Al consueto umorismo fondato sull’equivoco della situazione e sull’effetto sorprendente di un dialogo surreale e ovvio insieme, Malvaldi innesta in questa commedia poliziesca un altro tipo di indagine: una investigazione ambientata in quella zona misteriosa in cui avviene l’incontro tra il caso, la libertà di agire, e il corso necessario delle cose.
Recensione
Un paio di balordi costringono un tecnico di computer, sotto minaccia, ad aiutarli a compiere un furto in una abitazione. Per trasportare la refurtiva si impossessano di una vecchia utilitaria che, a fatto compiuto, viene posteggiata nuovamente nel luogo da cui era stata prelevata. In essa viene dimenticato, perché infilato sotto un sedile, un computer portatile rubato. Il proprietario dell'auto, cui fra l'altro Equitalia ha inviato una sanzione di oltre tredicimila euro per contravvenzioni non pagate, sospettato dalla polizia per il furto, dato che la targa dell'utilitaria è stata ripresa da una telecamera di sorveglianza, già in contrasto con il suo capo per vari motivi, perde il posto. Riuscirà tuttavia a vendicarsi sia dei balordi che gli hanno sottratto l'auto mettendolo nei pasticci, sia dell'impiegato comunale che gli ha fatto inopinatamente inoltrare l'esosa sanzione amministrativa.Malvaldi abbandona in questo romanzo i vecchietti terribili che bazzicano il Bar Lume e ci racconta una storia un po' surreale ma godibile e piena di equivoci esilaranti. Ogni tanto va fuori dal tema prettamente giallo per intrattenerci con qualche perla di cultura di carattere tecnico. Personalmente trovo piacevole queste divagazioni, ma qualche lettore potrebbe non apprezzarle. Troverete anche la spiegazione del titolo insieme a una piccola lezione sul mercurio. I latini lo chiamavano hydrargyrum, la cui traduzione è argento liquido. Plinio però contestava questa definizione, in quanto l'argento liquido era quello che si otteneva artificialmente con un lungo procedimento a partire dalle sabbie alluvionali e riteneva più consona la dicitura di argento vivo per quello che si otteneva dal cinabro. Visto che magistrati e avvocati, divenuti romanzieri, ci intrattengono con i loro legal-thriller, mi pare giusto che Malvaldi, laureato in chimica, inserisca nei propri libri qualche nozione della sua specifica materia di studio.
Diamo merito a Malvaldi di saper scrivere dialoghi sempre divertenti, cosa tutt'altro che facile, nonostante questa volta il romanzo si svolga interamente in lingua italiana, anziché nel colorito dialetto toscano. L'unica costante, rispetto ai precedenti romanzi, rimane l'umorismo graffiante dell'autore. E' ben vero, volendo sottilizzare, che nel romanzo si trovano situazioni al limite del paradossale che potrebbero far arricciare il naso ai giallisti più sofisticati, ritengo tuttavia che esse possano essere bene accette per lo spirito caustico con cui vengono inserite.
Non ci sono cadaveri in questo romanzo che mantiene peraltro la struttura del poliziesco. Ad indagare, in disaccordo con il proprio superiore, è una bella agente di nazionalità rumena. Non riuscirà a venire a capo dell'intricata matassa, dovendo anche seguire le direttive imposte dal questore, ma otterrà anche lei qualche piccola soddisfazione di carattere personale. In definitiva è un romanzo godibile, soprattutto per chi non ama i gialli troppo cruenti, ma sa apprezzare l'arguzia tipicamente toscana di un autore nazionale.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Argento vivo
- Autore: Marco Malvaldi
- Editore: Sellerio
- Data di Pubblicazione: 2013
- Collana: La memoria
- ISBN-13: 9788838930799
- Pagine: 276
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,00
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