Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto
faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non
è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì
distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo
ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non
aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo
questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più
minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang
- questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima
di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei
cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i
suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per
cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo
narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel
corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento.
Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli
articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano
ancora inediti.
361. Torna, coniglio – John Updike (1971)
Harry Angstrom, detto Coniglio, è un personaggio che gode di grande popolarità: già protagonista di Corri, Coniglio, che nel 1960 rese celebre il suo creatore, ora è al centro di questo best-seller che il maggior quotidiano americano definisce "un grande risultato, il romanzo di gran lunga pia audace e riuscito che Updike abbia mai scritto". Ma sono passati dieci anni e l’ex atleta scattante ha smesso di correre. Abbandonato dalla moglie, Harry cerca volonterosamente di consolarsi con Jill, hippie diciottenne priva di inibizioni e ricca di esperienza, e constata fino a qual punto le vecchie regole del gioco (la lealtà alla famiglia, il culto della carriera, il compromesso sessuale…) siano inadeguate ad affrontare la nuova realtà: la sonnacchiosa America di Eisenhower è diventata il paese dei missili lunari e della controcultura mentre "il pentagono gioca ai cowboys e agli indiani in tutto il mondo". Siamo, per l’esattezza, nei fatidici giorni in cui i cosmonauti americani passeggiano per la prima volta sulla luna, e l’impresa spaziale serve come punto di riferimento e parallelo all’azione del romanzo, paragonabile a un viaggio in un mondo sconosciuto, con ritorno finale alla terra. La rieducazione sentimentale di Coniglio affonda dunque le radici nei fatti storici dei nostri tempi, ma in modi indiretti e a volte subdoli: i rapporti fra Coniglio e suo figlio Nelson, per esempio, la dicono lunga sulla crisi dell’autorità paterna e un feroce scambio di battute sulla guerra nel Vietnam fra Coniglio e l’amante progressista di sua moglie brulica di maliziose allusioni alla rivalità sessuale che oppone i due uomini nella realtà della vita quotidiana.
362. Il mare della fertilità (Neve di primavera, Cavalli in fuga/A briglia sciolta, Il tempio dell'alba, Lo specchio degli inganni/La decomposizione dell'angelo) – Yukio Mishima (1965-1970)
La figura di Kiyoaki, personaggio ultrasensibile a causa di una raffinata quanto ingannevole educazione, si staglia in primo piano; Honda, l'amico, è invece sordo al richiamo dei sentimenti e proteso esclusivamente verso la vita attiva. Della nevrotica incertezza di Kiyoaki è vittima l'enigmatica e splendida Satoko, che spegnerà il suo amore disperato chiudendosi in clausura. altri personaggi complementari sono indispensabili per comprendere un Giappone dove retaggio storico, valore morale della tradizione, riti secolari, primato religioso svolgono una funzione determinante sulla sorte esistenziale del singolo non meno che della comunità. [La nostra recensione a Neve di primavera]
363. Identikit – Muriel Spark (1970)
[Pubblicato da Bompiani nel 1971 e ormai fuori catalogo, Identikit è un thriller psicologico che narra la storia di Lise, di cui si rivela la morte violenta già nel terzo capitolo mentre la donna è in viaggio verso una città dell'Europa meridionale per incontrare un uomo.]
364. Il re degli ontani – Michael Tournier (1970)
"Mi ero trovato in Germania al momento dell'ascesa e dell'espansione del nazismo a un'età - quella di Pollicino - che interessa al capo degli Orchi e avevo sentito quanto il nuovo regime fosse imperniato su di me e i miei simili. Era effettivamente una delle caratteristiche del fascismo quella di sopravvalutare la giovinezza, di farne un valore, un fine in sé, un' ossessione pubblicitaria. Un movimento giovane, di giovani, per i giovani, questo era lo slogan più spesso ripetuto in Italia. E si deve convenire che la vita politica fascista ha qualcosa d'infantile, voglio dire che si manifesta a un livello che la mette alla portata dei più giovani con le sue sfilate, le sue feste, i suoi falò, le sue adunate, le sue organizzazioni giovanili." (Michel Tournier)
365. L'occhio più azzurro – Toni Morrison (1970)
Lorain, 1941. Pecola Breedlove vuole dei grandi occhi azzurri. Con quelli non sarà più la bambina nera che porta la bruttezza familiare come un marchio indelebile. Si sente erba comune, come i soffioni. «Perché, si chiede, la gente li definisce erbacce? Lei li trova belli». «È vero, sono brutti, sono delle erbacce», si corregge, e vuole essere Mary Jane, l'icona bianchissima delle caramelle[1] oppure Shirley Temple sulla tazza del latte.
