Il Premio Nobel di quest'anno è stato assegnato alla canadese Alice Munro, definita "maestra del racconto breve contemporaneo".
La prima canadese e la tredicesima donna a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, Alice Ann Laidlaw nasce a Wingham, Ontario, il 10 luglio del 1931.
Figlia di un allevatore di animali da pelliccia e di un'insegnante, la carriera di scrittrice della Munro inizia giovanissima, appena diciannovenne, quando pubblica il suo primo racconto, The Dimensions of a Shadow, mentre studia Inglese e Giornalismo alla University of Western Ontario, facoltà che abbandonerà prima della conclusione per sposarsi con il primo marito James Munro (del quale manterrà il cognome anche dopo il divorzio). Dopo alcuni anni nel West Vancouver la coppia si trasferisce nel 1963 a Victoria, dove apriranno la libreria Munro's Books, ancora attiva attualmente.
La prima raccolta completa di Alice Munro, Danza delle ombre felici (Dance of the Happy Shades), viene pubblicata nel 1968 ed è un immediato successo, tanto da aggiudicarsi il Governor General's Award, il più prestigioso premio letterario canadese. Il lavoro della scrittrice viene esaltato per aver rivoluzionato l'architettura del racconto, specialmente per la sua tendenza a muoversi avanti e indietro nel tempo all'interno delle sue storie.
Il secondo Governor General's Award arriva nel 1978 grazie all'opera Chi ti credi di essere? (Who Do You Think You Are?, pubblicato anche col titolo The Beggar Maid ), nuova raccolta in cui questa volta i racconti che la compongono sono tutti collegati uno all'altro, e da quel momento in poi l'ispirazione non sembra mai abbandonarla tanto che negli anni '80 e '90 pubblicherà una nuova raccolta circa ogni quattro anni, facendosi la fama di " Chekhov contemporanea". Si accumulano anche i riconoscimenti e dopo un tour letterario di tre anni in Cina, Australia e Sandinavia le viene assegnato il posto di writer's in residence sia alla University of British Columbia che alla University of Queensland.
Nel frattempo divorzia da Munro dopo quindici anni di matrimonio e tre figlie insieme e, nel 1976, sposa il geografo Gerald Fremlin, con il quale si trasferisce nuovamente in Ontario, ambientazione della maggior parte dei suoi racconti.
Nel 2006, durante la promozione dell'opera La vista da Castle Rock (The View from Castle Rock), l'autrice annuncia la possibilità di ritirarsi dal mondo della letteratura, decisione smentita qualche anno più tardi con la pubblicazione di una nuova raccolta Troppa felicità (Too Much Happiness). I suoi racconti non hanno mai smesso di essere pubblicati sulle più importanti riviste letterarie mondiali, oltre a essere tradotte in tredici lingue, e nel 2006 la sua storia The Bear Came Over the Mountain, inclusa nella raccolta Nemico, Amico, Amante... è stata adattata per il grande schermo dalla regista Sarah Polley per il film Away from her, con Julie Christie e Gordon Pinsent.
Nove racconti perfetti: la musica del quotidiano, il gioco smorzato dei sentimenti e delle allusioni. Da Flannery O'Connor a Henry James, da Chechov a Tolstoj, non c'è un autore di racconti al quale Alice Munro non sia stata paragonata. Ma la sua capacità di dipanare in un lampo l'irriducibile complessità della natura umana è incomparabile. Questi racconti possiedono la straordinaria capacità di trascinare il lettore nei meandri di una memoria che non è la sua per risvegliare emozioni che sono di tutti. La scrittura della Munro è aperta, lussureggiante, fitta di accadimenti e particolari necessari. Il paesaggio canadese, la natura selvaggia del Nord Ovest partecipano alle emozioni dei personaggi, integrano la loro storia, determinano le loro decisioni.
Recensione
Quando si ha la fama di essere una delle più grandi autrici contemporanee di racconti e si vince addirittura il Premio Nobel per questo, è difficile sopravvivere alle aspettative dei lettori. La reazione che incontro con maggior frequenza quando leggo commenti su Alice Munro è: embè? Come a dire: "tutto qui? è per questo che vengono assegnati i Nobel oggigiorno?".
Effettivamente la scrittura di questa autrice non possiede quegli elementi che fanno gridare al capolavoro dopo poche pagine. Il suo stile è semplice, garbato, raffinato nelle sue metafore ma pur sempre diretto e legato al quotidiano. I suoi racconti sono popolati da personaggi e situazioni ordinarie; anche quando un evento estraneo irrompe nella quotidianità dei suoi protagonisti non è mai un colpo di scena sconvolgente ma una piccola sfumatura destinata a innescare cambiamenti sotterranei e lentamente apprezzabili. Sebbene la Munro prediliga quasi sempre un narratore onnisciente il suo focus è principalmente sulle figure femminili, molto più complesse e sfaccettate delle loro controparti maschili che occupano più il ruolo di personaggi di contorno, a volte un po' monodimensionali. Fa eccezione l'ultimo racconto dell'opera, The bear came over the mountain, nel quale la protagonista femminile, Fiona, è presentata al lettore quasi esclusivamente dal punto di vista del marito Grant, che fatica ad accettare la perdita della compagna che conosceva a causa della demenza senile.
