estenuante.
Infine due parole sul finale, sul quale chi ha letto il libro si sta già accapigliando. Il fato di Chicago e delle sue fazioni è effettivamente un po' deludente, dopo tutto ciò che accade nel corso dei tre libri la conclusione mi è sembrata decisamente all'acqua di rosa, in stile Twilight. Ma quello che interessa davvero noi lettori è la sorte dei due protagonisti e su questo devo dire che la Roth si riscatta completamente: certamente non è la fine che ci saremmo aspettati e probabilmente nemmeno quella che avremmo voluto, ma non posso fare a meno di promuoverla. D'impatto, sorprendente e coraggiosa, a conferma che la sua autrice è una narratrice grintosa e con le palle.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Allegiant (Divergent #3)
- Autore: Veronica Roth
- Editore: Katherine Tegen Books
- Data di Pubblicazione: 22 ottobre 2013
- ISBN-13: 9780062287335
- Pagine: 526
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 7,90
Cavolo, ottima recensione. Lo aspetto con ansia, allora.
Avevo adorato Divergent, ma Insurgent mi aveva un tantino annoiato.
Sono felice che questa sia una degna conclusione :)
Grazie :-) a me non era dispiaciuto nemmeno Insurgent ma sicuramente la prima parte era un po' lenta. Allegiant mi ha decisamente soddisfatta!