L'occhio più azzurro è la storia di questo conflitto interiore nato dagli sguardi di repulsione degli altri: i bianchi, ma anche la gente di colore, trattano Pecola e le sue amiche Frieda e Claudia come persone di second'ordine, compiacendosi, nel chiacchiericcio di quartiere, prima delle disgrazie dei Breedlove, infine di quella, fatale, di Pecola.
366. Prima del calcio di rigore – Peter Handke (1970)
Josef Bloch, ex portiere di qualche fama, si trova senza lavoro, vaga per Vienna, uccide senza motivo la ragazza con cui passa la notte e, da allora, comincia a sentirsi accerchiato, spiato, seguito e, naturalmente, colpevole. Come la paura del portiere di fronte al calciatore pronto a tirare il calcio di rigore, quella di Bloch è una tensione spasmodica, un tentativo delirante di interpretare le mosse dell'avversario e di parare il colpo.
367. I Know Why the Caged Bird Sings – Maya Angelou (1970)
Sent by their mother to live with their devout, self-sufficient grandmother in a small Southern town, Maya and her brother, Bailey, endure the ache of abandonment and the prejudice of the local "powhitetrash." At eight years old and back at her mother's side in St. Louis, Maya is attacked by a man any times her age-and has to live with the consequences for a lifetime. Years later, in San Francisco, Maya learns about love for herself, and the kindness of others, her own strong spirit, and the ideas of great authors ("I met and fell in love with William Shakespeare") will allow her to be free instead of imprisoned.
368. Mercier e Camier – Samuel Beckett (1970)
La storia di Mercier e Camier è la storia di un viaggio. La storia di un viaggio in cui i protagonisti erano partiti per non partire. Descriverlo è impossibile e di esso si può dire solo quello che Beckett dice dei pensieri di Mercier: «che da qualunque parte cominciassero essi rigettavano sempre contro la stessa scogliera». Lo snodarsi delle situazioni, il cui carattere emblematico appare sempre evidente anche e soprattutto nella dovizia dei particolari descrittivi che non si limitano certo alla pura notazione del reale ma rimandano sempre a una metafisica conoscitiva (e ciò farebbe di Beckett, come ha ben notato il critico Guido Almansi, il primo e vero «minimalista» del nostro tempo), è lo svolgersi di qualcosa che non può mai attuarsi. Questa spirale, questa fluttuazione assurda, solo la morte potrà spezzarla, unica consolazione rimasta ai protagonisti, ai barboni delle stelle. Scritto da Beckett intorno al 1945 direttamente in francese, questo romanzo, crudele e beffardo, denso di nascoste notazioni letterarie, veicola, sotto la superficie grottesca, una straziante metafora della condizione umana e dell'irriducibile differenza fra l'illusione della speranza e la realtà della vita.
369. Tumulti – James Gordon Farrell (1970)
Tornato in patria per una licenza nel 1916, il Maggiore Brendan Archer ha conosciuto Angela Spencer a un thé dansant in un hotel di Brighton.
E in quel breve interludio nel continuo, frastornante rombo dell'artiglieria, ha avuto il tempo di baciare la giovane e graziosa irlandese dietro una cortina di foglie, di dirle addio (uno straziante addio, poiché il Maggiore ha distrattamente poggiato la mano su un cactus) e di tornarsene al fronte con la dolorosa sensazione di essersi irrimediabilmente impegnato.
Nel 1919, perciò, poco prima della grande Sfilata della Vittoria a Whitehall, il Maggiore ritiene doveroso recarsi in Irlanda per prendere in moglie la fanciulla.
Ai primi di luglio, giunge a Kilnalough, lungo la costa della contea di Wexford dove, sulla punta estrema di una sottile penisola coperta di pini morti che pencolano qua e là in bizzarre angolazioni, si erge il Majestic, l'albergo prediletto dall'aristocrazia anglo-irlandese, acquistato da Edward Spencer, il padre di Angela, di ritorno da un suo viaggio in India. Con suo sommo stupore, il Maggiore scopre che l'albergo non corrisponde affatto alle descrizioni della sua «fidanzata».