In generale, nessuna delle donne in Nemico, Amico, Amante... è particolarmente bella o intelligente o spiritosa, nessuna è inequivocabilmente meschina o cattiva, l'unica loro straordinarietà è nell'essere figure comuni, che non vuol dire banali ma semplicemente realistiche. Sono donne che tutte noi potremmo aver incontrato, donne che tutte noi potremmo essere o siamo già state in un particolare momento della nostra vita.
Trattandosi di un'opera scritta in età matura (è stata pubblicata per la prima volta nel 2001), in essa l'autrice tocca diverse fasi della vita, dall'adolescenza con il suo desiderio di emancipazione alla maturità con le sue prese di consapevolezza, fino alla vecchiaia con la sua solitudine. Di qualsiasi momento si tratti, anche quelli teoricamente più gioiosi della giovinezza, esso è raccontato con tono spassionato e concreto, poco incline al romanticismo e spesso disincantato tanto da poter conferire agli eventi un'atmosfera un po' deprimente. I personaggi di questi racconti sembrano accettare ogni emozione, per quanto forte, come parte naturale della vita di ogni uomo e ogni donna: essi si rivolgono all'amore, all'odio, all'amicizia, alla paura con un atteggiamento pratico e, in alcune occasioni, quasi rassegnato.
Ciò che maggiormente interessa la Munro sembra essere la percezione che ognuno ha di sé, come spesso non coincida con ciò che gli altri vedono di noi e come a volte un piccolo evento insignificante o una fortuita coincidenza possa modificare questa percezione spingendoci verso una presa di coscienza nuova e più completa.
E' difficile dire qualcosa della trama di questi nove racconti proprio perché spesso si tratta di piccole incursioni in particolari momenti della vita dei protagonisti, situazioni comuni come lo stadio finale di una malattia, l'evolversi di un rapporto fra sorelle, le diverse fasi della vita matrimoniale, i tradimenti, il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, che acquistano significato per la loro capacità di mostrare le mille sfaccettature dell'animo umano attraverso situazioni ordinarie in cui tutti noi potremmo trovarci prima o poi. In questo senso il paragone con Chekhov è giustificato e sebbene non sempre si sia d'accordo con la prospettiva offerta dall'autrice non si può fare a meno di apprezzarne la sincerità e la capacità di scavare nel profondo con pochi gesti immediati.
Confesso che dopo la lettura dei primi racconti ero un po' perplessa, sebbene il primo, Nemico, amico, amante, sia quello che più si avvicina alla nostra idea di storia avvincente, con la sue sequenza di coincidenze e il suo finale a sorpresa. La causa principale è che dal racconto breve, forse per associazione alle favole della nostra infanzia, ci si aspetta sempre una morale, un messaggio conclusivo che nell'opera della Munro non c'è. O forse è semplicemente nell'indole di molti di noi voler trovare una spiegazione per tutto, ed è per questo che terminato ogni racconto si rischia di ritrovarsi a chiedersi: e quindi? dove voleva andare a parare l'autrice?
Una volta abituatami allo stile della Munro ho però iniziato ad apprezzarne le sottigliezze oltre che la velata ironia e sono rimasta conquistata dal realismo dei suoi personaggi che, a dispetto delle premesse poco incoraggianti, riescono davvero ad appassionare il lettore al loro fato.
In conclusione posso quindi dire che, se avete intenzione di approcciarvi all'opera di questa autrice dovete farlo liberandovi di aspettative e pregiudizi, pensando a voi stessi più che come a dei lettori a degli spettatori di una mostra fotografica, pronti ad immergervi negli affreschi che l'autrice ci regala. Non saprei dire se davvero la Munro sia più meritevole dei principali concorrenti al Nobel di quest'anno ma personalmente devo ammettere che mi ha convinta e sicuramente questa non sarà l'unica sua opera che leggerò.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Nemico, Amico, Amante
- Titolo originale: Hateship, Friendship, Courtship, Loveship, Marriage
- Autore: Alice Munro
- Traduttore: Susanna Basso
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2005
- Collana: Super ET
- ISBN-13: 9788806174682
- Pagine: 315
- Formato - Prezzo: Brossura - 12.00 Euro
0 Commenti a “Speciale Premio Nobel: Nemico, Amico, Amante... - Alice Munro”
Posta un commento