Il premio Hugo del 2012 è apparso a molti come una conferma dell'irrefrenabile commistione fra Science Fiction e Fantasy, con buona pace dello zoccolo duro dei fan dei due generi.
La vincitrice Jo Walton, infatti, la spunta su un parterre di candidati agguerriti con il romanzo fantasy Un altro mondo che è un'unica grande dichiarazione d'amore ai classici della SF.
Pensate che il prima fila a contendere alla Walton il premio c'era George R.R.Martin con l'ultimo capitolo della saga de Le cronache del ghiaccio e del fuoco, A Dance with Dragons. Accanto a lui fra i candidati dell'anno scorso Mira Grant con Deadline, secondo parte della Newsflesh Trilogy, Embassytown di China Miéville, vincitore del Locus Award for Best Science Fiction Novel e Leviathan Wakes di James S. A. Corey, anch'esso primo di una serie di tre.
Jo Walton è un'autrice di fantasy e science fiction di origine gallese che attualmente risiede a Montreal, in Canada, con il marito e il figlio. Nata nel 1964, la sua prima opera è stata The King’s Peace (2000) seguita da The King’s Name (2001). Nel 2002 ha vinto il John W. Campbell Award come Miglior Scrittore Esordiente e da quel momento non ha più smesso di pubblicare romanzi, tra cui ricordiamo Tooth and Claw che le ha fruttato nel 2003 il World Fantasy Award per il miglior romanzo e naturalmente Among others - Un altro mondo, in arrivo in Italia nel novembre del 2013 per Gargoyle dopo aver vinto l'Hugo e il Nebula Award per il miglior romanzo.
Allevata da una madre pazza che si diletta con la magia, Morwenna Phelps ha trovato rifugio in due mondi. Crescendo in Galles, Morwenna giocava con gli spiriti che avevano trovato la propria casa tra le fabbriche in rovina. Ma la sua mente ha da sempre trovato libertà e speranza nei romanzi di fantascienza che sono stati i suoi più cari amici. Almeno finché sua madre non decide di tentare di piegare gli spiriti al suo volere costringendo Mori a confrontarsi con lei in una battaglia magica che la riduce ad un'invalida e costa la vita alla sua gemella.
Rifugiatasi a casa del padre che fino ad allora non aveva mai conosciuto, Mori viene spedita in un collegio inglese, un luogo totalmente privo di magia. Isolata e malinconica, la ragazza tenta il fato eseguendo magia da sola, nella speranza di trovare nuovi amici più simili a lei. Ma la sua magia attira nuovamente l'attenzione della madre, accelerando una resa dei conti che non può più essere rimandata...
Combinando elementi autobiografici con creazioni della sua immaginazione, sulla scia di romanzi come La fortezza della solitudine di Jonathan Lethem, Un altro mondo si conferma come il potenziale romanzo rivelazione di un'autrice il cui genio è già stato riconosciuto da figure di primo piano come Kelly Link, Sara Weinman e Ursula K. Le Guin.
Recensione
Scrivendo Un altro mondo, Jo Walton o si è assunta un grosso rischio oppure ha fatto una mossa piuttosto furba. O entrambe le cose, ancora non ho deciso.
Quando il racconto inizia l'evento principale della vicenda è in realtà già avvenuto: la nostra eroina, Mori, si sta riprendendo da un violento incidente d'auto causato dalla madre pazza che è costato la vita alla sorella gemella. Per buona parte del romanzo i dettagli di questo incidente rimangono piuttosto vaghi, si intuisce che Mori e la sorella erano in qualche modo connesse con delle creature fatate e che la madre è una strega cattiva in piena regola ma la magia in generale rimane un concetto piuttosto evanescente (non ci sono bacchette magiche né incantesimi) che potrebbe facilmente essere interpretata come "destino" o "coincidenza" da coloro che non credono in essa.
Si ha la sensazione che la Walton abbia iniziato a scrivere la sua storia dal punto in cui molti autori avrebbero posto la parola "Fine"; in questo sta il grosso azzardo e anche il motivo per cui molti amanti di fantasy e fantascienza non hanno gradito quest'opera: mancavano ai loro occhi l'azione, le battaglie, il duello spettacolare, l'eroico confronto con il male.
D'altro canto, Un altro mondo è anche un'enorme dichiarazione d'amore alla letteratura fantastica poiché Mori è una lettrice vorace e nel corso dell'opera divora letteralmente tutti i classici del genere - Le Guin, Heinlein, Vonnegut, Zelazny... - e ne commenta estensivamente pregi e difetti. L'autrice quindi, in modo piuttosto plateale, strizza l'occhio agli appassionati di SF e in qualche modo anche all'Hugo, visto che numerosi titoli da lei citati si sono aggiudicati il premio, come viene rimarcato nel romanzo stesso. Gli appassionati più nostalgici (e anche i votanti del premio) hanno gradito l'ammiccatina e si sono innamorati perdutamente dell'opera.