La ricca, variopinta buona società protestante, che accorreva a frotte al Majestic per la regata di luglio, se n'è andata da un pezzo, proprio come i pini o le vasche da bagno di ghisa che di tanto in tanto sbucano tra le fondamenta dell'hotel, simili a fossili di una remota età dell'oro. Il Padiglione delle Palme, poi, il delizioso rifugio esotico, è in realtà un vasto e ombroso antro in cui i rampicanti, come serpenti di verzura, ghermiscono qualsiasi oggetto, e anziane e indigenti zitelle si aggirano in compagnia di ospiti spettrali. Il Bar Imperiale, infine, è una sala buia in cui prospera una colonia di gatti semiselvatici e straordinariamente prolifici.
Il maggiore avrebbe tutte le ragioni per filarsela dalla sua vecchia zia in Inghilterra (compreso il comportamento così sfuggente e vago di Angela Spencer, così poco consono a quello di una «fidanzata»), tuttavia è assolutamente incapace di staccarsi da quell'enorme edificio fatiscente. Ipnotizzato dalla rovina e dai «misteri mondani della vita irlandese», Brendan Archer trascorre l'estate, placidamente cullato dallo charme del vecchio albergo e del tutto ignaro della tempesta che si avvicina. Siamo nell'Irlanda del 1919, l'anno in cui la lotta per l'indipendenza esplode con una brutalità senza pari.
Considerato il capolavoro di J. G. Farrell, Tumulti esprime la fine di un mondo e, come scrive John Banville nella postfazione a questo volume, «è il lamento più... magicamente comico che a un lettore capiterà mai di leggere».
370. I giorni e gli anni – Uwe Johnson (1970)
I giorni e gli anni è l'opera principale di Uwe Johnson. Uscita in Germania in 4 volumi (1970, 1972, 1973, 1983), l'opera consta di 367 brevi capitoli "dalla vita di Gesine Cresspahl" e si articola su due piani temporali: il presente newyorkese dal 21 agosto 1967 al 20 agosto 1968 (in tanti capitoli quanti sono i giorni dell'anno) e il passato di Meclenburgo dagli anni venti agli anni cinquanta. Il primo volume inizia il 21 agosto 1967 e termina il 19 dicembre 1967. La data di nascita della protagonista Gesine Cresspahl, 3 marzo 1933, cade significativamente nei primi cento giorni del cancellierato di Hitler.
Attraverso varie vicissitudini, parte delle quali narrate da diversa prospettiva in Congetture su Jakob, Gesine si ritrova a New York, impiegata in banca, con una figlia alla quale decide di raccontare su nastro magnetico, la storia della sua famiglia. La restituzione (la sbobinatura) di questo racconto viene affidata nella finzione letteraria al "compagno scrittore" Uwe Johnson. La memoria è il motore di tutto, ma è una memoria che, dalla sua iniziale scansione quasi proustiana, finisce qui in un fitto tessuto molecolare.
371. La mostra delle atrocità – J.G. Ballard (1970)
Un uomo dal carattere sfaccettato cambia nome e vorrebbe uccidere di nuovo Kennedy, ma in modo che abbia un senso. Un universo stravolto e artificiale, dove campeggiano celebrità, si sviluppano fantasie oniriche e libere associazioni, si sovrappongono crudeltà e pornografia, e civiltà e inferno si confondono.
372. La bottega dei miracoli – Jorge Amado (1969)
Pedro Archanjo, gran casanova, scrittore e poeta, eterno e scalpitante adolescente, irresistibile conversatore, litigioso capopopolo, cuore tenero e leale, povero diavolo ma gran signore, vecchio saggio, indovino e stregone, stramazza e muore su un fangoso marciapiede del suo miserabile quartiere di Bahia. Al funerale accorre una folla innumerevole e composita. La città inconsolabile si ferma al passaggio di un corteo di professori e vagabondi, puttane e bottegai: lì, dietro al feretro, stanno i compagni (e le compagne) di vita di Pedro Archanjo. Saranno loro ad affollare le pagine di questo libro in cui si racconta dell’esistenza del più straordinario figlio di Bahia.
Sulla linea dei romanzi solari di Jorge Amado, questo libro è l’ideale continuazione di Dona Flor e i suoi due mariti. Condotta su un ritmo galoppante, da samba frenetica e nostalgica, la storia procede in un vortice sempre più veloce, in un capogiro di accadimenti ilari e struggenti.
