Recensione
Il bacio dell'angelo caduto è il primo volume della saga Hush, Hush, scritta dall'autrice statunitense Becca Fitzpatrick con l'evidente intento di proporre al pubblico di Young Adult una versione più cupa, tagliente e angosciante dell'ormai onnipresente Twilight. Purtroppo, l'unica cosa in cui la Fitzpatrick è riuscita a superare Stephenie Meyer è il senso di irritazione al limite del tollerabile prodotto dalla sua opera, tanto che questo romanzo si classifica tranquillamente tra i più brutti che io abbia mai letto.E' difficile decidere da dove partire: la trama, i protagonisti, le idee di fondo che vengono trasmesse dal racconto sono uno peggio dell'altra, c'è davvero poco da salvare.
Ciò che più avvicina Il bacio dell'angelo caduto alla saga di Twilight è il concetto dello stalking inteso come forma di seduzione, un'idea che nei libri della Meyer emergeva gradualmente mentre qui viene data quasi per scontata e accettata dalla protagonista femminile, Nora, con una naturalezza inquietante.
La ragazza, che rivela fin dalle prime pagine la personalità di un frigorifero a cui è stata staccata la spina, si trova costretta a sedere durante l'ora di biologia a fianco del nuovo, taciturno e misterioso compagno di classe Patch. Naturalmente il ragazzo esibisce da subito le inquietanti caratteristiche che rendono questo tipo di personaggio un beniamino delle lettrici: dotato di un temperamento strafottente, Patch rifiuta di rispondere alle più banali domande su se stesso ma dimostra una preoccupante conoscenza dei dettagli della vita personale della protagonista, da subito tenta di metterla in imbarazzo pubblicamente con continui riferimenti sessuali di fronte a insegnante e compagni, si prende libertà non richieste togliendo con la propria mano il rossetto dalle labbra della ragazza perché non di suo gradimento e soprattutto inizia a comparire misteriosamente ovunque ella vada.
A confermare la sua natura di stalker Patch impone la sua presenza a Nora in ogni situazione, la costringe ad abbandonare gli amici durante un'uscita per stare con lui, le impone degli appuntamenti che lei ha più volte rifiutato, entra in casa sua dopo che lei gli ha chiesto di non farlo e si mette a preparare la cena nonostante Nora abbia chiarito di non aver fame.
Diciamolo in modo chiaro una volta per tutte: questo non è amore né romanticismo, queste sono forme di violenza che vanno denunciate.
Ovviamente la nostra Nora non fa nulla del genere, anzi, continua a cercare il ragazzo con insistenza anche dopo aver avuto più che fondati sospetti che egli sia collegato ai numerosi attentati alla sua vita di cui è vittima.
Bisogna dire che in questo la protagonista non è aiutata da quella che dovrebbe essere la sua migliore amica, Vee, uno dei personaggi più stupidi e irritanti mai visti in letteratura (del resto ognuno ha gli amici che si merita). Sorvolando sulla fastidiosissima abitudine di rivelare i dettagli della vita personale dell'amica a ogni sconosciuto affascinante che incontra, Vee mi ha quasi convinta ad abbandonare questo romanzo per sempre quando, verso metà dell'opera, ha la faccia tosta di suggerire che un ragazzo che si presente all'alba a casa tua ubriaco, prende a pugni il muro, ti minaccia e ti maltratta sbattendoti con forza contro la parete per convincerti ad andare in campeggio con lui non ha cattive intenzioni perché, essendo appunto ubriaco, non intende davvero fare del male. Capirete che c'è un limite alle idiozie che una persona può sopportare.
Sbollita la rabbia ho deciso comunque di terminare la lettura, un po' per vedere se effettivamente l'autrice riusciva a dare alle due idiote ragazzine la morte raccapricciante che meritavano (vana speranza) e un po' per potere scrivere questa recensione e mettere in guardia chiunque stesse valutando di leggere questo libro.
Sulla trama in sé non c'è molto da dire. Ho apprezzato il tono più cupo rispetto ad altri romanzi del genere, la continua tensione e il fatto che il protagonista maschile nascondesse davvero un lato negativo e pericoloso, tuttavia l'insieme è gestito in modo così infantile e dilettantesco da affossare ciò che c'era di buono nel racconto. Non è solo l'evidente stupidità della protagonista a togliere corpo alla storia, ad essa si aggiungono i suoi tentativi di investigare sugli attentati subiti talmente superficiali e puerili da far sembrare Hermione Granger l'erede di Sherlock Holmes, la totale mancanza di logica nelle azioni di Nora e degli ennemila cattivi che la Fitzpatrick ha infilato a forza nel racconto e naturalmente la ridicola conclusione in cui, manco a dirlo, tutto si risolve per il meglio, i peccati del povero Patch spariscono in un colpo d'ala e i temibilissimi nemici si eclissano uno dopo l'altro senza nemmeno troppo sforzo.
Tutto questo raccontato con uno stile a dir poco penoso, ripetitivo, privo di passione ma anche delle più basilari tecniche narrative. Un'esperienza davvero pessima che l'autrice ha deciso di perpetuare in ben altri tre volumi, dai quali mi terrò sicuramente alla larga.
Hush, Hush saga
Giudizio:
+1stella+Dettagli del libro
- Titolo: Il bacio dell'angelo caduto
- Titolo originale: Hush, hush
- Autore: Becca Fitzpatrick
- Traduttore: Loredana Serratore
- Editore: Piemme
- Collana: Freeway
- Data di Pubblicazione: 2010
- ISBN-13: 9788856610963
- Pagine: 784
- Formato - Prezzo: Copertina rigida - Euro 17,00
0 Commenti a “Il bacio dell'angelo caduto - Becca Fitzpatrick”
Posta un commento