Recensione
Riportato alla ribalta dal recente film di Michael Gondry (Moon Indigo), La schiuma dei giorni è un guazzabuglio novecentesco sacralizzato dalla generazione hippie. Irriverente, caleidoscopico, musicalissimo, bizzarro e di difficile adattamento, il romanzo è la storia d’amore tra Colin, giovanotto parigino - sebbene l'autore tenda a evitare qualsiasi riferimento storico o geografico - ricco e annoiato, e la bella Chloé. Tra strampalate invenzioni, topi parlanti e malattie floreali, si snoda una vicenda surreale assurta a manifesto degli outsider romantici: guai a toccar loro la struggente passione tra i due giovani, si rischia di venire tacciati per sempre di profonda insensibilità e di poca intelligenza per non aver saputo cogliere la genialità del nonsense di Boris Vian, che in poco più di duecentocinquanta pagine mette in discussione la burocrazia, l’ipocrisia, la filosofia, e quant’altra cosa finisca per -ia.Maestro di Daniel Pennac, per fortuna il nostro contemporaneo ha saputo coglierne al meglio la lezione e a sfornare una serie di romanzi molto più sostanziosi, in cui il surrealismo rimane imbrigliato al servizio di una trama ricchissima di spunti. "Ma lei cosa fa nella vita?", domandano al protagonista. "Imparo delle cose", risponde Colin. "E amo Chloé". E questa è realmente tutta la trama de La schiuma dei giorni: è come un album di cartoline, ora Colin e il suo specchiarsi, ora una festa, ora una ricetta del giovane cuoco Nicolas, ora Chick, amico di Colin talmente ossessionato da Jean-Sol Partre al punto da dilapidare il suo patrimonio e a costringere la fidanzata Alise a gesti estremi, ora Chloé che va spegnendosi lentamente a causa di una ninfea in un polmone mentre Colin dà fondo a tutti i suoi risparmi per curarla. L’allegra levità dei primi capitoli (che in realtà già nasconde del cinismo), condotta sulle note di Chloé di Duke Ellington, si stempera infatti gradualmente fino a diventare tragedia e a condurre a un inaspettato finale che buca la bolla di sapone in cui si consuma l'amore totalizzante dei due protagonisti.
Apprezzabile senz’altro la prosa dell’autore francese, ricca di neologismi e in grado di anticipare perfettamente quella commistione tra colori, musica e trip che una decade dopo saranno gli anni Sessanta. Purtroppo si tratta di uno di quei romanzi che – detesto fare del manicheismo, ma è necessario – conquistano o irritano oltre misura. Il genio letterario incompreso di Boris Vian (nella sua breve vita ebbe più successo per le sue canzoni che non per i suoi romanzi) rimane incompreso anche da me, con buona pace di chi ha fatto de La schiuma dei giorni la propria guida all’amore e alla vita.
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La schiuma dei giorni
- Titolo originale: L'Écume des jours
- Autore: Boris Vian
- Traduttore: Gianni Turchetta
- Editore: Marcos y Marcos
- Data di Pubblicazione: 2005
- Collana: Gli alianti
- ISBN-13: 9788871680712
- Pagine: 242
- Formato - Prezzo: Brossura - 14.50 Euro
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