373. Pricksongs and Descants – Robert Coover (1969)
Pricksongs & Descants, originally published in 1969, is a virtuoso performance that established its author - already a William Faulkner Award winner for his first novel - as a writer of enduring power and unquestionable brilliance, a promise he has fulfilled over a stellar career. It also began Coover's now-trademark riffs on fairy tales and bedtime stories. In these riotously word-drunk fictional romps, two children follow an old man into the woods, trailing bread crumbs behind and edging helplessly toward a sinister end that never comes; a husband walks toward the bed where his wife awaits his caresses, but by the time he arrives she's been dead three weeks and detectives are pounding down the door; a teenaged babysitter's evening becomes a kaleidoscope of dangerous erotic fantasies-her employer's, her boyfriend's, her own; an aging, humble carpenter marries a beautiful but frigid woman, and after he's waited weeks to consummate their union she announces that God has made her pregnant. Now available in a Grove paperback, Pricksongs & Descants is a cornerstone of Robert Coover's remarkable career and a brilliant work by a major American writer.
374. Cieco, con la pistola – Chester Hines (1969)
Il quartiere nero di Harlem ribolle nell'afa estiva e i detective Coffin Ed e Grave Digger stanno per ritrovarsi tra le mani una grana bella grossa: un bianco con la gola tagliata e senza pantaloni stramazza ai loro piedi in una notte che sembrava tranquilla, e una borsa zeppa di soldi sparisce lasciando dietro di sé una scia di sangue e follia.
I due poliziotti, duri e dalla mano pesante quando si tratta di estorcere confessioni, si trovano invischiati in una catena di crimini che coinvolgono papponi e prostitute, ciarlatani e truffatori, prestanome e boss della mala che tirano le fila nell'ombra.
Autore di culto e maestro della letteratura poliziesca tra gli anni Cinquanta e Settanta, Chester Himes racconta nella sua prosa ruvida e cinica il cuore di un'America lacerata, dove esplode la tensione del conflitto razziale. Postfazione di Saba Pezzani. [La nostra recensione]
375. Mattatoio n.5 – Kurt Vonnegut, Jr. (1969)
Per una decina di giorni, verso la fine della Seconda guerra mondiale, Kurt Vonnegut, americano di origine tedesca accorso in Europa, con migliaia di altri figli e nipoti di emigranti come lui, per liberarla dal flagello del nazismo, batté lande tedesche coperte di neve che il suo piede non aveva mai calcato.
Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda da un osservatorio decisamente sconsigliabile alle persone deboli di cuore: l’interno di una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita e deposito di carni, nelle viscere della città. Alla fine del bombardamento, che fu uno dei più terribili e sanguinosi nella storia della guerra, quando Vonnegut uscì all’aperto, al posto di una delle più belle città del mondo c’era un’ondulata distesa di macerie sopra un numero incalcolabile di morti.
Da questa dura e incancellabile esperienza nacque Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini, storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare ("ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere") e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo. Tutto è, è sempre stato e sempre sarà, passato e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno, nulla dipende dalla volontà dell’uomo.
"Prenda la vita momento per momento," dice a Billy Pilgrim l’ultraterrestre che un bel giorno d’estate lo rapisce col suo disco volante, "e vedrà che siamo, tutti, insetti in un blocco d’ambra."
376. La donna del tenente francese – John Fowles (1969)
Sola, all'estremità di un molo battuto dalle tempeste, Sarah Woodruff fissa muta il mare sul quale è scomparso il tenente francese, che tutti dicono essere stato il suo amante. Condannata dall'opinione pubblica, incompresa anche da chi le sta vicino, la giovane, figura tragica e ambigua, nasconde in realtà un impenetrabile segreto, una incontenibile passione e un'ansia di libertà capace di travolgere tutte le ferree regole della morale vittoriana. Vittima, ma allo stesso tempo complice, di questa ribellione è Charles Smithson, un ricco paleontologo dilettante, che solo nell'abbandonarsi ciecamente all'amore troverà una ragione di vita. Pubblicato nel 1969 e ambientato un secolo prima, "La donna del tenente francese" fonde mirabilmente ironia e sentimento, attenzione alla cultura dell'epoca e un disincantato cinismo. Un racconto romantico e sovversivo in cui John Fowles sperimenta le modalità di una scrittura postmoderna, a cavallo tra passato e presente, tra echi dei grandi poeti dell'Ottocento e citazioni di Darwin, con un finale assolutamente sorprendente: una delle opere più interessanti della narrativa inglese contemporanea in cui si ritrovano inscindibilmente uniti il fascino del sogno e il disincanto della realtà.
377. The Green Man – Kingsley Amis (1969)
Like all good coaching inns, the Green Man is said to boast a resident ghost: Dr Thomas Underhill, a notorious seventeenth-century practitioner of black arts and sexual deviancy, rumoured to have killed his wife. However, the landlord, Maurice Allington, is the sole witness to the renaissance of the malevolent Underhill. Led by an anxious desire to vindicate his sanity, Allington strives to uncover the key to Underhill's satanic powers. All while the skeletons in the cupboard of Allington's own domestic affairs rattle to get out too.