Ovviamente è un sentimento che capisco e condivido, adoro i libri che parlano di altri libri, tuttavia concentrarsi solo su questo aspetto di Un altro mondo mi pare in qualche modo lo sminuisca, riducendolo ad un mero elenco di classici del genere quando in esso c'è molto di più.
Innanzi tutto Mori non si limita a leggere i libri, li vive. I protagonisti dei suoi romanzi preferiti sono figure reali, con i quali ella si relaziona costantemente, usando le loro esperienze per formare il proprio pensiero e il proprio carattere, imparando da ogni avventura e mettendo in discussione ogni loro scelta così che essi diventano parte attiva nel suo processo di comprensione della realtà e delle relazioni umane che ella tenta di instaurare con adulti e coetanei.
E qui siamo arrivati al cuore del romanzo, la sua essenza e il suo maggior pregio. Mori sta attraversando un processo di guarigione, fisica e psicologica: è un invalida che soffre di dolori praticamente costanti, ha appena perso la sorella gemella e dopo essere sfuggita ad una madre violenta deve abbandonare il Galles per l'Inghilterra dove il padre che non ha mai conosciuto la spedisce a studiare in un odioso collegio facendola sentire più sola e abbandonata che mai. La ragazzina deve quindi imparare a relazionarsi nuovamente con gli altri, a fidarsi di coloro che la circondano e a costruire una qualche forma di relazione con questo padre sconosciuto e delle nuove amicizie in un ambiente totalmente diverso rispetto a quello in cui è cresciuta. Si tratta di un processo lento, doloroso e pieno di equivoci che l'autrice traccia con sensibilità squisita lasciando che siano le piccole cose quotidiane e i libri letti dalla protagonista a mostrare il suo stato d'animo e la sua evoluzione. Mori supera ogni prova con l'aiuto degli amati romanzi e con un pizzico di magia per cui non è affatto vero che non accade nulla in questo libro, ogni giorno è un'enorme conquista, ogni evento insignificante un'esperienza di grande valore.
Per una volta ho apprezzato la narrazione in prima persona, sotto forma di diario, non solo perché aiuta a comprendere la trasformazione della protagonista ma soprattutto perché Mori è un personaggio così delizioso che è un piacere trovarsi "nella sua testa". La ragazza ha solo 15 anni ma è sveglia, brillante ed estremamente dotata, e non semplicemente a causa il suo coinvolgimento con la magia, per cui non si esprime come i troll mentalmente ritardati a cui i recenti esempi di YA ci hanno abituati. Il suo dolore è reale e toccante, sebbene il suo atteggiamento non sia mai quello di una persona che ricerca compassione, la complessità di una personalità ancora in fase di formazione è perfettamente resa dalla difficoltà nell'approcciare temi "adulti" quali il sesso, l'amore, il matrimonio ma anche la politica e il femminismo.
Di contro, proprio perché tutto è filtrato dallo sguardo della protagonista,i personaggi secondari appaiono spesso poco più che abbozzati sebbene mai scontati o stereotipati. Avrei ad esempio gradito qualche parola in più su questo padre ben intenzionato ma estremamente infantile, succube di tre sorelle che meriterebbero un libro a parte tanto sono inquietanti e misteriose.
Molto bello, invece, questo approccio "soft" alla magia che ricorda molto Tolkien (ed in effetti Mori si riferisce spesso all'autore de Il Signore degli anelli come l'unico che davvero conoscesse la magia). Le creature fatate sono esseri eterei, facilmente assimilabili con la natura e amanti dei territori più selvaggi, per questo molto più a loro agio nell'incontaminato Galles che nella più civilizzata Inghilterra. La magia è fatta di piccole cose. Un gesto. Una pietra spostata. Un petalo lasciato cadere. Eventi semplici e naturali che però comportano conseguenze e responsabilità inimmaginabili, sebbene all'occhio scettico possono apparire solo come una serie fortuita di coincidenze, tanto che per buona parte del libro mi è rimasto il dubbio che si trattasse più che altro di proiezioni della fantasia di una ragazzina incapace di gestire la realtà.
Infine, dopo decine di romanzi con collegi inglesi indicibilmente cool e avventurosi in stile Harry Potter, finalmente una scuola che sembra tale, compagnucce spocchiose e cibo terrificante inclusi.
Giudizio:
+4stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Un altro mondo
- Titolo originale: Among others
- Autore: Jo Walton
- Traduttore: Benedetta Tavani
- Editore: Gargoyle
- Data di Pubblicazione: 14 novembre 2013
- Collana: Extra
- ISBN-13: 9788898172177
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 17.00
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