378. Lamento di Portnoy – Philip Roth (1969)
Travolto da desideri che ripugnano alla sua coscienza e da una coscienza che ripugna i suoi desideri, Alex Portnoy ripercorre con l'analista, in un monologo-fiume, la propria vita. A partire dalla famiglia ebraica: il padre, un assicuratore sempre vissuto in funzione della propria stitichezza e la madre, «che radar, quella donna! Mi controllava le addizioni in cerca di errori; i calzini alla ricerca di buchi; le unghie, il collo, ogni piega o grinza del mio corpo alla ricerca di sporcizia». Quel che ad Alex però interessa piú di tutto è il sesso. E dopo un'adolescenza trascorsa chiuso a chiave nel bagno, «a spremersi il pisello nella tazza del gabinetto», Alex vive una storia dietro l'altra, sempre con ragazze non ebree, quasi che penetrando loro potesse anche penetrarne l'ambiente sociale: «come se scopando volessi scoprire l'America. Conquistare l'America». Fino alla storia di sesso travolgente e sfrenato con la «Scimmia» e all'epilogo, come ultima spiaggia, in Israele, dove Alex, totalmente incredulo, si accorge di come lí sia tutto ebraico. «Questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica».
379. Il padrino – Mario Puzo (1969)
Protagonista del "Padrino" è Don Vito Corleone, capo delle cinque famiglie che esercitano il loro potere nel mondo della mafia newyorchese. Il Padrino è uomo d'onore con un preciso codice morale, generoso con gli amici quanto implacabile con i nemici. Dalla casa di Long Island, circondato da una famiglia patriarcale, comanda il vasto impero sotterraneo della malavita americana: gioco, corse di cavalli, prostituzione, neppure il mondo di Hollywood sfugge alla sua influenza. Don Vito è un uomo ragionevole, ma per chi rifiuta di ragionare a modo suo, la punizione è rapida e crudele, di una crudeltà raffinata che se non toglie all'avversario la vita lo priva della volontà di reagire. Il Padrino è un romanzo ricco di tensione e di colpi di scena, ma anche un documento, tuttora incredibilmente autentico, di una società violenta che non esita di fronte al ricatto, all'omicidio e alla tortura per imporre le proprie leggi. I legami della "famiglia", i rituali del "rispetto", gli intrecci tra potere politico e malavita, gli spietati regolamenti di conti, la vita quotidiana dei boss e dei loro sicari, il ruolo dei consigliori, la capillare organizzazione degli affari illeciti, gli amori, i matrimoni, i funerali, i tradimenti e le vendette: Mario Puzo ha messo vita e verità in ogni più piccolo particolare realizzando un affresco narrativo di grande impatto, un romanzo che è da tempo divenuto un classico.
380. Ada o ardore – Vladimir Nabokov (1969)
Dopo aver raggiunto le vette dello scandalo e della gloria, dopo aver pubblicato capolavori come Il dono, Lolita o Fuoco pallido, Nabokov decise di scrivere un romanzo dove avrebbe sfrenato i suoi estri e i suoi capricci più nascosti e più cari, sfidando il lettore a seguirlo, come un seduttore irresistibile e sottilmente perverso. E fu Ada. Sarebbe stata una storia d'amore, di quell'amore "normale e misterioso" che è come la rosa vera mischiata alle altre in un negozio di fiori finti, "puor attraper le client". E anche una storia erotica. E, dietro a tutto, sarebbe stata una celebrazione del dettaglio. "Il dettaglio è sempre benvenuto" diceva Nabokov. Dettaglio è "l'evento senza precedenti e irripetibile" che si staglia fra miliardi di simili - e con ciò in fondo obbliga la letteratura a esistere, se non altro per repplicargli con un tessuto di parole che dell'irripetibile mostri qualche filo. Ogni lettore, non appena comincerà ad addentrarsi in Ada, avrà l'impressione di trovarsi davanti a uno di quei libri in cui l'autore ha inteso mettere tutto, come in una vasta arca, grande quanto un leggendario maniero familiare o per lo meno la sua sterminata e veleggiante soffitta. E in quella soffitta costellata di segreti, come nel parco di quel maniero, cosparso di nascondigli erotici, sarà felice di perdersi. Scritto in inglese, Ada è stato pubblicato per la prima volta nel 1969.
Articolo di Sakura87
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